“Architettando, i consigli di un professionista”
Non soltanto decisioni progettuali importanti come il fotovoltaico o i doppi vetri, spesso l’efficienza energetica e le soluzioni antispreco passano da soluzioni progettuali legate all’arredo. L’architetto Tomaso Piantini ci aiuta a conoscerle.
Una casa sostenibile, efficiente dal punto di vista energetico e antisprechi è ormai un’esigenza di tutti, anche di chi fino a pochi anni fa non avrebbe mai pensato di svegliare la propria coscienza ecologista. Ma siamo sicuri che, oltre alle scelte progettuali più impegnative, per esempio il ricorso al fotovoltaico, non esistano anche degli accorgimenti meno scontati, scelte che possono fare la differenza nel lungo periodo e far risparmiare, oltre che dare una mano all’ambiente?
“La sostenibilità in architettura è uno dei temi su cui non si finirebbe mai di parlare” dice Tomaso Piantini, architetto e titolare dello studio arcHITects, già ospite del nostro magazine con alcuni suoi interventi. “Ormai ci sono aspetti che sono diventati coscienza comune, dall’illuminazione a Led ai doppi vetri, passando per la deumidificazione e il ricorso a fornitori nazionali, meglio ancora se locali, per ridurre al minimo le emissioni durante i trasporti. E poi i piani cottura a induzione, la scelta di materiali riciclabili e riciclati. Ma la sostenibilità inizia da piccole scelte architettoniche (e impiantistiche) mirate, che permettono di ridurre l’impatto sull’ambiente modificando di pochissimo o per nulla le proprie abitudini, senza dunque rinunciare al comfort, anzi risparmiando”.
Cominciamo esplorando un mondo dove apparentemente è stato detto tutto: finestre e balconi
“Già in questo caso esiste tutta una serie di accorgimenti che va oltre le raccomandazioni più scontate. Quanti sanno che spesso a fare la differenza sul rumore o la dispersione/accumulo di calore in casa non sono i vetri – doppi, tripli, certificati – ma le tapparelle? Sì, le tapparelle: in particolare i cassoni che le contengono. Lo spazio sopra la finestra che serve per contenere la tapparella arrotolata è un ponte termico e acustico che mette in collegamento l’esterno con l’interno della casa. Basti pensare che le tapparelle si srotolano fuori dalla finestra ma la botola per ispezionarle è dentro casa per ragioni di sicurezza. Per tutto il resto è però un controsenso, perché il rumore entra dalla fessura esterna e rimbalza dentro casa. Lo stesso farà il calore (o il freddo). Senza contare che quando le tapparelle sono state al sole per giorni, per esempio nella casa al mare, e vengono arrotolate, portano dentro casa l’effetto termosifone”.
E quindi che cosa possiamo fare per le nostre tapparelle?
“Per fortuna, negli ultimi anni sono nate e cresciute piccole e medie realtà artigiane, specialmente nel Nord Italia, specializzate in cassoni e tapparelle che ovviano a questa serie di problemi. Quindi il consiglio è: non badate soltanto alla certificazione dei vetri e degli infissi, ma anche alla qualità dei cassoni e dei serramenti complessivamente”.
Sono soluzioni che non basteranno però per chi vive all’ultimo piano, per esempio.
“Per chi vive all’ultimo piano, o in una mansarda, in un attico, in una villa unifamiliare, insomma, chi non ha più nulla e nessuno sopra di sé ma solamente un caldo tetto di bitume nero, il consiglio è: verniciate il tetto di bianco. La differenza del calore trasmesso all’interno è tantissima. Provare per credere. L’ideale sono le vernici additivate con polvere ceramica. Certo l’ideale per la sostenibilità sarebbe poter realizzare un tetto giardino con 30 cm di terra, ma a chi non ha questa possibilità il bianco farà risparmiare tanto in estate e la differenza in inverno sarà minima”.
Anche le tende, c’è da immaginare, portano in casa il calore assorbito all’esterno.
“Esatto, infatti ogni volta che si può andrebbero messe fuori dalla finestra, non dentro casa. Dentro casa salvano la privacy, fuori salvano dall’uso indiscriminato di riscaldamento e aria condizionata. Il caldo e i raggi UV è meglio che restino direttamente fuori casa, e non dentro, tra i serramenti e la tenda. Fate caso al caldo che fa dietro una tenda”.
Anche nella scelta dei materiali per separare gli spazi è possibile avere un occhio alla sostenibilità?
“Sì. Il cartongesso, per esempio. Sicuramente il consiglio è di riempire il nuovo muro di materiale isolante e fonoassorbente, ma non con la lana di roccia. Meglio la fibra poliestere, realizzata al 100 per cento con plastica riciclata (e di plastica di riciclare ne abbiamo troppa al mondo, usarla è una buona cosa). La differenza la vedi quando andrà smaltita, riciclata come la plastica della bottiglie, e non come materiale edile da discarica. Un modo per essere ecosostenibili e pensare anche al dopo”.
Al di là delle scelte progettuali, ci sono anche consigli minimi, sulla vita di tutti i giorni?
“Una serie di trucchi, che una volta scoperti non ci sarà motivo di dimenticare. Per esempio, chi ha l’acqua calda condominiale può collegare la lavastoviglie all’acqua calda, ovviamente dopo aver controllato il manuale dell’elettrodomestico: non sono tutti uguali. L’acqua viene riscaldata con una resistenza elettrica, e se è già calda consumerà meno per la gioia di tutti. Chi ha un impianto di riscaldamento autonomo, faccia attenzione sotto la doccia al miscelatore: se non è tutto spostato sul caldo, significa che state sprecando calore. La caldaia/scaldabagno produce acqua sempre alla stessa temperatura, che poi viene miscelata con quella freddaa perché troppo calda. Regolate la temperatura della caldaia con quella che desiderate per la doccia, e non dovrete più scaldarla per poi raffreddarla”.
Il bagno, in effetti, sembra il regno degli sprechi
“Sì, ma questa tendenza può essere mitigata ricorrendo a materiali e finiture che compensano le nostre cattive abitudini. Per esempio, un parquet in bagno darà un feeling più caldo ai piedi rispetto alle piastrelle, e questo ci permetterà di non alzare troppo la temperatura senza soffrire uscendo dalla doccia. Scegliere rubinetti progressivi che partono con la leva dal centro ci aiuta, poi, a usare l’acqua calda solo quando serve: aprire un normale rubinetto con la leva al centro equivale a chiedere il 50 per cento di acqua calda e il 50 per cento di acqua fretta, anche se in genere finiamo di lavarci le mani prima che sia arrivata l’acqua calda. Per fortuna esistono rubinetti che nascono per contrastare l’abitudine di aprire la leva del rubinetto al centro”.
Sono quasi tutte soluzioni che ci obbligano a guardare nelle nostre abitudini e a fare delle piccole, semplici inversioni.
“Sì, anche temporizzare lo è. Bisogna ricordarsi che la casa va progettata per aiutarci a usarla meglio. Per questo motivo, consiglio spesso di temporizzare alcune luci di casa. Sembra un accorgimento antispreco più adatto a una scala condominiale, in realtà è facile notare come la luce del corridoio di casa, secondo la mia esperienza, rimane spesso accesa, più per pigrizia che per necessità. Ancora, un’altra cosa che non tutti sanno è che esistono barre antispiffero che si possono ben regolare sotto la porta blindata di casa e un conta kW sul contatore di casa. Io faccio ancora fatica a leggere una bolletta della luce, ma il conta kW sul quadro elettrico mi aiuta a capire cosa consuma e quanto consuma di più, e a cambiare in meglio le mie abitudini. Insomma, mettendo insieme tutto quello che abbiamo detto, è davvero il nostro comportamento a fare la differenza. Per questo, da architetto dedico spesso molto più tempo a spiegare ai miei clienti come funzionano veramente le cose a casa che a illustrare i certificati per la provenienza dei legni del parquet: a quelli posso pensare da me, facendo fare al cliente una scelta corretta ed etica. Ma i consigli che hanno a che vedere con la vita di tutti i giorni, sono il valore aggiunto che amo dare”.
Tomaso Piantini
Nell’immagine di copertina, sistema tetto giardino by SwissPearl