ZPSTUDIO – dialogo fra architettura, design e amore per i materiali

di Sebastiano Tonelli.

Nell’edizione milanese di Source – self made design – durante lo scorso Fuorisalone, abbiamo incontrato Matteo Zetti ed Eva Parigi, fondatori di ZPSTUDIO e partecipanti al progetto “Quattromani”.

Vi presentate come uno studio, chi siete e di cosa vi occupate?

Siamo entrambi architetti di formazione e lo studio che abbiamo creato si occupa sia di interior design sia di product, in un equilibrio impegnativo ma sempre stimolante. Siamo abituati fin dai primissimi esordi professionali a tenere aperti diversi ambiti in contemporanea, in modo che l’ispirazione vi transiti in modo trasversale e la speranza è che questo si rifletta sempre nei nostri lavori.

Come siete arrivati ad interfacciarvi con il mondo del design?

Il design lo abbiamo sempre avuto in testa insieme alla passione per l’architettura, forse grazie anche alle nostre origini: in entrambe le nostre famiglie, una certa competenza verso il design dei maestri guidava le scelte per l’acquisto degli arredi, quelli “importanti”. La scintilla vera però è scattata con il primo concorso vinto per una lampada ricaricabile, poi entrata in produzione per Lumen Center Italia. Da quel punto in poi abbiamo cercato di portare avanti questa “doppia vita” di architetti e designer.

SPOT IT – Lampada doppio stelo ricaricabile, produzione Lumen Center Italia.

lampade terra stelo dritto

Dai vostri lavori traspare un interesse nel trattare materiali differenti, su quali preferite lavorare e perché?

Le nostre prime linee di oggetti partivano da un’interpretazione di semilavorati industriali, ad esempio il pvc da pavimenti o profilati e isolanti per l’edilizia, con l’obiettivo di spostare l’attenzione dall’oggetto in sé all’azione progettuale che interviene a posteriori su elementi già esistenti.

La fascinazione per la plastica, il linoleum e l’alluminio ha successivamente lasciato il posto all’interesse per materiali più nobili come pietre e metalli, parallelamente a un rinnovato interesse da parte nostra alla riscoperta dei processi produttivi artigianali, dei quali portiamo avanti una costante attività di ricerca e “scouting” sul territorio.

CLOCHETTE – La lampada da tavolo Clochette è parte della collezione ZPSTUDIO TOOLS, un progetto di autoproduzione che ha dato vita ad una collezione di oggetti realizzati grazie alla collaborazione con artigiani e piccole aziende toscane.

lampada tavolo marmo e rame

Avete preso parte al progetto “quattromani” lavorando a stretto contatto con un artigiano, raccontateci come è andata.

Il mondo di Castorina_1865 è una sorta di antro delle meraviglie, entrarvi riporta indietro a quei dipinti tardo rinascimentali in cui si scorgono gli oggetti di finissima manifattura che arredano le stanze dei signori dell’epoca. Proprio uno di questi oggetti -lo specchio convesso detto volgarmente “occhio di strega”- ci ha colpito e ne abbiamo voluto proporre una versione moderna che lo trasforma in un secrétaire dall’aspetto misterioso.

L’artigiano Marco ci ha seguito su questa strada e dopo un confronto serrato è nato Double Mirror, costituito da uno specchio concavo accoppiato a uno specchietto piano con un contenitore alla base in legno di faggio e argento ossidato. La finezza delle lavorazioni di Castorina è assoluta e si legge bene nell’oggetto finito, così curato nel dettaglio”.

DOUBLE MIRROR – Il progetto è la rivisitazione dello specchio convesso, un classico della produzione Castorina_1865, trasformato in uno specchio-contenitore da tavolo in cui l’elemento centrale si sdoppia e diventa concavo.

specchio tondo doppio su cassetto

Che importanza ha una manifestazione come Source al giorno d’oggi?

Source costituisce una preziosa occasione per diffondere, promuovere e creare dibattito sul design indipendente, visto non più come fenomeno di nicchia ma come modalità ampiamente praticata: un modo di fare design che tocca da vicino il mondo del progetto, dell’artigianato, della manualità e dell’impresa.

Grazie ad eventi come Source, che mettono a confronto autoproduttori, artigiani ed esperti di marketing e distribuzione, si riesce a capire se e quanto questo nuovo scenario riesca assumere una consistenza tale da creare un punto di svolta nel mondo del design, anche dal punto di vista della creazione di nuovo mercato: i giochi sono ancora aperti.

DIOGENEA – La ciotola come oggetto archetipico, diventa una matrice su cui mettere a confronto materie e lavorazioni diverse, ciascuna delle quali porta con sé un racconto fatto di tecnologie, territori, tradizioni manuali e produzioni pregiate.

ciotole in rame pietra marmo tonde

Dal vostro portfolio vedo che vi interfacciate molto con l’autoproduzione. Pro e contro di questa scelta progettuale.

I motori principali che spingono un designer verso l’autoproduzione sono da un lato la possibilità di ridurre i tempi di realizzazione dell’oggetto finito sul mercato e dall’altro la sfida del confronto diretto e non intermediato con il pubblico. In mezzo a tutto ciò, vi è la soddisfazione di riuscire a controllare tutto il processo produttivo, fino alla promozione e alla vendita.

L’aspetto “contro”, per quanto ci riguarda, consiste nelle poche occasioni di promozione che siano davvero qualificate e indirizzate a un ben preciso mercato di riferimento (e vale quanto detto sopra in merito a Source).

BROCCA ABREK, – in porcellana opaca nera tinta in pasta, manifattura Mangani.

brocca ceramica nera

Sottopentola in rame tornito in lastra e sughero nero portoghese.

sottopentola rame e sughero

ritratto zpstudio designer

www.zpstudio.it

 

 

 

 

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