di Francesca Guerini Rocco
Stile indiscusso e praticità al top: le ultime novità “d’autore” mixano isole, penisole, sistemi a scomparsa e accessori inediti che rappresentano la perfetta espressione di un design dinamico e ipertecnologico.
Se è vero che è il cuore della casa, è altrettanto vero che la cucina contemporanea per eccellenza, quella con la “C” maiuscola, si mantiene al passo con i tempi, esaltando il suo lato social. Ibrida, fluida, discreta quando serve, seppur a tutta vista sul living, è lei il vero status symbol dell’interior design: il luogo perfetto non solo per cucinare, ma anche per lavorare, ricevere gli amici e rilassarsi.
Così, tra tinte neutre e superfici vellutate, che scaldano subito l’atmosfera, ecco apparire cantinette per veri sommelier, fuochi super professionali, elettrodomestici intelligenti e ripiani a scomparsa. Uno spazio tutto da personalizzare per vivere la convivialità che segue i ritmi del nostro quotidiano, in grande stile.
1 – ATMOSFERA RILASSANTE
Un richiamo alla natura per Progetto 10 della collezione All-ArounD di Doimo, che sceglie toni delicati e materiali grezzi come il legno carbonizzato, il cemento effetto cassero e la pietra dei pavimenti. Aperta sul living, ma separata dalla zona salotto grazie al mobile monolitico con doppia fila di colonne dispensa (con profondità ridotta nella zona living e con elettrodomestici e cestoni opzionali nella zona cucina), ha le ante Aspen e D23 con maglia Rail integrata e il piano snack con top in MDi Ananda.
All-ArounD progetto 10 di Doimo, prezzo su progetto – doimo.it
2 – AVVOLGENTE E SOLIDA
Solida e spaziosa, la nuova cucina Antis Lain di Euromobil è un inno alla convivialità. Tutti i materiali sono ultraresistenti: la struttura compatta è in TTS (Thermo Structured Surface), le colonne Lain sono in speciale TSS Turner, materiale antigraffio per eccellenza, i top della cucina sono in ceramica MDI (Minerals Design Innovation) by Inalco e il piano snack scorrevole è in legno con guide a scomparsa ammortizzate.
Le finiture, invece, sono studiate per un’atmosfera super accogliente: le ante in legno canneté a effetto 3D aggiungono un tocco sofisticato d’ispirazione orientale, mentre le superfici sfumate, in TTS Turner, richiamano lo stile scenografico e avvolgente del pittore Joseph William Turner.
Euromobili Antis, design Roberto Gobbo, prezzo su progetto – gruppoeuromobil.com
3 – MIX&MATCH A TUTTO COLORE
Color Trend di Stosa fa del colore il suo cavallo di battaglia. Lo stile essenziale, infatti, può essere personalizzato con l’infinita palette di cromie delle ante lisce laccate, in finitura lucida o opaca.
Ogni composizione può essere creata su misura in versione monocromo o multicolore, aggiungendo persino elementi di altri modelli di cucine del brand. Altro dettaglio esclusivo: grazie a uno speciale meccanismo, i pensili si possono abbassare per prendere gli oggetti posti più in alto.
Color Trend di Stosa, prezzo su progetto – stosacucine.com
4 – ELEGANTE PRATICITÀ
Contenere, ma con stile. Sign di Ernestomeda punta su soluzioni di alto livello per avere tutto in ordine e a portata di mano. Dall’attrezzatura salvaspazio Fit, alle colonne a giorno Daylight, passando dal sistema modulare Surf, studiato per organizzare al meglio i cassetti, fino ai pensili View in vetro trasparente. E ancora: la boiserie con scaffali Stay porta spezie e porta barattoli, senza dimenticare la penisola Move-On Plus, con piano scorrevole e vano nascosto e attrezzato
Sign di Ernestomeda, design Giuseppe Bavuso, prezzo su progetto – ernestomeda.com
5 – DI CARATTERE
Progettabile completamente su misura con isola, penisola o lineare, la cucina 36e8 Glass di Lago gioca con elementi sospesi a parete, volumi monolitici e materici e sostegni in vetro temperato, per conferire leggerezza a tutto l’ambiente.
Scenografica e d’effetto, è la soluzione perfetta per una cucina aperta sul living. I contenitori sono disponibili in finitura extra chiaro, fumé grigio o fumé bronzo. A completare la cucina, la dispensa NOW con ante invisibili, grazie all’apertura brevettata, e illuminazione integrata nelle vetrine.
36e8 Glass di Lago, design Daniele Lago, prezzo su progetto – lago.it
6 – LA QUINTESSENZA DELLA CUCINA
Professionalità ai massimi livelli, totalmente prodotta in Italia, per la cucina Tailor Made di Officine Gullo. Il piano OG Professional completamente personalizzato, e lungo oltre 4 metri, è il sogno di tutti gli chef: ha i bruciatori ad alto rendimento, fried top liscio, barbecue elettrico, piano cottura a induzione, piani di lavoro in acciaio inox e ben due forni elettrici multifunzione. Sopra, è posizionata una cappa aspirante professionale, impreziosita da un prezioso schienale in marmo Statuario.
Cucina Tailor Made di Officine Gullo, prezzo su progetto – officinegullo.com
7 – PROFESSIONALE IN ACCIAIO
Cooking suite di Prisma è il perfetto esempio dell’eccellenza nella ristorazione professionale. Realizzata interamente in acciaio AISI 304, un metallo biologicamente neutro che non rilascia sostanze sugli alimenti, resiste alla corrosione, supporta temperature fino a 5.000° ed è riciclabile al 100%.
Plasmata sulla massima funzionalità, può essere progettata come isola o appoggiata alla parete, completata da moduli aperti o ante a battente, in tante finiture e colori diversi, ha manopole ergonomiche e strumenti di cottura a filo del piano, per garantire la massima igiene e una più facile pulizia.
Cooking suite di Prisma, design Franco Driusso, prezzo su richiesta – prismaitalia.com
In copertina, volumi puri e geometrie essenziali per Artematica Soft Outline di Valcucine, che unisce tecnologia e sostenibilità. In acciaio, laminato e Vitrum, con bancone in bambù. Artematica Soft Outline di Valcucine, prezzo su progetto – valcucine.com
Isola Design – Material Matters 2023Prima tappa a Londra per la mostra di Isola, un debutto importante durante la kermesse inglese più rappresentativa di settore: design circolare, risorse rigenerative e tanta creatività.
Si è appena concluso il London Design Festival 2023 dove, per la prima volta, Isola ha portato la sua community di designer, creativi, studi di design e produttori internazionali nella mostra “Nothing Happens if Nothing Happens”.
L’evento ha fatto parte della fiera Material Matters, all’interno dell’iconica Bargehouse di Oxo Tower Wharf sulla Southbank di Londra, e ha descritto un vero e proprio concept creativo e progettuale incentrato sulla sostenibilità e la circolarità del design del futuro.
Material Matters è una piattaforma crossmediale, rivolta a tutti i professionisti e gli appassionati del settore, che esplora l’importanza dell’intelligenza dei materiali e come gli stessi plasmeranno la vita del futuro. Il riutilizzo di materiali di scarto, la riduzione delle emissioni di anidrite carbonica, oltre all’impiego di risorse rigenerative – il tutto legato a un design consapevole – sono i fattori che hanno fatto incontrare le due realtà, creando “un evento nell’evento” che ha lasciato il segno.
All’interno della Bargehouse, si è respirata un’atmosfera coinvolgente, dove il fascino post-industriale degli ambienti ha fatto da sfondo a un’esposizione stimolante per tematiche e creazioni all’avanguardia. Un melting pot di diverse conoscenze e visioni estetiche – seppur unite idealmente da una sensibilità fortemente condivisa – che ha raccontato il vero domani del design, in termini di produzione e materiali.
Cuore della mostra, il bar commissionato allo studio IAMMI da The Good Plastic Company, produttore europeo e sponsor della mostra. Un’area lounge realizzata con pannelli Polygood® riciclati al 100% e distribuiti in esclusiva da CDUK.
Intorno, si è sviluppato un percorso colorato e interessante, fatto di progetti nati da un approccio visionario e senza limiti, con materiali innovativi e sbalorditivi, dove minimal e iper décor hanno percorso strade parallele, ma concettualmente legate, in un mix and match capace di stupire il visitatore.
Un plus da sottolineare: “Nothing Happens if Nothing Happens” è stata quasi completamente zero waste (zero rifiuti), dettaglio importante, reso possibile dall’utilizzo di materiali sostenibili nel suo allestimento e che saranno riutilizzati nelle prossime tappe della mostra a Eindhoven (21-29 ottobre 2023) e Dubai (7-12 novembre 2023).
Non è stata solo una mostra, ma anche un’occasione per invitare il pubblico a riflessioni su diverse tematiche legate allo stile e all’ecologia. Si è partiti dall’inaugurazione ufficiale in collaborazione con il marchio di e-bike Cowboy, che ha presentato il suo nuovo modello Cruiser – con l’opportunità di testare le biciclette davanti alla OXO Tower – fino al talk con il WORTH Partnership Program, un’iniziativa della Commissione Europea, moderato dallo studio di design Tellurico. In più, un workshop ospitato da Materiom, che si è concentrato sull’esplorazione dei biomateriali ricavati dagli scarti alimentari.
Nothing Happens if Nothing Happens – Photos Isola Material Matters 2023 ©Isola photo by Anwyn Howarth.
Lampade in camera da letto – soft lighitingdi Francesca Guerini Rocco.
L’illuminazione è fondamentale per favorire il riposo e il relax, soprattutto nella zona notte, che punta sulle luci indirette o dirette, ma sempre d’atmosfera: contemporanee, chic e decisamente sognanti.
Quando si pensa alle lampade in camera da letto viene subito in mente la classica abat-jour. Eppure, le alternative non mancano, come dimostrano le nuove proposte del settore. Portatili e civettuole o essenziali e ben piantate per terra, sospese a soffitto, ma regolabili in altezza o agganciate alla parete con discrezione: le nuove luci giocano con un design versatile e intensità regolabile, per disegnare scenografie sempre nuove, con un’eleganza avvolgente e soffusa. L’effetto “coccola” prima di dormire è così assicurato.
1 – SEMPRE CON TE
Batteria ricaricabile a lunga durata (fino a 18 ore) tecnologia led e stile civettuolo: Mayfair Mini di Vibia è l’alternativa perfetta alla classica abat-jour, perché ha la luce dimmerabile su tre intensità e può essere trasportata manualmente dallo studio alla stanza da letto e in ogni stanza della casa.
Mayfair Mini di Vibia, design Diego Fortunato, prezzo € 298,90 – vibia.com
2 – VINTAGE CONTEMPORANEO
Gubi presenta due iconiche riedizioni degli anni Cinquanta: le luci da soffitto con il paralume in tessuto (modello A1967) o in bamboo (A1972) sono cucite e lavorate completamente a mano ed emanano una luce delicata e soffusa sul soffitto. Il contrappeso opzionale in ottone (diametro 60 cm) permette di regolare l’altezza delle lampade e modularne la luce.
A1967 (tessuto) e A1972 (bamboo) di Gubi, design Paavo Tynell, prezzo da € 842,41 – gubi.com
3 – MAGIA D’ORIENTE
MADCO di Ambientec evoca tutta la magia delle lanterne giapponesi, con un tocco contemporaneo. Ha il corpo luminoso sferico che ruotando a 360° permette di modulare a piacere la luce, la struttura in metallo che funge anche da manico per il trasporto e la calotta inferiore in plastica, che nasconde le componenti tecnologiche e il trasformatore. In cinque colori: oliva, pesca, terracotta, mostarda e ciliegia.
MADCO di Ambientec, design Elisa Ossino, prezzo su richiesta – ambientec.co.jp
4 – MINIMAL ULTRASOTTILE
Sottilissima, quasi onirica, Millimetro di Luceplan ha un disco circolare riflettente spesso solo 1 mm che irradia verso l’alto una luce calda e avvolgente. Oltre alla versione applique c’è il modello da soffitto, in due misure e con quattro lunghezze diverse dello stelo.
Millimetro di Luceplan, design Danile Rybakken, versione da parete prezzo € 360; versione da soffitto prezzo € 935 – luceplan.com
5 – SOFT AL PUNTO GIUSTO
Luce morbida a diverse altezze per Canneté di Bronzetto, la lampada da terra che ricorda un boschetto di canne di bamboo. Perfetta per creare un’atmosfera rilassante in camera da letto, è composta da una parte in ottone e una parte in vetro cannettato con luce led.
Canneté di Bronzetto, design Angelo Mammoliti, prezzo € 2.120 – ilbronzetto.com
6 – GEOMETRIE DI DESIGN
Geometrie pure e poligoni piani: così Fabbian interpreta la classica lampada da tavolo. La collezione Plana è formata da un cerchio e un quadrato in vetro colorato, sostenuti da una base in cemento che protegge e conserva la sorgente luminosa invisibile. La luce led Push e dimmerabile lambisce la lastra e si irradia a contatto con il bordo, con effetti suggestivi.
Plana di Fabbian, design Bellavista & Pincini, prezzo da € 578 – fabbian.com
7 – SUGGESTIONI FLUTTUANTI
Non poteva chiamarsi che Medusa la lampada di Oluce che sembra fluttuare nell’aria. Il cilindro in vetro contiene la sorgente luminosa protetta da una cupoletta metallica, invertendo il rapporto tra paralume e sostegno. In tre varianti di colore (nero lucido, oro satinato, rosso scarlet), emana una luce morbida e calda.
Medusa di Oluce, design Quaglio-Simonelli, prezzo da € 610; versione oro prezzo da € 670 – oluce.com
8 – TRASPARENZE INASPETTATE
Minimal, ma di carattere: Wand di Martinelli Luce è una lampada da tavolo portatile adatta sia indoor che outdoor. La struttura in plexiglass trasparente, che sembra imitare un libro lasciato aperto sul comodino, sostiene la fonte luminosa racchiusa nel cilindro centrale, mentre la batteria ricaricabile permette di sistemarla e spostarla ovunque.
Wand di Martinelli Luce, design Bellucci Mazzotti Progetti, prezzo € 488- martinelliluce.it
9 – LEGGERE COME UNA NUVOLA
Nube di Italamp gioca con rilessi e trasparenze, grazie alla combinazione di vetro muranese (per l’esterno) e cristallo inciso (all’interno), sostenuti da una leggera struttura metallica lucida. In tre colori: blu avio, rosa salmone e grigio fumé, per un effetto romantico e sognante.
Nube di Italamp, design Defne Koz, prezzo € 2.904 – italamp.com
10 – STILE CHARMANT
Venini veste in giallo acceso i suoi pezzi più iconici nella nuova collezione Ginkgo Biloba. Le lampade da tavolo Balloton Luce, Deco Luce e Fantasmino, rendono omaggio all’antico albero orientale Ginkgo, regalando riflessi dorati alla stanza da letto, anche quando sono spente.
Collezione Ginkgo Biloba di Venini, prezzo da € 590 il modello Fantasmino – venini.com
11 – ICONA LUNARE
Si chiama Luna la nuova lampada a sospensione di Stilnovo che fa della leggerezza il suo cavallo di battaglia e regala una luce soffusa, che evoca la magia lunare. Rilanciata sul mercato a 40 anni dalla sua progettazione, emana una luce morbida a tutto comfort, dimmerabile a piacere. Disponibile anche in versione a piantana.
Luna di Stilnovo, design Shigeaki Asahara, versione sospensione prezzo da € 1.120; versione piantana prezzo da € 870 – stilnovo.com
12 – IRONICA E GRINTOSA
Abyss di Qeeboo è una lampada da tavolo audace, che fa emergere la rana pescatrice dagli abissi del mare per illuminare con allegria il comodino. In polietilene riciclato, in tanti colori diversi, è perfetta per la camera dei ragazzi.
Abyss di Qeeboo, design di Sugasawa, prezzo € 199 – qeeboo.com
In copertina, grazie all’ampio e speciale spettro luminoso, Sun@Home di Ledvance favorisce il bioritmo naturale e migliora la qualità del sonno. Sun@Home di Ledvance, prezzo € 59,95 – ledvance.it
Un balcone fiorito anche in autunnodi Marta Meggiolaro.
È possibile avere un balcone splendidamente fiorito anche in autunno? Certamente, scegliendo le piante più adatte a questa stagione.
Dipladenie, gerani e petunie sono fra le fioriture più comuni sui balconi, regalano gli ultimi giorni di colore, ma andranno sostituite. Vediamo, in questo periodo, quali sono le proposte di vivai e centri di giardinaggio e come si possono “conservare” le piante estive in vista della prossima bella stagione.
Le specie che vanno ritirate
Quando si acquistano le piante per adornare i balconi, si sceglie fra stagionali e perenni. Le stagionali più comuni che riempiono i vasi di cascate di fiori sono le petunie che, una volta terminato il ciclo vegetativo, muoiono e vanno sostituite con altre essenze.
Dipladenie e gerani, invece, sono piante perenni che semplicemente non resistono alle basse temperature: questo è il momento per potarle e ritirarle in un luogo fresco, asciutto e non troppo illuminato, in modo che possano andare a riposo: ad esempio, i vani scala, gli ingressi, i garage. Occorre ricordarsi di innaffiarle con regolarità, altrimenti non ci sarà la ripresa vegetativa. Anche bouganville, plumbago, hibiscus in vaso vanno ritirati allo stesso modo.
Il ciclo delle piante estive è arrivato a conclusione: le stagionali vanno sostituite e le perenni, come i gerani, vanno potati e messi a riposo.
Crisantemi e viole, i nuovi protagonisti
Occorre sfatare il mito del crisantemo come “fiore da cimitero”: si tratta in realtà di una specie ricchissima di sfaccettature, colori e forme, tutta da esplorare, che può rendere i balconi originali e lussureggianti a lungo, grazie alla sua nota resistenza al freddo. Per rendere l’insieme ancora più scenografico, sono perfette le viole ricadenti, che dilatano lo spazio del vaso verso il basso con una cascata di fiori resistenti anche al gelo e alla neve.
In entrambi i casi, parliamo di piante stagionali, che termineranno il ciclo di vita con l’arrivo dei primi caldi, in primavera, e che possono poi essere smaltiti nel compost o nel verde. Un accorgimento: prima di invasare le nuove piante, i vasi vanno lavati e disinfettati.
Vasi in plastica? Perché no, soprattutto quando si parla di balconette, che devono essere leggere. L’importante è sceglierli in plastica riciclata o riciclabile.
Per il verde meglio le perenni
Nella composizione di una balconetta, o fioriera, è sempre opportuno prevedere un tocco di verde, che dia massa e struttura all’insieme. In questo caso è possibile orientarsi su varietà perenni, che quindi al cambio di stagione potranno restare in vaso e continuare a vegetare.
Ad esempio, le edere, anche screziate o variegate, che sono molto resistenti e allo stesso tempo danno movimento. Oppure, a seconda dell’effetto cercato, si può scegliere nell’universo delle graminacee, in particolare le carex, con le molteplici combinazioni di colori e di texture che offrono.
Le carex prosperano senza difficoltà in vaso e non temono né caldo né gelo.
Un tocco di rosso
Nella luce autunnale i toni caldi si accendono e splendono. Per questo, nelle balconette risaltano i fiori della calluna e dell’erica, che spaziano dall’arancio al rosa, dal fuxia al rosso, senza dimenticare alcune varietà con sfumature verde lime o bianco ottico.
Queste specie, originarie delle brughiere del Nord, prosperano nelle temperature invernali e all’inizio della primavera possono essere riutilizzate per creare composizioni da fare seccare. Se invece si cerca un effetto più spiritoso, si possono collocare fra i fiori le piante di peperoncino: è un tocco inaspettato che farà sorridere.
L’idea in più: i cavoli ornamentali, con toni fra il verde e il viola, da accostare a qualche varietà dalla trama leggera, come l’erica o le graminacee, o ai colori contrastanti del capsicum (il peperoncino).
Photos Adobe Stock Photo.
Icone di Design – Gunnar AsplundOriginario di Stoccolma, Gunnar Asplund può essere definito l’iniziatore del moderno design nordico in quanto capostipite di quella maturazione stilistica che porterà poi allo sviluppo di designer come Alvar Aalto e Arne Jacobsen. E oggi, 22 settembre, si festeggia la sua nascita.
Gunnar Asplund in una foto d’epoca
Diplomatosi a Stoccolma nel 1909, Asplund ebbe molte occasioni di viaggiare in Europa. Rimase particolarmente affascinato dall’Italia, dalla quale trasse importanti spunti per le sue prime architetture.
Inizialmente improntato al cosiddetto “classicismo nordico” – una corrente che cercava di coniugare la tradizione neoclassica dei paesi scandinavi con suggestioni vernacolari – l’architetto ebbe una netta svolta professionale nel 1930, in occasione dell’Esposizione di Stoccolma.
Fu qui che Asplund conobbe da vicino le contemporanee tendenze europee del Modernismo e del Funzionalismo, e da quel momento in poi la sua ricerca fu orientata a una personalissima interpretazione di tali concetti.
Sedia Göteborg. © Cassina
La sedia Göteborg nasce proprio all’interno di questa ricerca e può essere interpretata come la risposta di Asplund al contemporaneo design industriale. Lo schienale, definito da un arco in metallo ricurvo, si rifà sicuramente all’esperienza del Bauhaus, dove negli anni Venti si erano ampiamente esplorate le possibilità del tubolare di acciaio. Asplund, però, sceglie uno spessore abbondante, in continuità con gli elementi in legno che costituiscono la parte inferiore della sedia.
Il profilo ricurvo e leggermente bombato è probabilmente un omaggio alla storica Thonet No. 14, uno dei primi esempi di arredo realizzato in scala industriale.
Sedia Göteborg in diverse varianti cromatiche © Cassina
Prodotta da Cassina, la sedia Göteborg è disponibile in numerose varianti cromatiche che vedono variare tanto la struttura in legno (naturale o nero), quanto il rivestimento, disponibile sia in pelle sia in tessuto.
Cersaie 2023 – le novità da non perderedi Francesca Guerini Rocco.
Torna il consueto appuntamento con il Salone Internazionale della Ceramica e dell’Arredobagno che ogni anno anticipa le novità e i trend del mondo ceramico.
Grande festa a Bologna dal 25 al 29 settembre 2023 con il Cersaie 2023, la fiera italiana di respiro internazionale per il comparto ceramico, che quest’anno festeggia ben 40 anni. L’edizione in arrivo non presenterà solo le anteprime dei brand più importanti, ma accompagnerà professionisti e visitatori nelle 4 decadi che hanno segnato tendenze ed evoluzioni stilistiche del settore.
A BolognaFiere sono attesi 630 espositori, 15 padiglioni, tante mostre ed eventi speciali: il percorso espositivo Route40, curato da Davide Vercelli e progettato da Dario Curatolo, porterà alla scoperta di prodotti e aziende che, grazie alle loro collezioni, continuano a innovare il mondo casa, tra bagno e superfici.
Basta uno sguardo alle prime anticipazioni, per cogliere lo spirito avant-garde di questo evento: tra piastrelle in formati extra, decori materici e 3D, sanitari di design e atmosfere di carattere, ecco un’inedita visione progettuale tra indoor e outdoor.
COSA VEDERE
ACQUABELLA
Parola d’ordine: personalizzazione. Grazie alla sua tecnologia all’avanguardia, Acquabella presenta nuove griglie di drenaggio in Akron® e ad alta precisione per rendere unico il piatto doccia, la palette Season con tante nuances nuove (tra cui il porpora Burgundye Petal, le gradazioni del blu Ocean e Sky, il verde Forest e Mint) e le inedite vasche in Dolotek (Nevis, Dewa e Boreal).
Dove: Cersaie – Hall 21/A87 – acquabella.com
Vasca Dewa di Acquabella.
BLUSTYLE
Blustyle del Gruppo Panaria Ceramica propone una rilettura dell’ardesia, con uno spirito cosmopolita che trasforma questa pietra, storica e pregiata, in una superficie materica e ancora più sofisticata. Il risultato è un’atmosfera avvolgente e rassicurante, che predilige un’eleganza discreta e volutamente imperfetta.
Dove: Cersaie – Hall 30/A4-B3 – blustyle.it
Atmosfere très chic firmate Bluestyle.
GRUPPO BARDELLI
Tante le novità del Gruppo Ceramica Bardelli. Dall’arte del fatto a mano di Caleido, con piastrelle rigorosamente artigianali in smalto lucido e opaco, al gioco di colori di Cromatica, dai pavimenti Clayborn nati dall’intelligenza artificiale, ai simboli in bassorilievo di Play ispirati al mondo del gaming, fino alle decorazioni 3d di Tubes ispirato ai pannelli fresati.
Non mancano le proposte multicolor di Ceramica Vogue con i nuovi formati Flauti e le piastrelle diamantate Twins, oltre ai mosaici con le esagonine Eden di Appiani, entrambi brand del Gruppo Bardelli.
Dove: Cersaie – Hall 30/B57-A58 – gruppobardelli.com
Bardelli Cromatica e Bardelli Caleido di Gruppo Bardelli.
CASALGRANDE PADANA
Il cemento torna protagonista nella nuova collezione in gres porcellanato tecnico Timeless di Casalgrande Padana. In cinque colori e tre formati, è adatto a infinite applicazioni e grazie alla nuova tecnologia garantisce la massima omogeneità cromatica e di struttura fra superficie ed interno, evitando segni di usura.
Dove: Cersaie – Hall 29/A46-B45 – casalgrandepadana.it
Linea Timeless di Casalgrande Padana.
COLAVENE
Nuovi colori e grafiche inedite per i lavabi di Colavene, pronti a rispondere a qualsiasi esigenza. Come Camaleo, coordinato a mobili capienti, Wynn, lavabo-lavatoio nella nuova misura 60×50 cm e la coppia in ceramica Tino e Tina, che cambia look presentando giochi grafici e linee ortogonali.
Dove: Cersaie – Hall 21/A89-B86 – colavene.it
Lavabo Camaleo di Colavene.
COTTO D’ESTE
Si chiamano Pura e Wonderwall Precious le nuove proposte di Cotto d’Este, brand del gruppo Panaria Ceramica che mixa sensazioni tattili, texture materiche e performance tecniche. Pura è un inno alla pietra limestone di origine calcarea di cui celebra la naturalezza e l’eleganza discreta con sfumature e cambi di tono leggeri, perfetta indoor e outdoor.
Wonderwall Precious, invece, punta sull’opulenza con 4 soggetti in ceramica da parati ultrasottile (in Kerlite rinforzata con fibra di vetro) che fonde alla perfezione estetica e tecnologia per interior di pregio.
Dove: Cersaie – Hall 30/A4-B3 – cottodeste.it
Wonderwall Precious di Cotto d’Este.
GYPSUM
I designer Marco Merendi e Diego Vencato firmano Blocco, la nuova proposta di Gypsum in cemento tridimensionale che si aggiunge alla collezione X and X presentata alla scorsa Design Week milanese. Ispirata alle pareti a facciaviva in laterizio, Blocco disegna una superficie vibrante che dialoga con luce e materia modificando la percezione dello spazio.
Dove: Cersaie – Hall 22/A38 – gypsum-arte.com
Blocco di Gypsym.
IDEAGROUP
La grazia scultore di Dolcevita, il minimalismo contemporaneo di Dogma, la versatilità dei due nuovi complementi Modula e Wall e il nuovo lavabo freestanding Giova. IdeaGroup amplia la gamma delle collezioni tra superfici materiche, colori pastello e un’eleganza sempre versatile.
Dove: Cersaie – Hall 21/A35-B30 – ideagroup.it
Ensemble elegante e raffinato di IdeaGroup.
LEA CERAMICHE
Da una parte c’è Segni su Pigmenti, la nuova capsule di lastre ultrasottili Slimtech 3Plus di Lea Ceramiche firmata da Ferruccio Laviani e caratterizzata da linee volutamente imperfette e pennellate materiche. Dall’altra c’è Side Stone, una versione sobria e trasversale del Ceppo di Gré, la pietra estratta dal Lago d’Iseo protagonista dell’edilizia milanese del Novecento. Il comune denominatore: superfici tattili per atmosfere uniche.
Dove: Cersaie – Hall 30/A28-B27 – leaceramiche.it
I decori Pigmenti, Segno, Goccio di Lea Ceramiche.
MIRAGE
Mirage rende omaggio al fascino del travertino con Elysian Travertini, una collezione declinata in quattro tonalità: dal bianco-grigio perlaceo di Pearly al beige luminoso di Light, dal grigio caldo di Misty a quello più scuro e deciso di Dark. A completamento, non manca la versione pensata per lo spazio outdoor Rustic Cross, che reinterpreta l’eleganza maestosa della roccia calcarea con un sapore volutamente più rustico.
Dove: Cersaie – Hall 25/A266-B267 – mirage.it
Elysian Travertini di Mirage.
PANARIA
Tra nuove proposte per Panaria Ceramica: La Matèrie, Glam+Workshop e Perpetual, tra armoniosi colori mediterranei, rivestimenti onirici e vibranti e il fascino intramontabile del marmo. Per ambienti eclettici, ma di carattere.
Dove: Cersaie – Hall 30/A16-B15 – panaria.it
Interior materico by Panaria.
RAK CERAMICS
Rak Ceramics presenta in anteprima mondiale CookingRAK insieme allo chef stellato (3 stelle Michelin) Massimo Bottura. Il rivoluzionario piano cucina con sistema a induzione invisibile è una combinazione perfetta di estetica e innovazione: formato da lastre ad alte prestazioni Maximus, gestibile anche da remoto con il cellulare, è stato scelto dallo chef per il suo nuovo ristorante Al Gatto Verde.
Dove: Cersaie – Hall 36/A22-B25 – rakceramics.com
CookingRAK by RAK Ceramics.
RUBINETTERIE TREEMME
Forme rigorose che guardano al passato per Aurelia, la collezione di Tremme disegnata da Danilo Fedeli che plasma geometrie e proporzioni con tagli decisi per dare alla rubinetteria un aspetto scultoreo, ma attuale e senza tempo.
Dove: Cersaie – Hall 22/A10-B09 – rubinetterie3m.it
Rubinetto collezione Aurelia di Rubinetterie Treemme.
SIMAS
Piccolissimi, stondati e colorati: con i mini lavamani in anteprima Cersaie 2023, Simas amplia la gamma di lavabi Foriù e Balloon per risolvere qualsiasi problema di spazio. Nella versione tonda con diametro 30×11 cm e quadrato cm 30x30x11h, in 19 finiture tra lucido e Matt.
Dove: Cersaie – Hall 30/A78-B77 – simas.it
A sinistra, lavabo Foriù; a destra lavabo Balloon, tutti di Simas.
Cersaie 2023
Dove: BolognaFiere, Viale della Fiera 20, Bologna – biglietteria online
Quando: da lunedì 25 a venerdì 29 settembre 2023
Orari: lunedì/giovedì 9:00-19:00; venerdì 9:00-18:00
Per maggiori informazioni: cersaie.it
In copertina, rivestimento in brick lucido Workshop abbinato ai soggetti Glam di Panaria Ceramica.
Tè con latte o senza?di Sara Gilli – God Save The Tea
Quando parlo della mia passione per il tè e per l’afternoon tea tipico inglese, la prima domanda che ricevo di solito è: “Gli inglesi ci mettono il latte?” e la seconda è: “…ma va prima il latte o il tè?”. Oggi sono qui per darvi queste risposte.
Ma quanto mi costi
Se pensate che che l’usanza inglese di bere il tè con il latte abbia le sue radici nel gusto vi sbagliate. Dobbiamo cercare le nostre risposte nel XVI secolo, quando il tè, importato dalle colonie Indiane inglesi, era una bevanda molto cara e quindi proibitiva per molti. Per questo motivo si sviluppò un vero e proprio mercato nero di foglie di tè usate. Il latte invece era abbondante e per questo più economico: gli appartenenti ai ceti più bassi avevano modo di diluire il tè con il latte per poterne bere di più e non sprecare quelle foglie così preziose. La quantità di latte aggiunto al tè divenne un indicatore della propria posizione sociale. More milk, please!
Non rompetemi le tazze!
Nei secoli XVII e XVIII il tè veniva servito in tazze di fine porcellana, talmente delicate che la temperatura dell’acqua poteva romperle. Il latte veniva perciò messo nella tazza prima della bevanda bollente, per preservare la costosa porcellana. Anche in questi secoli ci fu modo di affermare affermare la propria posizione sociale attraverso il tè: coloro che volevano dimostrare la loro ricchezza mettevano il tè prima del latte; in questo modo si dimostrava di avere la possibilità di acquistare un altro servizio di fine bone china. Evviva lo spreco!
La parola alla scienza
Poi come al solito arriva la scienza a dire la sua: aggiungere il latte nell’acqua bollente non è corretto in quanto il latte non si riscalda in modo uniforme (cosa che accade se si fa il contrario). Questo riscaldamento irregolare del latte fa perdere struttura alle sue proteine e si formano quelle piccole particelle bianche che si vedono in superficie. Questo però non altera il gusto della bevanda. Il segreto quindi sta nel gusto personale di ognuno di noi.
Latte prima o latte dopo è un po’ come chiedersi se è nato prima l’uovo o la gallina? E’ un dibattito che non finirà mai di esistere e tutti avranno ragione. Io da quando ho iniziato a berlo con il latte non sono più riuscita a tornare indietro.
E se voi non avete mai provato il tè con il latte perché fedeli al vostro limone… non sapete cosa vi perdete!
di Costanza Carbotta.
Nato nel 2022, Cale Design trova le sue origini nel rinascimento. Infatti, opere di artisti come Piero della Francesca, tecniche pittoriche dell’epoca e il patrimonio territoriale della zona del Montefeltro, terra di origine delle sue fondatrici, sono le prime ispirazioni per Alessia Romani e Carla Gambioli. Ogni pezzo delle loro collezioni ha una storia, un’origine: segue una tradizione antica, così che non invecchi mai.
Nel vostro design come si manifesta il legame con il territorio?
È un racconto a volte letterale, a volte più velato, che fa eco alle tecniche o ai gesti della nostra terra. Le due linee di piastrelle Torricini e Duchi sono, le prime, una sintesi geometrica della facciata del Palazzo Ducale di Urbino, mentre le seconde riprendono gli inconfondibili profili dei duchi di Montefeltro di Piero della Francesca.
Platonico è un affettatartufo che, richiamando la gestualità della sua funzione, celebra uno dei nostri frutti più preziosi. La tecnica dell’intarsio è raccontata nell’omonima scrivania Intarsio, in cui gli sgabelli sono tasselli che compongono e scompongono l’oggetto stesso e, di conseguenza, anche l’ambiente in cui viene posta.
La prospettiva pittorica rinascimentale è sintetizzata nello svuotatasche Corte, realizzato con giochi prospettici per ospitare gli oggetti quotidiani. In Telaio, il separé sospeso, abbiamo cercato un richiamo alla ruralità di una volta e all’azione di filare vicino alla finestra.
Infine, abbiamo voluto raccontare una suggestione, più che una tecnica vera e propria, con la lampada Piero, dove la sfera funge da regolazione rimanendo sospesa, ispirandoci sempre ai quadri di Piero della Francesca.
A sinistra le piastrelle Torricini; a destra le piastrelle Duchi.
Dove nasce la passione per la cultura rinascimentale? Come mai avete deciso di legarla al design?
Ha una profonda radice nelle nostre origini: siamo nate entrambe in provincia di Pesaro-Urbino, terra di Raffaello, Francesco di Giorgio Martini e molti altri famosi personaggi rinascimentali. Un altro grande fattore sono stati i nostri studi, visto che ci siamo entrambe laureate a Firenze.
Il punto di partenza è il territorio e la sua storia, ci piace definire questo processo di ispirazione come un “procedere tramandato”. Abbiamo studiato e colto i sentimenti universali, l’equilibrio, la bellezza della proporzione, una ricerca della riduzione, della misura e di quell’eccezione alla regola che rende l’oggetto interessante e curioso.
A sinistra un particolare della Pala di Brera di Piero della Francesca, ispirazione per la lampada Piero, sulla destra.
Nate entrambe come architetti, come siete arrivate a occuparvi di design?
È naturale che in un percorso il processo creativo si sposti dal generale (nel nostro caso l’architettura) al particolare, e viceversa. Il progetto architettonico, che continuiamo a esercitare nello Studio Gambioli, è condizionato fortemente dal budget, dal committente e dalle maestranze che nei lavori pubblici non puoi scegliere.
Questa collezione è nata invece da una volontà libera da logiche lavorative: siamo noi nel senso più vero e autentico. Nel design, salvo l’aspetto funzionale e di sostenibilità, troviamo ci sia una maggiore libertà espressiva che, però, può essere dispersiva e fuorviante. Per questo motivo ricerchiamo il racconto dietro ogni oggetto.
A sinistra Corte con un fitto gioco prospettico; a destra, l’affettatartufi Platonico.
Il vostro è uno studio giovanissimo, che progetti avete per il suo futuro?
Parleremo di presente e futuro dopo l’esperienza al Salone Satellite, di quello che abbiamo fatto e di quello che vorremo fare. In questo momento siamo in una fase di fermento silenzioso, dove stiamo ufficializzando nuove collaborazioni e cercando di capire, in maniera attenta e pensata, come e dove posizionare alcuni prodotti della nostra collezione attuale.
Quindi sì, abbiamo nuove idee, che per ora vogliamo lasciar sedimentare in attesa del momento giusto, continuando a dedicarci a quello che abbiamo già seminato.
Le due designer di Cale Design, Alessia Romani e Carla Gambioli.
In copertina, l’affettatartufi Platonico.
Ristrutturare il bagno – funzionalità e privacydi Arianna Giancaterina.
Sono molte le soluzioni per organizzare lo spazio più intimo della casa, creando piccole oasi di relax votate al comfort. L’importante è avere le idee giuste.
Le case dalle metrature ridotte a cui siamo sempre più abituati obbligano, spesso, a non poter realizzare due bagni distinti. In questo modo ci si trova da avere un’unica stanza da bagno in condivisione con tutti gli abitanti della casa.
Per far sì che questo singolo ambiente sia funzionale, possa preservare la privacy e offrire anche spazi di intimità, molti progettisti suggeriscono di realizzare differenti progetti dello spazio, e organizzare la stanza in diverse aree, come l’antibagno con la zona lavabo, quella dedicata alla doccia e quella ai sanitari.
Per attuare una tale distribuzione spaziale si possono utilizzare pannelli divisori (a tutta o ad altezza parziale), vetri, porte e persino armadiature.
Tra le formule salvaspazio un esempio lo suggerisce TECE profil Slimline. Si tratta di strutture modulari a secco non portanti ed estremamente sottili che possono raggiungere i 2 metri in altezza, con una profondità di soli 6,9 cm (incluso il rivestimento da 0.2×1,8 cm),
Grazie allo sviluppo da parte dell’azienda TECE – produttore globale di prodotti sanitari e sistemi di installazione – di una nuova staffa doppia e una nuova staffa push-in, queste strutture riescono a raggiungere i 140 cm di larghezza dalla parete solida.
In questo modo si può, ad esempio, realizzare una parete doccia stabile e perfetta, rispettosa di tutti gli standard e delle normative, senza andare ad utilizzare elementi in muratura e compromettere le dimensioni della stanza bagno.
Fornite con tutti i materiali di montaggio, comprese le viti svasate per il doppio supporto, necessarie per creare una finitura pulita per la piastrellatura, i moduli Slimline risultano facilissimi da installare.
Per pareti alte fino a 2 metri dal pavimento, e fino a 1,4 metri di larghezza, il prezzo (senza cartongesso) parte dai € 140 al mq; la stessa struttura comprensiva di cartongesso per pareti umide spessore 18 mm ha, invece, un costo dai € 211 al mq.
In copertina, photo Taylor Beach.
Icone di Design – Karim RashidNato al Cairo il 18 settembre 1960, da padre egiziano e madre inglese, Karim Rashid cresce in Canada, dove compie gran parte del suo percorso di studi. Si laurea in Industrial Design presso la Carleton University di Ottawa e nel 1982 si sposta in Italia per proseguire la formazione, in un primo momento a Napoli con Ettore Sottsass, poi a Milano presso lo studio di Rodolfo Bonetto.
Affascinato dalla scena del design milanese, che per lui sarà una grande scuola, riesce a collaborare anche con altre figure di spicco del panorama italiano, come Alessandro Mendini, considerato il suo mentore.
Antitradizionalista e dalla personalità multiforme, con oltre circa 2000 oggetti messi in produzione e 300 premi vinti, è uno dei più prolifici e visionari designer contemporanei, capace di spaziare dal prodotto all’illuminazione, dagli interni agli allestimenti, fino al retail.
Il suo lavoro si divide in oltre 40 paesi e tra i clienti si annoverano nomi del calibro di Alessi, Prada, Riva 1920 e Lamborghini, Yves Saint Laurent, Zanotta e Foscaini.
Karim Rashid, Tavolo Speed, Riva 1920 by Lamborghini, 2017
La caratteristica principale che l’ha reso famoso in tutto il mondo è l’abilità di mescolare idee, materiali ed estetiche diverse. Il suo eclettismo nasce dal fascino che subisce per ogni forma di arte con cui possa esprimere la propria creatività occupandosi, oltre al design, di arte, fashion e musica. Lo scopo è quello rendere il design democratico attraverso il disegno di oggetti che uniscono progettualità, bellezza e accessibilità.
A sinistra, Karim Rashid, Cadmo, Artemide, 2006. A destra, Karim Rashid, Oh Chair, Umbra, 1999
“Design significa dare forma alla contemporaneità. Ogni cosa deve essere progettata, dagli interni di un aereo alle nostre bottiglie di shampoo. Dobbiamo abbellire questo pianeta in ogni suo aspetto, in ogni angolo“.
A sinistra, Karim Rashid, Orologio Kaj, Alessi, 2013. A destra, Karim Rashid, Cyborg, Artemide, 2015
Oggetti come specchio della sua personale sensibilità, dalle linee decise e precise con finiture laccate e colori decisamente brillanti. Il design non deve solamente risolvere, in maniera funzionale, i problemi, ma essere anche in grado di migliorare la vita e gli ambienti domestici dei consumatori.
A sinistra, Karim Rashid, Tide Comò, Horm, 2006. A destra, Karim Rashid, Woopi, B-line 2016
I colori colori forti, gli accostamenti insoliti e le forme delle più disparate si ritrovano anche nei progetti di interni, come il ristorante Morimoto a Philadelphia, l’Hotel Semiramis ad Atene, il Nhow Hotel di Berlino e la stazione “Università” della Metropolitana di Napoli.
Karim Rashid, Nhow Hotel, Berlino, 2010
Karim Rashid, stazione metropolitana di Napoli “Universita”, 2011. ( immagine da Metropolitana Napoli Spa)
Degli innumerevoli premi ricevuti durante la carriera si è perso il conto, il suo lavoro è presente in 20 collezioni permanenti nei musei di tutto il mondo. Parallelamente all’attività di progettista, è stato professore di design industriale presso la University of the Arts di Philadelphia e il Pratt Institute di New York, e tiene abitualmente conferenze per promuovere a livello globale l’importanza del design nella vita di tutti i giorni.
Lo studio di Karim Rashid a New York aperto nel 1993, ph. Stanislas Liban
Nell’immagine di copertina, Karim Rashid
Duravit – Artisan LinesDesigner di fama internazionale firmano collezioni uniche di elementi e oggetti per il bagno dalle linee iconiche e dal carattere artigianale, con finiture handmade e innumerevoli possibilità di personalizzazione.
Una cura meticolosa dei dettagli, una produzione che non si affida alla serialità industriale ma viene creata con il massimo livello di precisione. Qualità e unicità che si descrivono soltanto nel lavoro rifinito a mano, per la progettazione di un bagno capace di soddisfare i più elevati standard di comfort e stile.
“Realizzate per essere eccezionali” è il motto che descrive le Artisan Lines di Duravit, serie per il bagno firmate da designer di fama internazionale che portano la progettualità a un altro livello, fatto di know-how e artigianato di alta gamma.
Disegnate da Philippe Starck, Sebastian Herkner, Christian Werner e Studio F. A. Porsche, rappresentano la visione stilistica e funzionale di un nuovo concetto di “su misura”, in grado di descrivere le tendenze più contemporanee di settore.
Bento Starck Box, design Philippe Starck.
Bento Starck Box: japanese attitude
L’ispirazione prende spunto dagli omonimi portapranzo giapponesi, divisi in più scomparti per ordinare al meglio lo spazio a disposizione. “L’organizzazione è libertà, soprattutto quando è elegante”: così Philippe Starck descrive il leitmotiv alla base della “sua” serie Bento Starck Box, caratterizzata da un’elegante ripartizione che separa le diverse aree dei piani dei lavabi e si sviluppa in una collezione che comprende vasca da bagno, set vaso e bidet.
Abbinabile idealmente ai diversi modelli di mobili e rubinetterie Duravit, si racconta (anche) nel design unico della vasca caratterizzata da un canale sfioratore, leggermente in pendenza, che impedisce il ristagno dell’acqua e diventa un comodo ripiano d’appoggio.
White Tulip, design Philippe Starck.
Il famoso designer francese firma anche White Tulip, la serie completa composta da vasche da bagno, lavabi e mobili, vasi e bidet, fino agli specchi coordinati e una gamma completa di rubinetti, le cui linee seguono la forma organica di un tulipano, dai tratti sia delicati che scultorei.
Zencha, design Sebastian Herkner.
Zencha: oriental mood
Lo spirito estetico e concettuale giapponese si ritrova anche nella linea Zencha disegnata da Sebastian Herkner, una collezione che combina insolite bacinelle dalle forme arrotondate e bordi dolcemente ricurvi con mobili minimalisti dal design lineare, caratterizzati da una sottile cornice con uno spessore di soli 6 mm.
“Sono lieto che gli sviluppatori di Duravit siano riusciti a trasformare i miei progetti in realtà. È possibile solo se, come Duravit, hai i tuoi impianti di produzione con un alto livello di artigianalità”, ha affermato il designer. Caratteristiche che descrivono nel dettaglio l’intera gamma delle Artisan Lines.
Vitrium, design Christian Werner.
Vitrium: comfort contemporaneo
Eleganza minimal per Vitrium di Christian Werner, una serie che vede lavabi abbinati a basi con consolle e basi sottolavabo, e bacinelle realizzate per la prima volta in materiale ricomposto minerale: DuroCast UltraResist, dalla superficie piacevolmente vellutata.
In più, i mobili della collezione sono caratterizzati da una profondità ridotta, con la bacinella sporgente, ideali per i bagni di piccole dimensioni che non rinunciano però a uno stile unico e personale, oltre che funzionale.
Qatego, design Studio F. A. Porsche.
Qatego: versatilità naturale
Semplicità e purezza per una linea dalle ampie possibilità di personalizzazione, dagli eleganti richiami naturali e dalle forme che alternano mobili contemporanei a forme morbidamente arrotondate: Qatego, la collezione disegnata dallo Studio F. A. Porsche.
La pietra naturale delle tre diverse consolle crea un ensemble unico ed elegante con il legno e la ceramica dei lavabi, delle bacinelle, dei sanitari, e con le vasche da bagno in DuroCast Plus (ricomposto minerale) e acrilico sanitario. Un contrasto raffinato e contemporaneo che gioca sull’interazione tra i diversi materiali, tra colori, dimensioni e una personalizzazione votata al tailor made più artigianale.
Qatego, design Studio F. A. Porsche.
In copertina, la serie Bento Starck Box, disegnata da Philippe Starck.
Come riconoscere una (vera) tazza da tèdi Sara Gilli – God save the tea
Credevo che la tazza in cui bevevo il mio tè non facesse la differenza. Mi sbagliavo. Quando ho provato ad assaggiare il tè in una tazza di fine porcellana inglese, mi sono resa conto che immediatamente il tè assumeva un’aura diversa: riuscivo ad assaporare meglio il gusto della bevanda e istantaneamente mi sentivo meglio, forse per quel tocco di benessere che ti dà il bello in generale.
Forma e dimensione
A seconda della tipologia di bevanda servita, corrisponde una tipologia di tazza diversa: ci sono le tazzine da colazione (breakfast cup and saucer) che rispondono alle esigenze di bere un caffè più lungo rispetto al resto della giornata e quindi visibilmente più grandi. Le mugs, che sono decisamente più pesanti e spesse per ritenere meglio il calore, utilizzate solo informalmente.
Nella loro evoluzione, le tazze hanno cambiato tanti tipi di forma. Con piedistallo, con tutte le loro variabili in forma e decorazioni oppure flat (piatte), comunemente chiamate coffee can perché prendono spunto dalle tazze utilizzate per il caffè a forma di lattina (queste inizialmente pensate per il caffè, ora adattate anche al tè).
Attenzione anche al manico! Da quello tondo (loop handle) a quello a testa di serpente (snake’s head), ce ne sono decine di stili che corrispondono ad epoche diverse.
Materiale
L’autentica tazza da tè all’inglese deve essere di bone china oppure di fine porcellana. Entrambi i materiali vanno bene. La differenza principale tra bone china e fine porcellana è che il primo mescola ceramica e cenere di osso di mucca. Il motivo per il quale si fa questa aggiunta non è tanto per la resistenza, ma per dare un tono di colore unico, dall’aspetto morbido, caldo e tralucente.
Marchi
La cosa però più importante che vi aiuterà a capire se state bevendo da un’originale tazzina da tè sono i marchi dipinti o stampati sul retro. Sono un’insieme di simboli e numeri -una sorta di codice fiscale- che possono determinare l’età approssimativa del pezzo che si possiede, chi l’ha fatto e spesso anche l’artista che lo ha dipinto.
Per darvi un’idea: marchi e piccole scritte a mano tendono ad essere utilizzati prima del 1800. L’uso della parola “reale” prima del nome della società è stata in genere utilizzato dopo il 1850. L’uso di numeri di registrazione, come “Road No.10064” è iniziato nel 1884.
Sono tante le variabili che permettono di identificare una vera tazzina da tè inglese, ma la cosa più importante è prendersi del tempo per godersela. Il mio consiglio è provare un autentico afternoon tea… innamoramento assicurato! Alla prossima.
Tra i designer italiani attivi fra la seconda metà degli anni Trenta e gli anni Cinquanta, Gino Sarfatti è stato una figura rara e preziosa nella storia del design industriale italiano. Considerato il più grande creatore di lampade del XX secolo, la sua fama è sempre rimasta in secondo piano rispetto ad altri personaggi che hanno disegnato luce.
Nato a Venezia il 16 settembre 1912, dopo gli studi di ingegneria aeronautica a Genova, si trasferisce a Milano nel 1935 dove fonda la piccola azienda illuminotecnica Lumen, seguita poi nel 1939 da Arteluce, dove assume il ruolo di designer ma anche di imprenditore, disegnando e producendo apparecchi di illuminazione e complementi di arredo.
Nel 1942, a causa dell’entrata in vigore delle leggi razziali, è costretto a rifugiarsi in Svizzera, posticipando la produzione a pieno ritmo dell’azienda a dopo la fine della guerra. Fin dall’inizio si dedica alla ricerca di soluzioni innovative nei materiali, nelle sorgenti luminose e nelle tecniche produttive, portando avanti lungo il suo percorso il forte legame fra luce e spazio.
L’ascesa di Arteluce è rapida ed intensa: nel corso della sua attività Sarfatti ha ideato oltre 650 apparecchi luminosi occupandosi dell’ideazione, produzione e distribuzione nelle più importanti locations come il museo del Castello di Milano, il transatlantico Andrea Doria e il Teatro Regio di Torino, ristrutturato da Carlo Mollino, per il quale progetta e realizza una grande installazione a forma di nuvola.
Installazione “Nuvola” al Teatro Regio di Torino, 1972. Foto di Edoardo Piva
Il proficuo connubio Sarfatti-Arteluce ha una forte conferma nel 1953 quando Marco Zanuso progetta il primo negozio in Corso Littorio, ora Corso Matteotti. Questo spazio diventa il luogo di incontro per un raffinato gruppo di architetti e personalità del mondo artistico – Franco Albini, Lucio Fontana, Albe Steiner, solo per citarne alcuni – che utilizzeranno le lampade di Arteluce per arredare le abitazioni e uffici della della borghesia milanese.
Negozio Arteluce in Corso Littorio, Marco Zanuso, 1953
Il design di Gino Sarfatti è stato innovativo e rivoluzionario. Le sue competenze ingegneristiche unite al suo innato talento nel disegno si riflette in un modo unico di vedere forme e materiali, prestando attenzione sia ai dettagli estetici sia a quelli funzionali.
Nascono così lampade a scorrimento simili ad apparecchiature scientifiche, lampade che si trasformano in scrivanie attraverso giochi di meccanica, paralumi che ricordano cappelli da signora e riflettori con manopole che aiutano a direzionare la luce. Nel 1954 il modello 559 vince il Compasso d’Oro, premio replicato l’anno successivo con il modello 1055.
A sinistra, Model 2065, 1950 riedizione Astep, credits Astep. A destra, Modello 1055, 1955, Arteluce
Il suo occhio “scientifico” si nota anche nella volontà di tener conto delle evoluzioni della tecnologia in campo illuminotecnico e nell’evitare qualsiasi compiacimento stilistico, qualsiasi vezzo estetico che non trovi una giustificazione ed utilizzo concreto.
A sinistra, Modello 600, 1966, Arteluce. A destra, Modello 540, 1968, Arteluce
Alla fine del 1973 Arteluce viene ceduta a Flos e proprio quest’ultima nel 2013 ha presentato la collezione speciale “Re-lighting Gino Sarfatti, applicando l’ultimissima tecnologia LED ai modelli storici senza comprometterne il design originale.
Modello 2097, 1958 produzione Arteluce, riedizione Flos, credits Flos
Gli innumerevoli modelli prodotti da Arteluce appaiono oggi straordinariamente attuali in termini di forma, estetica e per la relazione che stabiliscono con l’utente finale. Proprio per questo, la collezione “Flos con Sarfatti”, creata in collaborazione tra Aster e Flos, nasce come tributo al grande maestro, portando alla luce alcuni dei capolavori senza tempo che appaiono oggi più essenziali e contemporanei che mai.
Modello 548, 1951, riedizione Astep
A sinistra, Model 2065, 1950 riedizione Astep, credits Astep. A destra, Model 1095, 1968, riedizione Astep, credits Astep
Le ultime entrate a catalogo Aster sono “le sfere”: differenti tipologie di lampade contraddistinte da sfere in vetro che ruotano liberamente su supporti in tondino metallico.
A sinistra, Modello 238, riedizione Astep. A destra, Modello 2109, riedizione Astep
Nell’immagine di copertina, ritratto di Gino Sarfatti
La manutenzione invernale della piscinadi Roberta del Vaglio.
È un’operazione che riguarda solo i mesi estivi? Tutt’altro: per poter utilizzare al meglio la piscina nei mesi caldi, è importante avere alcuni e indispensabili accorgimenti anche nella stagione fredda.
Non si tratta di una manutenzione quotidiana, ma di una predisposizione al periodo in cui non sarà usata e di una serie di controlli periodici. L’obiettivo? Essere pronti per quando ritornerà l’estate, la voglia di inaugurare una nuova stagione in piscina sarà forte e scarsa la pazienza di risolvere problemi, dovuti a una insufficiente manutenzione invernale. Per un lavoro completo, è opportuno occuparsi non solo della piscina ma anche di tutto ciò che ne accompagna l’utilizzo: dallo spazio circostante agli accessori, dagli attrezzi per la pulizia all’arredo.
La pulizia della piscina è indispensabile per prepararla all’inverno. Photo Indiamart
Il primo passo è un’accurata e totale pulizia, anche dell’acqua
Partendo dal basso, occorre pulire il fondo e le pareti della struttura, possibilmente utilizzando un robot specifico. Successivamente, con un retino, si rimuovono dalla superficie dell’acqua foglie, insetti e altri residui galleggianti. In questa fase è possibile smontare la scaletta, pulirla e asciugarla accuratamente.
Anche skimmer (le aperture poste lungo il bordo della piscina che raccolgono l’acqua in superficie e la trasmettono al filtro), cestelli e filtri devono essere puliti. Non si deve svuotare la piscina, ma il livello può essere portato al di sotto degli skimmer prima di procedere a un trattamento al cloro, per eliminare batteri e alghe. Nel corso dell’inverno può essere necessario riutilizzare un prodotto specifico chiamato “svernante” che mantenga pulita l’acqua.
Copertura per piscina integrata a tapparella. Photo Edilfare
La copertura invernale garantisce un adeguato isolamento termico
Se lo svernante aiuta a tenere l’acqua pulita, e impedisce la formazione di alghe e calcare, per evitare il congelamento dell’acqua nei periodi più freddi è opportuno installare una copertura. Che protegga sia dalle basse temperature sia da foglie, terriccio e altri residui portati dal vento e dalla pioggia.
Esistono vari tipi di copertura, da quelli a tapparella integrati nella struttura ai teli rimovibili, e fino alle coperture calpestabili: particolarmente robuste, proteggono anche da accidentali cadute in acqua sia in inverno che in estate. In tutti i casi è importante che la copertura sia installata in modo da isolare perfettamente la piscina e impedire l’ingresso di acqua piovana o sporco.
Tutti gli accessori devono essere lavati, asciugati e riposti. Photo wetworkspoolandspa
Riporre accessori e gonfiabili nel modo giusto
Non ci si deve dimenticare dei giochi gonfiabili e dei vari accessori legati all’uso della piscina: devono essere puliti, ben asciugati e riposti lontano dai raggi solari. E lo stesso vale per retini e altri strumenti usati abitualmente per la manutenzione estiva della piscina. È bene riporli tutti insieme in un luogo specifico, per ritrovarli facilmente l’anno successivo.
Lettini e sdraio: lasciarli all’esterno oppure riporli?
Sedute, tavolini e ombrelloni che circondano la piscina possono essere lasciati all’esterno se vengono utilizzati anche in inverno. Ma sarà necessario averne cura, pulirli regolarmente e proteggerli nei giorni di forte freddo, vento e pioggia intensa.
Anche lo spazio circostante e l’arredo piscina ha bisogno di manutenzione. Photo Fenipool
Prendersi cura anche dello spazio circostante
La manutenzione invernale della piscina non richiede un impegno costante, ma non bisogna dimenticarsi dello spazio circostante. Che sia prato, legno o pavimentazione è importante mantenerlo pulito e averne cura, controllando eventuali effetti del meteo avverso. Per ritrovare, in estate, una zona piscina pronta da vivere.
In copertina, photo myphoenixpoolservice
Icone di Design – Ettore SottsassSe Ettore Sottsass fosse ancora in vita, oggi compirebbe 104 anni. Nato a Innsbruck il 14 settembre 1917, fu prima di tutto architetto ma passerà alla storia soprattutto come uno degli industrial designer più geniali del ventesimo secolo. Nel 1947 apre il suo studio a Milano e comincia a collaborare con le più famose aziende italiane, Olivetti in primis, un sodalizio trentennale che diede ben presto dei risultati straordinari come i celebri modelli di macchine per scrivere Praxis, Lettera 36 e la Valentine dal suo rosso iconico, diventata un simbolo del pop design.
Valentine (1968)
Una macchina per scrivere innovativa e “trasgressiva”che rompeva la tradizione dell’azienda e l’idea stessa dell’oggetto statico e pesante che rimaneva sulla scrivania dell’ufficio. La caratteristica principale della Valentine è proprio la sua portabilità, un oggetto leggero in plastica Abs che può essere rinchiusa in un contenitore il cui coperchio e manico da trasporto è il retro stesso della macchina. Un prodotto accattivante pensato per un pubblico giovane e alla moda che si poteva usare dovunque, “pensata come una nuova penna biro, un oggetto da pochi soldi pronto per essere venduto anche nei mercati di paese” come la descrive lo stesso designer.
Nel 1959 progetta sempre per Olivetti l’Elea 9003, il primo calcolatore italiano con il quale si aggiudica il Compasso d’Oro. Significativa e fuori dagli schemi anche la collaborazione con l’azienda toscana Poltronova, della quale Sottsass diventa art director potendo sperimentare nuove forme, tecniche e proporzioni come i Superbox, mobili monolitici dalle grandi basi rivestiti in laminato optical e dalle composizioni di colore più disparate e la collezione Mobili Grigi, il cui pezzo più famoso è lo specchio Ultrafragola, ancora oggi in produzione dal 1970.
Mobili Superbox (1966)
Lo specchio Ultrafragola (1970), omaggio alla donna e alla sua conturbante vanità
Il nome di Sottsass si lega indissolubilmente al gruppo Memphis,(fondato assieme a Hans Hollein, Arata Isozaky, Andrea Branzi, Michele de Lucchi) una realtà del design nata agli inizi degli anni ’80 che che ha segnato un’epoca e cambiato il volto del mobile contemporaneo.
Il principio alla base dei mobili assurdi e monumentali è l’emozione prima della funzione, come risposta provocatoria all’arredamento Modernista e cultura borghese dell’epoca. I colori, i disegni, le forme accese e gli accostamenti più disparati degli oggetti di Memphis sono stati ispirati da soggetti legati al quotidiano, dalla cultura pop e dalle culture extraeuropee.
Interno firmato Memphis
Gli oggetti diventati manifesto del movimento e che più identificano e descrivono questo periodo storico sono la libreria Carlton, un mix tra un totem e forme vagamente antropomorfe, la lampada Ashoka e la lampada Tahiti con il suo profilo zoomorfo.
Libreria Carlton a dx (1981) e lampada Ashoka a sx (1981)
Schizzi e lampada Tahiti (1981)
Il distretto 5 Vie di Milano è diventato sinonimo di arte e design e alle proposte dal carattere più avanguardistico, e contemporaneo, si affianca il fascino della storia e delle botteghe artigiane che ancora sopravvivono nel centro storico della città. Qui, in un vecchio cortile ottocentesco, una vetrina colma di piatti in ceramica restituisce un calore e un’atmosfera d’altri tempi.
La vetrina della bottega in un cortile di via Nerino, Milano
Si tratta del Laboratorio Paravicini, un business tutto al femminile, creato negli anni’90 da Costanza Paravicini e oggi portato avanti assieme alle figlie Margherita e Benedetta Medici, insieme ad altre tre collaboratrici. Da oltre vent’anni, il laboratorio si occupa di realizzare servizi di piatti personalizzati interamente dipinti a mano.
Interno della bottega con campioni di produzione
Ispirandosi all’alta tradizione ceramica e italiana, il laboratorio ha saputo trovare un delicato equilibrio tra il gusto per il passato e l’esigenza di adattarsi alla contemporaneità. Se da un lato si ricercano le qualità tipiche dell’artigianato di altri tempi, dall’altro c’è un impegno a re-interpretarne il gusto in chiave contemporanea e a rendere gli oggetti fruibili nella vita di tutti i giorni (le decorazioni sono rigorosamente indelebili e atossiche e adatte alla lavastoviglie!). Ce ne parla Margherita.
La ceramica viene dipinta con la tecnica del Gran Fuoco, con la decorazione applicata a mano prima della vetrinatura
Il vostro laboratorio è un’attività davvero unica nel suo genere. Com’è nata l’idea?
Per casa nostra, mia madre avrebbe voluto un servizio di piatti che fosse contemporaneo ma che allo stesso tempo richiamasse il passato. Siccome non è riuscita a trovare nulla del genere, ha deciso di provare a farselo da sé. Da allora, per due anni, non ha fatto altro che decorare piatti, affinando la tecnica. I primi clienti sono stati amici, poi è arrivata la clientela italiana e poi anche gli stranieri. Dall’idea di farsi un servizio per sé è nato un lavoro. Il buffo è che in tutto questo, il servizio di piatti originario non è mai arrivato in casa nostra. Ancora oggi abbiamo dei piatti semplici, senza decorazioni.
Motivi mediterranei per un servizio custom-made
Il vostro atelier è sempre rimasto fedele alla formula artigianale. Come vi muovete in un mondo caratterizzato da continue evoluzioni tecnologiche e digitali?
Le prime creazioni del laboratorio erano realizzate completamente a mano. Poi, sette anni fa, è subentrata Benedetta: lei ha studiato design allo IED, dove ha imparato a usare Photoshop. Ha iniziato a rielaborare i disegni realizzati a mano e ad adattarli alle tecniche di stampa digitali. La tecnica a stampa ha rivoluzionato il laboratorio perché permette di rispondere a commissioni molto più grandi, in tempi molto più brevi e con costi più contenuti. Rimane comunque la dimensione artigianale – le serie sono limitate e numerate pezzo per pezzo – ma a costi più accessibili.
Collezione ispirata ai segni dello Zodiaco
Inoltre, abbiamo mantenuto la produzione ‘su misura’, fatta completamente a mano e dedicata a chi cerca decorazioni interamente personalizzate. La nostra clientela custom è una clientela molto alta, che non si fa problemi di costi. Ma le collezioni a stampa ci hanno permesso di espanderci con successo anche a livello di e-commerce.
Abbiamo anche un canale Instagram interamente curato da noi e che ci impegniamo ad aggiornare settimanalmente. È stato come aprire una finestra sul mondo: abbiamo ricevuto molto riscontro da parte del pubblico e spesso gli ordini ci arrivano proprio tramite Instagram.
La serie ‘Bloom’, realizzata in occasione della Design Week 2020
Inoltre, da quando il distretto 5 vie è entrato nel fuorisalone, ogni anno ci impegniamo a presentare una nuova serie in occasione della Design Week. L’anno scorso abbiamo presentato – attraverso i social e l’e-commerce – la collezione Bloom. È una serie basata su motivi floreali che cercano di combinare un gusto romantico con un minimalismo più contemporaneo.
La collezione ‘Chinoiserie’, ispirata dalla tradizione settecentesca del decoro a cineserie
Il vostro è uno stile classico, che rimanda alla tradizione e che rimane incredibilmente coerente in tutte le sue declinazioni. Da dove traete ispirazione quando lavorate a un nuovo design?
Tutte le nostre collezioni – anche quelle a stampa – si ispirano al passato: guardiamo alle decorazioni settecentesche, alle collezioni nei musei, alle cineserie ma rivisitiamo tutto in chiave contemporanea.
Monogrammi: dagli schizzi alla realizzazione su ceramica
La maggior parte delle volte ci lasciamo ispirare proprio dalle richieste dei clienti. Alcuni preferiscono qualcosa di molto tradizionale, come i classici stemmi o le ghirlande. Ci capitano spesso anche coppie di sposi, che fanno la lista nozze e ci chiedono di fare il piatto con il loro monogramma, con le lettere intrecciate. Si tratta di motivi senza tempo.
La collezione ‘Scimmie’, che re-interpreta un tema sviluppato per un servizio custom
Altre volte invece sono i clienti stessi a proporci di interpretare un tema. Ci è capitato per esempio di lavorare per una principessa che voleva un servizio con delle scimmie: è stato molto divertente e per lei abbiamo realizzato una serie in cui le scimmie giocano con una corona. Poi abbiamo riadattato quel motivo e lo abbiamo fatto diventare una collezione, sostituendo la corona con della frutta o altre decorazioni.
Per Maggiori Info Laboratorio Paravicini
Piatti in rosso dalla collezione ‘Serpi’
Un calendario fitto di eventi: il design è il protagonista insieme all’innovazione in una visione proiettata al futuro sostenibile e alla progettazione d’avanguardia.
A settembre Isola Design approda al London Design Festival 2023 durante la fiera Material Matters, seguita da vicino da La casa in ordine di Gienne Editore – media partner di Isola – continuando un percorso di scoperta, comunicazione e creazione di una vera e propria community internazionale.
Un vero viaggio concettuale ed espositivo, prima tappa di altri importanti appuntamenti in giro per il mondo, incentrati sul domani della progettazione, dei materiali e i nomi che faranno parlare di sé nell’universo del design contemporaneo.
Isola Material Matters – London Design Festival 2023
LONDON DESIGN FESTIVAL
Oxo Tower Wharf, Bargehouse St, Londra, Regno Unito
20-23 settembre 2023
La fiera Material Matters, appuntamento del London Design Festival 2023, ospitata nella Bargehouse di Oxo Tower Wharf sulla Southbank di Londra, accoglierà in uno dei suoi cinque piani la mostra “Nothing Happens if Nothing Happens” curata da Isola.
Isola Material Matters – London Design Festival 2023, Bargehouse ©courtesy of Isola
È una piattaforma crossmediale rivolta a designer, architetti, produttori e maker che esplora l’importanza dell’intelligenza dei materiali e come questi plasmeranno la progettazione, il design e la vita di ognuno nei prossimi decenni.
21 settembre 2023, h17:00 – Inaugurazione della mostra “Nothing Happens If Nothing Happens” in collaborazione con Cowboy, marchio di e-bike che presenterà il modello Cruiser e darà al pubblico l’opportunità di testare le biciclette davanti alla OXO Tower.
22 settembre 2023, h17:00-20:00 – Workshop ospitato da Materiom, concentrato sull’esplorazione dei biomateriali ricavati dagli scarti alimentari.
Cowboy Cruiser e-bike ©courtesy Cowboy
DUTCH DESIGN WEEK
21-29 ottobre 2023
Per il quinto anno consecutivo, Isola si unisce alla Dutch Design Week di Eindhoven (Paesi Bassi) e presenta due mostre ispirate al tema di Isola di quest’anno: Nothing Happens if Nothing Happens.
Nothing Happens if Nothing Happens
Schellens Fabriek, Bleekweg 1M, Eindhoven, Olanda
Parte dell’evento Something Bigger, ospitato nella Schellens Fabriek, Isola presenta con il suo evento biomateriali innovativi, prodotti circolari e pezzi di design da collezione.
Continua la collaborazione tra la direttrice creativa di Isola Elif Resitoglu, lo studio di design IAMMI e la start-up italiana ReMat, focalizzata sul riciclo dei rifiuti dei materassi, per l’intero layout espositivo. Gli elementi in poliuretano riciclato, modellati per l’allestimento londinese, verranno riutilizzati e riproposti, nella visione di una progettazione realmente sostenibile.
Tra i partecipanti, la materioteca Colab con sede a Dubai che presenterà 12 materiali innovativi e sostenibili e tre membri della Community di Isola: Studio Verbaan, A Waste Epiphany e Albert Potgieter, che hanno perso il loro studio a causa dell’incendio che ha colpito l’edificio Keilewerf a Rotterdam lo scorso giugno.
Isola Material Matters – London Design Festival 2023, exhibition set up ©IAMMI
Tools & Crafts
Fuutlaan 12c, 5613 AB Eindhoven, Olanda
In omaggio alla tradizione artigianale olandese, Isola collaborerà con un laboratorio locale di falegnameria situato a Fuutlaan 12c nella mostra Tools & Crafts, sviluppata in collaborazione con il designer Pepijn Fabius Clovis: giovani talenti e la nuova generazione di artigiani che combinano competenze tradizionali con tecniche innovative e sperimentali.
Oltre all’esposizione principale, altre tre mostre legate all’artigianato di Social Label, del falegname Jan Gerritsen e The Visionary Lab, in collaborazione con Vitra e Levi’s.
TANWEEN
8386 Ring Rd, Gharb Al Dhahran, Dhahran, Arabia Saudita
1-4 novembre 2023
I fondatori di Isola Gabriele Cavallaro ed Elif Resitoglu sono stati nominati curatori della prima mostra dedicata alla comunità del design di Isola che farà parte del programma ufficiale di Tanween 2023, ideato dal King Abdulaziz Center for World Culture – Ithra – che alla sua sesta edizione esplorerà il processo creativo progettuale attraverso il tema dal titolo “Scale”.
“Routes to Roots” sarà l’evento curato da Isola per sensibilizzare la cultura produttiva e aprire la strada a un approccio più responsabile ed eco-consapevole, grazie ai nuovi biomateriali ecologici, all’industria del design, rivoluzionando il mondo del design.
Una selezione di progettisti, studi e produttori, parte della comunità di Isola, dialogheranno con i designer dell’Arabia Saudita per dimostrare come i talenti emergenti siano il futuro di questo mondo. Insieme alla mostra, Isola curerà anche una serie di workshop.
Studio Adarsh Nellore Unobjects ©Adarsh Nellore
DUBAI DESIGN WEEK
7-12 novembre 2023
Per il secondo anno consecutivo, Isola partecità alla Dubai Design Week con tre mostre specifiche: Anatolia, Nothing Happens if Nothing Happens e RETHINK: A Materials Experience.
Anatolia
Downtown Design, Dubai Design District d3 Waterfront
8-11 novembre 2023
All’interno della fiera Downtown Design, è una mostra collettiva incentrata sul design turco che mira a celebrare il ricco patrimonio culturale del Medio Oriente. L’esposizione combina tecniche tradizionali e innovative con design contemporaneo e di lusso.
Nothing Happens if Nothing Happens
Dubai Design District
7-12 novembre 2023
All’interno del Dubai Design District, Isola presenta la sua mostra curatoriale itinerante “Nothing Happens If Nothing Happens” che presenta prodotti con un approccio consapevole al design circolare, con particolare attenzione all’uso di risorse rigenerative, alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e al riutilizzo dei materiali di scarto. L’area espositiva farà da sfondo anche a workshop e talk ideati in collaborazione con partner internazionali, tra gli altri iGuzzini e DesignTech.
Colab showroom in Dubai ©courtesy of Colab
RETHINK: A Materials Experience
Colab – Dubai Design District (R02, Edificio 1B)
8-11 novembre 2023
Parte di una collaborazione più ampia, che comprende il London Design Festival e la Dutch Design Week, Colab è la prima libreria di materiali degli Emirati Arabi Uniti, con sede a Dubai, che ospiterà RETHINK: A Materials Experience: la mostra che presenterà prodotti pronti per il mercato realizzati con risorse naturali, biomateriali e rifiuti industriali.
Colab showroom in Dubai ©courtesy of Colab
In copertina, Isola Material Matters – London Design Festival 2023, exhibition set up ©IAMMI
Icone di Design – Poul Henningsen“L’arredo, i tappeti, lo stile di un’abitazione sono nulla a confronto con l’importanza del posizionamento della luce. L’illuminazione non costa nulla, ma richiede cultura”
Poul Henningsen nasce a Copenaghen il 9 settembre 1894 da padre scrittore e madre attrice. Si forma alla Frederiksberg Technical School e prosegue gli studi in architettura e ingegneria civile al Technical College di Copenhagen seppur non laureandosi. Inizialmente si dedica a piccoli progetti di architettura funzionale ma negli anni gli interessi professionali si orientano verso settori di diversa natura come poesia, scrittura, giornalismo e illuminazione, quello che gli ha dato maggiore notorietà.
Alla base del forte interesse per la luce e la progettazione di lampade la ricerca di una luce armoniosa e diffusa come quella naturale, adatta all’abitare moderno. Progetta più di 100 lampade destinate alla produzione di massa, concepite per essere adattabili a qualsiasi ambiente e soprattutto con l’intenzione di migliorare la vita quotidiana attraverso la diffusione e il controllo del riverbero della luce artificiale.
Nel 1925 inizia la proficua collaborazione con la fabbrica di lampade danese Louis Poulsen che continua fino alla sua morte nel 1967. Le idee pionieristiche del designer trovano espressione in oggetti luminosi sapientemente equilibrati fra ombre, bagliori e colori in relazione ai bisogni dell’uomo e degli ambienti in cui vive.
Poul Henningsen, Lampada PH Artichoke, 1958, Louis Poulsen
Disegnata inizialmente per il ristorante Langelinie Pavillion di Copenaghen, la lampada PH Artichoke è un capolavoro di tecnica riconoscibile all’istante grazie agli strati sovrapposti di metallo regolabili. Ciascuna delle 72 foglie metalliche amplifica e scalda la luce, nascondendo contemporaneamente la lampadina da qualsiasi angolazione: il risultato è una luce diffusa e riflessa, priva di abbagliamento al 100%. La lampada fin da subito ottiene un successo tale da essere uno degli oggetti del design moderno danese più esportato in Europa negli anni ’60.
Langelinie Pavillion, Copenaghen, 1958
La famiglia di lampade a tre schermi PH che oggi ne comprende 30 presenta un progresso sia sul piano tecnico, basandosi su analisi scientifiche relative alle curve di distribuzione e riflessione della luce, sia su quello sociale contribuendo a migliorare l’illuminazione degli ambienti di molte persone in quanto economicamente accessibili a tutti.
Poul Henningsen, Lampada PH 5 classic, 1958, Louis Poulsen
Poul Henningsen, Lampada PH 5 Mini, 1958, Louis Poulsen
Le varie lampade conquistano il favore di grandi architetti, come Mies van der Rohe che le impiega nei suoi progetti, ma anche del pubblico e diventano parte dei classici del design scandinavo contemporaneo. Il lavoro di Poul Henningsen ha spinto generazioni di designer a superare i confini della forma e della tecnologia per dare maggiore umanità alla luce e agli spazi interni.
Poul Henningsen, Lampada PH 3/2, 1958, Louis Poulsen
di Arianna Giancaterina.
Un balcone può rappresentare un’ottima opportunità per creare un ulteriore ambiente domestico, riparato, da sfruttare anche nei mesi più freddi.
Lo spazio, in casa, non basta mai. È una cosa comune sognare di ampliare la zona living, per dar vita a una sala relax, oppure avere una stanza in più da adibire a palestra, ad attività ricreative o per accogliere gli ospiti con maggior agio. La buona notizia è che non bisogna, per forza, cambiare casa. Se la metratura interna a disposizione non viene in aiuto, ma si dispone di uno spazio esterno privato, chiudere un balcone con una veranda è possibile e permette, di fatto, di ricavare un nuovo locale autonomo.
Per effettuare questo tipo di intervento è però necessaria la richiesta di alcuni permessi, in quanto l’opera andrà ad aumentare la volumetria originaria dell’abitazione e a modificare la conformazione della facciata dell’edificio. Le uniche soluzioni che rendono possibile chiudere una loggia, senza la richiesta di autorizzazioni – non andando incontro a sanzioni – sono quelle previste in regime di edilizia libera, e che comprendono, esclusivamente, l’installazione di strutture amovibili e non permanenti come, ad esempio, pergole e gazebo.
Photo Tobias Wilden
Permessi necessari per chiudere un balcone
Le verande, fisse e durature, non sono infatti considerate opere temporanee. Solitamente sono realizzate con pannelli in policarbonato combinati con infissi in legno, PVC o alluminio per la cui installazione è necessario ottenere una licenza edilizia (CILA o Permesso di costruire) rilasciata dal comune di competenza su richiesta di un tecnico (architetto, ingegnere o geometra). Il lavoro eseguito senza le idonee autorizzazioni è infatti considerato un abuso edilizio. Proprio per questo motivo è bene confrontarsi sempre con un professionista competente in materia, che saprà valutare correttamente ogni specifica esigenza.
Hector J. Rivas
Il parere del condominio e il ricalcolo delle quote condominiali
Se l’abitazione è sita all’interno di un condominio, anche se non è obbligatorio per legge, è bene informare l’amministratore, prima di effettuare ogni lavoro, e sottoporre il progetto all’assemblea. La copertura del balcone, in ogni caso, non dovrà compromettere l’estetica generale della facciata, né condizionare l’affaccio del condomino del piano superiore. In aggiunta, andando a modificare la superficie di pertinenza dell’abitazione, l’intervento richiederà il ricalcolo della suddivisione delle quote millesimali in ambito condominiale.
Photo Lissete Laverde
Nuove regole per l’installazione delle Vetrate Panoramiche
Lo scorso settembre, in Senato, all’interno del Decreto Aiuti, è stata inoltre approvata l’introduzione di un emendamento (articolo 33-quater) che va a modificare il Testo Unico Edilizia (DPR 380/2001) in merito all’installazione di vetrate panoramiche, le cosiddette Vepa. Non risulta, cioè, più necessario alcun permesso comunale per la realizzazione di strutture vetrate di schermatura e ombreggiatura di balconi e terrazzi.
Photo Lissete Laverde
Nonostante i titoloni ad effetto, e la grande confusione in relazione a questa nuova norma, il “via libera” riguarda – solo ed esclusivamente – sistemi amovibili capaci di assolvere a funzioni temporanee di protezione dagli agenti atmosferici, che non vanno ad alterare la volumetria dell’abitazione, né a modificare la destinazione d’uso di tali ambienti.
Photo Sophie Dale
In copertina, photo Ricardo Gomez; photos Unsplash
Tovagliette americane – antimacchia e anticonformisteNel mondo del tableware sono un classico, in pochi decenni hanno conquistato le tavole europee, dopo quelle americane, con la loro innegabile praticità e funzionalità, diventando la valida alternativa ai tovagliati più importanti.
La loro storia inizia negli anni ’50 in America, con la necessità di apparecchiare vassoi e tavolini per pranzare, o cenare, davanti alla televisione. Usate in primis da ristoranti e fast-food, divennero presto le valide alleate dei pasti frugali e delle colazioni casalinghe, trasformandosi in un nuovo concetto di tessile che ben presto sostituì l’uso della tovaglia, almeno nelle ricorrenze informali.
Stiamo parlando delle tovagliette americane, un timeless indiscusso che in realtà è in uso, soprattutto in Italia, da non più di quarant’anni. Il tovagliolo è stata la base di partenza della loro nascita, ancora oggi le più classiche sono in tessuto – le più preziose in cotone o lino – ma le più ricercate sono quelle antimacchia, in tessuti innovativi o in materiali completamente diversi, alcuni capaci di stupire.
Classiche (solo all’apparenza)
Sembrano le tipiche tovagliette rotonde in rattan, invece le Braided Seagrass Placemats di Truffle Tablescapes, come suggerisce il nome, sono fatte di alghe e intrecciate a mano da artigiani vietnamiti. Un’ottima idea non solo funzionale e antimacchia (si puliscono con un panno umido) ma anche biodegradabile, e perfette sia come tovagliette, sia come sottopiatti.
Braided Seagrass Placemats di Truffle Tablescapes; Ø 33cm, set da 4, Є 49 – truffletablescapes.co.uk
Country Chic
Le Chicken Placemats fanno parte della collezione tableware Chicken di Sophie Allport, quindi abbinabili ai tessili della linea, tra cui tovaglioli e runner. Hanno la superficie laccata opaca, che resiste fino a 110 gradi, e il retro in sughero antiscivolo. Per pulirle basta passarle con un panno umido. A decorarle, invece, le stravaganti galline Maran maculate, firma della Allport, e le divertenti uova bianche su sfondo grigio salvia.
Chicken Placemats di Sophie Allport; 29×21.5×0.5cm di spessore, set da 4, Є 48 – sophieallport.com
Barocco minimal
Le linee di tovagliette americane di Rebecca Udall sono caratterizzate da forme eleganti, ispirate al décor settecentesco, intessute in lino made in Italy cerato, resistente allo sporco e lavabile, all’occorrenza, anche in lavatrice. La collezione Camilla è intessuta in una raffinata tinta giallo curcuma, che la rende elegante e mette in evidenza la tramatura del tessuto, trattato per essere antimacchia. La linea Greta, invece, vira sui toni del blu, dove è ancora più evidente il gioco estetico della bordatura e del ricamo in lino bianco.
A sinistra, Camilla Placemats; 38x40cm, set da 2, Є 52,50; a destra, Greta Placemats; 35x35cm, set da 2, Є 52,50; tutto di Rebecca Udall – rebeccaudall.com
Colorful mix and match
Un tocco estivo e colorato su qualsiasi tavola, perfetto per gli ensemble più divertenti e a contrasto, è dato dalle tovagliette – una diversa dall’altra – Byron di Cream Cornwall. Ognuna di loro presenta una creatura marina riccamente illustrata, con nuance e disegni sorprendenti e dal forte potere estetico. La linea, con sottobicchieri in pendant venduti a parte, ha la superficie in melamina resistente fino a 145 gradi e il retro in sughero antiscivolo.
Byron Placemats di Cream Cornwall; 29×21,5cm, set da 4, Є 52,50 – creamcornwall.co.uk
Arte astratta
Le tovagliette Creative Tops Golden Reflections di KitchenCraft sembrano piccoli quadri: un design sobrio ed elegante, illuminato dai bagliori scintillanti dell’oro che fanno risaltare le tonalità neutre del fondo. La superficie ha una finitura laccata liscia e setosa al tatto, antimacchia e facile da pulire, oltre a resistere a temperature fino ai 120 gradi. Il bordo rifinito, inoltre, impedisce i danni causati dall’uso e dall’umidità, oltre a preservare il retro in sughero antiscivolo.
Creative Tops Golden Reflections Placemats di KitchenCraft; 30×22,8×0,5cm di spessore; set da 6, Є 24 – kitchencraft.co.uk
Tele materiche
Aspect Stripe di Ruth Holly è una linea di tovagliette in melammina lavabile, con retro in sughero, stampata in digitale e rifinita a mano. Il pattern sembra un dipinto e, viste da vicino, gioca con una texture visiva che richiama materiali e superfici diverse. Stesso mood nella collezione Aspect Texture, dove ancora è più evidente il décor macro e materico, su cui costruire una mise en place stupefacente e comunicativa.
A sinistra, Aspect Stripe Placemats; 27×25,5cm, set da 4, Є 52; a destra, Aspect Texture Placemats; 27×25,5cm, set da 4, Є 52; tutto di Ruth Holly – ruthholly.co.uk
Wallpaper mood
In materiale ecologico, sughero e legno, le linee Block Flower e Atomic Flower di Orla Kiely riprendono a piene mani le grafiche delle carte da parati anni Sessanta, in un tripudio di colori e forme, ideali per le tavole che di divertono con il vintage. Sono resistenti al calore e si lavano con un panno umido. Un’unica accortezza, dato il materiale: non si devono immergere nell’acqua per pulirle.
A sinistra, Block Flower Placemats; 30x23x0.5cm di spessore, set da 6, Є 40,50; a destra, Atomic Flower Placemats; 30x23x0.5cm di spessore, set da 6, Є 40,50; tutto di Orla Kiely – orlakiely.com
Etniche e uniche
Le tovagliette intrecciate a mano di Lola & Mawu sono pezzi unici creati dagli artigiani Hasua della Nigeria e prodotti con piante sostenibili autoctone, tinte naturalmente in raffinate nuance bianco, terracotta, verde acqua e nero. Ogni set è unico nel suo genere, interamente vegano e biodegradabile, oltre che antimacchia e facilmente lavabile con un panno umido.
Tovagliette rotonde intrecciate a mano di Lola & Mawu; Ø 31cm, set da 4, Є 58 – lolaandmawu.com
Anni Ottanta
Terrazzo di Lime Lace sono tovagliette alternative al tessile che usano un materiale a base di gesso nato per l’edilizia, la jesmonite, che ricrea il pattern tipico delle superfici calpestabili. La novità è usarlo nel tableware, con un design decorativo, elegante e versatile, ispirato alla grafica degli anni Ottanta. Dalla finitura lussuosa e resistente, sono trattate per resistere alle macchie e all’acqua, con un effetto tattile satinato. Da non lavare in lavastoviglie, si puliscono semplicemente con un panno e sono disponibili in due diverse misure. Possono essere usate anche come sottopentola e sottovasi.
Jesmonite Terrazzo Placemat di Lime Lace; Ø 20cm, set da 4, Є 89; Ø 30cm, set da 4, Є 182 – limelace.co.uk
Essenziali e raffinate
Il cemento nero è un’aggiunta sorprendente su qualsiasi mise en place, soprattutto se usato per le tovagliette. Black Concrete di Concrete & Wax sono prodotte a mano e sono una dichiarazione contemporanea, e comunicativa, per dare un tocco moderno alla tavola. Ognuna pesa circa 800g e si appoggia su un anello di sughero, tagliato a mano, che dona stabilità e protegge le superfici sottostanti. Antimacchia naturale, per lavarle basta passarle con un panno umido.
Black Concrete di Concrete & Wax; Ø 22cm, set da 2, a partire da Є 56 – concreteandwax.com
In copertina, le tovagliette in poliestere Champagne Gold Leaf Placemats di Truffle Tablescapes donano un tocco très chic a qualsiasi mise en place. Usate da sole, o come sottopiatto, hanno un’allure neovittoriana che si sposa sia con uno stile classico, siaa costrasto con uno minimal e contemporaneo. Ø 38cm, set da 4, Є 26 – truffletablescapes.co.uk
David Dolcini – il designer del legnodi Maria Chiara Antonini.
Spesso le pieghe della vita portano a seguire sentieri tortuosi che, dopo svolte impreviste, conducono alla meta finale. Un traguardo che non è un vero e proprio “arrivo” ma, spesso, una nuova partenza. Lo sa bene David Dolcini, designer italiano che può vantare collaborazioni con aziende di portata internazionale – Arflex, Porada, Bric’s e Riva1920 – e, nel 2017 e nel 2018, nominato Ambasciatore dell’Italian Design Day nel mondo.
Alcuni lavori della collezione Timemade.
Sedie Lizzy per Arflex, 2023.
Guardando ai suoi lavori – tra gli ultimi il progetto Timemade presentato alla 3DD di Copenhagen – si delinea un percorso lavorativo da designer che potrebbe sembrare la naturale evoluzione di un sogno. Invece, tutto è nato in maniera quasi casuale.
Specchio Radia da parete e freestanding per Arflex, 2023.
Cosa ti ha portato a scegliere di diventare un designer?
Tutto è cominciato da una vespa. Come tanti ragazzini desideravo un motorino, mio padre però, al posto di regalarmela, mi mandò a lavorare, per guadagnarmi i soldi per comprarla. Andai così nella falegnameria di famiglia.
Cominciando dalle mansioni più semplici, imparai a riconoscere i diversi legni e le prime nozioni rudimentali di taglio e intaglio, apprezzando il piacere di plasmare un materiale così vivo e versatile. Scoprii il bello del lavoro fatto a mano, che richiede tempo, cuore e cervello. Scegliere di diventare un designer è stata, di conseguenza, la cosa più naturale.
Disegno per la collezione Bice prodotta poi da Porada, 2023.
Collezione Bice per Porada, 2023.
Mobile vetrina Atsuko per Porada, 2023.
Dal Politecnico di Milano allo studio personale e poi la Spagna: che percorso hai seguito?
Vengo da una famiglia che vanta una lunga tradizione nel mondo dell’artigianato e della lavorazione del legno. Ho voluto abbinare la formazione sul campo con studi, esperienze educative e professionali in Italia e all’estero.
Dopo aver terminato gli studi al Politecnico di Milano nel 2004, ho iniziato a lavorare come project manager per Luceplan e successivamente per A00-Architecture a Shanghai. Nel 2007 ho aperto il mio studio a Codogno, in provincia di Lodi, e poi a Valencia, città che amo per il suo respiro culturale e artistico internazionale.
Scrittoio Savio per Porada, 2022.
Qual è il tuo approccio progettuale?
Adoro il legno e la luce infatti, per Luceplan, ho disegnato la prima lampada in legno del brand. Quando comincio a lavorare a un nuovo progetto, seguo la mia idea di sostenibilità: trovare, ogni volta, il modo più corretto e onesto per fare le cose. Ad esempio, cerco di lavorare il legno tagliato con base a sezione quadrata, così da sprecarne il meno possibile.
A sinistra, Applique Garbì e a destra lampade Lita per Luceplan.
Linea Pinocchio per Riva1920.
Collezione Ulissa per Bric’s.
Come è nato il progetto Timemade presentato durante il 3DD di Copenhagen?
Ho iniziato a lavorare a Timemade senza vincoli di design, seguendo un percorso personale che, attraverso la lavorazione del legno, fosse libero nel metodo e si sviluppasse attraverso il piacere semplice del “fare” con le proprie mani.
È nata così una prima serie di oggetti unici, creati seguendo il mio istinto e traendo ispirazione da mondi diversi: libri di botanica, l’architettura tradizionale giapponese e l’antica pittura a inchiostro cinese.
Dopo Milano, li abbiamo presentati a Copenhagen e la mostra ha avuto un grande seguito. Ora sto lavorando a una nuova collezione per Timemade, sempre in legno, con tavole di dimensioni diverse tagliate con seghe giapponesi che sarà presentata con un libro, in collaborazione con ADI e Bookcity.
Uno schizzo di David Dolcini.
Lavori della collezione Timemade, photo Mattia Balsamini.
In copertina, David Dolcini, photo di Mattia Balsamini.
CRISTINA Brera – un tempio dell’acqua tra arte e designAcqua, Arte e Design: scoprite il mondo di CRISTINA Rubinetterie nel cuore di Brera!
Lo showroom CRISTINA Brera di via Pontaccio 8/10 a Milano riapre dopo la pausa estiva e vi aspetta per mostrarvi le novità del brand. Nello spazio, il cui progetto di interior è stato curato dall’architetto e designer Elisa Ossino, ancora una volta si respira l’impegno di CRISTINA Rubinetterie nel portare stile e innovazione nel settore della rubinetteria, con un’attenzione particolare all’artigianalità e alla qualità.
L’ingresso dello showroom CRISTINA Brera e un angolo dell’allestimento interno.
Ottica sostenibile, eleganza misurata e un tocco di minimalismo: l’atmosfera dello showroom esalta la bellezza intrinseca delle nuove serie di CRISTINA Rubinetterie che spiccano nelle scenografie monocromatiche quasi monacali fatte di superfici di pietre e terre naturali.
L’interior monocromatico e materico mette subito in evidenza il design delle collezioni.
L’architettura dai contorni netti eppure “quasi – volutamente – non disegnata, estremamente semplice” come ha spiegato la Ossino, si configura come un autentico tempio dell’acqua dove arte e design si incontrano, grazie al mood solenne e teatrale che gioca sulla dicotomia di materia e sensazioni.
Arte e design si incontrano in un ambiente votato all’eleganza.
I due livelli, distribuiti su una superficie di 200 mq, disegnano un vero percorso d’acqua che parla di benessere a 360° e manda in scena proposte d’autore e miscelatori d’alta gamma. Le vetrine che affacciano su strada dirigono lo sguardo verso l’interno, in un gioco prospettico a effetto cannocchiale che culmina nell’area doccia dedicata appunto al relax.
Scorci dello showroom CRISTINA Brera dove le collezioni sono (anche) funzionanti.
E mentre le novità prodotto, e le serie più recenti di CRISTINA Rubinetterie, spiccano incorniciate dalle quattro nicchie a parete del piano superiore, il livello inferiore lascia spazio agli accessori e al completamento delle serie, tra miscelatori da cucina, docce e lavabi, fino alle soluzioni termostatiche, tutte Made in Italy e votate alla sostenibilità.
La scala in ferro cerato che porta al livello inferiore.
Non manca un’area adibita ad incontri e momenti culturali, con arredi scultorei e su misura che, a centro stanza, invitano a condividere e provare con mano i prodotti perfettamente funzionanti. “Spesso il rubinetto viene acquistato valutando principalmente il fattore estetico, scelta che a volte comporta alcuni inconvenienti. Per questo abbiamo progettato questo spazio esperienziale in cui muoversi in libertà, provare i prodotti e verificare l’ergonomia” spiega la Ossino.
L’esposizione al livello inferiore che lascia spazio agli accessori e al completamento delle serie.
Il risultato, infatti, è un percorso immersivo “live” e senza tempo che avvolge i visitatori nella morbidezza rassicurante di texture e colori naturali. A sottolinearne l’effetto, anche i chiaroscuri del ferro cerato della scala e degli archi.
Lo spazio adibito a incontri e momenti culturali e le serie scultoree in esposizione.
“In condivisione con l’azienda, volevamo creare un involucro estremamente materico, in cui la vibrazione della luce, componente per me fondamentale nella riuscita di un progetto, accompagnasse il riverbero dell’acqua”. Da qui la scelta dei materiali come il travertino delle vasche e di alcune superfici verticali, abbinato a pareti a calce e pavimenti in cocciopesto.
L’interno materico dello showroom enfatizza le collezioni firmate da CRISTINA Rubinetterie.
Vibrante, suggestivo, quasi sognante, il concept store di CRISTINA Rubinetterie racconta i valori e lo stile del brand in uno scenario progettuale inedito ed emozionante che supera la valenza espositiva per regalare esperienze sensoriali sempre nuove.
CRISTINA Brera – via Pontaccio 8/10, Milano
cristinarubinetterie.com
Lo showroom CRISTINA Brera di via Pontaccio 8/10 a Milano.
Photos Alberto Strada.
Cura del giardino – i lavori di settembredi Marta Meggiolaro.
L’autunno non è molto lontano ed è giunto il momento di rimboccarsi le maniche: è tempo di prendersi cura delle piante e del proprio spazio verde, in vista dell’inverno e delle prossime fioriture primaverili.
La stagione estiva sta lentamente giungendo alla fine, le temperature sono ancora miti ma le prime avvisaglie autunnali a breve faranno capolino. La natura è pronta a trasformarsi e ad affrontare i mesi più freddi dell’anno. Il segreto è organizzarsi, svolgendo i lavori di settembre in giardino, che accompagneranno le piante verso il riposo invernale e la prossima rifioritura in primavera.
PULIZIA
Dev’essere effettuata un’attenta perlustrazione del giardino, per eliminare il secco e le specie annuali che hanno concluso il loro ciclo vitale. Attenzione alle piante malate, che vanno estirpate dalla radice. In questo periodo il verde va a seme, quindi è importante eliminare con attenzione le infestanti, per evitare di ritrovarle moltiplicate la prossima primavera.
CURA
La maggiore umidità settembrina può favorire lo sviluppo delle malattie fungine: oidio, ticchiolatura, marciumi radicali. È importante agire tempestivamente con i trattamenti fitosanitari, continuando a prestare attenzione anche ai parassiti.
Le malerbe vanno eliminate con l’intera radice e non vanno appoggiate sul terreno
CONCIMAZIONE E IRRIGAZIONE
Prima del riposo vegetativo della stagione invernale, si fornisce nutrimento al giardino con letame ben stagionato, interrato in profondità. Si può effettuare la stessa operazione anche nelle buche di impianto per le piante in primavera. Le irrigazioni iniziano a decrescere.
POTATURE
Sono da eliminare steli, fiori, foglie appassite, in modo ragionato. È bene pulire alberi e arbusti dalle parti appassite che non hanno interesse. Allo stesso modo, si può procedere alla potatura di alberi da frutto, siepi sempreverdi, arbusti e alberi. Vanno eliminati i “succhioni”, cioè i polloni che nascono alla base delle nostre piante, perché tolgono energia alla pianta e creano disordine.
Le ortensie in settembre mantengono romantiche sfumature colorate
SISTEMAZIONE DEL PRATO
I giardini saranno a chiazze, a causa della siccità e del divieto di irrigare. Se le condizioni lo permettono, ed è possibile ricominciare a bagnare, si può procedere alla nuova semina, dopo le operazioni di pulizia e arieggiamento. Nelle zone in cui il problema dell’irrigazione è meno sentito, riprenderanno le concimazioni e, da fine settembre, si può iniziare a diminuire la frequenza delle irrigazioni.
MESSA A DIMORA DELLE NUOVE ESSENZE
È il momento propizio per sistemare in giardino nuove piante, o per progettarlo da zero. Si inizia dalla linea delle sempreverdi, per poi aggiungere le caducifoglie e i fiori. In settembre è possibile anche piantare le bulbose primaverili, che, se collocate in piena terra, non soffriranno il gelo invernale. Le diverse bulbose si possono mettere a dimora a profondità differenti, così si alterneranno nelle fioriture per tutta bella stagione.
La seconda metà di settembre è il momento propizio per mettere a dimora le bulbose
VISITA ALLE MOSTRE MERCATO
Settembre è anche il momento ideale per visitare le mostre mercato: è bello tornare a casa pieni di piante che coloreranno il giardino autunnale. In particolare, i settembrini – ovvero gli Aster – e gli anemoni regaleranno una nota romantica; l’olea fragrans e l’Osmanthus, invece, inseriti in una macchia sempreverde, diffonderanno nel giardino una gradevolissima nota dolce che si ripresenterà anche in primavera.
Gli Aster hanno sfumature che vanno dal bianco, al rosa, fino al viola scuro
di Anna Vittoria Zuliani.
Un piccolo spazio appare raddoppiato grazie all’intervento di una ristrutturazione accurata: giocoso e imprevedibile, come la personalità di chi lo abita.
A Bologna, in zona Meloncello, vicina allo stadio cittadino, un appartamento di 47 mq è stato completamente restaurato dalla creatività dello studio CI MA, fondato nel 2019 dagli architetti Andrea Cippitelli e Maria Vittoria Campagna. Il risultato è casa B. CL., un perfetto esempio di ristribuzione razionale degli spazi, studiati funzionalmente ed esteticamente sui gusti e la personalità del cliente.
A una tradizionale divisione degli spazi, gli architetti hanno deciso di contrapporre una soluzione insolita e giocosa, che personalizza e impreziosisce gli ambienti. Il progetto bilancia elegantemente materiali e colori rendendo l’appartamento ordinato e luminoso.
La zona living di casa B. CL. dove si intravede l’ingresso, la zona cucina e il disimpegno che porta nella zona notte e bagno.
L’introspezione e la continuità sono alla base del concept: aria e luce attraversano gli spazi e permettono un dialogo diretto tra gli ambienti e le loro funzioni. La pianta classica è rivisitata attraverso una nuova distribuzione e un ridimensionamento delle stanze, per uno spazio adatto alle esigenze contemporanee.
Nella zona giorno, la ristrutturazione ha previsto la cerchiatura di un portale in corrispondenza di una parete strutturale che, finito mediante l’uso del cartongesso, è modellato a doppio fornice: particolare che dona eleganza agli spazi che collega. L’uso degli archi ammorbidisce lo spazio tradizionale, che acquisisce risalto grazie alla contrapposizione di nuove forme, volumi e colori.
La cucina ricavata nel grande ingresso originario, divisa dall’ingresso da una finestra strutturale. L’uso degli archi nobilita l’estetica dell’intero interior.
Il disimpegno oltre la porta diventa un duplice ambiente: ingresso e cucina. Li separa, e contemporaneamente li mette in relazione, un arredo fatto di volumi solidi e vuoti, progettato su misura. L’introduzione di questo elemento nel progetto ha un ruolo spaziale e funzionale: mette in risalto le nuove geometrie, definisce la nuova distribuzione e con spirito giocoso assolve il proprio ruolo contenitivo.
Il guardaroba contenitore e uno scorcio della zona living.
L’arredo ospita il guardaroba, che è anche contenitore per le scarpe verso l’ingresso, mentre rivolgendosi all’ambiente opposto completa la cucina, configurandosi come suo elemento. La cucina color mattone si svela attraverso uno dei portali e richiama l’attenzione su di sé, diventando lo spazio vivo e vivace che porta allegria.
Il bagno e il suo pavimento grafico di ispirazione mediterranea. La camera, invece, gioca sui toni neutri dell’arredo minimal.
Il corridoio originario tra il bagno e la camera da letto è stato riprogettato, e ora ospita nicchie a servizio della stanza, della cucina e di un piccolo spazio lavanderia, caratterizzato da un colore azzurro polvere. Il volume plastico colorato, pensato per nascondere il disallineamento delle pareti, spicca nel progetto ed esalta piacevolmente lo spazio senza appesantirlo.
Il bagno infine, riproporzionato, è uno spazio rivestito a piastrelle che rievoca gli interni mediterranei. I listelli bianchi a parete, luminosissimi, esaltano le geometrie bicromatiche e sinuose della pavimentazione, dove l’arco ritorna come richiamo geometrico progettuale.
La camera da letto è caratterizzata da un arredo semplice e curato, con pochi pezzi di design studiati.
L’intervento ha dotato l’appartamento di nuovi sistemi di riscaldamento e condizionamento e sono stati integrati gli impianti elettrici e idraulici. Un parquet in rovere posato a spina di pesce dona continuità e calore alla casa. Casa B.CL è lo spazio studiato su misura per un giovane designer che crede, come gli architetti dello studio CI MA, che ingredienti fondamentali di un progetto siano il gioco ed il sorriso.
Progetto by CI MA Studio – cima.studio
La planimetria di casa B. CL.
In copertina, il living caratterizzato dai due archi, elementi strutturali ed estetici.
Icone di Design – Georg JensenNato il nato il 31 agosto 1866 in una piccola città della Danimarca, Georg Jensen è stato un designer e argentiere tra i primi ad utilizzare l’acciaio nella realizzazione delle posate e a riconoscere il grande potenziale dell’argenteria moderna, grazie alla quale raggiunse una fama internazionale.
Apprendista orafo sin dall’età di 14 anni, si concentra dapprima sulla scultura per poi tornare ai gioielli e aprire il suo primo laboratorio a Copenaghen nel 1904. Espone le sue opere orafe in diversi paesi stranieri e da subito il pubblico riconosce la bellezza, la raffinatezza e la qualità delle sue creazioni in stile Art Nouveau. Nel 1919 apre la prima grande fabbrica e alla fine degli anni ’20 Jensen contava negozi a Stoccolma, Londra, Parigi, Berlino e New York.
Georg Jensen, servizio da te Blosson, 1920.
Georg Jensen, servizio da te Blosson, teiera, 1920.
La natura è un tema costante nel lavoro del designer, contagiato dai movimenti Art Nouveau e Arts and Crafts dell’epoca. Tutti gli artisti e gli artigiani che lavorano nel suo grande laboratorio sono influenzati dal suo stile riconoscibile, identificato come stile “Georg Jensen”. La sua filosofia è quella di creare oggetti democratici belli e funzionali, prodotti ancora oggi nel rispetto del disegno originale ma realizzati da giovani designer con tecniche di lavorazione contemporanee.
Nel 1916 il grande laboratorio che vede coinvolti più di 125 artigiani si trasforma in una società e negli anni successivi le collaborazioni con i più acclamati artisti del XX secolo si fanno sempre più frequenti, sino ad arrivare a quelle più recenti con Marc Newson e Kengo Kuma.
Sono proprio queste contaminazioni che hanno contribuito a dare vita ad un archivio di oggetti che riflettono i mutevoli movimenti del design durante le varie epoche, dall’Art Deco al Minimalismo.
A sinistra, Arne Jacobsen, servizio di posate, 1957, Georg Jensen. A destra, Hennin Koppel, brocca Swan, 1956, Georg Jensen.
Kengo Kuma, servizio da the Kusa, 2016, George Jensen
Marc Newson, servizio da the, 2015, Georg Jensen
Marc Newson, servizio da the, 2015, Georg Jensen. Un servizio da the in edizione limitata in argento martellato a mano ed elementi in avorio. Il bordo del vassoio e le basi delle teiere sono realizzate in rattan, una tecnica artigianale che rimanda alla manualità e alla tradizione del the nei paesi rurali.
Nel 2012 lo stilista taiwanese David Chu prende le redini della società Georg Jensen liberandola dalla sua reputazione “vecchia e polverosa”con l’intenzione di rinnovare la sua immagine.
Dopo il suo arrivo il marchio ha collaborato con vari rappresentanti del design contemporaneo quali Aldo Bakker e Scholten & Baijings, con il fine di attirare l’attenzione di un gruppo di consumatori più giovani, perché la passione per il design iconico non è dettata dall’età.
Scholten & Baijings, servizio da té “un té con Georg”, 2013, Georg Jensen
Scholten & Baijings, alzatina”, 2013, Georg Jensen. L’abitudine del te pomeridiano europea incontra la cerimonia del te giapponese in una collezione essenziale che prende il meglio di entrambi le culture, in termine di estetica e di rituali.
Aldo Bakker, oggetti per la tavola, 2014, Georg Jensen. Una collezione di piccoli oggetti domestici con forti legami con l’arte e la scultura. Brocca per l’acqua, oliera, saliera e zuccheriera accomunati da forme sinuose e plastiche ispirate al movimento dei liquidi e le loro consistenze.
Aldo Bakker, saliera, 2014, Georg Jensen
Nell’immagine di copertina, Georg Jensen nel suo primo laboratorio.
di Federica Capoduri.
Mosso da una spiccata curiosità per il mondo dell’arte, Leonardo Fortino (classe 1986) dopo un diploma in chimica decide di studiare Industrial Design per esplorare in modo creativo le relazioni tra i materiali. Durante gli studi sperimenta l’autoproduzione, che approfondisce in seguito con diverse collaborazioni come art director, product e interior designer. I suoi prodotti sono stati esposti alla Triennale di Milano, alla Tent London, al Cafa Art Museum di Pechino e altre gallerie internazionali.
Dalla Calabria ti sposti a Roma, dopodiché a Milano: un’autentica passione per il design ti ha spinto a risalire l’Italia.
Fin da ragazzo quando disegnavo, costruivo e sperimentavo, il mio unico pensiero era il “fare”; vedere ultimata la mia opera. A un certo punto ho intuito che disegnare e costruire potevano essere una professione: da perito chimico e artista, mi sono accorto di come i designer possano coniugare conoscenza e scelte dei materiali in una forma estetica e/o funzionale.
Crotone, Roma, Berlino e Milano; ognuno di questi centri mi ha permesso di conoscere questa professione e comprendere diversi approcci di gestire e realizzare un prodotto.Anche scoprire quanto amo gli artigiani calabresi e al contempo la tecnologia avanzata delle regioni del nord.
Ogni volta mi trovo profondamente influenzato dal luogo in cui mi trovo, ma il desiderio di esprimermi – che di volta in volta può assumere dei linguaggi diversi – rimane uguale.
Land Lamps, lampade autoprodotte, personalizzabili nel soggetto che sta in cima al paralume, stampate con tecnologia 3D
Come un giovane Mendini (ironico e lieve, ma ragionato), dal tuo portfolio si percepiscono queste diverse sfumature d’approccio. Una su tutte: la voglia di raccontare storie.
In tutti i miei progetti c’è la voglia di raccontarmi e di comunicare attraverso prodotti nati da un’esigenza pratica o di comunicazione. Ad esempio il progetto Land Lamps, stampate tridimensionalmente, intende raccontare le storie di chi possiede quest’oggetto. Ognuno di noi ha una storia da raccontare, una storia vissuta o da ricordare, proprio come un “C’era una volta”. Le persone s’innamorano del progetto perché vedono al suo interno una storia, la loro storia.
Joe, appendiabiti per Covo
Ti soddisfa molto anche poter rendere personalizzabile un prodotto.
Mi piace ragionare attorno a oggetti industriali ma nello stesso tempo intimi e personali, dove la personalizzazione e il “su misura” restino sempre alla portata di tutti. Se a questi si unisce anche l’aspetto del racconto, la formula è perfetta.
Il mio progetto di lampade personalizzabili suggerisce un metodo per far parlare un oggetto di sé stessi, e suggerisce inoltre l’idea di rendere più intimo un prodotto industriale in larga scala. La tecnologia 3D lo rende un prodotto dinamico e in continua evoluzione, dove il cliente può stravolgere totalmente l’estetica di partenza dell’oggetto e renderlo adatto a ogni ambiente, sia privato che pubblico. Dipende dalla storia.
Helios, sedia autoprodotta per Spigoli Vivi
Come una scena teatrale, propendi al dialogo luce-ombra, agli spazi da riempire, agli angoli da osservare.
Il teatro come strumento di presentazione e rappresentazione mi affascina, è un mezzo di comunicazione che enfatizza le peculiarità del messaggio. Il teatro può inoltre avere diverse sfaccettature di lettura, così come il progetto è sempre percepito e interpretato in modo personale, dalle emozioni che ci evoca, fino al senso di benessere che produce.
Ad esempio in Helios, che si trasforma da sedia a comodino con luce, ciò che viene percepito dall’utente cambia in funzione di quello che comunica il prodotto. La luce, come nella scenografia di un teatro, avvolge, trasforma e trasmette calore inversamente alla funzione di sedia che invece può risultare fredda e statica, mantenendo comunque la sua intrinseca funzionalità.
Tink, orologio autoprodotto per Spigoli Vivi
Stick, lampada autoprodotta per Spigoli Vivi
Come vivi “l’ansia del progettista”; quella paura dello stravolgimento dell’idea, del non esser capiti, del fallimento…
L’ansia e l’insoddisfazione di non essere riusciti a trasmettere a pieno ciò che abbiamo dentro, c’è sempre. Ma un progettista deve darsi una tempistica e buttar fuori il progetto, anche se a volte il risultato non è quello desiderato per via di limiti economici o di gestione. Seppur il designer sia mosso in primo luogo dalla voglia di progettare qualcosa per sé stesso, che successivamente condivide con l’esterno, nella maggior parte dei casi deve progettare per gli altri e confrontarsi con richieste ed esigenze svariate.
Slash, tavolo per Lago
Bisogna accettare il fatto che il prodotto disegnato non sarà mai perfettamente adatto a tutti i vincoli di progettazione. Credo sia importante superare queste ansie, ma non del tutto, per mantenere alta la soglia di attenzione e fare tesoro dei piccoli fallimenti affinché ci aiutino a modificare e a migliorare il progetto e se stessi.
Otto (orologio), Ettore (tavolino) e Camilla (lampada) per Formae Collection
In copertina, il designer Leonardo Fortino
Fiere del verde – calendario settembre 2023
di Stefania Fanchini – architetto paesaggista – stefaniafanchini.it
La coda dell’estate è sempre ricca di appuntamenti green. Tanti colori e fioriture per giardini e terrazzi che strizzano l’occhio anche a semplici balconi. Non mancano spunti per nuove sperimentazioni botaniche all’insegna del giardino sostenibile, curiosità e incontri con produttori appassionati che dispensano consigli su come coltivare al meglio e rendere gioiosi, e accoglienti, i nostri spazi outdoor.
MURABILIA – 22esima edizione
L’evento si svolgerà nella cornice delle storiche splendide mura di Lucca. Saranno presenti circa 200 espositori vivaisti specializzati, italiani e stranieri, con un’offerta che spazia in tutti i settori del mondo vegetale, con piante particolari o di nuova introduzione, antiche e nuove cultivar, attrezzature e arredi. “Underground” è il tema di questa edizione dedicata a quanto il mondo della natura nasconde ai nostri occhi nel sottosuolo (bulbi, rizomi, cormi, radici, funghi, animali).
Fra le mostre botaniche aperte al pubblico negli spazi della mostra, una sarà dedicata alle Clematis, pianta che in questa stagione è capace di una seconda coloratissima fioritura, una dedicata alle diverse specie di Hibiscus che fioriscono senza posa fino a quando il caldo durerà, una alle antiche varietà pomologiche nei sotterranei dell’Orto Botanico dove sarà possibile fare assaggi per conoscere e valutare le differenze con un prodotto standardizzato.
Orario: venerdì 9:00-19:00; sabato e domenica 9:30-19:00
Ingresso a pagamento: intero € 10, gratuito minori di 14 anni
Mura Urbane tra il Baluardo San Regolo e La Libertà – Lucca
1-2-3 settembre 2023 – murabilia.com
MAESTRI DEL PAESAGGIO – 13 esima edizione
International Meeting of the Landscape and Garden – manifestazione organizzata da Arketipos e Comune di Bergamo con il supporto del Comune di Brescia che, per la prima volta nell’anno della Capitale della Cultura, è in programma in entrambe le città. Tema di quest’anno “Grow Together” ovvero accettare le diversità e difenderle, con l’obiettivo di conservare il nostro meraviglioso habitat biodiverso.
Progettisti e autori delle installazioni green di questa edizione, l’architetto paesaggista Martin Rein-Cano (che si occuperà delle opere di Bergamo) e la paesaggista Silvia Ghirelli, delegata a Brescia.
Orario sul sito per le attività
Ingresso libero
Piazza Mascheroni e Piazza Vecchia – Bergamo Alta
7-24 settembre 2023 – imaestridelpaesaggio.it
Maestri del paesaggio, photo primabergamo.it
GIARDINI & TERRAZZI BOLOGNA – edizione autunnale
La manifestazione all’interno del parco Giardini Margherita è dedicata a fiori e piante con fioriture settembrine e autunnali da esterni e interni, arredo e complementi d’arredo per il giardino e per la casa, progettazione e realizzazione di spazi verdi, artigianato e altro.
Orario: 10:00-20:00
Ingresso libero
Parco Giardini Margherita – Viale Giovanni Gozzadini – Bologna
8-9-10 settembre 2023 – giardinieterrazzi.eu
TERME IN FIORE – 12esima edizione
Mostra mercato di qualità dedicata al giardinaggio e allo splendido “mondo” del vivaismo con piante insolite e rare nella cornice di un sito archeologico di importanza internazionale.
Orario: 9:30-18:30
Ingresso a pagamento: intero € 5, gratuito minori di 12 anni
Parco Archeologico Terme di Traiano – Via Terme di Traiano – Civitavecchia (RM)
9-10 settembre 2023 – termeinfiore.it
Terme in fiore, photo umbriaeventi.com
INTERNO VERDE – I GIARDINI DI FERRARA
La manifestazione offre l’opportunità di visitare alcuni giardini privati del centro storico di Ferrara. Arricchirà l’iniziativa un fitto calendario di eventi a tema.
Orario: 10:00-13:00/15:00-19:00
Ingresso a pagamento: intero € 10, gratuito minori di 13 anni
Centro storico di Ferrara
9-10 settembre 2023 – internoverde.it
ORTOCOLTO – edizione autunnale
Ortocolto è una festa-mercato di interesse nazionale sulla biodiversità agro-alimentare e culturale che mira a valorizzare articoli di qualità offrendo collezioni di piante rare e ortaggi della biodiversità.
Orario: domenica dalle 10:00 al tramonto; lunedì dalle 9:00 al tramonto
Ingresso a offerta libera
Villa Pallavicino – Via Provesi 35 – Busseto (PR)
9-10 settembre 2023 – ortocolto.it
GIARDINI ESTENSI – edizione autunnale
Ricca rassegna dedicata al miglior florovivaismo nazionale e all’artigianato specializzato, organizzata nel meraviglioso Parco di Palazzo Massari. La splendida città rinascimentale sarà una tappa obbligata per tutti gli appassionati di giardini e giardinaggio, perché nello stesso weekend ospiterà due manifestazioni di eccezionale rilievo e successo: Giardini Estensi e Interno Verde.
L’edizione autunnale di Giardini Estensi proporrà eccellenze florovivaistiche frutto della collaborazione con oltre cento aziende agricole provenienti da varie parti d’Italia.
Orario: 8:30-23:00
Ingresso libero
Parco di Palazzo Massari Corso Porta Mare – Ferrara
9-10 settembre 2023 – Giardini Estensi
VERDI E CONTENTI – 5 edizione autunnale
Un’esperienza all’insegna del verde. Appuntamento settembrino per la mostra mercato florovivaistica ospitata all’interno del Centro Botanico Moutan, il giardino di peonie più vasto del mondo. Tema di questa edizione il “Verde Terapeutico. Le piante per il nostro benessere fisico, psichico e sociale”.
Il titolo vuole spaziare da ambiti medici (giardini terapici) ad ambiti squisitamente personali di benessere. I visitatori potranno ammirare non solo una vasta selezione di piante e fiori provenienti da vivai specializzati, ognuno rappresentante una categoria botanica differente, ma anche per apprezzare le installazioni green che verranno create appositamente.
Orario: 9:30-18:30
Ingresso a pagamento: intero € 5, gratuito minori di 12 anni
Centro Botanico Moutan – Strada Statale Ortana, 46 – Vitorchiano (VT)
9-10 settembre 2023 – verdiecontenti.it
FESTA DEL CACTUS – 18 esima edizione
Mostra mercato specializzata nel settore delle piante grasse, un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti delle piante con le spine.
Orario: venerdì 15:00-19:00/sabato e domenica 9:00-19:00
Ingresso a pagamento: intero € 3,50, gratuito minori di 12 anni e sopra i 70
Museo Memoriale della Libertà – via Giuseppe Dozza, 24 – Bologna
15-16-17 settembre 2023 – festadelcactus.it
Giardini d’autore, photo corriereromagna.it
GIARDINI D’AUTORE – edizione autunnale
Due giorni immersi tra collezioni botaniche, natura, design, arte, artigianato, sapori e frutti che la terra regala. La prestigiosa mostra-mercato di piante autunnali si svolgerà nella più grande area verde della città ovvero tra la Piazza sull’Acqua del Ponte di Tiberio e il Parco Marecchia.
Oltre ai vivaisti specializzati nella coltivazione e nella produzione di collezioni botaniche uniche e difficilmente reperibili, il pubblico potrà scoprire tante idee per arredare casa e giardino, grazie alla presenza di artigiani, architetti e designer che ogni anno propongono oggetti e ispirazioni davvero originali.
Orario: 9:30-19:30
Ingresso a pagamento: € 5 intero, gratuito minori di 16
Borgo San Giuliano – Piazza Sull’Acqua, Ponte di Tiberio – Rimini
16-17 settembre 2023 – giardinidautore.net
PERUGIA FLOWER SHOW – 11esima edizione autunnale
La mostra mercato di piante rare e inconsuete con le fioriture tipiche della stagione, si svolgerà quest’anno all’interno del parco della villa. È proprio il cambio di location che renderà possibile una svolta importante nella selezione degli operatori presenti: il palazzo e la magnifica orangerie del giardino apriranno le porte per la prima volta ai migliori artigiani, collezionisti italiani ed europei.
Orario: 9:00-20:00
Ingresso a pagamento: € 8 intero
Villa del Colle del Cardinale – Strada per Sant’Antonio 47 – Perugia
16-17 settembre 2023 – perugiaflowershow.com
LE INVASIONI BOTANICHE
“Fiori, orti e affini nel centro della città”. Decine di espositori trasformeranno il centro di Cremona in un’oasi rigogliosa suddivisa in quattro comparti: floroviviasmo, alto artigianato, food e complementi per l’arredo-giardino.
Orario: 9:00-20:00
Ingresso libero
Giardini di Piazza Roma e Corso Campi – Cremona (MI)
16-17 settembre 2023 – Le Invasioni Botaniche
SeMiScambi di fondoambiente.it
SeMiScambi
Manifestazione di scambio di semi libero e gratuito, con una piccola mostra-mercato di piante e mercatino agricolo, oltre a stand dedicati al tema dei semi e varie iniziative di approfondimento. La manifestazione si svolge nella suggestiva cornice del centro storico di Castelponzone, in provincia di Cremona, che fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia. Patrocinato dal FAI (Fondo Ambiente Italiano).
Orario: 10:00-18.00
Ingresso libero
Centro storico di Castelponzone – Frazione di Scandolara Ravara (CR)
17 settembre 2023 – SeMiScambi
VERDE GRAZZANO – 6° edizione
Giunta alla sesta edizione la manifestazione del verde che si svolge in un luogo da favola: il parco del Castello di Grazzano Visconti in provincia di Piacenza, creato dal duca Giuseppe Visconti di Modrone, insieme al Castello e al Borgo in stile Neo Medioevale. I cambiamenti climatici ormai evidenti richiedono un ripensamento anche sulle specie e varietà che meglio possano reggerli. Piante adatte alla creazione di un giardino “naturale”, nel senso che sia realmente realizzabile e gestibile alle nostre latitudini
Orario: venerdì 14:00-18:00/ sabato e domenica 9:30-18:00
Ingresso a pagamento: intero € 10, € 5 (13-18 anni), gratuito minori di 13 anni
Parco del Castello – Viale del Castello, 2 – Grazzano Visconti (PC)
22-23-24 settembre 2023 – verdegrazzano.it
FLORALIA – edizione autunnale
Manifestazione milanese che nasce per il sostentamento del Centro di Solidarietà San Marco. Ogni anno si arricchisce di espositori di prodotti artigianali e vivai d’eccellenza con piante e fiori.
Orario: 10:00-18:30
Ingresso libero
Piazza San Marco 2 – Milano
23-24 settembre 2023 – floraliasanmarco.org
INTERNO VERDE – I GIARDINI DI MANTOVA
Per un weekend aprono le porte i giardini privati del centro storico di Mantova. Al momento dell’iscrizione verrà consegnato il braccialetto che permetterà l’accesso ai giardini, la mappa e il programma delle attività. Arricchirà l’iniziativa un fitto programma di attività dedicate alla natura, all’ambiente e allo straordinario patrimonio architettonico della città: ciclopasseggiate e visite guidate, mostre e installazioni artistiche, laboratori per adulti e bambini.
Orario: 10:00-13:00/15:00-19:00
Ingresso a pagamento: intero € 15 per tutto il weekend, gratuito minori di 13 anni
Mantova
23-24 settembre 2023 – internoverde.it
Orticolario, photo laprovinciadicomo.it
ORTICOLARIO – 13esima edizione
Prestigiosa manifestazione che si svolge annualmente nello splendido parco storico di Villa Erba. Tema di quest’anno: Paesaggi d’Acqua. Saranno in mostra piante per un giardino sostenibile in un meraviglioso percorso che spazia dagli ecosistemi acquatici a quelli totalmente secchi.
Orario: giovedì 15:00-19:00; venerdì, sabato e domenica 9:00-19:00
Ingresso a pagamento: intero € 22, gratuito minori di 13 anni
Villa Erba – Largo Luchino Visconti, 4 – Cernobbio (CO)
Dal 28 settembre al 1 ottobre 2023 – orticolario.it
FIORISSIMA – 7 edizione autunnale
Settima edizione autunnale della manifestazione florovivaistica che si svolgerà nel bellissimo Parco Pubblico Sandro Pertini. Stand di vivai con fioriture di aster, dalie, viole, crisantemi ed altre varietà, oltre ad arredi e prodotti tipici. Tanti eventi interni a tema.
Orario: sabato 10:00-20:00/domenica 9:00-19:00
Ingresso a pagamento: intero € 4, gratuito minori di 14 anni
Parco Sandro Pertini – via Cairoli, 155 – Ovada (AL)
30 settembre/1 ottobre 2023 – fiorissima.it
Photo elledecor.com
In copertina, photo tuttogreen.it
Icone di Design – Christophe Pilletdi Evi Mibelli.
“Voglio disegnare oggetti talmente semplici da suscitare stupore”. Sgombriamo il campo da una facile etichettatura. Spesso parlare di semplicità fa pensare a un approccio minimalista al progetto. Che sia design o architettura. Il problema, come sempre, è quel confine estremamente labile che separa l’essenziale dal manierismo.
Non a caso Christophe Pillet lo dichiara apertamente: “La semplicità è il risultato di un lungo e complesso percorso. Vuol dire riuscire a suscitare emozioni con pochi elementi”.
Coll. Chic Chair per Profim, 2017.
Ed emozionare è assai difficile. Bisogna saper toccare corde profonde che un atteggiamento di “maniera” non è in grado di far risuonare. La sua mano, il suo tratto sono, invece, testimonianza di una sensibilità rara e di una visione poetica dell’abitare. Non c’è ricerca estetica fine a se stessa ma un’equilibrata alchimia tra bisogno, funzione e creatività.
Vetrina a giorno Galerist per Lema, 2014.
Christophe Pillet, nasce il 28 agosto del 1959 a Montargis, in Francia. Si diploma nel 1985 alla Scuola di Arti Decorative di Nizza e l’anno successivo consegue il master in Design alla Domus Academy. Confessa che, da giovanissimo, al design non aveva mai pensato come a una professione.
Pensava di dedicarsi alla musica. Salvo poi conoscere il gruppo Memphis che ha definito “un gruppo rock del design”. È la svolta. Conseguito il Master alla Domus Academy entrerà nel gruppo Memphis, affiancando come assistente Michele De Lucchi e Martin Bedin.
Hotel Sezz a Saint Tropez, Francia, 2010.
Dopo questa esperienza, rientra a Parigi nel 1988 e diventa collaboratore di un altro padre ispiratore (anche se li separano solo dieci anni) del design contemporaneo: Philippe Starck. Ne ammira la genialità, l’anticonvenzionalità, la capacità di coniare un nuovo linguaggio progettuale.
Tuttavia, inizia a lavorare su un proprio vocabolario espressivo e nel giro di pochi anni decide di entrare da protagonista nel mondo del design. Apre nel 1993 il suo studio dando vita a una carriera ricca di successi, premi e formidabili progetti.
L’esordio da “giocatore libero” non poteva che essere esplosivo: viene eletto “Créateur de l’année” in occasione del Salon du Meuble de Paris nel 1994, ed è il primo di una lunga serie di prestigiosi riconoscimenti che conseguirà in tutto il mondo, e che lo porteranno a esporre le sue opere in numerosi e importanti musei come il Centre Georges Pompidou di Parigi e il Museo delle Arti Decorative di Lucerna.
Lounge chair, coll. Nouvelle Vague per Porro, 2008.
Si cimenta in più ambiti progettuali spaziando dal product design, agli allestimenti, alle scenografie e all’interior, sino alle architetture, sia di carattere privato ma, soprattutto, nell’ambito dell’ospitalità.
Osservando, per esempio, alcuni dei suoi più prestigiosi alberghi come l’Hotel Sezz a St. Tropez o il Sahrai a Fez, in Marocco, si scopre quanto la sua sintesi estetica si regga su una sensibilità capace di creare atmosfere dove passato e futuro si mescolano in un magico equilibrio.
L’uso dei materiali locali, le cromie che riverberano la luce dandogli corporeità, il disegno degli spazi e degli arredi che sembrano sospendere il tempo ma, al contempo, creare un legame con l’identità del luogo e la sua cultura abitativa.
La terrazza con il portico ad archi dell’Hotel Sahrai, a Fez, Marocco (photo Klaus Mellenthin).
Non c’è mai il desiderio di autocelebrarsi con “colpi d’ardimento”. C’è, invece, la capacità di sottrarsi ai riflettori, lasciando spazio a un diffuso e pervasivo senso di pace. È questo il fil rouge che caratterizza la sua filosofia progettuale sin dai primi passi e mano mano sempre più definito e autorevole.
Che applica anche al mondo degli arredi e degli oggetti: “Un oggetto non ha l’obbligo di essere strano o di parlare troppo per funzionare. È come quando si racconta una storia: bisogna scegliere bene vocaboli e tono. Non servono troppe parole per emozionare”.
Hotel Casa Paradisu, Monticello, Corsica, 2022.
Altresì sostiene che per potersi esprimere e portare avanti una propria visione del vivere e dell’abitare sia indispensabile entrare in relazione con le persone, condividerne le aspettative e le esigenze.
E trovare, soprattutto, interlocutori professionali (leggasi aziende) sensibili e aperti: “È come una relazione di coppia dove sono le affinità elettive a guidare l’unione. La qualità e la sintonia sugli obiettivi nella collaborazione tra designer e azienda sono determinanti per la riuscita di un’idea”.
Coll. Any-Day per Flexform, 2021.
A testimonianza di tale approccio, le sue collaborazioni con le aziende più importanti nel mondo dell’arredo e del design. Lavora per Cappellini disegnando, tra le altre, la poltrona Sunset e il divano e tavolini High Time. Per Flexform disegna la serie di sedie Echoes S.H. e Any Day, mentre per Driade realizza la famiglia di arredi Meridiana.
Ampia anche la produzione nel mondo dell’outdoor insieme a Emu, Varaschin, Flexform e di recente con Talenti. Non manca il mondo della luce, dove mette a segno prodotti come la lampada Niwa, Plume e Berlin per Oluce.
Poltroncina Memory Lane per Tacchini, 2018.
E ancora Lema, Kartell, Tacchini: l’eleganza e la lucidità espressiva di Christophe Pillet sono ormai un dato acquisito nel panorama contemporaneo del design. E non smetterà di sorprenderci nel futuro prossimo. Così ci auguriamo.
La sua è una genialità gentile di cui c’è grande bisogno per rendere il mondo quotidiano uno spazio abitato da una sobria e pacata bellezza. Un luogo dove il silenzio dell’armonia diventa musica.
Coll. Kha & Boogie per Verywood, 2022.
In copertina, Christophe Gillet (photo Flexform)
Comodini – il design della nottedi Denise Frigerio.
Lineari e basici con ripiani e cassetti, sospesi e un po’ vezzosi, oppure importanti e ricchi di dettagli, sono complementi d’arredo irrinunciabili, per comodità e funzionalità.
I comodini sono un elemento essenziale per conferire carattere alla camera da letto, un vero passepartout di stile, in cui si combinano esigenze di funzionalità e praticità. Le ultime tendenze li vogliono di grande personalità e se talvolta la loro scelta viene sottovalutata – perché considerati parte integrante del letto – in realtà, da soli, sono in grado di dettare il ritmo estetico dell’ambiente, in sinergia con il resto dell’arredo, o al contrario, come sorprendente elemento di rottura.
1 – PENDANT RAFFINATO
Una composizione letto e comodino proposta da Giorgetti: Side e Side Vibe, un comodino a terra di forma cilindrica. La sua struttura è rivestita in pelle con due piani, quello superiore stondato, che funge da contenitore, anch’esso rivestito di pelle nella parte frontale.
Letto Side e comodino Side Vibe di Giorgetti; prezzo comodino € 6.205 – giorgettimeda.com
2 – A TUTTO LEGNO
Uno scrigno contemporaneo, bello e funzionale, da utilizzare come comodino o come tavolino. Solo di Fiemme Tremila ha linee essenziali e un pratico portaoggetti a cassetto. La materia è ciò che fa la differenza, tutti i mobili dell’azienda sono in tre strati di legno massello.
Tavolino/comodino Solo di Fiemme Tremila; prezzo € 1.220; photo Carlo Baroni – fiemmetremila.it
3 – SOVRAPPOSIZIONI MATERICHE
Roi di BertO ha un intreccio di linee diagonali e verticali in acciaio, che creano la base e sorreggono il vano contenitore in legno. Dalla forma circolare, ha cassetto frontale con chiusura rallentata e piano in marmo, in due varianti colore.
Comodino Roi di BertO, design Castello Lagravinese Studio; prezzo a partire da € 1.690 – bertosalotti.it
4 – UN TUTT’UNO
Una testiera, un comodino, un vero e proprio prolungamento del letto, da progettare, come per tutte le creazioni dell’azienda, su misura al millimetro. I comodini della testiera Let’space di Caccaro nascondono un comodo vano portaoggetti profondo 10 cm, che si estende in lunghezza.
Testiera letto con comodino integrato Let’space di Caccaro; prezzo a partire da € 3.000 – caccaro.com
5 – MOLTO PIÙ DI UN COMODINO
Racchiude un non so che di antico, Galimede di Ceccotti, un tavolino perfetto da progettare su misura, anche in versione night. Super basico nelle linee, si compone di diversi ripiani – rivestiti in pelle Poltrona Frau – capaci di ruotare e regolabili in altezza.
Diversi modelli del tavolino Galimede di Ceccotti, design Giuseppe Casarosa; prezzo su richiesta – ceccotticollezioni.it
6 – ALLURE NORDICA
Si chiama Clairoy ed è un comodino di Laredoute dal formato largo e spazioso. Le linee richiamano lo stile nordico e hanno un design che ricorda l’estetica degli arredi minimal anni Trenta. Realizzato in rovere (massiccio e impiallacciato), ha piedini in rovere massello e porta scorrevole per il vano contenitore.
Comodino Clairoy di Laredoute; prezzo € 243 – laredoute.it
7 – ALL’INSEGNA DELLA SOSTENIBILITÀ
Tracy di Maze è un tavolino prodotto seguendo il principio della “slow production”, che promuove la produzione locale – in questo caso svedese – usando materiali e metodi sostenibili. Realizzato in metallo perforato e piano in ceramica, sulla parte frontale ha una lastra, arricchita di un dettaglio in pelle, che funge da piccolo cassetto.
Comodino Tracy di Maze, linea Pieces, design Louise Hederström; prezzo da € 895 – mazeinterior.se
8 – VIRTUOSISMI IN PELLE
La struttura del comodino Stone di Baxter è realizzata in metallo ottonato con vernice opaca. Dotato di cassetto frontale rivestito di pelle – come il top – ha una maniglia in metallo ottonato con vernice opaca. Stone è disponibile nella versione senza cassetto.
Comodino Stone di Baxter, design Federico Peri; prezzo su richiesta – baxter.it
In copertina letto Side e comodino Side Vibe di Giorgetti
Idee di stile – design en plein air a Ibizadi Maria Chiara Antonini.
Arbusti di piante aromatiche, fiori selvatici e una vista mozzafiato sul mare cristallino: la cornice naturale di un’abitazione ormai datata, completamente trasformata da una ristrutturazione radicale.
Quando lo studio Jorge Vidal Arquitectos è stato chiamato per rinnovare una vecchia villa a Ibiza, si è trovato di fronte a un appezzamento di terreno immerso nella natura più bella e incontaminata. L’intervento di ristrutturazione, estetico e funzionale, in sintonia con le esigenze del nuovo proprietario, si è basato seguendo un unico filone: aprire il più possibile gli spazi della casa verso l’esterno e renderla più armoniosa con il paesaggio circostante. Quindi, più luce naturale, materiali locali, tinte neutre e arredi semplici. Il risultato è una villa moderna, calda e accogliente, nella quale si respira un’aria di relax e tranquillità.
Una veduta del piano terra open-space della villa a Ibiza
Il piano terra, con ampie vetrate affacciate sul mare e sul terreno antistante, è arioso e con una metratura importante. Come un grande open-space, è caratterizzato da un’area living con comodi divani e tanti angoli dedicati al relax. La zona pranzo, invece, è idealmente definita da un lunghissimo tavolo – affiancato da semplici sedie di vimini – che, oltre a definire gli spazi, si presta ad essere il fulcro della casa, offrendo svariate possibilità di utilizzo.
L’angolo del living, ricavato nel grande open-space al piano terra
A sinistra, divano della collezione The Wandering Majlis di Jwana Hamdan, photo courtesy Francesco Dolfo; prezzo su richiesta – jwanahamdan.com; a destra, tavolini Aldia di Giorgetti, design Carlo Colombo, prezzo su richiesta – giorgetti.eu
Una nuova collezione di divani e di tappeti, che si possono usare sia indoor che outdoor, è The Wandering Majlis di Jwana Hamdan. L’omonima fondatrice del brand è libanese e produce tutto in Italia, mixando stili, culture e know how progettuale dei due paesi. Mentre sono firmati da Carlo Colombo per Giorgetti i tavolini della collezione Aldia. Il top è disponibile in palladiana con marmo o graniglia, nelle varianti tufi e calcare; la struttura invece è in metallo con piedini regolabili.
Il lungo piano di legno multifunzionale e la cucina
Sempre al piano terra, nel grande open-space della villa, i proprietari hanno voluto un lungo piano di legno, al posto del classico tavolo. Questa idea progettuale, e dimensionale, è nata per poterlo usare contemporaneamente in più modi: come punto di appoggio per lo smart working, bancone per un veloce spuntino o la prima colazione, oppure per ospitare una riunione di famiglia decisamente affollata.
A sinistra, sedie Juno 02 di Arper, design di James Irvine, prezzo € 170 – arper.com; a destra, servizio Cinnamon di Mateus, prezzo a partire da € 21,50 – mateuscollection.com
Un’alternativa alle classiche sedute in vimini, che allo stesso tempo aggiunga una nota di colore, è suggerita dalla collezione di sedie Juno 02 di Arper. Disegnate nel 2012, oggi vengono riproposte in una produzione che utilizza il 70% di plastica riciclata post-industriale, sono disponibili in 6 nuovi colori e utilizzabili anche per l’outdoor. Note di colore anche per la tavola, ispirandosi al brand svedese Mateus, che ogni anno crea diversi servizi di ceramica colorata, come la linea Cinnamon, con disegni e fantasie dal sapore mediterraneo.
A sinistra, un altro angolo del grande open-space al piano terra; a destra, portapiante della linea Oasis di Northern, design Ann Kristin Einarsen, prezzo a partire da € 89 – northern.no
Rimanendo nell’open-space al piano terra, si trova anche un angolo dedicato al relax, arredato con pochi mobili ed elementi naturali: un tappeto in fibra di cocco, una lampada con struttura in legno e una lunga panca. Per gli amanti delle piante, il brand norvegese Northern ha in collezione la linea di portapiante Oasis, fatte in terracotta nella doppia versione al naturale e dipinta a mano, perfettamente in pendant concettuale con questo interior, versatili (anche) con altri stili di arredo.
Una delle camere da letto, con portafinestra che si apre sul giardino
In tutte le stanze della casa il pavimento in cemento, trattato con una resina trasparente, crea continuità, oltre ad ampliare ancora di più gli spazi. Cemento lasciato grezzo, invece, per il soffitto della camera da letto padronale, arredata con un grande letto a isola e tende écru, a schermare le grandi vetrate che si affacciano sul lussureggiante giardino.
A sinistra, lampada Crescent versione da tavolo di Lee Broom, prezzo € 1.939 – leebroom.com; a destra, tappeti della collezione Monster di Hem, design di Siri Carlén, prezzo a partire da € 349 – hem.com
Per illuminare la camera con una lampada da tavolo, facile da spostare e allo stesso tempo elegante e scenografica, un modello come Crescent di Lee Broom può essere un’ottima scelta. Ha la base in ottone e la sfera che si illumina reinterpreta la forma di una luna crescente. Mentre una collezione di tappeti dalla spiccata attitude, come quella proposta da Hem, si abbina perfettamente alla pulizia estetica dei pavimenti in cemento. Si chiama Monster, disegnata da Siri Carlén con pattern diversi, ed è capace di donare un carattere materico, colorful e a contrasto agli interni e alle superfici più minimal.
A sinistra, dettaglio di uno dei bagni della villa; a destra, maniglia collezione Baton di Klong, prezzo € 40 – klong.com
Semplicità e tinte neutre anche nella sala da bagno. È caratterizzata da un pavimento in resina chiaro e da sanitari elegantemente basic, con le pareti “illuminate” da specchi bianchi. Concentrandosi sugli accessori da bagno, capaci di donare carattere alla pulizia concettuale dell’ambiente, scegliendoli a contrasto si può definire un nuovo carattere alla stanza. Un’idea semplice e di facile realizzazione. Un suggerimento arriva dal gruppo Klong, che propone la collezione Baton. È composta da manici in marmo e ottone che, se fissati al muro, fungono anche da ganci per teli e asciugamani.
Progetto dello studio Jorge Vidal Arquitectos – jorgevidal.eu
Photo courtesy Eugeni Pons/Archello.com
In copertina, il raffinato continuum estetico indoor-outdoor della villa
Risparmiare in casa – consigli utilidi Valentina Masciari – responsabile nazionale utenze Konsumer Italia – Konsumer Italia.
Alcuni piccoli accorgimenti che possono fare davvero la differenza sulla bolletta energetica.
È da ormai quasi un anno che sui mercati energetici si è abbattuta una vera e propria “tempesta perfetta” che ha portato ad aumenti mai avuti prima, per le bollette di luce e gas. I motivi sono diversi, ma quello che si vuole mettere in evidenza, è come fare a risparmiare in casa, così da avere, per quanto possibile, delle bollette meno “pesanti”.
Photo Towfiqu Barbhuiya – unsplash
Buone abitudini per risparmiare sulle bollette luce
Alcuni semplici accorgimenti attuati nella quotidianità, possono incidere sui consumi:
- Porre attenzione alle lampadine che si lasciano accese inutilmente, quindi tenere accesa solo la luce della stanza in cui ci si trova.
- Sbrinare regolarmente congelatori e frigoriferi, in quanto con tale accorgimento, questi elettrodomestici hanno un’efficienza energetica maggiore.
- Scegliere elettrodomestici in classe energetica superiore. Gli elettrodomestici di nuova generazione consumano meno e ci aiuteranno a risparmiare e proteggere l’ambiente. Utilizzando un elettrodomestico in classe A, si possono ottenere risparmi che vanno dal 35 al 40%, a seconda del tipo di elettrodomestico. Acquistarne di nuovi può essere più conveniente utilizzando i Bonus mobili ed elettrodomestici.
- Utilizzare lampadine a risparmio energetico. Le lampadine LED producono una luce cinque volte superiore rispetto alle normali lampadine e durano anche di più.
- Ridurre il più possibile i consumi degli stand-by. Qualunque apparecchiatura elettronica, che sia il televisore o il PC, ad esempio, consuma energia anche con la sola spia rossa accesa e, si è stimato, che i dei consumi in standby pesano per circa il 10% sulla bolletta dell’energia elettrica. Utilizzare delle ciabatte multi-presa, può aiutare a ridurre questo costo, perché riunire le spine degli apparecchi elettronici in una ciabatta di questo tipo, con relativo interruttore, consente di spegnere tutti questi apparati contemporaneamente, se non utilizzati.
Photo Anthony Indraus – unsplash
Photo Alex Perz – unsplash
E sul gas?
Anche qui, alcune modifiche ai normali stili di comportamento, ci possono aiutare:
- Adottare abitudini virtuose nell’uso di termosifoni e caldaia, può aiutare a risparmiare. Controllare allora, la temperatura degli ambienti, perché già 19 gradi sono sufficienti e ogni grado in più, fa lievitare la bolletta.
- Fare la manutenzione della caldaia, in quanto una caldaia efficiente, consuma meno, ed evita rischi e possibili problemi per la salute.
- Usare valvole termostatiche, le quali regolano il flusso di acqua calda nei termosifoni e mantengono la temperatura costante, diminuendo il consumo di combustibile.
- Installare una caldaia a condensazione, che porta a una sostenibilità ambientale superiore e a maggiori risparmi in quanto garantisce una maggiore efficienza.
- Ridurre l’uso di acqua calda; fare la doccia invece che riempire una vasca da bagno, comporta un risparmio sull’uso dell’acqua calda e quindi sui consumi di gas.
- Non coprire i termosifoni. Coprire i termosifoni, ad esempio con i panni da asciugare, non è una buona idea, perché si ostacola la diffusione del calore e comunque l’apparecchio è costretto a lavorare di più, visto che deve comunque garantire calore.
- In cucina: mettere il coperchio alla pentola dell’acqua che bolle per la pasta e cuocere la pasta con la quantità di acqua proporzionata alla quantità di pasta, senza esagerare, creerà un risparmio sull’uso del gas, perché l’acqua arriverà prima a ebollizione.
Queste sono solo alcune delle buone prassi che ciascuno di noi dovrebbe imparare a tenere in casa, per riuscire a risparmiare qualcosa sulle bollette di luce e gas. Chiaramente, ci sono poi azioni più consistenti. Per esempio, la coibentazione dell’abitazione, la sostituzione degli infissi e la realizzazione di impianti di energie rinnovabili (impianti fotovoltaici), ma in tali ipotesi si tratta di interventi più importanti e con maggiori costi, anche se si possono sempre sfruttare le agevolazioni e i bonus esistenti in materia (bonus fotovoltaico, bonus ristrutturazione, super bonus).
Photo Arthur Lambilotte – unsplash
Le stufe a pellet
Infine, altra soluzione, sempre nell’ottica del risparmio, potrebbe essere quella di dotarsi di una stufa a pellet. L’acquisto della stufa stessa comporta in effetti un investimento economico di una certa consistenza. Si parla infatti di una spesa che può variare, a seconda della tipologia, da 1.500 a 3.000 euro ma, è pur vero che possono essere utilizzati, anche in questo caso, i bonus esistenti, tipo l’ecobonus che consente una detrazione del 65% oppure la detrazione del 50% della spesa, nel caso di ristrutturazione edilizia, ma acquistando una stufa a pellet entro il 31/12/2022.
Photo Robert Linder – unsplash
Ma anche qui, non sono tutte rose e fiori!
Se è accertato che l’uso delle stufe a pellet garantisce un risparmio rispetto all’uso del gas, e quindi rispetto alla spesa nella fattura del gas, di circa il 44% all’anno, è pur vero che il costo del pellet nell’ultimo periodo è lievitato. In concreto da quando è iniziato il conflitto Russia – Ucraina, il prezzo del pellet è raddoppiato, rendendo incerto il reale risparmio che si potrebbe avere nel prossimo inverno oramai alle porte.
Photo Hans Isaacson – unsplash
In copertina, photo Towfiqu Barbhuiya – unsplash
Idee di stile – una townhouse contemporaneadi Maria Chiara Antonini.
Una costruzione d’epoca ritrova una nuova vita, attraverso una ristrutturazione completa che celebra la sua storia e incornicia, attraverso un interior design contemporaneo e raffinato, il bellissimo panorama che la circonda.
Dalla terrazza di Wraparound House, recentemente rinnovata con elegante funzionalità dallo studio SAW – Spiegel Aihara Workshop, si può ammirare il Golden Gate Bridge e la baia di San Francisco. La villa, costruita nel 1930 in stile spagnolo, molto in voga all’epoca in California, è stata completamente riprogettata per offrire più spazio ai nuovi proprietari: una giovane famiglia con tre figli piccoli.
La facciata interna della villa a San Francisco e il gioco di vetrate e terrazze che caratterizza la sua architettura
Iniziando dalla bonifica del terreno, il progetto si è concentrato sullo sviluppo verticale dell’edificio, sfruttandone il più possibile la volumetria disponibile. Dalle tre camere da letto originali sono state ricavate sei nuove stanze, su una superficie totale di 1400 metri quadrati, posto auto coperto incluso. Il tutto, è distribuito su tre piani e un terrazzo sul tetto, collegati tra loro esternamente da una scala in ferro e, internamente, da un’altra scala trasformata in elemento architettonico.
La sala da pranzo e la scala interna che collega tutti i piani della casa
Tutte le stanze sono state arredate privilegiando, per arredi e complementi, tinte chiare e colori tenui in contrasto con le cromie delle pareti. Nella sala da pranzo, un tavolo con piano rotondo in marmo è stato abbinato a sedie rivestite in tessuto grigio ghiaccio, illuminati da un lampadario bianco con finiture in ottone.
IDEA!
Partendo da questo ambiente, per sfruttare al meglio lo spazio accanto al tavolo, un’alternativa è suggerita da Ceccotti Collezioni che propone il tavolo-scrivania Nòs in noce americano, con pratici cassetti e scompartimenti, da usare come postazione per lo smart working. Se invece si volesse aggiungere una nota di calore al pavimento bianco, è perfetto un tocco di carattere come il tappeto Eco di Gervasoni.
Mobile-scrivania Nòs di Ceccotti Collezioni, prezzo a partire da € 7.886 – ceccotticollezioni.it
Tappeto Eco di Gervasoni, prezzo € 988 – gervasoni1882.com
La cucina ha un’intera parete rivestita da grande mobile su misura, caratterizzato da scomparti in legno, con un’isola con top in marmo e struttura portante in legno scuro. Gli sgabelli in legno e metallo, insieme ai lampadari gemelli bianchi, creano un’atmosfera calda e accogliente.
La cucina, con mobile a parete su misura e isola con top in marmo
IDEA!
Per chi ama il colore, si possono abbinare a una cucina del genere complementi in pendant stilistico, come la collezione di bicchieri Petalo di Casarialto in vetro lavorati a mano, e il classico tostapane di Smeg, in una raffinata nuance verde menta dall’anima vintage. Sulla stessa linea estetica, risulta perfetta la linea di piatti blu in fine porcellana Ginori 1735 di Buccellati. Per conservare i cibi, in un’ottica di razionalizzazione energetica, invece, Frigo2000 propone il modello Sub-Zero Wolf freestanding in acciaio inox, con ice maker e doppio sistema di refrigerazione.
A sinistra, bicchieri della collezione Petalo di Casarialto; prezzo a partire da € 100 – casarialto.it; a destra, tostapane di Smeg verde menta; prezzo € 169 – smeg.com
A sinistra, piatti di Buccellati in fine porcellana Ginori 1735i, prezzo a partire da € 110 – buccellati.com; a destra, frigorifero freestanding in acciaio inox Sub-Zero Wolf di Frigo2000, prezzo su richiesta – frigo2000.it
In contrasto con la cucina, il salotto è stato dipinto di blu scuro, un colore che mette in risalto il piccolo camino con la cornice in marmo – aggiunto in fase di restauro – e le poltrone rivestite in velluto color carta da zucchero, abbinate a un grande divano capitonné in pelle.
Pareti scure con soffitto a contrasto, poltrone in velluto azzurre e divano in pelle marrone, per il piccolo salotto, che ha anche un camino a contrasto in marmo
IDEA!
Un’alternativa, al tessile delle poltrone, è suggerita dalla collezione di tessuti Najd di Lelièvre Paris, con fantasie declinate sui toni del sabbia e ruggine. Per un’atmosfera più rilassata e accogliente, funzionale anche per leggere, l’ideale è aggiungere una lampada da terra, come la riedizione del modello Bul-Bo di Axolight. Un tocco finale dall’animo bohémienne può essere dato anche dalle luci suggestive delle candele, come quelle proposte da Broste Copenhagen.
Tessuti collezione Najd di Lelièvre Paris, prezzo su richiesta – lelievreparis.com
A sinistra, lampada in alluminio Bul-Bo di Axolight, prezzo a partire da € 3.050 – axolight.it; candele proposte da Broste Copenhagen, prezzo a partire da € 10,50 – brostecopenhagen.com
Anche per la camera da letto padronale, i proprietari hanno scelto l’eleganza senza tempo del blu, con una parete decorata con carta da parati in pendant. Tutti gli arredi sono chiari: dal tessuto che riveste il letto ai comodini, fino al tappeto.
La camera da letto padronale
IDEA!
Per chi preferisce comodini e comò abbinati, Misuraemme propone la collezione notte Eros in rovere, con piani in marmo. Un punto luce da comodino, che allo stesso tempo arreda e decora, può essere dato dalla linea di lampade in vetro soffiato Layla di MM Lampadari. Mentre, sul discorso textile, il gruppo YO2 propone la collezione di tappeti iper-colorati Wild Vibrations, per dare carattere a una camera da letto con tinte neutre.
Collezione Eros di Misuraemme, prezzo su richiesta – misuraemme.it
A sinistra, lampada Layla di MM Lampadari, prezzo su richiesta – mmlampadari.com; a destra, tappeto della collezione Wild Vibrations di YO2, prezzo su richiesta – yo2.io
È stato dato molto spazio alla creazione di una grande sala da bagno, dotata di tutti i comfort, che mixa un mobile e rubinetterie dall’allure classica alla contemporaneità dei sanitari sospesi.
La grande stanza da bagno con ampie vetrate che si aprono sul terrazzo
IDEA!
In linea con il “design in sospensione” dei sanitari in bagno, Artelinea presenta la collezione di lavandini doppi +Skin con la finitura Ossido, dal forte potere decorativo. Per avere tutto il necessaire in ordine, Roca ha creato la linea di piccoli contenitori Ona e, in pendant concettuale con l’eleganza un po’ rétro, sono perfetti gli asciugamani della linea Decoro, proposti da Rivolta Carmignani.
Linea di lavandini sospesi +Skin Ossido di Artelinea, prezzo su richiesta – artelinea.it
A sinistra, complementi per il bagno della collezione Ona di Roca, prezzo a partire da € 16 – roca.com; a destra, asciugamani linea Decoro di Rivolta Carmignani, prezzo su richiesta – rivoltacarmignani.com
L’ampio terrazzo, ricavato sul tetto della casa, gode di una splendida vista sia sulle case storiche di San Francisco che sulla baia. È stato arredato in maniera semplice e funzionale e decorato con tanti angoli green.
Il terrazzo ricavato sul tetto della casa, con una splendida vista sulla città
IDEA!
Un’idea per godersi uno spazio all’aperto anche in autunno, è la ciotola-glacette in acciaio verniciato Ice, che si può usare come camera di dissipazione in abbinamento al braciere Fire, in rame tornito, disegnati da Ilaria Marelli e prodotti da Steeles. Un plus in più contro i primi freddi è dato da avvolgenti plaid da tenere a portata di mano, come quelli della collezione AI 2022/2023 di Coincasa, creati con filati di recupero.
Ciotola Ice con braciere Fire di Steeles, prezzo da € 900 – steeles.it
Linea plaid collezione AI 2022, prezzi a partire da € 59,90 – coincasa.it
Wraparound House, progetto studio SAW – Spiegel Aihara Workshop – sawinc.com
Photo Paul Dyerhr e Mikiko Kikuyama/Archello.com
In copertina, la terrazza da cui si gode la splendida vista sulla baia di San Francisco
Lombrello – design ironico sperimentaledi Arianna Giancaterina.
Un design unico, originale, personalizzabile, un progetto consapevole e riconoscibile: Lombrello è il mondo firmato da Andrea Forapani, classe ‘87, architetto di formazione mittle-europea che, dopo esperienze lavorative in Germania, Svizzera e Francia, ha deciso di tornare in Italia per coltivare il suo sogno colorato, dando vita ad un brand scanzonato e quanto mai sincero.
Che cos’è Lombrello?
Lombrello è il mio brand di design. È uno spazio mentale in cui mi esercito a fare il designer e l’imprenditore. È il progetto per fare design come lo vorrei oggi: personalizzabile, colorato ed ironico, senza puzza sotto il naso.
Come mai hai lasciato l’architettura per progettare prodotti?
L’architettura è una disciplina che amo, ma i suoi tempi non si adattano al mio carattere. Quando lavoro sono meticoloso, ma ho bisogno di ritmo e velocità e di seguire il mio istinto, la mia passione del momento. Amo disegnare prodotti, mi danno l’opportunità di interagire con una moltitudine di persone, sono libero dai dogmi e dalle costrizioni dei presunti tecnici che stabiliscono regole sociali ed estetiche che non condivido assolutamente.
Disegno nella mia testa in pochi secondi e poi ci lavoro per mesi con gli artigiani per migliorare i dettagli, semplificarli, renderli unici. Le mie sedie hanno anche una sesta facciata, guardate quanto sono belle sotto! Il design per me è un po’ invenzione, un po’ sogno e un po’ tecnica. È come essere un bambino e per una volta decidere che il mondo va come dico io!
É un atteggiamento molto rischioso per la propria salute emotiva perché, come moltissimi lavori creativi, espongono il tuo lato più vulnerabile, ma dà grandi soddisfazioni in particolare quando le persone amano ed acquistano quello che fai.
Si dice sia molto più difficile progettare una sedia che un grattacielo. Perché iniziare proprio da un prodotto così ostico?
La competizione intellettuale è qualcosa cui non posso resistere. Il punto focale di una sedia sono le persone che ci si siedono, uomini e donne che le mettono in cucina, nella camera da letto, al ristorante, in hotel.
Spesso sono molto critico quando guardo sui giornali degli architetti o nei lavori degli studenti, una moltitudine di prodotti pseudo-concettuali, fatti di forme invece che di idee, che sono proposti come design, ma sono disegnati come dei gadget. Delle elucubrazioni spoglie delle persone che dovrebbero abitarli.
La mia avventura è cominciata esponendo 50 sedie tutte colorate, lungo Via Solferino durante la Milan Design Week del 2018. Credo che i passanti si siano innamorati dei colori, della seduta comoda, o di quanto la situazione fosse inedita: un designer che presenta delle sedie per la strada. È stato un momento davvero speciale, una esperienza unica, non avevo mai stretto così tante mani in tre giorni.
“Una sedia è per sempre”: l’idea di personalizzare interamente il prodotto prevede anche il cambio e la sostituzione di alcune sue parti quando usurate e/o non più idonee. È forse questa la tua idea di design sostenibile?
Credo che nel marasma di tentativi di darsi un’aura di sostenibilità, questo sia l’unico vero sviluppo sostenibile a cui dovremmo tendere: rendere i prodotti longevi come li facevano i nostri nonni, disegnare la vita dei prodotti. Non è facile, ma è una sfida che oggi dobbiamo affrontare.
La produzione di Lombrello è in Italia tra la Lombardia e il Veneto, è stato difficile trovare gli artigiani giusti e com’è il tuo rapporto con loro?
In Italia è semplicissimo trovare artigiani competenti: fa la differenza quanto si rispetta il loro lavoro e quanto li si rende partecipi. Il nostro Paese è fatto ancora di rapporti umani, di reti di produzione e non di grandi corporations. Lombrello è davvero un team multidisciplinare, è uno spaccato della società italiana di eccellenza, fatta di donne e uomini di cui vado davvero orgoglioso. Siamo amici che si sono conosciuti lavorando l’uno per l’altro.
Sedie colorate, ironiche, divertenti. Quali sono i tuoi riferimenti creativi e le tue fonti di ispirazione?
Avendo studiato fuori dal Bel Paese, le mie ispirazioni a livello formale sono soprattutto extra-italiane anche se sto riscoprendo con il tempo alcuni maestri delle nostre latitudini. In generale quelli a cui mi riferisco di più in quanto designer sono gli Eames, Hans Wegner, Castiglioni, Verner Panton.
Nella realtà quello che alimenta la mia follia sono soggetti contemporanei e non, come i ragazzi di via Panisperna, Thomas Edison, Slavoj Zizek, e poi da qualche mese sono pazzo di madre natura: Il disegno di come l’armadillo si chiude a palla, le spore sotto una felce, le macchie di una giraffa, i capelli degli uomini sono colpi di genio di una mente celestiale attenta a renderci tutti diversi.
Qual è il prodotto di design che avresti voluto inventare?
Avrei voluto progettare l’Iphone.
Verso quali direzione si sta dirigendo e si dirigerà Lombrello?
Voglio sviluppare questa azienda in una direzione unica e creativa. Continuerò a produrre in Italia e disegnare per la gioia delle persone. Sono convinto di riuscire a far arrivare i miei pezzi in tutte le parti del mondo e continuare a divertirmi. Vorrei risolvere problemi usando un pizzico di design.
Le sedie custom Lombrello sono configurabili e acquistabili in pochi click direttamente dal sito, oppure a Milano nello studio-atelier di Via Clusone, 6 – lombrello.it
Ritratto di Andrea Forapani, foto Guido Harari
Foto di Pamela Barghesi
Calcare – come prevenirlo in casadi Gaia Mussi.
Presenza sgradita in tutte le case, non solo rovina rubinetti e ceramiche, ma può diventare nocivo per la salute. Senza contare che non è l’unica sostanza, potenzialmente dannosa, presente nelle tubazioni.
Il calcare è nemico di rubinetti e tubature, tanto che sono davvero in molti a cercare soluzioni efficienti per prevenirlo a casa. Anche se, parlando di acqua corrente, non è l’unico aspetto da considerare, in quanto ci sono altre sostanze che possono essere dannose anche per le persone. Secondo una ricerca condotta dall’Associazione Aqua Italia, circa il 77,6% degli italiani beve direttamente dal rubinetto, un’abitudine green che, però, richiede la massima attenzione al tema della qualità dell’acqua.
In realtà, le società di distribuzione idrica, sono obbligate per legge a garantire che quella distribuita in ambito domestico sia idonea al consumo, con limiti precisi per ogni sostanza presente.
Sistema OneFlow + Serie OFPSYS, con cartuccia e filtro a carboni attivi, che riduce depositi, sedimenti, odore e sapore del cloro
Una soluzione efficiente contro il calcare
Fatta la doverosa premessa, è possibile affrontare il tema relativo a come combattere gli accumuli di calcare, con metodi sicuri e sostenibili. Oltre ad alcuni trucchi “della nonna”, arriva in aiuto anche la tecnologia. Ne è un esempio il sistema anticalcare ecosostenibile OneFlow di Watts che, oltre a prevenire i depositi di calcare dalle tubazioni, è in grado di rimuovere o ridurre la presenza di cloro, dei composti organo-alogenati ed altre sostanze tossico-nocive.
In questo modo, l’acqua non viene totalmente impoverita di calcio e magnesio (che compongono il calcare), ma è sicura per le persone e anche per rubinetti, tubazioni domestiche ed elettrodomestici, con evidenti vantaggi in termini di durata nel tempo e di efficienza. Tutto ciò, senza la necessità di aggiungere sale o altri prodotti chimici.
Come recita il detto: prevenire è meglio che curare. Soprattutto nel discorso “calcare”
Come funziona il sistema OneFlow
Alla base del funzionamento di questo sistema anticalcare, c’è la tecnologia Template Assisted Crystallization (TAC): all’interno di una cartuccia sono contenuti dei granuli che fissano i minerali di calcio e magnesio, trasformandoli in cristalli microscopici.
In questo modo, non vengono eliminati, ma semplicemente non possono aderire alle superfici e si limitano a scorrere nell’acqua. L’installazione è molto semplice, ma è comunque raccomandato rivolgersi a un idraulico di fiducia. Non serve corrente elettrica, solamente il cambio della cartuccia anticalcare e del filtro a carboni attivi (modello OFPSYS); la raccomandazione generale è entro i 36 mesi per la cartuccia anticalcare ed entro i 12 mesi per il filtro a carboni attivi, variabili a seconda dell’uso della durezza dell’acqua.
Funzionamento sistema anticalcare, con fissaggio di ioni di magnesio e calcio
Bere acqua sicura, direttamente dal rubinetto, è una comodità, oltre che un risparmio
Come scegliere il sistema anticalcare
Il sistema per prevenire il calcare, e poter bere acqua sicura, deve essere scelto in base alla tipologia di impianto. Anche per questo è bene affidarsi ad un installatore, in grado di valutare in modo oggettivo le specifiche necessità. Per rispondere in modo puntuale alle esigenze degli utenti, Watts ha sviluppato una gamma di prodotti, che vanno da quello adatto ai singoli apparecchi, fino al OneFlow OF1054-20-D, perfetto anche per i complessi condominiali con più utenze.
wattswater.it
Una pulizia continuativa permette di ridurre la formazione del calcare
di Denise Frigerio.
Una soluzione ottimale e a misura delle proprie esigenze, che unisce lo stile alla funzionalità, per un angolo lavoro, o studio, progettato ad hoc.
Nell’epoca dello smart working e delle case modulari, l’armadio a ponte con scrivania integrata rappresenta la soluzione ideale per ottimizzare gli spazi, grazie al suo sviluppo in altezza e alla modularità dei suoi elementi. Giocando sulla verticalità è possibile “incastrare” – è il caso di dirlo – un tavolo da lavoro per creare una vera e propria work-station o uno studio per i ragazzi.
Gli armadi a ponte hanno capacità contenitiva e, nella maggior parte dei casi, sono componibili, permettendo così di costruire una cornice attorno alla scrivania, che si può ritmare liberamente in ante, armadi e open box perfetti per organizzare i materiali con la massima praticità.
1. Libertà compositiva
Freedhome® scrittoio di Caccaro è un armadio a ponte dalle linee compatte, in cui scrivania e libreria sono perfettamente integrate. I vani sono un’alternanza di spazi aperti e chiusi, con antine laterali battenti che, una volta aperte, diventano dei comodi ripiani. La parte superiore ha apertura anta e ribalta, mentre i cassetti sotto la libreria possono essere dotati di meccanismo “servo drive”, per l’apertura con un semplice tocco. A piacere, le antine laterali possono essere profilate con led gestibili da remoto. Freedhome@ ha dimensioni, finiture e composizioni sulla base delle esigenze personali.
Armadio a ponte e scrittoio Freedhome® di Carraro; prezzo a partire da € 7.200 – caccaro.com
2. Il design spazioso
L’armadio a ponte Alterna di Zalf si avvale, come in tutti i prodotti dell’azienda, della versatilità progettuale che lo rende adattabile a tutti gli ambienti di casa. La versione CSM2005 ha scrittoio integrato, boccola passacavi e luce a led, perfetta per un piano di lavoro completo e funzionale.
Armadio a ponte Alterna di Zalf; prezzo a partire da € 4.400 – zalf.com
3. Sistemi trasformabili
Non si tratta di un armadio a ponte in senso stretto, ma la sua funzionalità lo rende un partner ideale per recuperare spazio e funzionalità in casa. Circle Board di Clei è un sistema trasformabile, con un mobile dotato di scaffalature, un letto matrimoniale a scomparsa completo di scrivania, anch’essa a scomparsa grazie al movimento basculante.
Modulo libreria, letto matrimoniale e scrivania basculante Circle Board di Clei; prezzo a partire da € 2.300 – clei.it
4. Multifunzione
Start di Clever sfrutta con la sua linearità anche gli spazi più piccoli: combinato al letto Nikai e al piano Voilà, racchiude in pochi metri una camera intera. I pensili dell’armadio sono formati dalla combinazione di elementi contenitivi di 4 dimensioni differenti, mentre la zona sottostante può essere completata con pannelli boiserie o scrivanie.
Cameretta composta da letto Nikai, piano Voilà e armadio a ponte Start di Clever; prezzo a partire da € 2.750 – clever.it
5. Perfettamente integrato
Un piano scrittorio dotato di illuminazione a led, incorniciato in un armadio a ponte con anta a battente in vetro color selce con elementi in rovere: Lunetto di Team7 si integra perfettamente nella linearità del mobile sopra la scrivania e ha una serie di comode mensole a vista. Si compone su misura.
Armadio a ponte Lunetto di Team7 con scrittoio; prezzo a partire da € 3.559 – team7-home.com
6. Minimalismo a ponte
Combinabili in tanti modi differenti, gli arredi Ikea Småstad e Plasta – nella versione cassettiera a 2/3 cassetti e negli scaffali a giorno, guardaroba e mobile – possono formare una postazione scrivania incassata in un pratico mobile a ponte caratterizzato dalle linee minimali che hanno reso famosa l’azienda svedese.
Due ambienti con armadio a ponte di Ikea realizzati con Småstad, elemento a parete € 20; guardaroba € 136, guardaroba 4 cassetti € 202, mobile € 94; e Platsa, cassettiera 2 cassetti € 110; cassettiera 3 cassetti € 135, scaffale a giorno € 50 e € 65, guardaroba 4 cassetti € 202, mobile € 94 – ikea.com
7. L’estetica pratica
Rex è un sistema componibile firmato da MisuraEmme e caratterizzato da un’anta a battente che si evolve grazie a una cerniera, progettata per consentire una pratica apertura a più di 180°. Completamente customizzabile, può essere configurato con piano di appoggio e scrittura a ponte, che ne amplifica la funzionalità.
Rex di MisuraEmme; prezzo su richiesta e su progetto – misuraemme.it
In copertina, armadio a ponte con scrittoio integrato Lunetto di Team7.
Icone di Design – Eero SaarinenEero Saarinen nasce in Finlandia nella città di Kirkkonummi il 20 agosto 1910 da padre noto architetto e madre scultrice. Architetto e designer, è considerato uno dei più influenti modernisti americani e pioniere dell’Organic design, capace di dare vita a una contaminazione fra il design scandinavo e quello statunitense.
Studia alla Académie de la Grande Chaumiére di Parigi per poi trasferirsi con la famiglia negli Stati Uniti nel 1923 dove si laurea alla Yale University in Connecticut e perfeziona gli studi presso il Cranbrook Institute of Architetcure and Design vicino a Detroit, scuola diretta dal padre dove vi ritorna da professore di architettura. Qui conosce Charles Eames con il quale condivide lo stesso interesse per le infinite potenzialità offerte dai materiali moderni e dalle nuove tecniche di lavorazione come lo stampaggio del fiberglass e la lavorazione a guscio.
Il risultato più noto della loro collaborazione è la rivoluzionaria collezione di sedie in compensato stampato per il concorso Organic Design in Home Furnishings del 1940 indetto dal MOMA, del quale vinsero il primo premio con la Organic Chair.
Charles Eames & Eero Saarinen, Organic Chair, 1940, Vitra
Il profilo dalle forme organiche e scultoree costituisce un progetto d’avanguardia: una forma unica e continua a contatto con il corpo con funzione di schienale, seduta e braccioli realizzata in un unico pezzo tridimensionale in legno compensato. Un design talmente pionieristico da non essere mai entrato in produzione per la difficolta di realizzazione fino al 1950, quando fu possibile replicarla in serie e commercializzare scocche ergonomiche.
Charles Eames & Eero Saarinen, Organic Chair, 1940, Vitra
Durante gli anni della Cranbrook School conosce anche Florence Schust Knoll (fondatrice assieme al marito della Knoll Associates) con la quale disegna alcuni dei pezzi che hanno fatto la storia dell’azienda Knoll, in primis la collezione Tulip. Tra i suoi pezzi in assoluto più riconoscibili, le tecniche produttive di Knoll hanno permesso la realizzazione del suo sogno: un mobile unico, dalla linea fluida e continua di facile riproducibilità. Alla base del progetto l’obiettivo dichiarato di eliminare le quattro gambe del tavolo per crearne uno esteticamente migliore e maggiormente fruibile grazie all’utilizzo di materiali innovativi come la fibra di vetro.
Eero Saarinen, sedie e tavolo Tulip, 1957, Knoll
Nella seconda meta degli anni quaranta abbandona l’impiego del legno compensato per sperimentare e utilizzare come materiale base per le sedute le plastiche sintetiche rinforzate da fibra di vetro. La sedia Womb ne è l’esempio più riuscito, con le sue forme generose e confortevoli è stata realizzata esclusivamente per Knoll ed è in produzione ancora oggi.
Eero Saarinen, Sedia Womb, 1948, Knoll
Eero Saarinen, sedia e divano Womb,1948, Knoll
L’opera di Saarinen risente fortemente del suo grande interesse per la scultura, caratterizzata quindi dall’uso di forme organiche, plasmabili ed espressive. Nei primi lavori ritroviamo alcuni aspetti del razionalismo tipico di Mies van der Rohe ma in forme meno classicistiche di derivazione scandinava, mentre successivamente comincia a crearsi un linguaggio personale e riconoscibile, nel quale sintetizza elementi diversi come la scultura, design e architettura.
Eero Saarinen, Executive chair, 1950, Knoll
In ambito architettonico il suo capolavoro è il terminal della TWA presso l’aeroporto internazionale John F. Kennedy a New York. Un grande guscio in cemento armato risulta leggero ed espressivo e ricorda un fascio d’ali posato a terra nel quale lo spazio interno è plasmato e modellato in ogni particolare. Dopo essere stato inutilizzato per 16 anni nel 2018 è stato riaperto al pubblico sotto forma di hotel con 512 suite, sei ristoranti, otto bar e vari negozi. Per l’edificio riceve postuma la medaglia d’Oro dell’American Institute of Architects nel 1961.
Eero Saarinen muore prematuramente all’età di 51 anni nel 1961 ad Ann Arbor, negli Stati Uniti.
Eero Saarinen, terminal TWA Aeroporto John F. Kennedy, 1962, New York, Ph. Ezra Stoller – Balthazar Korab
Eero Saarinen, terminal TWA Aeroporto John F. Kennedy, 1962, New York, ph.Max Touhey
Nell’immagine di copertina, Eero Saarinen
Idee di stile – riconvertire a tutto coloredi Maria Chiara Antonini.
Come trasformare un anonimo studio di soli 50 mq in un appartamento bello e accogliente?
È la sfida colta dallo Chroma Studio, quando si è trovato alle prese con un immobile piccolo e angusto a Milano da riprogettare con due obiettivi precisi: convertirlo ad uso abitazione e trasformarlo in un ambiente di design contemporaneo, adatto per una giovane ragazza.
Non potendo cambiare la volumetria interna degli spazi, lo studio ha mantenuto l’originale corridoio stretto, le due stanze e la sala da bagno, focalizzando il restyling sull’abbinamento dei colori e delle forme. Con un sapiente gioco di contrasti materici ed effetti ottici, è riuscito così a trasformare i vari ambienti in una nuova casa divertente e colorata.
La cucina, arredata con semplici pensili bianchi e sgabelli accostati al piano isola, ha muri con colori vivaci
Da una delle stanze che formavano l’ex ufficio, è stata ricavata la cucina. Arredata con semplici moduli con pensili bianchi, abbinati a un piccolo mobile isola dello stesso colore, ha le pareti tinteggiate con un colore intenso, che dona a tutto l’ambiente carattere e stile. Il tutto, reso ancora più di impatto grazie al contrasto cromatico non solo con il pavimento chiaro, ma anche con i muri dell’ingresso e del corridoio.
Un’idea per un pavimento simile, può essere GeoTexture, un rivestimento monolitico pronto all’uso, traspirante e privo di solventi, disegnato da David Lopez Quincoces per HDsurface. Sicuro ed ecocompatibile, è stato concepito per l’utilizzo in interni, ma è ideale anche nei contesti più delicati come i piatti doccia e i piani cucina.
Rivestimento per pavimenti GeoTexture di HDsurface, design di David Lopez Quincoces – prezzo su richiesta – hdsurface.it
Invece, per chi al piano isola preferisce la comodità di un tavolo, Magis propone il tavolo Big Will. Disegnato in collaborazione con Philippe Starck, ha il piano allungabile con diverse finiture, e divertenti macro ruote a un’estremità del tavolo che ne agevolano l’allungamento. E per portare il colore anche sulla tavola, Zara Home ha prodotto la collezione di stoviglie in maiolica Picasso, in omaggio al talento dell’artista spagnolo.
A sinistra, tavolo Big Will di Magis, design di Philippe Starck, prezzo a partire da € 4.819 – magisdesign.com; a destra, collezione di stoviglie in maiolica Picasso di Zara Home, prezzo a partire da € 9,99 – zarahome.com
L’originale corridoio dell’ex studio trasformato in appartamento, stretto e poco luminoso, è stato trasformato in uno spazio colorato, oltre che funzionale e pratico. Le pareti sono state tinteggiate scegliendo colori diversi abbinati tra loro, con l’aggiunta di inserti di specchi, per creare un piacevole effetto prospettico.
Sulla stessa lunghezza d’onda (progettuale), una soluzione pratica ed esteticamente bella, che si può modulare a seconda della metratura a disposizione, è il mobile Vivlio di Skagerak. Composto da una base in metallo con diversi colori a scelta, si può personalizzare con moduli e mensole con misure variabili, per avere così piani di appoggio senza occupare troppo spazio.
A sinistra, particolare del corridoio, con pareti colorate e inserti di specchio; a destra, mobile con mensole componibile Vivlio di Skagerak, disponibile in diversi colori e varie dimensioni, prezzo a partire da € 228 – skagerak.com
L’area living, ricavata nella stessa stanza della cucina, sembra trovarsi in un altro ambiente, grazie alle pareti colorate con tinte diverse, capaci di definire due ambienti concettualmente separati, pur essendo uno solo. Tanto colore anche per i cuscini e il tappeto sul fondo neutro del divano grigio.
Un’alternativa al divano può essere la collezione di imbottiti che Bross ha lanciato in collaborazione con Marco Zito. Si chiama Sit, composta da poltrone, chaise longue e pouf, da abbinare a seconda dello spazio che si ha a disposizione, giocando con colori diversi. Mentre, per tenere tutto in ordine, c’è il mobile Palinfrasca di Miniforms: è una madia modulare che funge anche da libreria, piano tv e piano per vasi. Pratica, comoda e componibile con misure diverse.
Dettagli dell’area living, con pareti colorate, un grande divano grigio chiaro e cuscini fantasia
A sinistra, poltrona Sit di Bross, design di Marco Zito, prezzo su richiesta – bross-italy.com; a destra, mobile componibile Palinfrasca di Miniforms, design di Fabio Fantolino, prezzo a partire da € 550 – miniforms.com
Nel progetto, la camera da letto si apre sul guardaroba e i colori chiari delle pareti sono accostati alle tinte più accese dei complementi: dalle tende al copriletto. Solo una parete è stata colorata di azzurro, con al centro un tondo chiaro. Un sistema funzionale per il guardaroba analogo, è quello proposto da Tomasella con la cabina armadio Liberty: modulabile, adattabile alle dimensioni delle pareti e customizzabile negli accessori.
A sinistra, la camera da letto con il guardaroba a vista; a destra, la cabina armadio Liberty di Tomasella, prezzo su richiesta – tomasella.it
Anche nella stanza da bagno il colore e l’abbinamento di superfici materiche diverse sono l’elemento decorativo che dona carattere. Partendo da questa soluzione, una collezione che aggiunge stile alla sala da bagno si chiama Topaz, proposta dal gruppo Graff. È composta da miscelatori e rubinetti con finiture diverse, da quella opaca a quella lucida, e linee che reinterpretano lo stile Déco in chiave contemporanea. Mentre un lavabo dalle linee contemporanee, con forme e colori innovativi, è quello della linea Kracklite di Axa, gruppo Colavene. È un modello semi freestanding che poggia su un mobile colorato dalle forme arrotondate.
Progetto Chroma Studio – chromastudio.it
Foto courtesy Riccardo Gasperoni/Archello.com
La stanza da bagno, con una parete rivestita da piastrelle a sbalzo irregolari
A sinistra, miscelatori e rubinetti della collezione Topaz di Graff, prezzo su richiesta – graff-designs.com; a destra, lavabo semi freestanding della linea Kracklite di Axa, gruppo Colavene, prezzo su richiesta – colavene.it
In copertina, un dettaglio della cucina.
Pergotende e pergole bioclimatiche – differenze, caratteristiche e costidi Arianna Giancaterina.
Per vivere il giardino e gli spazi outdoor tutto l’anno è possibile realizzare pergolati dal grande valore funzionale ed estetico, capaci di adattarsi perfettamente al contesto architettonico della propria casa.
All’interno della vasta offerta di pergole fornita dal mercato, è bene distinguere tra i due modelli principali: pergotende e pergole bioclimatiche.
Che cosa sono le pergotende?
La classica pergola ha origini molto antiche, si tratta di una struttura generalmente realizzata in legno ed utilizzate per schermare il sole. Fino a qualche tempo, questi prodotti non consentivano alcun tipo di regolazione e spesso, per garantire una maggiore ombreggiatura, venivano adornati con piante rampicanti.
La prima evoluzione della pergola è rappresentata dalla pergotenda, caratterizzata da una copertura più performante, mediante l’inserimento di un telo in PVC (o di un tessuto per esterni) retrattile e azionabile manualmente, o in modalità elettrica. La pergotenda è particolarmente adatta ad ambientazioni in stile classico, anche se attualmente sul mercato ne esistono modelli dal gusto estetico moderno, capaci di integrarsi a contesti contemporanei e minimali.
Pergotenda Phoenix di Pratic; 4×5 metri, accessori e complementi esclusi – a partire da € 11.000 – lead.pratic.it
Tra i modelli più versatili e performanti, dall’anima hi-tech, si trova la pergotenda Phoenix di Pratic, disponibile sia nella versione free-standing, sia addossata a muro. A differenza di altri sistemi di ombreggiamento, la copertura in PVC impacchettabile protegge in modo uniforme la superficie sottostante, raggiungendo dimensioni fino a 5×10 metri.
È inoltre personalizzabile con prese elettriche e USB integrate sui montanti; con sistemi di illuminazione Led Line RGB a luce dimmerabile e con sensori meteo, che intervengono in caso di condizioni climatiche avverse. Un’altra sua caratteristica, è l’installazione mediante la “pedana Set” che, grazie ad un innovativo sistema di compensazione, risolve pendenze e dislivelli del terreno.
Pergotenda R213 PERGOLIFE di BT Group; 2×2 metri con quattro piantane, a partire da € 5.400 – btgroup.it
Un altro modello di pergotenda, dal design ricercato e innovativo, è Pergolife di BT Group. SI tratta di una struttura in alluminio, disponibile nella versione autoportante o addossata a parete, con copertura mobile in tessuto PVC oscurante e ignifugo. La raccolta per l’acqua piovana è integrata nei montanti e il modello risulta personalizzabile, con sistemi di illuminazione Led e accessori vari. Il suo vantaggio sono i quattro montanti perimetrali, con cui riesce a coprire, con un unico telo, una dimensione di 5.50x 8metri.
Che cosa sono le pergole bioclimatiche?
Le pergole bioclimatiche rappresentano l’evoluzione tecnologica delle pergotende. Si tratta di strutture in alluminio dal design accattivante, controllate da sistemi digitali e domotici, e per questo più costose delle pergotende – i prezzi partono da 800 euro al metro quadrato per un modello base escluso di accessori, automazioni elettriche e optional.
La peculiarità principale del modello bioclimatico è la copertura, costituita da lamelle frangisole orientabili e automatizzate che possono chiudersi (anche in modo ermetico garantendo dunque l’impermeabilità in caso di pioggia) o aprirsi, in base alle varie esigenze metrologiche, comportando così un comfort totale e un consistente risparmio energetico. Le pergotende bioclimatiche rappresentano, infatti, la soluzione ideale per garantire la migliore combinazione fra illuminazione e aerazione.
Pergola bioclimatica Brera S di Pratic
Permessi e autorizzazioni
Si tratti di pergotende o di pergole bioclimatiche, si parla di strutture modulari, la cui installazione non necessita di una fondazione fissa e, di conseguenza, di un’eventuale richiesta di permessi o autorizzazioni particolari. Dato che le disposizioni, però, possono variare da zona a zona, soprattutto se si intende installare una struttura dalle dimensioni importanti, è sempre bene consultare il Regolamento Edilizio del proprio Comune.
In copertina, Pergotenda Phoenix di Pratic
Tavolino da salotto – must have del livingdi Denise Frigerio.
Noto anche come coffee table, uno dei più iconici complementi d’arredo, è uno dei punti focali del soggiorno e assoluto simbolo di convivialità.
Essenziale piano di appoggio, perfetto per riporre libri o riviste, e servire bibite, tè o caffè, il tavolino da salotto vede la sua apparizione nel 1868, quando l’architetto inglese E.W. Godwing ne disegnò un primo, minimale, modello. Anni dopo, nel 1944, l’artista giapponese Isamu Noguchi realizzò per Vitra il riconoscibilissimo Noguchi Coffe Table, con il ripiano di vetro e le gambe che ricordano forme organiche. Oggi lo si trova declinato in moltissimi materiali e forme, dal tubolare in acciaio combinato con legno e pelle, al più classico in legno.
1 – FASCINO ESOTICO E SOSTENIBILE
Jeko è una collezione di tavolini bassi in stile coloniale, realizzato da Gervasoni 1882 in Ecotek, un materiale che riutilizza travi ed elementi in teak, recuperati dalla demolizione (autorizzata) delle tradizionali case in legno dell’isola di Giava. La collezione si completa con tavolini dining e lounge tondi.
Tavolini Jeko di Gervasoni 1882, design Paola Navone; quadrato prezzo € 2.408; rettangolare prezzo € 1.770 – gervasoni1882.com
2 – NATURALMENTE DESIGN
Il tavolino Layers di Morelato si compone di tre piani posti su altezze differenti, che vengono mixati con finiture a piacere e personalizzabili. È costruito in legno di frassino, di cui mantiene tutte le caratteristiche di naturalità.
Tavolino Layers di Morelato; prezzo da € 3.416 – morelato.it
3 – MINIMAL CHIC
Matrice geometrica e morbidezza dei materiali per Bler di Frag. Una famiglia di tavolini “fianco divano” con una struttura in acciaio verniciato effetto spazzolato, che ne costituisce il piano, sorretto da una gamba decentrata, sagomata a forma di goccia e rivestita di cuoio. È disponibile in diverse tonalità.
Tavolino Bler di Frag e un dettaglio del rivestimento in cuoio; prezzo da € 900 – frag.it
4 – GIOCO DI INTARSI
Evoca nei decori e nei materiali l’armonia organica del mondo vegetale. Archway CT di Fratelli Boffi è un tavolino basso e tondo, caratterizzato da un intarsio che unisce lavorazioni di pregio, in betulla e mogano, e appeal contemporaneo. I fregi sono incastonati in mogano massello e valorizzati (e protetti) da una laccatura lucida.
Tavolino tondo Archway CT di Fratelli Boffi; prezzo da € 9.280 – fratelliboffi.it
5 – FORMA E MATERIA
Essenziale e materico, Leo di Adrenalina ricorda il design delle avanguardie russe di inizio Novecento. Una linearità che unisce la struttura portante in ferro con l’uso del colore nei ripiani dalle forme geometriche.
Tavolino Leo di Adrenalina; prezzo da € 1.132 – adrenalina.it
6 – DOPPIO GIOCO
Una presenza importante nel salotto per Toledo di Alivar: uno struttura in massello di frassino nella versione vernicita o noce nazionale caratterizzata da un doppio piano di appoggio. Il piano superiore in marmo è accoppiato in vetro trasparente in MDF laccato lucido o opaco, mentre quello inferiore – a base del tavolo – è in MDF laccato lucido.
Tavolini Toledo di Alivar; prezzo su richiesta – alivar.it
7 – TUTTO A PORTATA
Salsa di Fermob è un tavolino da caffè in acciaio verniciato a polvere poliestere anti-UV dalla particolare forma allungata, che si ispira alle creazioni Bauhaus e al modernismo. Morbido nelle linee è pratico nell’utilizzo, grazie al suo cestino portaoggetti integrato.
Tavolino Salsa di Fermob; prezzo € 499 – fermob.com
8 – LINEE DECISE
Si trova in versione tonda o quadrata, Gemini di MisuraEmme, un tavolino dalle linee geometriche essenziali e dall’effetto materico. Gemini è realizzato in folding e impiallacciato, con finitura lucida in Macassar.
Tavolino Gemini di MisuraEmme; prezzo su richiesta – misuraemme.it
In copertina, tavolino Salsa di Fermob
Icone di Design – Ross Lovegrovedi Evi Mibelli.
“La Natura è Maestra, è l’essenza della forma e della perfezione come risultato di un percorso di sottrazione. Nulla è in più o in meno”. Una citazione che, potendo scegliere poche parole per descrivere il lavoro di Ross Lovegrove, calza a pennello. Nato a Cardiff, Galles, il 16 agosto del 1958, si laurea in Disegno Industriale al Politecnico di Manchester nel 1980, e consegue il Master di Design al Royal College of Art nel 1983. Nei primi anni ’80 lavora come designer per Frog Design occupandosi di progetti come i Walkman per Sony e i computer per la Apple.
Si trasferirà a Parigi come consulente di Knoll International per poi unirsi all’Atelier di Nimes insieme a Jean Nouvel e Philippe Stark. Rientra a Londra nel 1988 portando a termine altri importanti progetti per British Airways, Parker Pens, Kartell, Ceccotti, Cappellini, Alfi Zitzmann, Philips, Moroso, Driade.
Lo Studio di Ross Lovegrove a Notthing Hill, Londra
Nell’ambiente del design è conosciuto come Captain Organic. Parte dal principio per cui “la forma tocca l’anima e le emozioni delle persone”. Attenzione però, non è un amore fine a sé stesso, si tratta di un sistema di codificazione estremamente sofisticato che parte da molto lontano attraversando migliaia di anni di evoluzione.
“Noi rispondiamo istintivamente alla forma – racconta – e io sono interessato a creare forme intelligenti. Per farlo osservo la Natura che offre un mondo di soluzioni incredibili. Mi guida soprattutto l’istinto. Detesto tutto ciò che superficialmente viene classificato come design e induce a un consumo inutile e dannoso”.
La scala interna che collega i due piani dello studio di Lovegrove è ispirata alla doppia elica del DNA ed è stata realizzata in setreolitografia in un unico pezzo
Parla di DNA e ne dà una definizione che si cala perfettamente nei due mondi che frequenta sul piano del pensiero: da una parte il codice della vita, dall’altra l’estensione dell’acronimo in Design Natura Arte. Nel suo studio di Notthing Hill – un incrocio tra un museo di storia naturale e un laboratorio della NASA – ne ha una rappresentazione in forma di scala che collega i due piani dell’ufficio.
Il design industriale, per Ross Lovegrove, è la forma d’arte del XXI°secolo. Gli strumenti a disposizione – digitali ma anche i nuovi materiali e le tecnologie di produzione – consentono di perfezionare i processi creativi e di raggiungere risultati inaspettati. È emblematica la bottiglia d’acqua Ty Nant. Ha fatto storia.
“Ho usato un tablet per disegnare la mia idea di acqua. Ho assecondato una tensione, una tentazione sapendo ‘istintivamente’ che avrei raggiunto lo scopo. Gli strumenti e i materiali sono gli ingredienti invisibili del design industriale. Quando mi portarono il prototipo rimasi deluso. Ma una volta riempita d’acqua ho capito che ero riuscito a dare una pelle all’acqua stessa”.
Ogni bottiglia è diversa, l’acqua assume sembianze diverse. “È individualismo di massa in un singolo prodotto. La sua forma si adatta all’impugnatura della mano, sia essa di una persona artritica, o di un bambino”.
La bottiglia per acqua Ty Nant, pluripremiata, la cui forma esalta l’elemento che contiene e offre una impugnatura sicura adatta a tutti
Affascinato dai modelli di crescita (vedi i frattali, per esempio) dove la Natura sviluppa le sue “creazioni” in modo da non avere vincoli, ne trae insegnamento per disegnare oggetti dalla forma tecnicamente perfetta, sempre emozionale.
Lampada a LED da esterno POD LENS, disegnata per Luceplan. In policarbonato, la forma si ispira alle gemme primaverili che compaiono sui rami degli alberi
Studiando la struttura alveolare delle ossa arriverà, per esempio, a produrre una sedia leggera, solida ed elastica utilizzando il magnesio. Coi polimeri e i biopolimeri varca nuove frontiere: è il caso della sedia, disegnata per Moroso, realizzata in un unico pezzo a iniezione. Il “carotaggio” dello schienale lascia il corpo respirare. Il materiale non necessario semplicemente viene eliminato e ne risulta una seduta flessibile.
GO CHAIR, realizzata in magnesio, per Bernhardt Design. È inclusa nell’elenco Best of 2001 di Time Magazine
Seduta DIATOM disegnata per MOROSO, in alluminio, completamente riciclabile, gioca la sua sfida nella leggerezza assoluta e nella robustezza conferita dalla particolare lavorazione della superficie, che si ispira ai microrganismi di silicio che si trovano nelle profondità oceaniche
“Quello che la Natura fa è scavare e liberare forme. Io seguo la stessa logica e trasferisco ogni giorno quel processo naturale nel mio processo progettuale”.
L’obiettivo di Lovegrove è essere un ponte tra presente e futuro: unire scienza e nuovi sistemi di produzione, conoscenza della materia e della Natura per arrivare ad usare le risorse in modo più intelligente. “Come designer è mio dovere promuovere la sostenibilità. La Natura, come abbiamo visto, porta bellezza e soluzioni perché frutto di un ‘pensiero’ che punta sempre al necessario. E lo fa in maniera maledettamente geniale”.
Sedia da esterni impilabile SUPERNATURAL, in polipropilene iniettato, per MOROSO
In copertina, Ross Lovegrove
Icone di Design – Alessandro MendiniDare una definizione univoca al lavoro di Alessandro Mendini risulta impossibile; personalità eccentrica e assolutamente eterogenea che ha saputo indagare tutte le sfaccettature del mondo del design: architetto, designer, pittore, critico, teorico e fondatore di teorie e movimenti avanguardisti italiani.
Classe 1931, nasce a Milano il 16 agosto, rimane una tra le più note e apprezzate personalità nel mondo del progetto contemporaneo e dalla fine degli anni 70 è tra gli innovatori del design italiano sia come progettista, aderendo a numerose avanguardie come il radical design e Alchimia, sia come teorico diventando direttore di riviste Casabella, Domus e Modo.
Negli anni ha saputo portare avanti un messaggio di innovazione e ironia nel mondo della produzione industriale, nell’artigiano e nell’autoproduzione. I suoi lavori affondano le radici nello stretto legame fra arte e progetto, con particolare interesse all’uso del colore e della decorazione risolti spesso in chiave critica e pungente.
Atelier Mendini, Milano
Nel 1979 entra a far parte dello Studio Alchimia assieme a Ettore Sottsass e Michele De Lucchi, gruppo di design radicale che puntava alla creazione di oggetti per puro piacere artistico, con riferimenti alla cultura popolare e al kitsch al di fuori della produzione industriale e della loro utilità pratica. Negli stessi anni fa propri concetti e teorie legate al re-design, ovvero dare un nuovo significato ad oggetti del quotidiano già esistenti.
Ecco quindi che interviene con sovrapposizioni di colore, texture, stili completamente lontani dall’oggetto originario per dare una reinterpretazione disinvolta e ironica. L’esempio più concreto di questo processo e l’oggetto più famoso di Mendini è la poltrona Proust. Progettata in stile settecentesco e omaggio allo scrittore francese che le ha dato il nome, viene ricoperta da un pattern realizzato direttamente sul tessuto senza uno schema a priori e che richiama la tecnica puntinista di Signac.
Poltrona Proust, 1978, Alchimia edizioni
A partire dal 1978 la poltrona di Proust ha avuto continue varianti nei colori, nelle dimensioni e nei materiali, riprodotta in ceramica, bronzo e cartapesta. Nel 2011 da oggetto controverso a tiratura limitata diventa un pezzo industriale stampato in plastica rotazionale prodotto da Magis, una sorta di paradosso che diventa realtà.
Poltrona Proust, Magis, 2011
Altro oggetto-icona è Anna G del 1994, uno dei cavatappi più famosi nella storia del design e best seller di Alessi, ispirato al volto e alla silhouette della designer Anna Gili. Il viso sorridente è diventato una figura cult che ha dato vita ad una famiglia di altri prodotti dal grande successo di pubblico. Un oggetto che interpreta la cucina in modo giocoso, tendenza di Alessi di caratterizzare i propri prodotti attraverso personaggi sempre più colorati e divertenti.
cavatappi Anna G, Alessi, 1994
Tra i progetti più recenti la lampada da tavolo Amuleto del 2012, realizzata per il brand coreano Ramun. Una lampada a led senza fili che può essere posizionata e orientata con estrema libertà, grazie al sistema di snodi circolari brevettato. Un oggetto estremamente essenziale il cui design è interamente giocato tra i riferimenti arcaici e innovazione tecnologica.
Mendini e la lampada Amuleto per Ramun, 2012
L’importanza della decorazione e della pittura divisionista, nella quale i puntini rappresentano una forma di smaterializzazione come le tessere del mosaico, torna nell’orologio “spot the dot” realizzato per Swatch. Un segno ludico e leggero ripreso su tutta la superficie dell’oggetto con il quale il designer racconta la sua visione del tempo.
orologio Spot the dot, Swatch,2015
Anche gli ultimi progetti del 2018 prendono spunto dal mondo dell’arte ma con un disegno più lineare e componenti essenziali, facilmente riproducibili industrialmente. Due oggetti per il brand Alessi: Tegamino, un pentolino in acciaio appositamente pensato per cuocere le uova e Alessini, un set di piatti e posate per bambini che permette al bimbo di mangiare come gli adulti.
Muore a Milano, dopo una lunga malattia, il 18 febbraio 2019 all’età di 87 anni.
Tegamino, Alessi, 2018
Alessini, Alessi, 2018
Nell’immagine di copertina, ritratto di Alessandro Mendini, foto di Carlo Lavatori
Caldaia a condensazione e normativadi Gaia Mussi.
La caldaia a condensazione è un impianto per la produzione di calore e di acqua calda sanitaria, perfetto per sostituire le vecchie caldaie a casa, in rispetto dell’attuale normativa sugli impianti per la climatizzazione.
Funzionalità e vantaggi della caldaia a condensazione
La caldaia a condensazione, alimentata a gas, riduce i consumi di energia, con grandi vantaggi economici e per l’ambiente. Infatti, viene recuperato il calore dai fumi generati durante la combustione, che altrimenti andrebbe perso.
Questo permette di abbattere anche le emissioni di CO2. Inoltre, sono più sicure e possono essere combinate con altri impianti per ottenere soluzioni ancor più efficienti e sostenibili. Ad esempio, la caldaia abbinata ad una pompa di calore costituisce un sistema ibrido, all’interno del quale i due generatori si alternano a seconda di quale dei due risulta più conveniente in quel preciso momento.
Normativa caldaia a condensazione: obbligo di installazione?
La Direttiva Europea 2005/32/CE, nota come “Ecodesign”, ha fatto entrare in vigore il divieto per i produttori di commercializzare caldaie tradizionali, con lo scopo di ridurre le emissioni dovute al funzionamento degli impianti di riscaldamento. Se oggi si deve cambiare la caldaia e non si vuole cambiare tecnologia, quindi, si dovrà optare per quella a condensazione.
Altra normativa da conoscere relativa all’installazione riguarda il collegamento ad appositi camini e canne fumarie al di sopra del tetto, per tutti gli impianti installati dopo il 2013. Rimane ammessa l’evacuazione a parete di soli quei dispositivi a basso consumo energetico, nell’unico caso in cui non è possibile lo scarico fumi sul tetto dell’edificio.
Libretto d’impianto e manutenzione: cosa dice la legge
Con il DPR 74/2013 ci sono novità anche per il libretto di impianto, che è obbligatorio per ogni nuovo impianto e deve essere compilato e rilasciato all’utente durante l’installazione. Il suo scopo è quello di permettere la registrazione di tutti gli interventi eseguiti, sia di manutenzione, che di controllo fumi.
La frequenza con cui effettuare il controllo dei fumi da parte di un tecnico specializzato è dettata dalla stessa normativa, che indica una frequenza di 4 anni per tutti gli impianti alimentati a gas con potenza compresa tra 10 e 100 kW. Per potenze superiori, si passa ad una frequenza biennale. La manutenzione ordinaria della caldaia e la sua pulizia, invece, non sono obbligatorie per legge.
ecoTEC plus VMW di Vaillant – a partire da € 2.000
Dove installare la caldaia?
Per quanto riguarda il posizionamento della caldaia, ci sono delle norme UNI (7129 e 7131) che trattano anche aspetti quali la tipologia di caldaia e di combustione, il tipo di alimentazione e le caratteristiche della parete su cui viene installata, comprese tutte le distanze da rispettare per lo scarico dei fumi, con eventuali deroghe particolari. In generale, se si ha spazio all’esterno, si consiglia sempre di posizionare qui l’impianto, proteggendolo adeguatamente.
Altherma 3 C Gas W di Daikin – a partire da € 1.700
Quale caldaia a condensazione acquistare
Sul mercato sono disponibili diversi modelli di caldaie a condensazione, in grado di rispondere a ogni esigenza. Si distinguono in termini di potenza, efficienza o dimensioni, per quanto il loro funzionamento sia lo stesso. Ad esempio, la caldaia murale a condensazione ecoTEC plus VMW di Vaillant, è a elevata efficienza energetica e può essere combinata al sistema vSMART per il controllo da remoto. La caldaia a condensazione Altherma 3 C Gas W di Daikin è compatta e assicura produzione di calore e ACS senza l’abbinamento ad un serbatoio, perfetta per le abitazioni in cui c’è poco spazio.
Alteas One + Net di Ariston – a partire da € 1.500
Anche Alteas One + Net di Ariston è una caldaia murale di ultima generazione, con Wi-Fi già integrato e controllo vocale. Infine, la gamma di caldaie a condensazione Vitodens di Viessmann sono adatte per abitazioni e attività commerciali di piccole dimensioni, disponibili anche in versione modulare con più caldaie collegate, raggiungendo anche potenze di 900 kW.
Buciatore cilindrico di Vitodens di Viessmann – a seconda del modell, ma fino a un massimo di € 2.500
di Roberta del Vaglio.
Il tappeto da esterno è un complemento d’arredo dal forte impatto estetico ma a molti fa ancora paura la sua (apparente) difficile manutenzione. Il perché si spiega facilmente, si è abituati a considerare il tappeto da interno come un elemento delicato e complicato da pulire, di conseguenza si pensa lo stesso anche per la versione outdoor.
Ma e proprio così? Non del tutto, perché i “carpet” da esterno sono realizzati in materiali sintetici che hanno una buona risposta sia all’acqua, sia all’usura del sole. Naturalmente sarà opportuno riporli o proteggerli in caso di condizioni climatiche particolarmente aggressive, ma sono studiati per essere resistenti. Quindi non scoloriscono facilmente e possono essere lavati senza problemi, spostando l’attenzione su un’altra caratteristica, richiesta dal design contemporaneo: la loro dimensione.
I tappeti grandi da outdoor sono diventati un complemento d’arredo irrinunciabile nella progettazione degli spazi esterni, ormai vere estensioni della casa e di conseguenza arredati con la stessa cura progettuale. Per quanto riguarda lo stile, le ultime tendenze suggeriscono un’ispirazione cromatica green, con i colori naturali della terra e del cielo, espressi in pattern dal fascino contemporaneo e caratterizzati da chiari richiami vintage, in perfetto pendant con la natura circostante.
Tappeti outdoor nei toni caldi della terra
In tema di praticità è interessante la collezione In&Out di Dickson. I tappeti sono realizzati in tessuto vinilico, una fibra impermeabile, che non assorbe lo sporco e ha una buona resistenza alle scoloriture.
Di questa collezione fa parte la linea Iconic, caratterizzata da forme geometriche sovrapposte e abbinamenti cromatici tono su tono, in tre gradazioni tra il beige e il marrone. Ideale per gli stili outdoor ispirati alla linearità del design scandinavo.
In&Out Iconic di Dickson, prezzo a partire da € 1.100 per la misura 300x160cm – dickson-constant.com
Il tappeto Nido fa parte della collezione Objects disegnata da Patricia Urquiola per Kettal. Il suo nome deriva dalla tessitura a nido d’ape che intreccia il filato nelle tre tonalità materiche del grigio, marrone e beige.
La superficie è resistente agli agenti atmosferici, si asciuga rapidamente e può essere smacchiata con un panno e un detergente delicato. La sua linea semplice, ma fortemente materica, caratterizza e definisce gli spazi, portando all’esterno l’avvolgente “effetto salotto” tipico dell’interior.
Nido di Kettal, 294x200cm, prezzo € 2.379 – kettal.com
Natural Panama di De Dimora riproduce perfettamente l’aspetto e la consistenza della corda ma in realtà è realizzato con un resistente tessuto in polipropilene che non teme raggi UV e detergenti. L’effetto è quello tipico dei tappeti intrecciati, un timeless arredativo sia dentro, sia fuori casa, che non risente dello scorrere del tempo e abbinabile a qualsiasi stile.
Natural Panama di De Dimora, 100x200cm, prezzo € 275,72 – dedimora.it
La fantasia tartan è adatta solo all’interno? Tutt’altro, come dimostra Ed, il tappeto PVC di Pappelina, azienda svedese specializzata nel textile da esterno. La tessitura avviene in Svezia su telai tradizionali ma il filato plastico rende il tappeto resistente e lavabile anche in lavatrice.
Manifattura ispirata alla tradizione ma resa contemporanea per un complemento d’arredo destinato a durare, probabilmente, molto più a lungo delle sue controparti in tessuto.
Ed di Pappelina, prezzo a partire da €130 per la misura 70x140cm – pappelina.com
Stone, natural e brick sono le tre tonalità, materiche, disponibili per il tappeto Tryptique di Roda, composto da tre pannelli di filato sintetico tessuto su telaio, tenuti insieme da una cucitura evidente che evoca il tradizionale punto a giorno.
L’aspetto è sartoriale ma le caratteristiche tecniche promettono un’ottima risposta agli agenti atmosferici. Un timeless contemporaneo capace, da solo, di arredare e che non ha niente da invidiare ai tappeti da interno.
Triptyque di Roda, prezzo a partire da € 2.395 per la misura 300x200cm – rodaonline.com
Per chi vuole dare al suo spazio all’aperto uno stile bohémienne una buona soluzione è il tappeto per esterno di Benuta. Ha una consistenza morbida ed è realizzato in poliestere riciclato e tessuto a mano. Può essere lavato con acqua e detergente delicato. A colpire è il suo aspetto handmade, una resa fortemente materica ed estetica, espressa in delicate nuance pastello.
Tappeto per esterno di Benuta, prezzo € 67,95 per la misura 80x150cm – benuta.it
Tappeti outdoor nei rilassanti colori del cielo e del mare
Un’alternativa più vivace ai colori neutri, forse ancora più in armonia con la natura, è il blu in tutte le sue tonalità, che richiamano il cielo, l’elemento che fa da cornice a tutti gli spazi outdoor, o il mare, il classico estivo.
Star di Leroy Merlin ha un disegno dalla chiara ispirazione mediterranea, ispirato alle tradizionali cementine, che gli dona un grande potere decorativo. In polipropilene, è resistente allo sporco, e può essere lavato semplicemente con un panno umido.
Star di Leroy Merlin, prezzo € 79.90 per la misura 160x230cm – leroymerlin.it
Il tappeto per esterni Nils di Habitat, disponibile in varie combinazioni cromatiche di grigio, beige, verde e blu è realizzato in polipropilene e può essere lavato a mano con detergenti delicati. Il suo disegno geometrico e discreto lo rende facilmente abbinabile agli altri arredi del living all’aperto, in una visione progettuale votata al minimal e al design nordico.
Nils di Habitat, prezzo € 35 per la misura 120x180cm – habitatitalia.it
Patio di Tapiso, è un’alternativa più vivace e decorativa. Realizzato in polipropilene, nei toni del blu in abbinamento a colori accesi come il rosso e l’arancione, riprende la tendenza del foliage nella versione jungle. Non una foresta verde, ma un vero ramage multicolor adatto a dare personalità agli esterni più neutri.
Patio di Tapiso, prezzo € 87,90 per la misura 160x220cm – tapiso.it
In copertina il tappeto Patio di JAB Anstoetz. È realizzato su misura, in fibra di poliestere ottenuta riciclando bottiglie di plastica e intrecciata a mano. Disponibile in eleganti nuance adatte a tutti gli stili, è resistente agli agenti atmosferici e si pulisce facilmente, con acqua e detergente delicato. Prezzo al mq € 139 – jab.de
Idee di stile – colore e vista maredi Maria Chiara Antonini.
Una tela bianca sulla quale nuance ben studiate, e di carattere, descrivono uno stile all’apparenza minimal, che si veste di una personalità raffinata e fortemente comunicativa.
Una villa con vista sulla baia di Sydney non ha bisogno di tanti arredi per essere bella: il paesaggio suggestivo, la natura rigogliosa che la circonda e la luce naturale che entra dalle grandi vetrate la rendono già a renderla speciale. Per l’architetto Penman Brown e i proprietari, quindi, è stato facile rendere questa casa ancora più accogliente, giocando su ampi volumi openspace e mixando pochi ma ben selezionati arredi colorati, di design, oltre che pratici e funzionali.
Una veduta del salotto della casa a Sydney
Il cuore della casa ruota attorno all’ampio living, che comprende in un angolo la grande cucina a vista con un elegante piano di marmo che serve anche da bancone a isola per la colazione. Alla parete adiacente, nella quale è stata creata una specie di nicchia, è stata progettata la zona con la tavola da pranzo, un divano che sostituisce due posti a sedere e di fronte sedie di legno. Nel centro di questa grande stanza della casa, sotto due ampi lucernari, si trova il salotto, arredato con pezzi di design e un grande divano che ne definisce lo spazio.
Divano Sumo di Living Divani, design Piero Lissoni, prezzo € 7.587 – livingdivani.it
A sinistra, poltrona Ingeborg di by Lassen, prezzo su richiesta – bylassen.com; a destra, cesti vari di Hubsch, prezzo su richiesta – hubsch-interior.com
Un divano che si possa mettere al centro di una sala come questa, con schienale, braccioli e gambe dalle dimensioni proporzionate e belli da vedere, può essere il modello Sumo disegnato da Piero Lissoni per Living Divani. Mentre, un’alternativa alla poltrona scelta per questi interior, può essere il modello Ingeborg di by Lassen, uno dei best seller dell’azienda storica danese. E per tenere ordinate le riviste, i giornali o anche il classico plaid da divano, Hubsch propone una vasta gamma di cesti, fatti in legno, metallo e corda con dimensioni varie da abbinare tra loro.
A sinistra, un angolo dell’altro salotto, più piccolo e raccolto; a destra, lampada Arco di Flos, design di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, prezzo a partire da € 2.780 – flos.com
Accanto al grande living si trova un altro salotto, più piccolo e accogliente, arredato con elementi colorati di design contemporaneo e una vecchia credenza dipinta di bianco. In questo caso, al posto della grande lampada da soffitto scelta, si può optare per la classica lampada da terra Arco, disegnata dai fratelli Castiglioni per Flos, ora disponibile nella versione a led.
La grande cucina total white con isola in marmo
A sinistra, pavimenti e piano cucina della collezione Marmoker di Casalgrande Padana, prezzo su richiesta – casalgrandepadana.it; a destra, sgabello di Menu, collezione Co Bar Chair, prezzo a partire da € 460 – menu.as
Una grande parete attrezzata con pensili e armadi a muro costituiscono la zona cucina, che ha anche un piano isola in marmo. Stesso impatto decorativo, oltre che funzionale, è quello che si ottiene con le lastre della collezione Marmoker di Casalgrande Padana, sia per il pavimento che per il piano a isola. La linea ha una vasta disponibilità di colori, dimensioni e formati. E come sedute, c’è la linea Co Chair di Menu, di recente ampliata con nuovi modelli e diverse finiture.
A sinistra, particolare dell’angolo dedicato al pranzo; a destra, i nuovi colori della collezione Teema di Iittala, prezzo a partire da € 14,90 – iittala.com
Colori soft, declinati dai classici bianco e sabbia al legno naturale, sono stati scelti per la zona dedicata alla sala da pranzo. Se si vuole aggiungere una nota di colore più acceso, ci si può sbizzarrire con i servizi e i complementi per la tavola. L’azienda finlandese Iittala, ad esempio, propone nuove nuance per la sua collezione iconica di piatti e mug Teema.
A sinistra, dettaglio del corridoio che porta alla zona notte; a. destra, sgabello/tavolino Pilastro di Kartell, design di Ettore Sottsass, prezzo € 290 – kartell.com
Nella villa australiana, un corridoio stretto collega la grande zona living con le stanze per la notte. Per rendere meno anonima questa zona di passaggio della casa, si può giocare con il colore. Per esempio, scegliendo lo sgabello, che all’occorrenza funge anche da tavolino, Pilastro di Kartell. Disegnato da Ettore Sottsass, è ormai un classico del design italiano.
A sinistra, una delle due sale da bagno; a destra, miscelatore Ceraplan di Ideal Standard, prezzo su richiesta – idealstandard.it
Anche in una delle due stanze da bagno è stato messo un grande blocco di marmo come lavandino, mentre i miscelatori a parete sono con finiture in ottone, abbinati a un grande specchio. Per chi invece preferisce il miscelatore fissato sul lavabo, Ideal Standard propone il modello Ceraplan con bocca alta di erogazione e finitura lucida.
A sinistra, particolare dell’area outdoor che circonda la villa; a destra, lampada da sospensione outdoor di Martinelli Luce, collezione Pistillo, prezzo € 65,88 – martinelliluce.it
La villa a Sindney è circondata da un patio con pavimento in legno e piante rigogliose. Per godersi le lunghe serate d’estate all’aperto, in un contesto che possiede la stessa atmosfera, Martinelli Luce propone la collezione di lampade Pistillo, da sospensione e facilmente movibili, con rivestimenti ideati per stare en plein air.
Progetto dello studio Penman Brown – penmanbrown.com
Photo courtesy Archello.com
Nato nella città francese Fumel il 12 agosto 1945, Jean Nouvel è un archistar di fama mondiale il cui studio è uno dei più importanti al mondo. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Bordeaux e poi all’École des Beaux-Arts di Parigi dove si laurea in architettura nel 1972, nel 1970 ancora non laureato apre il suo primo studio con François Seigneur.
Da sempre interessato a prendere una posizione forte, a volte polemica e provocatoria, riguardo i problemi e le decisioni sull’architettura e la città, nel 1976 è tra i fondatori del movimento degli architetti francesi Marzo 1976 e del Sindacato dell’Architettura. L’obiettivo condiviso è quello di opporsi al corporativismo degli architetti e alla loro interpretazione dell’architettura come disciplina stereotipata e autonoma, chiusa in sé stessa e incurante dei contesti geografici.
Dal 1968 prende parte al dibattito politico e culturale parigino che vuole portare la Francia in una posizione di avanguardia nella ricerca tecnologica, nel 1980 crea la Biennale d’architettura all’interno della Biennale di Parigi e diventa uno dei principali fautori della riqualificazione del quartiere Halles a Parigi.
Jean Nouvel, Institut du Monde Arabe,1987, Parigi, ph. Burçin Yildirim
Concepito come collegamento tra la cultura occidentale e quella araba, la facciata dell’edificio è contraddistinta da un sistema di diaframmi motorizzati che creano preziosi giochi di luce e rievocano la preziosità del marmo e del legno traforato tipici dell’architettura araba.
Interno Institut de Monde Arabe ph. Georges Fessy
I suoi progetti hanno un carattere decisamente sperimentale, non seguono stili o ideologie ma apportano novità e valorizzano le tecnologie costruttive, con il fine di creare un’architettura unica frutto di una combinazione di persone, luogo e tempo. L’attenzione per il contesto e la capacità di infondere una genuina unicità in tutti i progetti hanno prodotto edifici che segnano in modo indelebile le città in cui sono costruiti.
L’architettura è arte visiva e produzione di immagini, dove la luce assume un ruolo da protagonista e dialoga con le superfici, smaterializzando i volumi e regalando effetti grafici straordinari.
Jean Nouvel, Fondation Cartier pour l’Art Contemporain, 1994, Parigi, ph Luc Boegly.
Il tema della luce è fortemente presente nell’edificio della fondazione, un’architettura di vetro inserita nel giardino circostante che spiazza l’osservatore non distinguendo l’interno dall’esterno.
Dal 1971 ad oggi Jean Nouvel si è cimentato in oltre 200 progetti, sviluppati all’interno del suo studio multiculturale composto da 140 professionisti provenienti da tutto il mondo.
Jean Nouvel, Torre Agbar, 2005, Barcellona. Ph Santiago Barrier
La torre è stata costruita seguendo un’architettura bio-climatica che si adatta all’ambiente e riduce l’inquinamento. L’utilizzo di cemento, vetro e alluminio di differenti tonalità permette alla torre di cambiare colore a seconda della luce del giorno e delle stagioni. L’edificio è dotato inoltre di 4.500 dispositivi luminosi a LED che permettono un illuminazione notturna mutevole e accattivante.
Jean Nouvel, Torre Agbar, 2005, Barcellona
Jean Nouvel, Louvre Abou Dhabi, 2017. ph. Mohamed Somji
Edificato sull’isola di Saadiyat, in un luogo destinato a diventare un quartiere di arte e cultura, l’edificio si ispira alla medina e ha una mega cupola luccicante di 180 metri di diametro con 7850 stelle di metallo argentato che lasciano filtrare i raggi del sole.
Jean Nouvel, National Museum of Qatar, 2018. Ph.Atelier Jean Nouvel.
Una struttura dall’architettura straordinaria che prende ispirazione dalla rosa del deserto. Il complesso museale si compone di 76.000 lastre di calcestruzzo interconnesse di diverse dimensioni.
Il primo approccio nel campo del design nasce dall’esigenza di creare oggetti per le proprie architetture, accumunati dal concetto di “zero-design” ovvero la riduzione di un oggetto alla sua forma elementare per rasentare la perfezione. Per seguire attivamente la progettazione di oggetti ed accrescerne l’importanza nel 1995 fonda la società Jean Nouvel Design.
Tavoli LessLess, Molteni & Co
Disegnati originariamente per la Fondation Cartier a Parigi, i tavoli LessLess rivelano la loro estrema eleganza e leggerezza in ogni ambiente.
Libreria Graduate, Molteni&Co, 2013
Libreria componibile appesa, contraddistinta dalla sua leggerezza e semplicità il cui segreto è racchiuso nello spesso piano superiore, che fissato a muro o a soffitto contiene un sistema di tiranti simile a quello utilizzato per la costruzione dei ponti in cemento armato.
Jean Nouvel, lampada Equilibrist, Artemide, 2014
Due lampade come una bilancia in cerca di equilibrio, due fonti di illuminazione dissimili, in rotazione, in rivoluzione che ruotano attorno ad un asse verticale.
Nella sua carriera si annoverano numerosi premi, come il Grand Prix National d’Architecture alla totalità della sua opera, la Medaglia d’oro del Royal Institute of British Architetcts, il Leone d’oro della Biennale di Venezia e il Premio Pritzker, il nobel per l’architettura, nel 2008.
Jean Nouvel, lampada On Lines, Nemo Lighting, 2018
Una lampada che diventa scultura, con base in alluminio e pannelli diffusori in metacrilato.
La base presenta 4 binari dove posizionare liberamente i differenti diffusori per creare infinite configurazioni di luce e trasparenze.
Nell’immagine di copertina, Jean Nouvel
Come arredare un soppalco – idee e consiglidi Roberta del Vaglio.
L’angolo studio di cui si ha sempre bisogno, una camera da letto in più, il tanto desiderato guardaroba oppure un living in cui rilassarsi e dedicarsi ai propri hobby. Sono solo alcune delle tante opportunità offerte da un soppalco.
Un elemento spesso trascurato, dimenticato, utilizzato come deposito e non valorizzato come meriterebbe. Eppure, basta arredarlo con un po’ di cura e progettazione per trasformarlo in uno spazio utile e piacevole. Per cominciare è opportuno individuare la destinazione di questa zona della casa, per poi scegliere gli arredi giusti a partire dalle funzioni che dovranno assolvere e dalle caratteristiche specifiche del soppalco, altezza e ampiezza prima di tutto.
Zona soggiorno con angolo studio su soppalco. Photo courtesy casacontador.com
Living accogliente e raccolto
Uno degli aspetti ricorrenti del soppalco è l’altezza contenuta del soffitto, un limite apparente che può trasformarsi in punto di forza perché rende l’ambiente subito più intimo e accogliente, migliorandone anche l’acustica. Ecco perché, con un divano basso oppure una chaise longue, una luce da terra e un tappeto, si può trasformare in soggiorno accogliente in cui ritirarsi a leggere un libro. oppure conversare con un ospite. Se il divano diventa letto, il soppalco si trasforma in una comoda camera per gli ospiti.
Divanetto scandinavo e chaise longue LC4 disegnata da Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand e prodotta da Cassina. Photo courtesy historiskahem.se
Scrivania e arredi contenitori per l’angolo studio
L’angolo studio trova una collocazione ideale sul soppalco. Appartato, ma pur sempre in comunicazione con il resto della casa, consente di lavorare senza isolarsi del tutto. Oltre alla scrivania e alla sedia, è importante prevedere una piccola scaffalatura, cassettiera o altro tipo di arredo contenitore per tenere tutto in ordine facilmente. Senza dimenticare l’illuminazione giusta, per rendere confortevole il lavoro al computer.
Zona studio luminosa e funzionale. Photo courtesy architecturaldigest.com
Spazio ufficio sul soppalco. Photo courtesy futuristarchitecture.com
Arredi semplici e funzionali per l’angolo ufficio. Photo courtesy mansarda.it
Un letto basso per un’alcova accogliente e funzionale
Il soppalco spesso accoglie la zona notte, principale oppure dedicata agli ospiti. Una buona idea, se l’altezza del soffitto è limitata, può essere quella di adagiare il materasso direttamente sul pavimento. Scegliendo una tipologia adatta, confortevole e non dannosa per la schiena, anche in assenza della struttura del letto. Eventuali altri arredi dovranno essere proporzionati all’altezza del letto ed è interessante la soluzione che sfrutta una scaffalatura bassa, sia come libreria sia come parapetto del soppalco.
Zona letto su soppalco in cui la libreria funge anche da parapetto. Photo courtesy gaiamiacola.it
Letto basso e soffitto di legno per un’accogliente alcova. Photo courtesy indonesiandesign.com
Uno spazio libero per le nostre passioni
Il soppalco può anche ospitare la cabina armadio perfetta, inserendo un sistema di arredo specifico e progettato dopo aver individuato con precisione cosa la cabina armadio dovrà contenere: tipologie e quantità di vestiti, scarpe e accessori vari. Può anche accogliere una collezione di fotografie o quadri e trasformarsi in piccola galleria personale o, se la struttura e gli impianti lo consentono, diventare una zona relax con tanto di vasca da bagno.
Il soppalco trasformato in in zona relax con vasca e galleria d’arte. Immagini di indonesiandesign.com e Architecturaldigest.com
Cabina armadio sul soppalco in mansarda. Photo courtesy mansarda.it
Colori e materiali per amplificare lo spazio e renderlo luminoso
Oltre alla tipologia di arredo, è importante valutare materiali e colori più adatti allo spazio, soprattutto se contenuto. Il bianco alle pareti, così come per gli arredi, aiuta ad amplificare la luce che spesso in questi spazi è carente.
Lo stile può essere riscaldato e reso più interessante inserendo un arredo vintage, oppure un elemento dal design iconico, come una chaise longue moderna bella da vedere e comoda per rilassarsi. Per gli elementi tessili, si può optare per colori neutri, inserendo misurate note di colore, creando punti focali che rendono vivace l’ambiente.
Arredi vintage e librerie a tutta altezza rendono il soppalco più accogliente. Photo courtesy rachel-rivers.com e girlabouthouse.com
In copertina: zona notte su soppalco in un monolocale di Taiwan. Progetto di Phoebe Says Wow Architects Ltd. Photo courtesy: home-designing.com
Una serata in terrazzo – eclettismo chicMix and match raffinati e colorati per un outdoor tutto da personalizzare. La parola d’ordine? Osare. Anche all’aperto, per soirée indimenticabili all’insegna dello stile.
Le lunghe serate estive hanno un fascino particolare e il terrazzo diventa il luogo dove viverle, immersi nel verde, adagiandosi su comodi divani e soffici cuscini, con una tavola imbandita che attende solo gli ultimi ospiti ritardatari.
Il colore è punto di partenza, capace di trasformare un esterno in un salotto en plein air a tutti gli effetti. L’arredo è fondamentale, non si discute, ma l’anima vera e propria dello stile è una questione personale, fatta di dettagli che, in un esplicito eclettismo degli stili, dona la libertà di esprimere sé stessi.
Linea outdoor Wandering Majlis di Jwana Hamdan, ph. Francesco Dolfo – jwanahamdan.com
DEFINIRE GLI SPAZI
Un terrazzo pronto ad accogliere una bella serata, in famiglia o con gli amici, richiede sedute comode. Divani outdoor, che invitano al relax, sono il punto di partenza ideale per creare un ambiente sempre pronto alla convivialità. Gli arredi da esterno sono diventati un plus irrinunciabile per creare splendidi living sotto le stelle, che non temono le intemperie e resistono, per quanto possibile, anche agli incidenti tipici di ogni cena, o serata, in compagnia.
Linea outdoor Calipso di Ethimo, design Ilaria Marelli – ethimo.com
Linea tessile outdoor Transylvanian Roots di Mindthegap – mindtheg.com
IL TESSILE OUTDOOR
Se il furniture da outdoor arreda gli spazi, i tessili donano loro un’anima particolare e personale. Cuscini multicolor, dai pattern alternati, trasformano immediatamente l’intero ambiente, creando un’atmosfera boho-chic accogliente e di forte impatto, oppure etnica e con richiami sauvage. Inoltre, sono ulteriori sedute di fortuna, soprattutto per i più piccoli, da adagiare su tappeti da esterni, che aiutano a creare, ancor di più, un’atmosfera di elegante relax.
Outdoor Cushion Collection 2022 di BeanBagBazaar – beanbagbazaar.co.uk
In queste occasioni, non bisogna dimenticare una coperta outdoor leggera, morbida e resistente, per i momenti più freschi in tarda serata, oppure delle pashmine da tenere a portata di mano, per riscaldare gli ospiti che sentono freddo, soprattutto se è prevista una cena.
Tappeto Outdoor Teppich Lace di Traum Teppic – traumteppich.com
Coperta Finn in 100% cotone biologico di Riema – riema-germany.de
Il textile colorato e materico si ritrova anche a tavola. Una serata spensierata può concedersi la libertà di lasciare qualche formalità alla sala da pranzo. In questo caso, si può abbandonare la tovaglia e usare solo un tableware particolare, magari in marmo o in materiali insoliti. Oppure, optare per tovagliette americane in morbido lino, divertenti ed eleganti, su cui sistemare ceramiche semplici dall’allure vintage.
Tovagliette all’americana in lino con bordo sfrangiato di The Grey Works – thegreyworks.com
Antolini Tableware collection in marmo Irish Green, Antolini Exclusive Collection, design by Alessandro La Spada – antolini.com
Nelle mise en place, l’effetto mix and match è un gioco di materia, stili e volumi. Scegliendo posate dall’animo vittoriano, è possibile giocare a contrasto con il minimalismo contemporaneo di brocche e bicchieri delle ultime collezioni, alternati a raffinati totem multifunzionali da tavola, da tenere conto anche come centrotavola.
PILLAR Carafe set by Agustina Bottoni, ph. Roberto Nino Betancourt – agustinabottoni.com
PILLAR The Glass line by Agustina Bottoni
Totem Aperitivo di Bettisatti, collezione ISOIPSA, design DonataMariasole Beti e Valentina Sati – bettisatti.it
Set di 6 forchette Animal Pastry di At home in the country – athomeinthecountry.co.uk
LUCI SOFFUSE
Per illuminare le serate più sognanti, la luce gioca un ruolo importate. Si possono abbellire i pergolati con piccole lampadine luccicanti o rischiarare i diversi punti del terrazzo con lampade dal design particolare, timeless ma allo stesso tempo moderno. Lanterne di varie forme, da spostare comodamente, saranno in grado di creare un’atmosfera accogliente, charmant ed elegante, per vivere con stile gli ultimi scampoli di una lunga estate.
Lanterna outdoor Luna di Analog Lab, design Thomas Lehman – idiom-plus.com
Lampada Cachalot di Ambientec, design Yoshiki Matsuyama – ambientec.com
In copertina, Reversible Paisley Outdoor Rug di Talking Tables – talkingtables.co.uk
Icone di Design – Eileen Graydi Evi Mibelli.
È il 2009. Siamo a Parigi, sotto l’immensa cupola del Grand Palais, dove la casa d’aste Christie’s sta battendo un pezzo della sontuosa collezione d’arte appartenuta a Yves Saint Laurent. Una cifra da capogiro: poco meno di 22 milioni di euro. Per cosa, esattamente? Una poltrona Decò di pelle nera, con braccioli a spirale in legno laccato e “occhi” in avorio. Si tratta della Fateuil aux dragons, disegnata nel 1917, da Eileen Gray.
A sinistra, la Dragon Chair battuta all’asta da Christie’s a 22 milioni di euro; a destra, la poltrona Bibendum (1926), attualmente prodotta da ClassiCon
La rarità del pezzo non sorprende. La verità è che questa donna geniale, considerata tra le figure principali del design del XX secolo, ha vissuto la maggior parte della propria esistenza ai margini del Movimento Moderno. Per scelta, orgoglio e una indomabile integrità artistica. Producendo pochissimo. Ma quel poco, resta indelebilmente impresso nella storia dell’Architettura e dell’arredamento del secolo scorso.
La facciata fronte mare della villa E1027, recentemente restaurata (ph. Manuel Bougot)
Oggi sarebbe stato il suo compleanno. Nasce in una famiglia aristocratica irlandese, il 9 agosto del 1878. Gode di un contesto formativo inusuale per l’epoca. Nulla di formale e rigido come imponevano, specie per le donne, le regole vittoriane.
Il padre intuisce il talento artistico di Eileen e ne asseconda l’inclinazione. Giovanissima si dedica alla pittura ed entra alla Slade School of Fine Arts di Londra per poi visitare i luoghi dell’arte come l’Italia e la Parigi dell’Esposizione Universale, nel 1900. Qui resta colpita dall’Art Noveau e dal fermento creativo che si respira tra le vie e i quartieri frequentati dagli artisti del calibro di Picasso, Braque, Fernand Leger, Henry Matisse, Amedeo Modigliani.
Decide di stabilircisi, di frequentare l’Académie Julian e l’Académie Colarossi. Affina le sue capacità, tuttavia abbandona la sua prima passione, la pittura, per dedicarsi a una tecnica particolare di laccatura dei mobili, frequentando il maestro giapponese Seizo Sugawara.
Questa esperienza segna l’inizio della sua “migrazione” verso l’interior design, dove mette in evidenza un gusto e uno stile assolutamente unico e originale, per poi approdare, come vedremo, all’architettura. Nel 1919 ottiene il suo primo incarico di rilievo: l’arredamento per la la residenza di Madame Mathieu Levy in Rue de Lota.
Di quel particolarissimo progetto cura ogni dettaglio: dal rivestimento delle pareti, al disegno delle lampade, dei mobili, dei tappeti. Emerge un rigore cristallino, quasi scultoreo, che gioca su sapienti equilibri di pieni e di vuoti. Basta osservare la celebre poltrona Bibendum e il sofà Pirogue per capire cosa, di lì a poco, sarebbe stata capace di regalare alla cultura del ‘900.
Interno del soggiorno. Foto d’epoca, Archivio Friends of E1027
È intorno all’intricata e controversa vicenda della villa vista mare E1027, che progettò e costruì tra il 1926 e il 1929 a Rocquebrune-Cap Martin in Costa Azzurra, che si coglie la dichiarazione assoluta e definitiva del suo genio architettonico.
Questa costruzione – recuperata e restaurata tra il 2012 e il 2014 dopo anni di abbandono e degrado – vede Eileen Gray trascinata in un fuoco visionario, la cui scintilla è la passione amorosa e carnale per Jean Badovici, l’architetto, l’amico, il critico e l’editore di un altro gigante del Modernismo: Le Corbusier. È una triangolazione che genererà un cortocircuito fatto di colpi di scena e rivendicazioni.
Planimetria del piano nobile della Villa E1027
È un’architettura d’amore e la passione sovvertirà quel principio ripetuto come un dogma da Le Corbusier: “ Una casa è una macchina da abitare”. Eileen Gray ne da una definizione che non ammette compromessi: “Una casa non è una macchina da abitare. È il guscio di un uomo, la sua estensione, la sua liberazione, la sua emanazione spirituale”.
Il soggiorno con il dipinto di Le Corbusier. A sinistra la poltrona Bibendum, a destra la Transat chair, a terra il tappeto Centimetre e in primo piano il Rivoli Table. Prodotti da Classicon e Aram Design.
La potenza di questa donna e delle sue idee, la sua impetuosa personalità non poteva che portare – in concomitanza con il restauro della villa – alla realizzazione del film The Price of Desire (pluripremiato, tra l’altro) a lei dedicato e alla liason con Jean Badovici, per il quale costruirà questo capolavoro.
La stanza da letto in una foto d’epoca. Archivio Friends of E1027
Un progetto, è il caso di dirlo, che destò in Le Corbusier un’insana rivalità. Eileen diventa un bersaglio da colpire, da mettere in ombra. L’ego smisurato di Corbù ne è minacciato. Intanto lei realizzerà la villa, curando ogni minimo dettaglio – dai volumi abitativi e l’organizzazione distributiva sino all’arredo e agli accessori – e una volta conclusa abbandona l’amante e si ritira – progressivamente dalle scene – in un orgoglioso autoesilio.
Ne seguì lo scippo dell’opera, che per molto tempo fu attribuita a quell’amante che non la preservò dall’obliquo sguardo del grande maestro dell’architettura razionalista. Maestro che non esitò a profanare le pareti bianche e immacolate della villa con i suoi dipinti. Fatto che Eileen visse come un’offesa inaccettabile.
A sinistra, dettaglio camera/studio. A terra il tappeto Blu Marine (in produzione da ClassiCon). Il comodino con braccio estensibile è fatto su misura per la casa così come il mobile contenitore sopra il letto. Foto Paul Raftery; a destra, la Petite Coiffeuse e lo specchio Castellar, a destra la Non Comformist Armchair (1926). Prodotti oggi da ClassiCon.
Progetterà ancora l’appartamento in Rue de Chateabriand (1931), la sua casa in Rue Bonaparte (a Parigi) e la casa per vacanze Tampe a Pailla, a Castellar (1934) vicino a Menton. Ma la villa E 1027 resterà inarrivabile.
La scelta del contesto naturale fu il primo passo. La vista sul mare ispirò la stesura del progetto. Il desiderio era quello di costruire una residenza che dialogasse con l’intorno, in un mutuo scambio tra interno ed esterno.
Studiò i venti e le angolature della luce del sole, per poterne sfruttare ogni possibile potenzialità architettonica. Ne scaturirono finestrature a nastro, persiane e zanzariere che articolano le facciate senza, tuttavia, creare rigidità compositiva. Tutto è mobile e scorrevole. Ogni stanza ha accesso a una terrazza, si apre ai colori, al mare e alla bellezza selvaggia della costa.
A sinistra, bagno degli ospiti. Foto Paul Raftery; a destra, la scala a chiocciola che conduce all tetto piano della villa
È una casa essenziale, cristallina, ma dalla struttura progettuale complessa che sottolinea un controllo magistrale dei volumi, dei pieni e dei vuoti, senza dimenticarsi dell’organizzazione distributiva interna, volta alla massima semplificazione delle funzioni.
Il livello principale della casa è composto da un ampio soggiorno aperto, uno studio/camera da letto, una cucina e un bagno. Il livello inferiore è composto da un ampio salotto coperto, una camera per gli ospiti e un alloggio di servizio. Nulla è ovvio e preordinato.
In primo piano la Transat chair con vista sulla balconata fronte mare
Gli arredi interni – oggi prodotti da ClassiCon e Aram Design – completano e riaffermano un’estetica del vivere essenziale, dalla bellezza algida e comunque di grande comfort.
Il pieno riconoscimento internazionale di Eileen arriverà molto tardi, nel 1968, per merito del critico dell’Architettura Joseph Rykwert che ne analizzò l’opera e la trasse dall’oblio nel quale si era volontariamente rifugiata. Morirà a 98 anni, nel 1976, a Parigi.
Nell’immagine di copertina, Eileen Gray
Tavoli allungabili – latest news dentro e fuori casadi Francesca Guerini Rocco.
Moltiplicano lo spazio e in un attimo sono pronti ad accogliere tanti ospiti. Perché non scegliere, allora, una delle ultime novità?
Basta uno sguardo per capire che i nuovi tavoli allungabili hanno una marcia in più: meccanismi comodissimi che si aprono in un attimo, materiali leggeri, ma ultraresistenti, e volumi compatti capaci di offrire inaspettate soluzioni salvaspazio. Un vero inno alla funzionalità, senza rinunciare al design. Anzi. Le ultime proposte puntano sull’estetica e sfoggiano materiali e finiture speciali, che si possono scegliere e combinare a piacere, per il giusto tocco di stile, in casa e all’aperto.
Rigore leggero
Helsinki 35 di Desalto punta tutto sull’estetica essenziale e sul materiale resistente, ma ultraleggero: ha le gambe in acciaio (con sezione da cm 35×35 cm), il telaio in estruso di alluminio e il piano in ceramica, come la prolunga con apertura a libro. In tre misure: 85×170/250x74h cm, 100×170/250x74h cm e 100×200/300x74h cm.
Helsinki 35 di Desalto – desalto.it
Stile su misura
Grafismi scenografici per Sabino di Riflessi: la robusta base in metallo è impreziosita da un raffinato motivo a rombi, e può essere personalizzata con una finitura spazzolata a mano. Il piano allungabile, invece, è in ceramica bisellata stratificata su vetro, in tante finiture a scelta. In tre versioni: quadrata, tonda e rettangolare.
Sabino di Riflessi – riflessi.it
Pranzo all’aperto
Nato per stare all’aperto, Guam di Maisons du Monde è in legno massello di teak e alluminio antracite, e si allunga, grazie a un comodo meccanismo a farfalla, da 220 a 300 cm. Perfetto in giardino o sul terrazzo per ospitare fino a 12 persone, è realizzato con legno certificato FSC, proveniente da foreste gestite in modo sostenibile. Le misure: 100×220/300x77h cm.
Guam di Maisons du Monde – maisonsdumonde.com
Misura extra
La struttura è in acciaio verniciato, il piano può essere in Fenix ”all black” oppure in laminato, con due inserti in Fenix. Progettato alla fine del secolo scorso, Four-Meter Table di Tonon è ancora attualissimo, grazie ai materiali innovativi e al nuovo meccanismo di allunga.
Four-Meter Table di Tonon – tononitalia.it
A ognuno il suo
Gambe e struttura in alluminio, piano in tanti materiali e finiture diverse e possibilità di personalizzazione al massimo, anche per una versione outdoor. Hero Slim di Sovet è disponibile in diverse lunghezze, da 120 a 200 cm, con la prolunga di 55/60 cm. Il piano può essere in vetro temperato laccato o acidato laccato, in legno, in ceramica o in HPL, mentre la prolunga è sempre in HPL.
Hero Slim di Sovet – sovet.com
Salvaspazio
Anche in una casa poco spaziosa si può avere un tavolo ampio e comodo. Basta scegliere il sistema Girò di Clei, il mobile da giorno con base contenitore e due piani, con apertura a libro e meccanismo rotante. Chiuso è una consolle con vani contenitori (a giorno, chiusi da ante e con cassetto portacartelle), aperto si trasformano in un pratico tavolo da pranzo, o in uno spazio workstation per lavorare. Il mobile è disponibile in tre larghezze: 116,5/134,5/152,5 cm, il tavolo aperto misura 144/162/180x68x74,5h cm.
Girò di Clei – clei.it
Dentro e fuori casa
Adatto sia in casa che all’aperto, Duel di Connubia intreccia le gambe come se stesse ballando per un effetto dinamico e leggero. La base è in metallo verniciato a polvere, resistente agli agenti atmosferici, il piano essenziale è in tante finiture diverse, dall’Ecostone alla ceramica all’HPL. La versione allungabile misura 200/300×100 cm, ma esiste anche la versione fissa da 200×100 cm.
Duel di Connubia – connubia.it
In copertina, Helsinki 35 di Desalto, il tavolo minimale in alluminio, acciaio e ceramica – desalto.it
I prezzi dei singoli prodotti sono su richiesta e in via di definizione dopo la recente presentazione al Salone del Mobile.Milano 2022.
Come arredare una casa al maredi Maria Chiara Antonini.
Estate, sole, le giornate che si allungano e la fortuna di avere una casa al mare. Come arredarla?
Non importa che sia una villa con giardino o un piccolo appartamento nel centro storico di qualche borgo vista mare. Bastano pochi arredi, pratici e funzionali, e i complementi giusti che si possano usare sia all’interno della casa, sia sul terrazzo o in giardino. Quindi pezzi versatili e facili da spostare all’occorrenza. E poi tinte chiare, tessuti leggeri, e magari qualche tocco di colore per aggiungere una nota di carattere in più.
Una proposta di nuovi divani, da usare indoor e outdoor, è quella firmata da Adam D. Tihany per Unopiù. La collezione si chiama Ariete e reinterpreta i classici divani in ferro battuto da esterni con un motivo a ricciolo dallo stile più attuale.
Divani della collezione Ariete di Unopiù, design di Adam D. Tihany, photo Mattia Greghi; a partire da € 2.569 – unopiu.com
Un tavolo solido e resistente, anche bello da un punto di vista estetico, è la nuova proposta della collezione Pelago firmato dallo svedese Note Design Studio. Prodotto dall’azienda Skagerak, ha il top in teak con angoli smussati, la struttura in metallo satinato e si può allungare fino al 12 coperti. Da abbinare, le sedie della collezione Hiroshima di Maruni. Disegnate dal giapponese Naoto Fukasawa, hanno la scocca in acciaio, la seduta e lo schienale in legno, e sono facilmente impilabili.
A sinistra, tavolo della collezione Pelago di Skagerak, € 3499 – skagerak.com; a destra sedie della linea Hiroshima di Maruni, design di Naoto Fukasawa; prezzo su richiesta – maruni.com
Per una mise en place colorata e divertente, dalla colazione alla cena, Serax ha in catalogo la linea di piatti, ciotole e tazze Japanese Kimonos. Disegnata da Bela Silva, ha motivi floreali sulle tonalità del verde e del blu dipinti su ceramica bianca.
Servizi di piatti Japanese Kimonos di Serax, design di Bela Silva; a partire da € 35 – serax.com
Un tappeto arreda sempre, anche la stanza più semplice e minimal. Per decorare una casa al mare, il gruppo Maison Leleu propone il tappeto Ecaille. Ha una forma rotonda e un motivo colorato: per alcuni ricorda i motivi tipici dell’Art Deco, per altri invece sembra la coda di un grande pesce.
Tappeto Ecaille di Maison Leleu; prezzo su richiesta – maisonleleu.com
Per la cucina, String propone i suoi moduli a mensola. Componibili con misure e altezze personalizzabili, sono ideali per creare il proprio spazio in base alle diverse esigenze. Fatti tutti in metallo spazzolato, i vari moduli sono disponibili con colori diversi.
Moduli di String, disponibili con colori e finiture diverse; a partire da € 150 – stringfurniture.com
Il classico tessuto a righe bianco e blu non stanca mai, soprattutto in una casa al mare. Coincasa lo propone per questa estate anche nella variante azzurra e beige, con forme diverse per rivestire cuscini da usare come jolly, sia in casa che in giardino. Un altro evergreen è la poltrona in vimini, che oggi più che mai si ritrova nelle collezioni per l’estate. Gubi la propone nella collezione Bohemian 72, disegnata da Gabriella Crespi.
Cuscini di Coincasa in cotone con forme diverse; a partire da € 29,90 – coin.it
Poltrona della collezione Bohemian 72 di Gubi, design di Gabriella Crespi; € 2.299 – gubi.com
Un complemento d’arredo pratico e comodo, che può essere usato come mensola oppure essere un pratico comodino o piccolo mobile contenitore, è quello del gruppo danese Designer’s First. Il brand disegna e produce tutto in Danimarca, vendendo direttamente on-line con prezzi competitivi, grazie al controllo diretto che hanno su tutta la filiera produttiva.
Comodino di Designer’s First in metallo, design di Stella Graversen; € 281,61 – designer-first.com
Un altro accessorio jolly, da avere sempre pronto su una sedia per la brezza delle serate al mare, è la coperta leggerissima di Silkeborg Uldspinderi. Lavorata con una lana impalpabile, è disponibile in bianco e rosa con frange chiare. Mentre si possono usare sia in giardino che in casa le lampade Carrè di Ethimo. In teak decapato e alluminio, sono disponibili da terra, da tavolo e come applique.
A sinistra, coperta di Silkeborg Uldspinderi in lana pettinata, collezione The Sweater Collection; € 174,99 – silkeborg-uld.com; a destra, lampada della collezione Carrè di Ethimo, design di Niccolò Grassi; a partire da € 330 – ethimo.com
In qualsiasi casa al mare non può mancare un comodo lettino per prendere il sole, leggere un libro e per riposarsi. Il modello Lidö di Skargaarden è composto da più elementi, con comodi cuscini e un modulo in legno da usare come piano di appoggio. Leggero da spostare, ma stabile con la sua struttura in alluminio, è resistente alla salsedine e agli sbalzi termici.
Lettino componibile di Skargaarden della collezione Lidö, design di Emma Olbers, a partire da € 1.464 – skargaarden.com
In copertina, linea Desert di ferm LIVING, divano da € 2.399; poltrona da € 949 – fermliving.com
Icone di Design – Anna Castelli FerrieriArchitetto, urbanista e designer, Anna Castelli Ferrieri è stata una delle figure femminili nel panorama italiano che ha saputo rappresentare e reinventare il made in Italy con innovazioni tecniche e stilistiche.
Nata a Milano il 6 agosto 1920, studia architettura al Politecnico di Milano e in contemporanea lavora assieme a Franco Albini. L’influenza del designer razionalista fu molto incisiva nella sua formazione “Albini mi ha allenato a sentire la responsabilità del progetto” e nel suo modo di approcciarsi al design, considerato come progetto nella sua accezione più ampia “ si può parlare di industrial design o di design tout court, che vuol dire progetto di tutto, dall’urbanistica all’architettura, fino al disegno industriale”.
Nonostante sia stata tra le prime donne a laurearsi in architettura, la sua figura è nota soprattutto per la collaborazione con Kartell, dalla quale nascono prodotti accomunati da un uso innovativo della plastica. Tra gli anni ’70 e ’80 diventa art director dell’azienda fondata dal marito Giulio Castelli, con l’obiettivo di creare oggetti belli e funzionali che rendessero il design alla portata di tutti.
Tra i primi pezzi storici la sedia sovrapponibile 4870, tra le prime sedie realizzate completamente in plastica e vincitrice del premio Compasso d’oro nel 1987. La caratteristica principale è quella di essere facilmente impilabile con altre sedie dello stesso modello, combinando così l’aspetto funzionale con uno stile elegante e sobrio.
Sedia 4970, Kartell, 1986.
La sua fama è riconducibile principalmente ai contenitori Componibili di Kartell, veri e propri best e long seller dell’azienda nonostante siano stati progettati nel 1967. Inizialmente chiamati con il nome “mobili 4970/84”, vengono apprezzati fin da subito per la praticità, adattabilità e l’innovazione. Furono una vera e propria rivoluzione per l’epoca dal punto di vista del materiale, i primi componenti assemblabili stampati ad iniezione in plastica ABS, e della modularità, ottenuta grazie ad una semplice e solida sovrapposizione che regala un’assoluta libertà compositiva.
Componibili, Kartell, 1967.
Componibili nella versione oro, argento e rame, edizione 2014.
Nel 2018, in occasione del cinquantenario dal loro debutto al salone del mobile di Milano, i Componibili sono stati personalizzati e rivisitati da designer stilisti del calibro di Ron Arad, Piero Lissoni, Alessandro Mendini, Nendo, Philippe Starck, Missoni e Patricia Urquiola.
I vari designer con le loro interpretazioni.
La rivisitazione di Missoni.
Nel 1994 vince nuovamente il premio Compasso d’Oro con il servizio di posate Hannah per Sambonet, un elogio all’eleganza e alla semplicità. Le posate associano la funzionalità e la praticità ad una naturale grazia, senza nessuna linea o decorazione ad interrompere la loro sinuosità.
A sinistra (credit Lovethesign) set di posate Hannah, Sambonet, 1993. A destra, set di posate Hannah, Sambonet, 1993.
La lunga carriera professionale contraddistinta da un forte impegno culturale e amore per la progettazione hanno portato Anna Castelli Ferrieri a ricoprire anche cariche di prestigio tra le quali la presidenza dell’ADI e la docenza universitaria in Italia e all’estero.
Per rendere omaggio ad uno dei personaggi che più ha segnato il mondo del design milanese, assieme ad altre figure femminili di riferimento come Gae Aulenti e Lina Bo Bardi, il comune di Milano lo scorso anno le ha dedicato la galleria del design district all’interno nel nuovo CityLife shopping district.
Idee di stile – un loft a tutto spaziodi Maria Chiara Antonini.
Un grande interior contemporaneo ricavato in un edificio storico, caratterizzato da dettagli architettonici d’epoca, mixati a un arredo minimal e funzionale, giochi di colori pop e scelte materiche classiche.
Questo loft firmato dallo studio Worrell Yeung si trova a NoMad, uno dei quartieri più alla moda nella zona di Broadway, New York, con i suoi condomini di lusso e i locali molto gettonati. Situato in quello che una volta era un hotel in stile Beaux Arts costruito nel 1867, oggi si presenta come un grande appartamento che sulla mappa catastale figura come un unico ambiente. È invece, grazie a una sapiente ristrutturazione, la sorprendente casa di una famiglia, con spazi e ambienti separati.
Dalla planimetria originale sono state rimosse tutte le pareti esistenti, per mettere in maggior risalto le vecchie finestre e le modanature in gesso, lasciando a vista tutte le tubature e le colonne in metallo dell’epoca. Ampliata così la metratura, si è poi proceduto con la divisione degli spazi, grazie alla scelta di mobili polifunzionali e free-standing, pareti a mezza altezza ed elementi a isola. Il tutto senza trascurare il potere decorativo del colore, scelto per la camera del figlio e per le sale da bagno.
La zona living è stata creata arredando tutta una parete con un lungo piano di marmo scuro, che funge da mensola, contenitore per libri, camino e poi si allunga diventando un piano di appoggio, da utilizzare all’occorrenza anche come postazione di smart working. I quadri e le stampe collezionati dai proprietari, rallegrano la parete sovrastante, mentre un doppio divano invita al relax e alla lettura.
La zona living, con il grande blocco di marmo scuro polifunzionale, i divani al centro e tante stampe e quadri alla parete
Un’alternativa ai doppi divani potrebbe essere il divano abbinato alle poltrone della collezione Bixib proposta da Adrenalina. Il mix di arredi conferisce una nota di colore e di carattere, grazie alle forme geometriche e ai colori intensi dei tessuti.
Se tutta la parete in marmo, in questo caso fatta su misura, può sembrare impegnativa, l’azienda Caccaro propone il nuovo sistema di contenitori verticali e orizzontali Wallover. Grazie ai diversi moduli di varie forme e dimensioni, si possono creare configurazioni personalizzate, con sistemi di illuminazione interni.
Divano e poltrone della collezione Bixib di Adrenalina, design Luca Alessandrini, prezzi a partire da € 2.345 (poltrona) e 3.080 (divano) – adrenalina.it
Nuovo sistema di contenitori modulabili Wallover di Caccaro, prezzo a partire da € 3.438 – caccaro.com
Un lampadario da appendere al soffitto, che sia leggero nella struttura, bello da vedere e che crei una luce avvolgente, può essere il modello Eos dell’azienda danese Umage. Mentre gli amanti delle stampe d’autore possono sbizzarrirsi sfogliando il ricco catalogo di The Poster Club, piccola realtà culturale danese ma molto amata da un pubblico internazionale, che riproduce su stampa disegni di artisti contemporanei e li spedisce in tutto il mondo con prezzi alla portata di tutti.
Coppia di lampadari da sospensione Eos di Umage, prezzo a partire da € 419 – umage.com; stampa Pattern Top firmata Rosie McGuinnes per The Poster Club, prezzo a partire da € 43 – theposterclub.com
Nel progetto di ristrutturazione del loft, l’area dedicata alla cucina è stata creata accanto al living. Per creare una sorta di delimitazione ottica dello spazio, un grande blocco a isola è stato messo davanti al piano cottura, con la duplice funzione di mobile contenitore, piano con lavandino e prolungamento con top, usato dai proprietari per la colazione.
La zona cucina, arredata con pochi elementi polifunzionali e finiture di pregio
Un nuovo modello di cucina, che oltre ad essere funzionale ha anche un forte componente estetica e quindi ideale per un loft, è quello della nuova collezione disegnata dalla svedese Tekla Evelina Severin per Very Simple Kitchen. È composta da moduli componibili, piano con marmi diversi abbinati tra loro, lavandino, piano cottura e forno incorporati, e in contrasto finiture in giallo senape.
Mentre una linea di sgabelli colorati e divertenti è quella della collezione Koki Wire proposti da Desalto. Creati in trafilato di acciaio hanno linee minimal, sono disponibili con misure diverse e sedile imbottito.
Due moduli della cucina di Very Simple Kitchen con lavandino, piano cottura, forno, top e alzatina in marmo, design Tekla Evelina Severin, prezzo € 13.532 – verysimplekitchen.com
Sgabello Koki Wire di Desalto, design Pocci + Dondoli, prezzo € 369 – desalto.it
Per separare la zona cucina-living dai due moduli che nascondono le stanze da bagno, lo studio americano ha progettato e realizzato su misura una grande libreria in legno, che funge anche da scala per raggiungere un piccolo soppalco.
Una soluzione alternativa, e allo stesso tempo salvaspazio, potrebbe essere il sistema Evolution Kowloon che Roberto Bellantoni di Яevolution ha presentato durante lo scorso Salone del Mobile di Milano. Leggera nella struttura e molto capiente, consente di esporre libri, sculture, vasi senza la necessità di doverla appoggiare a una parete. Un’idea per alleggerire i ripiani della libreria? Intervallare i libri con piccoli oggetti o sculture, come per esempio i nuovi vasi della collezione Splash che HAY propone per la Primavera. Leggeri, colorati, da abbinare a piacere.
La grande libreria del salotto, disegnata su misura in legno
Sistema Evolution Kowloon di Яevolution, prezzo su richiesta – revolutionarchstudio.com; nuovi vasi della collezione Splash di HAY, prezzo a partire da € 65 – hay.dk
Si sviluppa su due piani la camera del figlio dei proprietari. Al piano terra, un mobile libreria disegnato su misura che funge anche da scala, è stato dipinto con lo stesso colore riproposto poi parzialmente anche sul muro. Salendo scale si arriva alla camera da letto, situata in un piccolo soppalco.
L’idea da copiare può essere quella di colorare le scale e la parete, creando piacevoli effetti cromatici che sembrano ingrandire i volumi della stanza stessa, scegliendo tinte diverse. Tra le varie nuove proposte di pitture, Novacolor ha presentato MATmotion, la prima linea di smalti e idropitture in Italia ad aver ottenuto la certificazione Eurofins indoor air comfort, garantendo serietà e affidabilità del prodotto stesso.
Particolare della scala in legno colorata a tinte forti, che porta alla stanza del figlio dei proprietari; una sfumatura raffinata dei tanti colori di smalti e idropitture proposti da Novacolor, prezzo su richiesta – novacolor.it
All’interno di questo loft newyorkese sono sta ricavate due le stanze da bagno. Una più classica ed essenziale, ravvivata da finiture colorate nel blocco che contiene il lavandino e il grande specchio. L’altra con pavimento e pareti valorizzate da pattern in contrasto, sifone del lavandino giallo senape e lampada a muro di design.
Lo stesso servizio di customizzazione per il top che contiene il lavandino, oltre a fornire una vasta scelta di lavabi, può essere quello proposto dall’azienda Kreeo. Nel suo catalogo vanta diversi modelli di lavabi impreziositi da marmi preziosi, e vari tipi di rivestimenti a parete da abbinare, sia in mosaici con tessere piccole che con tasselli esagonali più grandi.
Progetto dello studio Worrell Yeung – worrellyeung.com
Foto courtesy Alan Tansey/Archello.com
Le due sale da bagno del loft newyorkese
Stanza da bagno con lavabi, top e rivestimenti a parete con mosaici di Kreeo, prezzo su richiesta -kreeo.com
In copertina, la zona pranzo del loft, dove convivono elementi originali e scelte di arredo minimal e contemporanee.
Azulejos – il profondo azzurrodi Roberta del Vaglio.
Rilassante, evocativo, elegante azzurro. Lo ritroviamo in tutte le sue sfumature nei motivi decorativi che si rincorrono sulle facciate di Lisbona dove gli azulejos, caratteristiche piastrelle disegnate in questo colore, sono molto più che un semplice decoro.
Spesso queste opere di artigianato storico raccontano le storie della città, testimoni del suo passato, delle sue atmosfere e del suo stile. Da qualche anno, gli azulejos sono entrati anche nelle case, attraverso le collezioni di piastrelle che le aziende di settore hanno creato ispirandosi all’originale portoghese.
Il nome deriva da “al zulaycha” che in arabo significa “piccola pietra levigata” e l’archetipo di questa mattonella ha un formato quadrato, piccolo e decorato a smalto. Da qui si parte per una reinterpretazione in chiave contemporanea adatta soprattutto alla cucina e al bagno, in cui porta una nota decorativa colorata ma discreta.
Maiolica di Marca Corona, da € 50/mq – marcacorona.it
La versatilità del materiale è prioritaria
In questo percorso di attualizzazione dei classici azulejos, il primo passo importante è l’utilizzo di materiali più adatti alle esigenze di oggi. Nel caso delle piastrelle il gres porcellanato è spesso la scelta di elezione delle collezioni in stile portoghese, di cui riproduce motivi decorativi e tonalità dell’azzurro, ma non la delicatezza dell’autentica ceramica. Il gres è infatti un materiale dal costo spesso più contenuto e più resistente.
Mosaico Antique di Leroy Merlin, da € 32,99/mq – leroymerlin.it
Pattern geometrici e motivi floreali
Anche i disegni delle piastrelle in stile azulejos si sono evoluti, adattandosi a interni contemporanei. Ricorrono pattern geometrici sia lineari che arrotondati, così come i piccoli fiori stilizzati. Tra i colori prevale naturalmente l’azzurro in varie gradazioni, che arrivano fino al blu, ma in alcuni casi piccole note di altri colori portano movimento e creano interessanti punti focali.
Vita di Ceramica Santagostino, da € 77,49/mq – caramicasantagostino.it
Commistione di stili e posa patchwork
La tendenza che ha riportato alla ribalta le piastrelle in stile azulejos si è arricchita di una serie di influenze estetiche provenienti da altre tradizioni ceramiche. Dalla maiolica vietrese, da cui ha mutuato alcuni motivi decorativi, alle cementine di cui ha tratto la consuetudine a mescolare mattonelle dal disegno diverso per creare superfici patchwork molto in voga adesso.
Paint di Marazzi, da € 31/mq – marazzi.it
Skyros di Realonda, da € 26/mq – realonda.com
L’abbinamento ideale è con colori neutri
Come abbinare queste piastrelle con gli altri materiali presenti nell’ambiente? Trattandosi di elementi decorati e colorati, l’ideale è accostarli a materiali dai colori neutri, ad esempio, il gres effetto legno oppure il gres effetto cemento. Il bianco è un altro colore che si sposa bene con tutte le sfumature dell’azzurro e del blu, rendendo l’insieme più luminoso e stemperando l’intensità dei motivi decorativi.
Batik e Maiolica di Bayker, da € 24/mq e € 25/mq – bayker.it
Il punto di arrivo: uno stile completamente nuovo
Attraverso una serie di reinterpretazioni, sperimentazioni e influenze, lo stile azulejos arriva a discostarsi completamente dall’originario, proponendo risultati sorprendenti e totalmente innovativi. I motivi decorativi si fanno sempre più stilizzati e contemporanei oppure, riproducono soggetti ispirati alla cultura pop pur restando fedele al piccolo formato quadrato e alle tonalità dell’azzurro.
Azulej di Patricia Urquiola per Mutina, da € 134/mq – mutina.it
Indigo di Novoceram, da € 115/mq – novoceram.it
Una facciata di Lisbona, rivestita con autentici azulejos. Photo courtesy Dailygreen
In copertina la collezione Aquarel di Tonalite, da € 58/mq – tonalite.it
Vacanze su misura – a portata di clickdi Denise Frigerio.
Estate, tempo di ferie e relax. Il segreto per non avere brutte sorprese è scegliere la meta giusta, serve però anche una piccola guida per muoversi tra le molteplici proposte in rete, e trovare la location più adatta al proprio riposo.
Le tanto agogniate vacanze estive sono finalmente arrivate e non bisogna rischiare di rovinarle prenotando all’indirizzo sbagliato. Online i siti specializzati offrono una moltitudine di possibilità ma, al di là del luogo già valutato (mare, montagna o città straniera), da cosa cominciare per trovarsi davvero a proprio agio?
Classico, vintage, contemporaneo, sofisticato, country: è lo stile stesso della casa, dell’albergo o della struttura presa in considerazione, a diventare una bussola con cui orientarsi nella scelta più adatta ai propri gusti. Vediamo come.
1 – Airbnb.it
È il portale perfetto per chi vuole scegliere non solo in base alla meta, ma partendo proprio dallo stile: un’isola, un faro, una baita, su un albero, in barca: tanti tipi di alloggio, altrettante atmosfere. La ricerca è molto intuitiva e si può creare una selezione proprio sulla base di queste tipologie. Si può andare ancora più nello specifico, selezionando veri e propri plus come un pianoforte a cosa, uno spazio creativo personale, una piscina incredibile, o una casa rigorosamente di design.
2 – Tripadvisor
Le recensioni sono il suo pezzo forte, si sa. È sulla base dei racconti e delle sensazioni degli ospiti precedenti che si sceglie, lasciandosi guidare dall’entusiasmo o frenare dalle critiche. E nelle recensioni non mancano le descrizioni degli arredi: curati o meno, belli, nuovi o datati, “usciti dagli anni Settanta” o “degni di un principe”. Ovviamente non sono le recensioni l’unico supporto offerto dal portale: tra i filtri si trovano dettagli interessanti, come “cucinino”, scrivania, arredi outdoor, caminetto o biliardo.
3 – Booking
“Trova l’alloggio che fa per te” esorta la homepage. E per farlo, mette a disposizione degli utenti offerte per le vacanze, indirizzi selezionati per il lungo soggiorno e tanto altro ancora. Il giudizio complessivo, la descrizione e le recensioni si affiancano alla galleria di immagini nell’aiutare a scegliere la struttura. L’elenco dei servizi offerti da ogni hotel, casa, agriturismo o b&b (oltre alle gallery) è uno strumento valido per capire se gli interior sono in sintonia con le proprie aspettative.
4 – Agriturismi
Country house, b&b, ville e masserie: se cercate il sapore di una vacanza in campagna, siete nel posto giusto. È il portale che da più di 20 anni raccoglie questo genere di indirizzi, fornendo indicazioni, foto e descrizioni dettagliate, dal colore delle stanze alla tipologia dei mobili, dalla luce che inonda il patio alla possibilità di mangiare sotto le fronde degli alberi. E se lo stile rustico chic è quello che più comunemente associamo a questo tipo di strutture, non mancano comunque le sorprese.
5 – Trivago
Un autentico colosso del settore, con una caratteristica: garantisce il miglior prezzo. Non sono i filtri particolari, le descrizioni evocative o le immagini a fare la forza di questo portale, ma la sicurezza di non pagare più del necessario. È perfetto quindi quando si hanno le idee chiare su dove si vuole andare, ma non basta: confronta già le diverse offerte assicurando, oltre al risparmio in denaro, anche un considerevole risparmio di tempo, altrettanto prezioso.
6 – Masi gallo rosso
Una meta in montagna, in Alto Adige, ospitati in un maso (la tipica baita tirolese) intimo, familiare, a contatto con la natura, ideale sia per una fuga romantica che per una vacanza con i bambini.
Strumento imprescindibile per questo tipo di scelta è la guida di Masi Gallo Rosso: il nuovo sito consente di selezionare l’indirizzo ideale non solo in base alle esperienze che si possono vivere nei diversi masi (degustazioni, equitazione, tour, corsi vari), ma anche in base agli arredi. Pavimenti in legno, mobili in legno massiccio o una tradizionale stube? Su questo indirizzo si può trovare tutto.
7 – Les collectionneurs
Pensato per i “collezionisti di emozioni”, Les Collectionneurs è un brand di alberghi e ristoranti in 11 Paesi (prevalentemente in Europa) per un totale di 540 indirizzi. Presieduta da Ducasse, la community è un vero paradiso per chi vuole vivere a pieno l’atmosfera dei luoghi che visita.
Lo stile alpino delle Dolomiti, l’accoglienza di un albergo diffuso in un borgo medievale, lo stile urbano delle grandi città, la tipicità di un baglio siciliano, o ancora uno chateaux tra i profumi di Provenza. Sul portale, sotto la voce dedicata ai “soggiorni a tema”, si possono selezionare le strutture in base a criteri personalizzati: hotel con piscina o con golf, in montagna o al mare, adatti a una fuga romantica o a un viaggio in famiglia.
8 – Romantik Hotels & Restaurants
Da 50 anni offre esperienze autentiche e calda ospitalità in quasi 200 hotel in Germania, Austria, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi, Portogallo, Norvegia, Slovenia, Spagna e naturalmente Italia. Tutti gli alberghi accolgono i loro ospiti nelle mura di edifici storici, che spesso riflettono l’architettura locale, sono gestiti da famiglie, garantiscono alti standard qualitativi, un servizio ritagliato su misura e cucina eccellente, segno ancora una volta del legame con il territorio.
Gli hotel mantengono fede al luogo in cui sorgono, con ambienti, arredi e stoffe eleganti che spesso rispecchiano lo stile locale e che sono prodotti da artigiani del posto. Quasi sempre ogni camera è unica, personalizzata e diversa da ogni altra, proprio per far sentire l’ospite a casa.
9 – Italy Sotheby’s International Realty
Retretas è il dipartimento di Italy Sotheby’s International Realty, protagonista nel settore immobiliare di lusso in Italia e nel mondo, che gestisce il mercato degli affitti brevi con servizi di lusso. Il sito è un’oasi destinata a chi può permettersi vacanze davvero speciali ed esclusive, ma consultarlo è un piacere per tutti: case da sogno, arredi perfetti, servizi esclusivi, quello che tutti desidererebbero.
Ogni proposta è un mondo a “sé” con servizi tailor made sulle richieste del cliente. La scelta della destinazione è tra località simbolo della Dolce Vita come Capri, Portofino, la Toscana e la Costa Smeralda, per esempio, oppure in base al gusto: vi sono dimore storiche, ville pied dans l’eau sul mare e sul lago, chalet di montagna, tenute in campagna, ognuna con il suo stile, unico e personale.
10 – Home Exchange
Il vostro motto è “live like a local”? Siete nel posto giusto. Home Exchange, la prima community di scambio case al mondo, con più di 120.000 membri in più di 130 Paesi, è un servizio che consente ai viaggiatori di tutto il mondo di scambiare facilmente le proprie case o appartamenti, in modo sicuro e senza transazioni finanziarie tra loro.
Da un attico di design nel cuore di Milano a una luminosa casa in pietra leccese a pochi metri dal mare di Puglia. Le descrizioni fornite offrono dettagli di stile, le immagini fanno il resto: perché qui le case sono vere, da respirare a pieno e da vivere a tuttotondo.
Ta-Daan – il bello dell’handmadedi Maria Chiara Antonini.
Fondato da quattro giovani imprenditrici, è il sito di e-commerce che promuove e vende prodotti artigianali all’insegna di un nuovo business più sostenibile e smart.
In un mondo dove tutto sembra andare sempre più veloce, con oggetti, vestiti e arredi che vengono prodotti in modo seriale, venduti e consumati con ritmi accelerati, cosa rende oggi un oggetto diverso e speciale? L’artigianalità. Ovvero, il fatto di essere stato fatto a mano, richiedendo tempo e passione a chi l’ha creato, e con il valore aggiunto di essere un pezzo unico e differente da tutti gli altri, qualità tipica del lavoro manuale.
Se al valore dell’unicità, di un manufatto artigianale, si aggiunge un’appassionata e continua ricerca del meglio della produzione sul territorio, unita all’importanza di centrare l’attività commerciale sul valore fondante della sostenibilità, ecco che si arriva a Ta-Daan.
A sinistra, un’artigiana mentre crea a mano intrecciando fibre naturali; a destra, gioielli creati da Flor Rubaja.
Fondato nel 2019 come piattaforma per promuovere via instagram alcune produzioni artigianali, le quattro giovani fondatrici Sara Pianori, Costanza Tomba, Roberta Ligossi e Valeria Zanirato, già nel 2020, trasformano la pagina social in un vero e proprio sito di e-commerce, scegliendo un nome facile da ricordare e che esprimesse allo stesso tempo una sorpresa. Ta-daan (appunto).
Piatti e produzioni tessili presentati durante il Salone del Mobile a Milano.
Lo scopo era chiaro sin dall’inizio: trasformare un’attività commerciale di vendita in un realtà di marketing più mirata sulla qualità dei prodotti, con un’ottica di business più responsabile. Da qui la scelta di vendere solo prodotti artigianali e sostenibili, con il fine di sensibilizzare l’utente finale ad una nuova consapevolezza dei valori che derivano dal fare manuale e a un nuovo modo di consumare.
A sinistra, tagliere in marmo di Marmolove; a destra, vasi dello Studio Schneid.
Oggi la piattaforma rappresenta più di 100 artigiani provenienti da 9 paesi europei, con un’offerta di prodotto che spazia dall’home decor agli accessori di moda, passando per la vasta categoria di gioielli, complementi moda e una ricca sezione di idee regalo e suggerimenti stagionali.
A sinistra, anelli creati da Lodovica Fusco; a destra, vasi in vetro di Alexfrosum.
Come ci ha raccontato Roberta Ligossi, CEO e una delle fondatrici:
“ L’artigiano oggi è giovane e donna. Se fino a poco tempo fa si associava sempre l’idea dell’artigiano a una persona di una certa età e di sesso maschile, oggi invece l’età media di chi si dedica a questo tipo di attività si è molto abbassata e l’85% sono donne. E oltre a veicolare valori come l’unicità, la sostenibilità, la consapevolezza, l’artigianato che promuoviamo su Ta-Daan è anche terapeutico ed educativo, promotore di un modo nuovo di consumare”.
A sinistra, borsa di Toino Abel; a destra, tovaglia di Mine Burckin.
Dopo il grande successo di un primo negozio pop-up a Milano, durante il Salone del Mobile 2023, il team sta già lavorando a un nuovo progetto commerciale da realizzare nei prossimi mesi. Nel frattempo, accanto alla continua operazione di scouting di sempre nuovi artigiani da proporre, si concentra anche nella creazione di nuove capsule collection. Sono linee che, oltre ad essere speciali perché sempre fatte a mano e quindi uniche, hanno il valore aggiunto di essere in edizione limitata, quindi ancora più esclusive.
Una selezione di prodotti creati da artigiani rappresentati da Ta-Daan ed esposti durante il Salone del Mobile a Milano nel distretto delle 5Vie.
Le fondatrici di Ta-Daan: da sinistra Sara Pianori, Costanza Tomba, Roberta Ligossi e Valeria Zanirato.
In copertina, un’artigiana rappresentata da Ta-Daan mentre lavora.
Entertainment e domoticadi Gaia Mussi.
La casa intelligente non è solo comoda e performante: può essere anche “divertente”.
Lo scopo della domotica è quello di trasformare la casa, rendendola più efficiente, sicura, confortevole ma, anche, divertente. Infatti, nel mondo dell’home entertainment, la tecnologia sta rivoluzionando le cose, permettendo agli utenti di godere esperienze sempre più uniche. I risultati arrivano, dato che il mercato della domotica per l’intrattenimento è in crescita ed interessa sempre di più ai consumatori.
Sistemi audio multiroom: come funzionano
I sistemi audio multiroom sono perfetti per chi ama ascoltare la musica, anche spostandosi all’interno di casa e senza usare le cuffie. Si installano casse wireless nelle diverse stanze, collegandole senza l’utilizzo di fili alla sorgente, che può essere una televisione, uno smartphone, un sistema hi-fi o anche un computer.
La gestione di questi dispositivi, chiaramente, può avvenire mediante apposite applicazioni proposte dai produttori. Una volta messo in funzione il sistema, sarà possibile ascoltare la musica in tutti gli ambienti della casa, regolando volume e qualità del suono in ogni momento e in qualsiasi stanza, creando una sorta di filodiffusione. Nei sistemi più evoluti, i parametri regolabili sono davvero molti, per assicurare la massima qualità nell’ascolto, grazie alla personalizzazione delle impostazioni, in base all’ambiente in cui ci si trova.
Inoltre, si possono creare scenari preimpostati, dove parametri e regolazioni sono automatici. Le casse multiroom permettono anche di ascoltare musica differente in ogni stanza. I costi, per la realizzazione di un sistema audio multiroom, dipendono dal numero e dalla tipologia di casse che si vogliono installare. Per una cassa si va da 80 euro circa fino a superare i 400 euro.
La sala cinema domotica: a casa come al cinema
Anche per gli amanti del cinema la tecnologia offre interessanti soluzioni per trasformare una stanza di casa in una sala cinematografica. Per il risultato perfetto si integrano sistemi audio, video e controllo delle luci. Per un vero effetto cinema, si consiglia di impostare uno scenario dedicato, che potrebbe regolare la chiusura delle tapparelle o delle tende, rendere soffusa l’illuminazione della stanza abbassandone l’intensità e accendere la smart TV. Schermo ad altissima risoluzione, diffusori Home Theatre, faranno il resto.
In alternativa, si può optare per un ottimo proiettore 4K, abbinato ad un telo professionale. Anche in questo caso, i costi variano a seconda della tecnologia che si desidera installare, ma un cinema a casa (senza contare eventuale arredamento particolare) può costare dai 3.000 euro in su.
Controllo delle luci, per avere sempre l’atmosfera giusta
Oltre che per il cinema, il controllo intelligente dell’illuminazione di casa può essere sfruttato anche in occasione di feste, eventi e non solo. Molte lampadine intelligenti, infatti, permettono la regolazione dell’intensità e della tonalità della luce, facendo sì che in ogni momento si possa godere della giusta atmosfera. Anche in questo caso, si potrebbe impostare uno scenario festa, con luce più soffusa e colorata.
Lo stesso vale per altre situazioni, come una cena romantica o un momento dedicato al relax. A seconda della situazione e dell’umore, si trasforma l’atmosfera in casa. Tra i prodotti in commercio, i più noti sono quelli Philips Hue, ad esempio con strisce LED (White and Color ambiance Gradient Lightstrip) di due metri al costo di 90 euro circa o lampadine Smart colorate a circa 50 euro l’una.
di Francesca Guerini Rocco.
Tra temperature record e acquazzoni improvvisi, è bello godersi l’estate “all’ombra dell’ultimo sole” (come direbbe De André): purché si scelgano i nuovi modelli votati al design, veri protagonisti di stile che resistono ai raggi UV, ma anche alla pioggia.
Non c’è spazio outdoor a cui possa negarsi una protezione dal sole. Ombrelloni, tende e pergole, oggi, fanno molto di più e si fanno notare su balconcini, prati, terrazzi e dehors perché creano in grande stile zone d’ombre avvolgenti, scenografiche e rilassanti.
Autoportanti, con apertura automatica, super leggeri e decisamente resistenti, gli ombrelloni dell’estate 2023 si schierano con le ultime tendenze dell’arredo outdoor e puntano su materiali naturali e riciclabili e tessuti ad alto valore UPF, idrorepellenti e traspiranti.
Perfetti per arredare piccole e grandi oasi riposanti da vivere da mattina a sera: gli ultimi modelli, dal più essenziale a quello maxi e a scomparsa, proteggono dalla calura, creano la giusta intimità e grazie a luci led e sistemi speciali inventano, persino, scenografie dove sognare, in pieno sole o sotto le stelle.
1 – COME UN VENTAGLIO
Legno d’iroko, acciaio inox e una serie di “vele” inaspettate: Om Wood di Calma Outdoor gioca con il tessuto in agorà acrilico e trasforma i classici spicchi colorati in geometrie leggere e sinuose che, aprendosi a ventaglio, danno un tocco chic allo spazio outdoor.
Om Wood di Calma Outdoor, design Andreu Carulla, ⌀ 250 cm, prezzo da € 2.900 – calmaoutdoor.com
2 – EXTRA MISURE
Perfetto per una maxi-isola relax o per riparare la zona pranzo dal sole, Elea di Kasanova dispone di un grande telo quadrato e palo orientabile di 360°, grazie alla manovella. In più, ha un camino di ventilazione per far circolare l’aria e assicurare una maggiore stabilità in caso di vento.
Enea di Kasanova, 300×300 cm, prezzo € 299 – kasanova.com
3 – LUMINOSO
Luce led integrata, ricaricabile (ha un’autonomia di 8 ore) e dimmerabile tramite telecomando. Levante di Unopiù è perfetto per creare un’oasi di relax impeccabile, da sfruttare anche alla sera. Ha l’apertura meccanica Motion, la base in acciaio zincato con il braccio laterale salvaspazio, la struttura in alluminio e il telo in tessuto acrilico totalmente idrorepellente, ecrù o blu navy.
Levante di Unopiù, 290x290x275/295h cm, prezzo da € 5.100 – unopiu.com
4 – ULTRA RESISTENTE
L’ispirazione arriva dalle classiche estati del sud e, infatti, il modello a righe di Sagerak by Fritz Hansen si chiama Messina. Tondo o quadrato, è realizzato in tessuto per esterni resistente alle intemperie, ai raggi solari estremi, idrorepellente, antiruggine e antimuffa. Il palo invece è in legno di Kapur (un legno esotico resistente) certificato FSC e può avere la base in cemento e acciaio, in due diametri e pesi.
Messina di Skagerak by Fritz Hansen, quadrato 300×300 cm, rotondo ⌀ 270 o 300 cm, prezzo € 810 – skagerak.com
5 – PER TUTTO L’ANNO
Perfetto sia in estate che in inverno, Sunworker Zip è un tessuto oscurante e microperforato studiato da Dickson per essere applicato a cerniera su superfici di grandi dimensioni. Perfetto contro sole e intemperie, agisce come membrana protettiva tutto l’anno: in estate blocca fino al 96% di calore e riduce la temperatura interna di 7°C, in inverno trattiene il calore riducendo i consumi di energia. In dieci colori, per tende, gazebi e coperture varie.
Sunworker Zip di Dickson, prezzo da € 35 al mq – dickson-constant.com
6 – HI-TECH
Presa usb e pannello solare: l’ombrellone di Fp-Tech è perfetto per i nativi digitali perché permette di avere sempre pc, tablet e cellulare carichi grazie all’energia solare, che ricarica anche le 24 luci led integrate. Per creare sempre l’atmosfera perfetta.
Fp-Tech, ⌀ 2,7x230h cm, non reclinabile, prezzo da € 75,99 – fp-tech.it
7 – DA VIAGGIO
Leggero, ma resistente, l’ombrellone Stenstrup di JYSK è in tessuto di poliestere con speciale protezione ai raggi UV, con asta in acciaio e custodia per il trasporto. Reclinabile e regolabile in altezza.
Stenstrup di JYSK, ⌀ 200×145/225h cm, prezzo da € 25 – jysk.it
8 – SEMPLICE FUNZIONALITÀ
Tinte piene alternate per l’ombrellone Elios Pop di Fiam, dal design essenziale, ma pratico. Regolabile in altezza e orientabile, ha un comodo snodo che permette di reclinarlo fino a 45°, il meccanismo di apertura e chiusura automatico e la struttura in acciaio ed è disponibile con puntale finale. In due varianti: giallo e arancio oppure azzurro e bluette.
Elios Pop di Fiam, design Roberto Gatti, ⌀ 180 cm, prezzo € 169 – fiam.it
9 – SALVASPAZIO
Ideale anche su un piccolo balcone, Flex-Shade XL di Blumfeldt è un vero salvaspazio perché si monta in un attimo e in qualunque posizione a scelta, senza ingombrare. In alluminio e poliestere idrorepellente, con protezione UV50.
Flex-Shade XL di Blumfeldt, 150×120 cm, prezzo € 90,99 – blumfeldt.it
10 – CONVIVIALITÀ AL TOP
Ideale per godersi l’estate con una bella tavolata tra amici, Shade di Emu ha un telo in tessuto acrilico e lo stelo in alluminio reclinabile: di giorno crea una zona d’ombra lunga ben 4 metri, la sera illumina l’atmosfera grazie alle 4 barre led incorporate e dimmerabili con telecomando. In più, grazie alla molla a gas, si apre e chiude in un attimo senza dover spostare il tavolo.
Shade di Emu, design Christophe Pillet, 403x325x282/298h cm, prezzo € 5.842 – emu.it
In copertina, le “vele” dell’ombrellone si aprono a ventaglio. Om Wood di Calma Outdoor, design Andreu Carulla.
Icone di Design – Joe ColomboIl 30 Luglio 1930 nasceva a Milano Joe Colombo, designer visionario e anticonformista diventato figura di spicco nel mondo del design italiano e personificazione dell’entusiasmo, sperimentazione e fiducia del futuro degli anni ’60.
Capace di eccellere in più di un settore – prima di essere designer fu pittore autodidatta, costruttore edile, commerciante di automobili e imprenditore nel campo elettrico – decide di dedicarsi al product design a 360 gradi dal 1964, quando fonda il suo studio dopo la laurea al Politecnico di Milano. E proprio la città meneghina, per celebrare la sua grandezza, gli ha intitolato una via.
Joe Colombo e la sua immancabile pipa
Nel suo lavoro predilige forme curve ed avvolgenti, disegnando pezzi caratterizzati da un’estetica fortemente influenzata dalla cultura pop degli anni ’60. Un design non convenzionale, proiettato verso il futuro sfruttando le nuove tecnologie produttive dell’epoca, soprattutto quelle dell’industria milanese delle materie plastiche come Kartell, per la quale disegna la Universal Chair.
Prodotta dal 1967, si tratta della prima seduta in plastica per adulti stampata ad iniezione utilizzando un unico stampo. “Universale” perché è possibile trasformarla in uno sgabello, una sedia da pranzo normale o una sedia bassa semplicemente sostituendo le gambe. Pratica, leggera ed ergonomica, l’Universal Chair è diventata negli anni un classico del design e fa parte della collezione permanente del MOMA di New York.
Universal chair (1965)
Gli oggetti di Colombo si distinguono per un design innovativo ed originale ma soprattutto perché incoraggiano l’utente ad interagire e partecipare attivamente, giocando con la disposizione e combinazione dei loro componenti.
Tube chair (1969)
È il caso della Tube chair – designata nel 1969 per Flexform e rieditata da Cappellini a partire dal 2016 – una seduta che sembra un gioco: una serie di cilindri di diverso diametro rivestiti in tessuto elastico dai colori brillanti che regalano un’estrema versatilità nelle sue diverse composizioni secondo il piacere e utilizzo dell’utente. Fuori dal comune anche il packaging, infatti veniva venduta con i cilindri infilati l’uno dentro l’altro per risparmiare spazio.
Tube chair nelle sue composizioni
La poltrona Multichair riprende tutti i caratteri di flessibilità e adattabilità della Tube chair riducendo però la struttura in soli due distinti elementi – due cuscini in poliuretano espanso e acciaio – che si sovrappongono e accostano in vari modi dare vita ad una molteplicità di sedute con caratteristiche diverse tra loro, dalla poltrona da conversazione fino alla più comode chaise longue.
Multichair (1970)
Le infinite composizioni della Multichair
Joe Colombo diede un taglio agli arredi di tradizione (mobilli in legno, specchiere, lampadari a gocce) in favore di arredi componibili, espressione di un nuovo modi di vivere la casa.
Il carrellino Boby, disegnato nel 1970 e originariamente pensato per le esigenze di uno studio di architettura, diventa protagonista in tutti gli ambienti della casa, potendolo spostare grazie alle sue comode ruote.
Non un semplice carrellino contenitore ma un concentrato di funzioni e versatilità con i suoi cassetti apribili a ventaglio a diverse capienze personalizzabili. Ancora oggi prodotto da B-line, da quest’anno lo si può acquistare anche nella versione rosa, colore del momento.
Carrellino Boby (1970)
di Maria Chiara Antonini.
Una classica masseria in Puglia è stata trasformata in una piccola oasi di pace, con stanze per il relax e un grande giardino per godersi la natura.
Abbandonato per anni, un rustico tra Ostuni e il mare, immerso in un terreno di macchia mediterranea con ulivi centenari, è stato riportato a nuova vita. Un vero e proprio restauro operato su una classica masseria nella campagna pugliese, trasformata in un rifugio per le vacanze, con grandi camere da letto, terrazze e portici, per ammirare la natura circostante.
La masseria riprogettata dallo studio Corsaro Architetti nel cuore della Puglia.
Il progetto di riqualifica è stato firmato dallo studio Corsaro Architetti, che è riuscito a conservarne il fascino originale, mantenendo l’architettura tipica di queste costruzioni tradizionali e trasformando le varie stanze in camere da letto con servizi.
Una delle camere da letto della masseria.
Ogni ambiente conserva il suo soffitto originale, è dotato di una sala da bagno e ha un proprio accesso al giardino, tramite un terrazzo o un portico privato. La “prima camera” è stata arredata in maniera semplice, all’insegna di uno stile essenziale dal sapore nordico.
IDEA PER LA PRIMA CAMERA
Per ottimizzare al meglio lo spazio, nel grande vano libero può essere inserito il sistema guardaroba Solo di Albed: ha barre porta abiti, ripiani e cassetti da montare in base allo spazio che si ha a disposizione.
Un punto luce, che sia allo stesso tempo un elemento decorativo, è la lampada da tavolo Blooper di Please Wait To Be Seated, con il disco centrale colorato che funziona da dimmer. Per il pavimento, il tappeto in filato riciclato di Giovanardi, e sul tavolino si possono aggiungere i vasi in cotto della collezione Topiaria di Fornace Brioni.
A sinistra, sistema guardaroba Solo di Albed, prezzo a partire da € 1.000 – albed.it; a destra, lampada da tavolo Blooper di Please Wait To Be Seated, prezzo € 365 – pleasewaittobeseated.com
A sinistra, tappeto di Giovanardi, prezzo a partire da € 462 – giovanardi.com; a destra, vasi collezione Topiaria di Cristina Celestino per Fornace Brioni, photo Teo Zanin, prezzo a partire da € 260 – fornacebrioni.it
La seconda camera da letto della masseria ha una metratura più ampia, con tre vani per ogni lato della stanza. Per spezzare la monocromia delle pareti, quella di fondo dietro al letto è stata decorata con un motivo geometrico.
La seconda camera da letto della masseria.
IDEA PER LA SECONDA CAMERA
Un mobile salvaspazio, da sistemare in uno dei vani nel muro, è la madia Block di Nube. Disponibile con misure e finiture diverse, è pratica e funzionale. E per dare una nota di colore in più, GAN propone il tappeto della collezione Chimos, in pura lana e a scelta con due metrature differenti.
A sinistra, madia Block di Nube, prezzo € 7.515 – nubeitalia.com; a destra, tappeto Chimos di GAN, prezzo a partire da € 1.700 – gan-rugs.com
Massima semplicità per una delle stanze da bagno all’interno dell’abitazione. Il pavimento è lo stesso in resina scelto anche per tutte le camere da letto, così come le pareti in calce bianca. E un piano in travertino regge i doppi lavandini da appoggio.
Una delle stanze da bagno con le stesse finiture delle camere da letto.
IDEA PER LA STANZA DA BAGNO
È sempre comodo uno sgabello in bagno, e questo modello Kami di Lapalma in multistrato di legno incurvato, è anche impilabile. E per dare una connotazione più raffinata al bagno, Novellini propone nuove finiture lucide e spazzolate per il box doccia, in scintillanti bagliori dorati.
A sinistra, sgabello Kami di Lapalma, prezzo a partire da € 290 – lapalma.it; a destra, box doccia di Novellini con la nuova finitura lucida oro, a partire da €.1440 – novellini.it
Tutte le camere di questo rustico hanno uno spazio privato outdoor, che si affaccia sul terreno circostante, siano terrazzi o accessi diretti al giardino.
Il terrazzo privato di una delle camere al primo piano.
IDEA PER IL TERRAZZO
Per godersi il fresco del terrazzo nelle ore meno calde della giornata, si può arredarlo con pezzi comodi che si possono lasciare all’aperto tutto il giorno. Come il divano modulare Leewise Exclusive di Ritzwell: ha la struttura in massello di frassino con diverse finiture e cuscini sfoderabili. E per cenare, il tavolo Twins di EMU in teak, disponibile in due diverse dimensioni.
Divano Leewise Exclusive di Ritzwell, prezzo a partire da € 12.082 – ritzwell.com
Tavolo Twins di Sebastian Herkner per EMU, prezzo € 3.900 – emu.it
Tutto l’ampio giardino che circonda la masseria è composto principalmente da ulivi secolari e basse piante aromatiche e il portico, ricavato in un’ala dell’edificio, è il luogo ideale per godersi l’ombra nelle ore più calde.
La portafinestra di un’altra camera che si affaccia direttamente sul giardino.
IDEA PER IL GIARDINO
Come arredare un porticato che si apre sul giardino, per renderlo ancora più fruibile nelle lunghe giornate d’estate? Basta aggiungere una comoda sdraio pieghevole, come il modello Synthesis di Unopiù con struttura in legno e cuscini removibili, da usare con l’ombrellone Stripes proposto da HKliving con colori vintage.
Per un punto luce, Ambientec propone la lampada wireless Turn+, ricaricabile e con un’autonomia di 240 ore, mentre dei comodi contenitori multiuso, fatti in tessuto resistente al sole e impilabili, sono quelli della collezione Strato di Warli.
Photos courtesy Archello
Progetto dello studio Corsaro Architetti – corsaroarchitetti.it
A sinistra, sdraio pieghevole Synthesis dei Unopiù, seduta prezzo € 1.135, cuscino prezzo € 200 – unopiu.com; a destra, ombrellone Stripes di HKliving, prezzo € 370 – hkliving.com
A sinistra, lampada Turn+ di Ambientec, photo Daniel Kaihirao, prezzo a partire da € 420 – ambientec.co.jp; a destra, contenitori Strato di Warli, set 4 pezzi prezzo € 651,48 – warli.it
In copertina, una veduta della masseria in Puglia ristrutturata dallo studio Corsaro Architetti.
Icone di Design – Matali Crassetdi Evi Mibelli.
Matali Crasset è un nome affermato nel mondo dell’architettura e del design internazionale. Personalità brillante, dalle idee innovative e dalla semantica progettuale originale. Il suo ‘linguaggio’ è un’inedita mescolanza: dai richiami al pop, al razionalismo, sino a esplorare il mondo dell’artigianato per il quale nutre, da sempre, grande interesse soprattutto come espressione di un sapere e di un fare legato ai luoghi, ai materiali, ai riti sociali, alla sostenibilità.
Porta avanti un concetto di progettualità multidisciplinare che collega architettura, grafica, musica, tecnologia, comunicazione digitale. I suoi progetti sono esposti in numerose collezioni pubbliche e private, in tutto il mondo, tra cui il Museo delle Arti decorative di Praga, il Centro Georges Pompidou a Parigi, il Museo del Design a Lisbona, il MoMA a New York.
A sinistra Coll. Les Capes Manufacture de Sevres; a destra lampada in legno Sticks per Fabbian
Nasce nella cittadina francese di Chalons-en-Champagne, il 28 luglio del 1965, nel cuore di una campagna rigogliosa, a contatto con la natura e gli animali. La casa dove cresce è una classica fattoria in cui la vita familiare si intreccia con il lavoro. Gliene deriva un’idea di spazio dove il ruolo delle relazioni umane diventa centrale, aspetto che si ritrova nella sua casa studio, nel quartiere di Belleville a Parigi, che è concepita come una sorta di cohousing dove vita privata, mestiere, incontri sono la struttura ‘concettuale’ su cui modella i luoghi del quotidiano.
“Concepisco la casa come parte di un villaggio. Penso agli amici, ai vicini, che condividono il verde comune, e anche l’orto. Nella scelta di un quartiere cittadino, infatti, preferisco di gran lunga quelli che hanno bisogno di trasformazione con potenzialità ancora non espresse, alla ricerca di una propria identità”.
Dar HI, Ecolodge, realizzato a Nefta, in Tunisia. Una sintesi perfetta tra lo spirito del luogo e una nuove idea di ospitalità. Foto Jérôme Spriet
Nel 1988, a Parigi, frequenta la Scuola Nazionale Superiore di Creazione Industriale e una volta diplomata collabora prima con lo Studio di Denis Santachiara, poi con Philippe Starck. Nello stesso periodo diventa responsabile del centro ricerca della Thompson Multimedia e, successivamente del polo dedicato al design di Thompson: Tim Thom.
Un’esperienza che segnerà il suo modo di pensare il progetto in un’ottica multilevel, consapevole della complessità del mondo contemporaneo. “Gli interni delle case sono una stratificazione di oggetti e di ricordi, di cose che ci piacciono e a cui siamo legati. Di riti personali e nuove relazioni. Ma è importante mantenersi liberi, avere la possibilità di cambiare. Le strutture devono essere pensate per accogliere la vita nelle sue mille declinazioni e, soprattutto, nelle sue possibili evoluzioni. Vale per la casa, ma anche per altri luoghi”.
Gli interni dell’HImatic Hotel, a pochi isolati dalla Bastiglia. La sua peculiarità è l’automatismo e un’idea di spazio funzionale e versatile. Foto Matali Crasset
Interessante è la sua idea di ospitalità ben rappresentata dall’HImatic hotel, un piccolo albergo in Rue de Caronne, vicino alla Bastiglia. È una versione europea del Riokan giapponese, un albergo ostello dotato di tutti i comfort, agile nella gestione, perfettamente ‘autonomo’, con arredi super funzionali, tanto colore, prezzo economico e colazioni fai da te erogate da un distributore automatico. Un’idea di ospitalità a basso impatto e massima funzionalità.
Alla razionalità e funzionalità associa sempre una tensione verso qualità immateriali. Non si limita al binomio forma-funzione. Punta sempre a conferire valori complessi, legati alla sfera delle emozioni come generare ottimismo, senso di libertà, condivisione e scambio.
La Plateforme, residenza per vacanze in Normandia. L’appartamento con vista sull’oceano è suddiviso in aree funzionali attraverso una piattaforma alta 30 cm che modifica la volumetria degli spazi. Foto Philippe Piron
Questo vale per gli spazi, ma anche per gli oggetti: “Non esistono ostacoli: la tecnologia, i materiali, i contesti, le interfacce digitali, sono dati con i quali mettere in moto un processo progettuale che li integri in modo armonico. Ciò che è davvero difficile è dimostrare di poter superare il limite e trovare una nuova dimensione. Immaginare un futuro”.
Ondulation, collezione tavoli in pietra leccese per PIMAR
Centrotavola in betulla ARBRE per Moustache. Matali Crasset approccia il tema dei materiali e delle tradizioni lavorando sulle eccellenze artigiane locali
Appare chiaro quale ruolo attribuisca al designer: è una guida del cambiamento. “Il nostro lavoro è quello di guardare all’uomo e al suo essere nel mondo, alla sua capacità di interagire con la Natura, alla modalità con cui lo fa o su come potrebbe farlo. Siamo tutti collegati e credo molto nelle comunità territoriali: sono motori che aiutano ad affrontare con maggiore sensibilità piccoli e grandi problemi del nostro presente. Questa cosa mi fa guardare con fiducia al futuro e a ciò che si può fare per renderlo migliore a tutti”.
Les Maison Sylvestres, si collocano nel cuore del Dipartimento della Mosa, all’interno del progetto che coniuga arte e natura Vent des Forêts. Le quattro case sono pensate come ‘idee da abitare’ nella quiete di boschi incontaminati.
In copertina, Matali Crasset
Tende da sole – quali sceglieredi Arianna Giancaterina.
Per fronteggiare le temperature roventi che stanno infuocando l’estate, l’ombra rimane l’idea migliore (e di più basso impatto ambientale) che si possa avere, partendo da prodotti altamente qualificati.
Dotare le abitazioni di sistemi di schermatura solare permette di godere di spazi esterni come giardini, patii, terrazzi e balconi anche nei periodi più caldi. Ma non solo: possono contenere la propagazione delle onde termiche all’interno degli edifici, ottimizzare la climatizzazione, proteggere la privacy e abbellire la facciata dell’immobile.
Tenda a caduta verticale T-Loop by Pratic, prezzo su progetto – pratic.it
Esistono diverse tipologie di tende da sole che differiscono tra loro per il sistema di chiusura e apertura (manuale, motorizzato o automatizzato) e per la forma e struttura. Essenzialmente si possono riunire in tre grandi categorie: tende a bracci, tende a caduta e tende a cappottina.
A tali macro-gruppi possiamo aggiungerne un altro più generico. contenente varie tipologie di schermature solari outdoor, come tende veneziane da esterno e lamelle frangisole.
I TESSUTI PER LE TENDE DA SOLE
Un’importante caratteristica da non sottovalutare, in fase di acquisto, è la scelta del telo. Il tessuto, infatti, deve essere in grado di schermare i raggi solari e, allo stesso tempo, resistere agli strappi, all’usura e agli agenti atmosferici.
Disponibile in 21 colori coordinabili e in due larghezze (150 e 300 cm), il tessuto micro-perforato per tende SWK6 di Dickson è progettato per resistere al tempo e alle intemperie. È il tessuto per schermi più sottile e leggero sul mercato e, grazie alla sua costruzione in Rachel Trameur, presenta una resistenza allo strappo 5 volte maggiore rispetto alla fibra di vetro.
La sua microperforazione e la grana regolare garantiscono un buon filtraggio della luce, consentendo una riduzione del 30% dell’utilizzo dell’illuminazione artificiale. Oltre al comfort visivo, il tessuto offre vantaggi termici: in estate respinge il 94% del calore.
Tela microforata per tende outdoor SWK6 by Dickson, prezzo su progetto – dickson-constant.com
Nato da una collaborazione tra Giovanardi, Sauleda – produttore di tessuti acrilici tinti in massa – e Pureti – leader mondiale nella tecnologia dei fotocatalizzatori – Irisun Green è uno speciale e innovativo tessuto acrilico per tende da sole, in grado di contribuire a purificare l’aria.
Pur avendo la struttura tessile di un comune tessuto acrilico tinto in massa, sottoposto a un processo a base di biossido di titanio di terza generazione, è in grado di eliminare inquinanti atmosferici come smog e contaminanti organici tipo muffe, batteri e microorganismi in genere.
Per l’effetto “Sun washing” gli inquinanti che si annidano, e si aggrappano sul tessuto, vengono quindi trasformati in specie solubili facilmente eliminabili dall’acqua piovana.
Tenda da sole realizzata con tessuto acrilico Irisun Green by Giovanardi, prezzo su progetto – giovanardi.com
TENDE A BRACCI
Installate a muro o a soffitto, sono costituite da una struttura collegata a due bracci estensibili che permettono lo srotolamento e la perfetta stesura del telo. Sono inoltre dotate di un cassonetto, più o meno invisibile, che permette di nascondere, oltre al tessuto, tutte le varie componenti meccaniche ed elettriche. Possono essere regolate in estensione e in inclinazione e garantiscono ampie aree d’ombra.
Frutto della partnership tra Gibus e lo studio Meneghello Paolelli Associati, Spazio è la nuova tenda a bracci in barra quadra non cassonata, installabile sia a soffitto che a parete. È disponibile in due versioni, differenziate per le sporgenze dei bracci estensibili di tipo EDGE: Spazio 60 raggiunge i 300 cm, Spazio 75 arriva fino a 400 cm. Dotata di telo in poliestere personalizzabile, e di due tipi opzionali di illuminazione, è movimentabile tramite motore, ma anche mediante arganello manuale.
Tenda a bracci Spazio by Gibus, prezzo su progetto – gibus.com
T-Hide di Pratic è una tenda estensibile a bracci, dotata di movimentazione motorizzata controllabile tramite telecomando a più canali o attraverso l’innovativo sistema Connexoon, gestibile con app dedicata comodamente dal proprio smartphone. Provvista di strip led con luce dimmerabile, può raggiungere le dimensioni massime di 700 cm di lunghezza per una profondità di 400 cm, e variare la propria inclinazione da 10 a 40 gradi – video.
Tenda a bracci T-Hide by Pratic, prezzo su progetto – pratic.it
TENDE A CADUTA
Grazie ad un rullo, a cui è avvolto il telo che scende verticalmente sulla facciata, offrono una schermatura solare molto efficace e garantiscono una privacy totale. Alcuni modelli sono formati in due parti: la prima scende verticalmente mentre una seconda porzione di tenda, regolata dai bracci laterali, sporge sul balcone per lasciare passare più luce.
La tenda da esterno a caduta verticale TS115 di BT Group è caratterizzata dalla presenza di un cassonetto ispezionabile, predisposto per l’installazione a soffitto. Si tratta di un modello dal profilo curato e compatto, dotato dell’innovativo sistema Tension Kit, il quale sfrutta la forza dei pistoni a gas per mettere in trazione il telo in posizione estesa o anche intermedia.
Il terminale della tenda viene guidato su cavi in acciaio di 2 mm, installabili su davanzali, pavimenti e ringhiere. Come gli altri modelli di tende BT Group, anche questo può essere personalizzato nella finitura e nelle decorazioni.
Tenda a caduta verticale TS115 by BT Group, prezzo a partire da € 1.427 – btgroup.it
Caratterizzate dal frontale completamente a scomparsa all’interno del cassonetto, le tende a caduta verticale Click Zip Ghost 15 di Gibus sono sviluppate per la completa integrazione nel blocco finestra, senza cassonetto né guide a vista, e risultano quindi pressoché invisibili quando sono completamente avvolte. Potendo raggiungere i 7 metri di larghezza, tali modelli rappresentano la soluzione ideale per vetrate di dimensioni importanti e serramenti dalle misure generose.
Tenda a caduta verticale Click Zip Ghost 15 by Gibus, prezzo su progetto – gibus.com
Movimentabile tramite la classica manovra ad argano, o anche a molla, la tenda Cristal by Tempotest presenta un telo in PVC di qualità disponibile nella finitura trasparente, colorata o mista con tessuto. Nelle giunture del telo, tra la parte trasparente e quella non trasparente, viene inserito un profilo di rinforzo antivento. Garantisce protezione contro gli agenti atmosferici e, al contempo, offre una vista panoramica.
Tenda a caduta verticale Cristal by Tempotest, prezzo a partire da € 488,90; photo courtesy Tenda Italiana – para.it
TENDE A CAPPOTTINA
Chiamate anche tende a cupola sono caratterizzate da una tipica forma bombata. Solitamente si utilizzano all’esterno di strutture e vetrine commerciali, ma la loro estetica senza tempo le rende adatte anche a finestre e balconi di edifici residenziali. Presentano, sotto il telo, una struttura ricurva a ventaglio e garantiscono una zona d’ombra frontale ma anche – seppur in modo parziale – laterale.
Dotata di una struttura con telaio in lega estrusa e articolazioni in resina termoplastica, la tenda a cappottina proposta da BT Group si può installare a parete, a soffitto o in “spallina”, ed è molto robusta e resistente agli eventi atmosferici. Disponibile in due dimensioni – 400×100 cm e 500×160 cm – grazie ai cinque colori disponibili, e all’aggiunta di eventuali decorazioni, può essere completamente personalizzata.
Tenda a cappottina by BT Group, prezzo a partire da € 548 – btgroup.it
Prolungata by Tempotest conserva tutte le caratteristiche estetiche che caratterizzano il modello dell’iconica “Cappottina Standard” a cui si aggiunge, però, la possibilità di ottenere una sporgenza superiore e un’ottimale altezza di passaggio. Il telaio è realizzato in alluminio con profilo spesso 35 mm e fornita con comando a fune.
Tenda a cappottina by Tempotest, prezzo a partire da € 345; photo courtesy Tenda Italiana – para.it
Per arredare le facciate di edifici storici e contemporanei, Selene è la proposta contemporanea di Pratic. Dotata di struttura in alluminio, prevede l’applicazione del telo in modo sartoriale, con cuciture di precisione. L’innovazione del modello anni Sessanta passa oggi da un utilizzo totalmente automatizzato, che consente la gestione comoda di qualsiasi movimento della tenda.
È possibile, inoltre, dotare la cappottina di sensori meteo che ordinano l’apertura o la chiusura automatica del telo, a seconda della presenza di sole, vento, pioggia e neve. In caso di brezze sostenute, la struttura può poi contare sull’innovativo brevetto Flexcontrol, il dispositivo che assorbe le sollecitazioni del vento sfruttando un sistema di cuscinetti elastici posizionati nella staffa portabraccio.
Tenda a cappottina Selene by Pratic, prezzo su progetto; project by Iwan Bühler Arch.büro GmbH e Biscontin Arrimo AG, photo courtesy Silvan Bucher – pratic.it
SCHERMATURE SOLARI
Le schermature solari sono sistemi che controllano e regolano l’ingresso della luce del sole e del calore in ambienti interni. Le tende veneziane Metalunic by Griesser risultano essere completamente metalliche, autoportanti e con meccanismo integrato invisibile. Disponibili in 150 varianti cromatiche, questa tipologia di tenda da sole resiste al vento fino a 92 km/h.
Tende veneziane Metalunic by Griesser Italia, prezzo su progetto – griesser.it
Per schermare il calore della luce solare, soprattutto nel caso di ampie vetrate, Oknoplast presenta i nuovi frangisole a lamelle orizzontali regolabili con filo: hanno una leggera struttura in alluminio e vengono montati esternamente al serramento. È anche possibile collegare le lamelle a sensori metereologici o integrarle al proprio sistema di impianto domotico, gestendone la movimentazione a distanza attraverso telecomando o smartphone.
Frangisole a lamelle con filo Oknoplast, presso su progetto – oknoplast.it
BONUS TENDE DA SOLE
Anche nel 2023 è possibile usufruire del Bonus tende da sole. L’agevolazione è valida per l’acquisto e l’installazione di schermature solari o chiusure oscuranti volte a proteggere zone dell’abitazione dal sole (non si possono detrarre le spese per tende e altri sistemi di protezione montati su pareti esposte a nord/nord est/nord ovest).
Il bonus consiste in una detrazione d’imposta in 10 anni a rate (tramite dichiarazione dei redditi) pari al 50% delle spese totali sostenute fino al raggiungimento di 60.000 euro per unità immobiliare – quindi la somma massima detraibile è 30.000 euro, ossia il 50% di 60.000.
Trattandosi di prodotti mediamente molto costosi, prima di effettuare qualsiasi investimento, si raccomanda di affidarsi a personale qualificato capace di consigliarvi la tenda da sole più idonea alle vostre esigenze e ai vostri infissi e, per una corretta installazione, di rimettersi sempre a tecnici esperti.
In copertina, tenda a bracci SPAZIO by Gibus.
Tavola en plein air – free styleColore, richiami pop ed eleganza bohémienne: un melting pot estetico che ispira una creatività libera, dove osare con raffinata nonchalance.
Il tableware estivo è un’esplosione di possibilità e l’inventiva trova carta bianca, a livello espressivo, attraverso una tendenza libera da qualsiasi regola formale. È il tempo dei pranzi e delle cene all’aperto, in terrazza o in giardino, in riva al mare o in divertenti picnic, comodamente adagiati su coperte e tessili outdoor dal sapore d’antan.
Tovaglia Barney e tovaglioli Jasper di Moozle – moozlehome.com
Nautical Collection, tableware di Victoria Eggs – victoriaeggs.com
Le gite fuori porta, le “déjeuner sur l’herbe”, sono le muse ispiratrici anche delle mise en place, dove la tavola riscopre una freschezza concettuale raccontata in tonalità inattese, textile ricercato e dallo charme timeless. Una riscoperta voglia di mix and match a contrasto, dove piatti colorful incontrano tovaglie di lino, bicchieri e brocche risplendono in nuances accese e la luce delle candele rischiara le calde notti della bella stagione.
Set picnic En plein air di Giorgetti in collaborazione con Pineider – giorgettimeda.com
Ceramiche di carattere
Una colazione, un pranzo o una merenda, diventano l’occasione per divertirsi con un ensemble personale e votato agli accostamenti azzardati. Le ceramiche sono scelte anche per i picnic, conservate in sofisticati cestini completi di telo in pendant, nei classici toni bianchi e azzurri del periodo estivo.
Set da 4 Plate Whip di Bøde Living – bode-living.com
Set da 4 Plate De la Mer di Bøde Living.
A sinistra, I Love Cheese & Bicycles! Plate; a destra, Pancakes Go Here! Plate; tutto di Jimboart – jimbobart.com
A tavola, lo stesso concetto “amarcord” si descrive in uno stile bohémienne dove il design e l’artigianato si vestono di inattese tonalità. L’alta lavorazione, invece, viene messa in risalto da un gusto decorativo ironico e molto grafico. A completare, una posateria che si accosta al mood giocoso, scintillando in bagliori dorati che donano un tocco trés chic.
Un plus in più? Accostamenti etnici con piatti da portata o lunch box indiani (protagonisti perfino di un film “Lunchbox” presentato a Cannes nel 2013), da usare come ciotole o per conservare direttamente il cibo da consumare. Non possono mancare dettagli in rattan, con ceste e cestini di diverse dimensioni, pronti per aiutare nel servizio o diventare l’intera borsa da picnic.
Indian Tiffin lunch boxes di Pretty Tiffin – prettytiffin.co.uk
Colored glasses
Non i soliti bicchieri di cristallo bianco, la tavola estiva li vuole colorati e votati al décor. Le sfumature dell’arcobaleno ammantano linee classiche o rischiarano un design che ricorda i Sixties e tutta loro creatività.
In alternativa, sono ricercati e dalla lavorazione materica, in forme senza tempo dal fascino quasi ancestrale, virati in delicate tonalità del turchese. Un trait d’union con il tessile dal classico richiamo vacanziero, che si esprime in diverse possibilità, adatte a ogni stile.
Bicchieri capsule collection Timeless Gem Colors di Pasabahce – pasabahce.com
Linea Collection di Klimchi, design by Frantisek Jungvirt for KLIMCHI, photo by Anna Pleslova – klimchi.com
Brocca e bicchieri della collezione Peter Langner Casa 2023 – peterlangnercasa.com
Tovaglia e mise en place della collezione Peter Langner Casa 2023.
Textile charmant
Sono proprio i tessuti di tovaglie, americane e runner a mantenere un’allure più classica scoprendo, però, altissime lavorazioni a mano, tra cui bellissimi ricami, che sono un’opzione alle fantasie a righe o ai lini più impalpabili.
Home linen collection di SEP, pezzi unici ricamanti a mano dalle ricamatrici SEP, donne rifugiate nel campo di Jerash in Giordania che attraverso l’Accademia di SEP ritrovano un lavoro antico e la loro dignità di abili artigiane – septhebrand.it
Home linen collection di SEP.
Oppure, inediti toile de jouy da abbinare a rigati e tovaglioli di trama ricca, per giochi ton sur ton elegantissimi e tocchi dal sapore orientale. Per completare l’atmosfera, sia un picnic o un placè, tante candele e delicate luminarie, per illuminare una mise en place all’aperto, rendendo la situazione ancora più romantica e rilassante.
Toile de jouy rosso e blu per le americane e i set tavola di Il Grembiale Milano – ilgrembialemilano
Outdoor TruGlow® Candles di Lights4fun – lights4fun.co.uk
In copertina, Strawberries Picnic Blanket collection by Sophie Allport – sophieallport.com
OODD Studios – textile attitudedi Costanza Carbotta.
Fondato da Magdalena Sophie Orland e Susanne Ostwald, OODD Studios è una cooperativa di design interdisciplinare, nata a Lipsia nel 2021, che si concentra sull’uso del tessuto creando tecniche nuove per la sua lavorazione. All’Isola Design Festival hanno presentato il loro progetto LANDMARK: vasi in tessuto dalla tecnica e dall’aspetto raffinati e leggeri.
Come ottenete dei prodotti così dettagliati e robusti usando il tessuto?
I nostri lavori si basano su una nuova interpretazione dell’uso del pizzo, non solamente da un punto di vista estetico e visivo, ma anche attraverso lo sviluppo di nuove tecniche di lavorazione realizzate a mano.
I tessili che usiamo non sono robusti in sé, anzi sono molto delicati, e la struttura delle opere si ottiene in primis con la loro forma e, successivamente, grazie all’uso dell’organza che, essendo un tessuto rigido ma molto leggero e trasparente, è il materiale di base perfetto per le nostre opere. Infine, lavoriamo la superficie con varie tecniche, dall’incollaggio, alla cucitura, all’uso di altri materiali come nylon o lattice.
A sinistra il vaso Alda, mentre a destra vediamo Cellini No.4.
Come mai avete deciso, fra tutti i campi del design, di concentrarvi sul tessile?
Siamo circondati e letteralmente avvolti dai tessuti tutti i giorni: vestiti, scarpe e tessile per la casa. Proprio per questo motivo crediamo ci sia un rapporto diretto e speciale con questo materiale e le sue innumerevoli interpretazioni.
Per noi utilizzare il textile nel design è un’opportunità per renderlo un mezzo di comunicazione, un “ricordo del contatto” vero e proprio in una società sempre più digitale come la nostra. Inoltre, i tessuti hanno una storia ricchissima e offrono un’incredibile varietà di tecniche e possibilità. Amiamo lavorarci, fondendo un’arte antica e tradizionale con tecniche innovative, per crearne versioni contemporanee.
Alcuni dettagli dei tessuti di OODD Studios.
Quali sono i progetti per il futuro dei vostri lavori?
I tessuti e il loro utilizzo nell’arte, nella moda e nell’interior design, sono e rimarranno i nostri obbiettivi principali. Al momento i nostri progetti comprendono colletti in pizzo, vasi e opere da appendere ai muri, ma stiamo lavorando su un nuovo sistema di illuminazione e oggetti per l’illuminazione, oltre a divisori di grandi dimensioni.
Amiamo restare dinamiche e allargare i nostri orizzonti, quindi siamo sempre aperte a nuove opportunità nel mondo del design e a quello delle collaborazioni.
La collezione LANDMARK, presentata all’Isola Design Festival.
Quali opportunità offre Isola e perché avete scelto di partecipare? Come l’avete scoperta?
Isola Design Festival ci ha offerto la possibilità di presentare i nostri lavori a un evento internazionale come la Milano Design Week, e aiutato a stabilire nuovi contatti e connessioni nel mondo del design, soprattutto grazie ai social e ai vari network. Noi per prime abbiamo scoperto Isola proprio attraverso il suo account Instagram, decidendo subito di partecipare a questa interessantissima occasione.
Magdalena Sophie Orland e Susanne Ostwald di OODD Studios.
In copertina, la collezione LANDMARK in cui il tessile scopre nuove dinamiche spaziali.
Condizionatori smart e controllo da remotodi Gaia Mussi.
Regolare il condizionatore in modo efficiente e da remoto è possibile, sia con l’acquisto di nuovi modelli, che con quelli già installati in casa. Vediamo come.
Il caldo ormai è arrivato e il condizionatore torna ad essere uno dei migliori alleati per assicurare il comfort interno. Per un benessere maggiore e il risparmio energetico, è consigliato optare per un nuovo climatizzatore che, grazie allo sviluppo tecnologico e alla connessione Wi-FI, diventa intelligente e controllabile da remoto in qualsiasi momento, anche fuori casa. Un elettrodomestico smart permette un controllo avanzato, automazioni, comfort elevato, gestione dei consumi e riduzione degli sprechi.
Come diventa intelligente un condizionatore?
Le ipotesi sono due: acquistare un nuovo climatizzatore già dotato di Wi-Fi o rendere smart quello esistente. Infatti, ci sono diverse soluzioni adatte alla “domotica fai da te”, basate sui dongle (si tratta di piccoli adattatori in grado di aggiungere funzionalità ad altri dispositivi senza grandi modifiche), oggetti dal costo accessibile, spesso installabili in totale autonomia.
Per avere un climatizzatore con il Wi-Fi già integrato e favorire il risparmio energetico, invece, è necessario valutare uno dei nuovi modelli tra cui è possibile scegliere oggi. In questo caso, il climatizzatore si connette direttamente alla rete di casa e può “collaborare e parlare” con altri dispositivi di casa, come termostati e assistenti vocali.
Grazie alle App è possibile regolare velocità della ventola, temperatura e accensione, monitorando al contempo anche i consumi, ma anche attivare modalità di funzionamento automatiche, che riconoscono la temperatura di superfici e aria o la presenza di persone. I nuovi climatizzatori con Wi-Fi, in conclusione, sono davvero performanti e assicurano il massimo comfort.
Quale condizionatore Wi-Fi scegliere
Quasi tutte le principali aziende hanno lavorato a modelli e linee di climatizzatori smart, ad esempio Samsung propone WindFreeTM, una famiglia di prodotti che raffresca gli ambienti senza getti d’aria diretti, ma attraverso migliaia di microfori. Grazie all’Intelligenza Artificiale e alla connessione Wi-Fi, integrano automazioni, sono compatibili con i principali assistenti vocali e controllati da remoto.
WindFreeTM di Samsung, prezzo a partire da € 1.000 – samsung.com
Di alta gamma anche la linea Stylish di Daikin, che prevede un adattatore Wi-Fi integrato per connettersi alla rete di casa e controllare il dispositivo con l’App Daikin Online Controller. I dispositivi sono compatti e di design, la tecnologia è finalizzata al risparmio energetico e alla qualità dell’aria, grazie anche ad appositi filtri che catturano particelle e inquinanti e catturano anche i cattivi odori.
Stylish di Daikin, prezzo a partire da € 1.000 – daikin.it
Sono tutti controllabili da remoto anche i climatizzatori di Hisense: Fresh Master, Silentium Pro, Energy Pro, New Energy e New Comfort sono le linee di prodotto tra cui scegliere a seconda di funzioni richieste e budget a disposizione.
Tra le caratteristiche più innovative ci sono il controllo Smart Voice per i comandi vocali; la tecnologia TMS con funzione AI, che calcola la miglior condizione di comfort in base a 6 parametri ambientali; il rilevatore di presenza Smart Eye, che tramite gli infrarossi individua le persone e regola la direzione dell’aria di conseguenza. A seconda dei modelli e delle caratteristiche il costo può variare molto.
Climatizzatori di Hisense, prezzo a partire da € 400 per le soluzioni monosplit – hisense.it
Mitsubishi Electric ha introdotto MELCloud, un controllo da remoto per tutti i sistemi di climatizzazione commercializzati negli ultimi anni. Si tratta di un’App utilizzabile da smartphone, pc e tablet che si integra anche ai dispositivi già installati e permette il controllo da remoto. Gli ultimi modelli, invece, integrano già questa tecnologia, come la linea Mitsubishi PLUS.
Mitsubishi PLUS di Mitsubishi Electric, prezzo a partire da € 600 – mitsubishielectric.com
Wi-Fi e controllo da remoto anche per il climatizzatore Nivos di Ariston, con un display smart per comunicare immediatamente il funzionamento del dispositivo, funzione ECO per ridurre i consumi energetici, autopulente e in grado di eliminare i cattivi odori dall’ambiente. L’App dedicata si chiama AC Control.
Nivos di Ariston, prezzo su richiesta – ariston.com
Sono di Hitachi Cooling & Heating i condizionatori per la casa airHome, intelligenti e connessi. I prodotti sono stati pensati proprio per inserirsi nelle nuove smart home, con tecnologie come la geolocalizzazione, controllo vocale e funzionalità di pulizia dell’aria dell’ambiente interno. Sono dotati di avanzate funzioni di purificazione a più stadi di filtrazione. L’App airCloud Home permette anche il controllo vocale.
airHome 400 Hitachi Cooling & Heating, prezzo a partire da € 550 – hitachiaircon.it
Toshiba propone, invece, la famiglia di climatizzatori HAORI, che si presenta come un vero e proprio componente d’arredo, con forme arrotondate e rivestimento in tessuto, premiato anche con il iF Design Award 2021. La scelta del rivestimento è completamente personalizzabile, ma anche a livello tecnologico le caratteristiche sono di alto livello.
Garantiscono efficienza energetica elevata, il funzionamento è silenziosissimo e assicura la qualità dell’aria, riducendo le particelle inquinanti presenti nell’ambiente. Il Wi-Fi è integrato e permette il controllo tramite l’App “Toshiba Home AC Control”.
HAORI di Toshiba, prezzo su richiesta – toshibaclima.it
di Francesca Guerini Rocco.
Estate da bollino rosso: basta il pensiero e la voglia di una doccia refrigerante diventa irrefrenabile. Perché allora non rinfrescarsi le idee all’aria aperta? In giardino o sul terrazzo, ma sempre all’insegna del design.
La soluzione anti-afa per eccellenza? Una doccia fredda, meglio se all’aperto. In fondo basta un piccolo angolo open air per creare, anche in città, una zona wellness privata dove rinfrescarsi. Le nuove docce da esterno, infatti, sono così versatili che si adattano facilmente a qualsiasi superficie e non richiedono più lavori di manutenzione impegnativi.
Che si tratti di un balcone affacciato sullo skyline metropolitano, di un patio in pieno centro urbano o di un’oasi a bordo piscina, per i più fortunati, i nuovi sistemi di montaggio si installano in pochi minuti e senza interventi idraulici.
Senza contare che, grazie alle caratteristiche tecniche avanzate, ai materiali resistenti alle intemperie e al design sempre più raffinato, sono le alleate perfette per aggiungere un tocco di stile allo spazio outdoor. E trasformare le giornate più torride in vere occasioni di relax.
1 – STILE FLESSIBILE
Discreta e praticissima, la doccia da terra Open Air di Agape ha il tubo flessibile in pvc con attacco rapido per il giardino e il flusso regolabile. Il supporto in alluminio anodizzato nero è sostenuto dalla base solida in Cementoskin® (cemento colorato in pasta), mentre l’erogatore dell’acqua è in POM, materiale plastico, con finitura nera.
Open Air di Agape, design Benedini Associati, prezzo su richiesta – agapedesign.it
2 – MINI SPAZIO MAXI SPA
Base da 60 mm per il sistema doccia essenziale Milanoslim di Fantini, che occupa pochissimo spazio, ma regala tutto il piacere di una spa. La colonna in acciaio inox spazzolato e legno è formata da tre strisce combinate tra loro, o inserite una nell’altra, per personalizzare a piacere le funzioni con getti multipli.
Milanoslim di Fantini, design Franco Sargiani, prezzo € 9.650 – fantini.it
3 – MULTIFUNZIONE DI DESIGN
La colonna doccia termostatica CB447 di MGS distribuita da Frigo2000 è perfetta dopo un bagno in piscina, ma anche per concedersi il piacere di una doccia calda sotto le stelle, nelle serate settembrine o semplicemente per sciacquarsi i piedi (grazie all’apposito rubinetto). In acciaio inossidabile lucidato a mano, è disponibile con finitura lucida o satinata.
CB447 di MGS distribuita da Frigo2000, prezzo € 3.000 – frigo2000.it
4 – CON LO SPECCHIO
La doccia FFQT di Quadrodesign si aggancia semplicemente al tubo da giardino e ha tre pratici accessori da posizionare a piacere: lo specchietto e due mensole per shampoo e bagnoschiuma. In acciaio inox AISI316L, è particolarmente resistente agli agenti atmosferici.
FFQT di Quadrodesign, design Formafantasma, prezzo € 2.480 (escluso il tubo da giardino) – quadrodesign.it
5 – ELEGANZA SALOTTIERA
Base in marmo bianco di Carrara o nero Marquina (che funge anche da piano d’appoggio): non poteva che chiamarsi Marmorea la doccia di Fima Carlo Frattini che ricorda quasi una lampada da salotto. Essenziale e pratica, ha il comando quasi invisibile che regola flusso e temperatura, il soffione con getto Rain o Cascata e la colonna doccia disponibile in finitura acciaio, grigio chiaro e nero.
Marmorea di Fima Carlo Frattini, design Davide Vercelli Design, versione con colonna in acciaio inox prezzo € 12.108,40; colonna bianca o nera prezzo € 13.518,40 – fimacf.com
6 – ALLURE BRUTALISTA
La doccia freestanding in acciaio Helm di Zucchetti è ancorata con una piastra di fissaggio che lascia volutamente le viti a vista, per sottolineare lo stile brutalista. Il miscelatore è monocomando con cartuccia a dischi di ceramica sinterizzati, secondo le più severe norme internazionali. In tante finiture diverse.
Helm di Zucchetti, design David Lopez Quincoces, prezzo su richiesta – zucchettikos.it
7 – PER TUTTI I GUSTI
Sinuosa, decisa, contemporanea, la colonna doccia in acciaio inox pensata per l’outdoor di CRISTINA Rubinetterie è disponibile con diversi diametri (40 – 60 – 80 – 100 cm) e in tante varianti: progressive, temporizzate, con manopola esterna, a miscelazione tradizionale, con canne esterne, lavapiedi, ugelli anticalcare, sistema di fissaggio e alimentazione a terra e sistema di svuotamento acqua antigelo.
Colonna doccia outdoor di CRISTINA Rubinetterie, prezzo da € 2.121 – cristinarubinetterie.com
In copertina, Acciaio Inox 316L, design essenziale e accessori a scelta, per un benessere che pensa anche all’ambiente: è Novo Inox di Guglielmi. Prezzo da € 3.155 – guglielmi.com
#AMAMIeBASTA – stop all’abbandono degli animaliTorna anche questa estate la campagna #AMAMIeBASTA, realizzata in collaborazione tra LNDC Animal Protection e Anas (Società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS italiane) per prevenire il crudele fenomeno stagionale dell’abbandono degli animali domestici e contrastare gli incidenti sulle strade che ne derivano.
Questa iniziativa invita ogni persona che incontri un animale randagio o vagante, che rappresenti un pericolo per la circolazione lungo la rete stradale e autostradale di Anas, a informare le Forze dell’Ordine al numero unico di emergenza 112 (Forze di Polizia e Vigili del Fuoco.) Per le strade di competenza Anas, è possibile segnalare la presenza dell’animale al numero verde “Pronto Anas” 800.841.148.
Cosa fare se si assiste ad un abbandono
È importante prendere il numero di targa del veicolo che lascia l’animale, da segnalare tempestivamente alle autorità che risaliranno all’identificazione del responsabile. È bene ricordare che coloro che si rendono colpevoli di un abbandono non commettono solo un reato ai danni dell’animale, ma potrebbero rendersi responsabili anche di omicidio colposo, qualora lo stesso animale fosse la causa indiretta di un incidente stradale grave.
L’abbandono degli animali è un reato
In Italia è punito dal Codice Penale (art. 727 c.p.) con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro per chiunque abbandona animali domestici.
Trasportare il proprio animale
Bisogna rispettare le norme previste dal nuovo Codice della Strada (art. 169 e 170) relativi al “Trasporto di persone, animali e oggetti su veicoli a motore, riportiamo il comma di interesse: “È vietato il trasporto di animali domestici in numero superiore a uno e comunque in condizioni da costituire impedimento o pericolo per la guida. È consentito il trasporto di soli animali domestici, anche in numero superiore a uno, purché custoditi in apposita gabbia o contenitore o nel vano posteriore al posto di guida appositamente diviso da rete od altro analogo mezzo idoneo che, se installati in via permanente, devono essere autorizzati dal competente ufficio provinciale della Direzione generale della M.C.T.C.”
Ciò significa che non è necessaria la rete e un vano apposito per il trasporto di un solo animale domestico, ma questo deve essere comunque assicurato in modo che non possa costituire intralcio al guidatore. In caso di più animali domestici, la rete e il vano riservato sono obbligatori. Sanzioni previste: pagamento di una somma da euro 84,00 a euro 335,00. Punti decurtati dalla patente: 1.
Viaggiare in treno
FS ricorda che Trenitalia propone una serie di iniziative per agevolare le vacanze delle famiglie e dei loro animali domestici. Fino al 15 settembre 2023 gli amici a quattro zampe, anche di media e grossa taglia, viaggiano gratis a bordo di Frecce e Intercity, tutti i giorni della settimana.
La novità di quest’estate è rappresentata in particolare dall’offerta dedicata ai treni Regionali, che si affianca alla promo speciale Italia in Tour – ossia ai viaggi illimitati per 3 giorni a 29 euro o 5 giorni a 49 euro – e consente di portare a bordo dei treni regionali tutte le volte che si vuole il proprio cane di media o grossa taglia, purché legato al guinzaglio e munito di museruola.
Gli animali di piccola taglia che entrano nel trasportino di dimensioni massime 70x30x50, invece, viaggiano sempre gratis a bordo dei treni di Trenitalia.
Per maggiori informazioni – lndcanimalprotection.org
In copertina, photo Victor Grabarczyk.
Piante e vacanze – irrigazione a goccia o tubi estensibili?
di Marta Meggiolaro.
Come bagnare le piante, crisi idrica permettendo, durante l’assenza prolungata delle vacanze.
Il primo problema per gli amanti delle piante, in prossimità della pausa (e assenza) estiva, è assicurarsi che vengano bagnate con costanza, per non farle soffrire o, nel peggiore dei casi, morire. I sistemi di irrigazione disponibili sono diversi: il migliore è l’irrigazione a goccia o l’irrigazione a spruzzo, ma anche i tubi normali collegati alle centraline, e agli accessori di ultima generazione, possono aiutare, così come i tubi estensibili.
Irrigazione a goccia
Chiamata anche microirrigazione, è composta da una rete di tubi portanti a cui sono collegati tubi più piccoli, che terminano con beccucci da cui l’acqua esce in goccia. L’erogazione viene regolata da una centralina, che permette di gestire orari e quantità d’acqua ed è possibile differenziarla per le diverse aree del giardino, in modo che ognuna riceva la quantità d’acqua adeguata.
In alternativa esiste l’irrigazione a spruzzo, o a microspruzzo, in cui i tubi terminano con spruzzatori più o meno grandi. Infine, la microirrigazione può essere collocata fuori terra, o può essere interrata. I centri di giardinaggio e del fai da te offrono tutti i componenti necessari. Altrimenti, ci si può affidare ai giardinieri professionisti.
Irrigazione a goccia
Tubi porosi o microforati
Un sistema più economico prevede la collocazione di tubi porosi o microforati fra le piante. I vantaggi sono gli stessi dell’impianto a goccia: risparmio idrico, piante sempre idratate in modo corretto, il che le preserva dagli attacchi di funghi causati dall’eccessiva umidità. Un consiglio: perché il gocciolamento avvenga nel modo giusto, va regolata la pressione dell’acqua, e periodicamente va controllato che i fori non siano ostruiti da depositi di calcare.
Tubo poroso
La pacciamatura aiuta a conservare l’umidità del terreno e a nascondere il tubo che, dal punto di vista estetico, non è particolarmente gradevole
Tubi estensibili
La classica canna dell’acqua, che può essere normale oppure estensibile, e si tiene arrotolata su appositi sostegni. Questi tubi sono dotati di pistole che modificano il getto e possono essere collegati a centraline che regolano gli orari di apertura dell’acqua, per innaffiare anche in assenza del proprietario.
Nonostante i diversi accessori che modificano lo spruzzo, un solo tubo non può però coprire tutta l’area del giardino, a meno che qualcuno non sposti il getto. In commercio si trovano versioni di tubi estensibili, molto lunghi ma che occupano pochissimo spazio, che non si annodano e non creano strozzature. Per mantenerne l’efficacia non conviene non lasciarli al sole e al caldo, perché potrebbero seccarsi e danneggiarsi irreparabilmente.
I tubi estensibili possono coprire giardini di piccola e media estensione
I tubi possono essere collocati a diversi componenti che adeguano l’irrigazione ad esempio al prato. Possono anche essere collegati a centraline a tempo
Innaffiatoio
Molti in estate per innaffiare le piante si affidano a persone di fiducia, che usano il più classico dei metodi: l’innaffiatoio. Purtroppo, non è la migliore tra le soluzioni: si impiega molto tempo, genera molto spreco d’acqua ed è necessario controllare periodicamente gli eventuali ristagni nei sottovasi.
Usare solo l’innaffiatoio può diventare un problema per lo spreco d’acqua, la lunghezza dell’operazione e i ristagni d’acqua, con conseguente spreco, che ne possono derivare
La cisterna d’acqua
Chi vive in una casa con giardino può collocare in fondo ai tubi di scolo dei pluviali dei contenitori per la raccolta dell’acqua. Questa soluzione ha molteplici vantaggi: fa risparmiare sulla bolletta dell’acqua e diminuisce il sovraccarico della rete fognaria.
Le cisterne sono sistema semplice per risparmiare l’acqua e averne sempre a disposizione, gratuitamente, per innaffiare
Riserva d’acqua
La classica bottiglia piena e infilata a testa in giù nel terreno o nel vaso, come facevano le nostre nonne, si è evoluta in tante forme differenti, gradevoli e pensate per restare ben piantate nel terreno. Questo sistema permette di mantenere umido il substrato, ma per poco tempo, al limite per una gita nel weekend. Per assenze più lunghe è sconsigliata.
Un vaso di Spatiphyllum con una piccola ampolla che permette di mantenere il terriccio idratato in caso di brevi assenze. Una buona soluzione, per piccoli periodi di assenza
Photo AdobeStock
Icone di Design – Eero AarnioEero Aarnio è uno dei maggiori esponenti del design scandinavo, tuttora in vita e all’opera nel suo studio a poca distanza da Helsinki. Nato nella capitale finlandese il 21 luglio 1932, ottiene la laurea in Interior Design alla Scuola di Arti Applicate per poi imporsi dalla metà degli anni ’60 come il maggior rappresentante della corrente pop del design moderno.
I suoi materiali, prediletti in assoluto, sono la plastica e la fibra di vetro, utilizzati in modo avveniristico nel mondo dell’arredo. La progettazione viene liberata da vincoli di forma e colore, consentendo al designer di ottenere oggetti funzionali dalle forme complesse e intrinsechi di una componente giocosa.
Se da una parte i suoi contemporanei esponenti del modernismo scandivano prediligono forme essenziali ed estremamente pulite, Aarnio rompe le convenzioni del design tradizionale e sposa linee e forme tonde, colori vivaci e un carattere divertente. I suoi progetti sono contraddistinti dalla componente ironica che li rende simili a giocattoli dalla forma gigante.
Ball Chair, 1963, Adelta
Il suo progetto più conosciuto è la Globe chair del 1963 prodotta da Adelta, vera e propria svolta radicale nell’estetica e nel materiale – la vetroresina – utilizzata abitualmente per le chiglie delle barche. La poltrona non è altro che una grande sfera tagliata, definita “una stanza nella stanza” poiché lo spazio ricavato al suo interno è proprio un ambiente a sé stante per rilassarsi, leggere o telefonare in tranquillità. Acquista fin da subito un ottimo riscontro da parte del pubblico e diventa un must-have del design anni Sessanta e della cosiddetta Space Age.
Ball Chair, 1963, Adelta
Sempre alla ricerca di innovazioni tecniche, Aarnio nel 1968 disegna la Bubble chair ovvero l’evoluzione più essenziale e visivamente più leggera della Ball chair. La Bubble chair pende dal soffitto attraverso una catena di acciaio e la sua scocca in acrilico trasparente permette alla luce di entrare da tutte le direzioni, mantenendo lo stesso isolamento acustico della sua antecedente. Eterea e leggera, è entrata nell’immaginario futuristico degli anni ’60, utilizzata in diversi set cinematografici, video musicali e soprattutto molto copiata: l’originale è prodotta da Adelta.
Bubble chair, 1968, Adelta (credits Design Museum, Helsinki)
Bubble chair, 1968, Adelta
Sedia Pastil, 1967, Adelta
Consapevole della grande quantità di spazio sprecato nella spedizione della Ball chair, progetta la sedia Pastil dalla dimensione più contenuta e “schiacciata”. Con lo stesso diametro della prima, è composta da una scocca in fibra di vetro molto confortevole che permette al corpo di rilassarsi e oscillare in totale relax. La Pastil riceve l’American Industrial Award l’anno successivo alla sua uscita e il New York Times la definisce “la sedia dalle le forme più comode al mondo”
Sedia Pastil, 1967, Adelta
La Tomato Chair a prima vista sembra una vera e propria scultura. Una combinazione di di 3 sfere dello stesso diametro, due delle quali costituiscono i braccioli e una che funge da schienale. Realizzata in fibra di vetro, è ottima sia per l’interno sia per l’esterno.
Sedia Tomato, 1971, Asko Finland
Dopo quasi trent’anni dai suoi progetti più famosi degli anni ’60 e ’70, Aarnio fa un ritorno trionfale nel 2004 con l’inizio della proficua collaborazione con Magis. Negli anni successivi i suoi progetti si ispirano alla natura e al mondo animale, riferimenti alla base del design scandinavo, risolti però con materie plastiche dalle alte prestazioni e colori vivaci.
Seppur progettato per la collezione di mobili e accessori per bambini Metoo di Magis, Puppy è allo stesso tempo una scultura, uno sgabello e un oggetto decorativo. Diventato uno degli oggetti meglio rappresentativi dell’estetica del designer scandinavo e considerato addirittura un pezzo d’arte Pop, è presente nella collezione permanente del Moma.
Puppy, 2004, Magis
Doggy disegnato per l’azienda italiana Serralunga è un oggetto in polietilene stampato utile al contempo come decorazione per l’outdoor, gioco per bambini e sgabello grazie alla sua struttura solida.
Doggy, Serralunga
Happy Bird, 2005, Magis
Negli anni novanta inizia a sperimentare la produzione di tavoli in vetroresina ed il risultato più famoso sono i tavolini Vite, commissionati da Adelta.
La collezione Screw si ispira ad una vite, o meglio, è una riproduzione di una vite in versione gigante, in pieno stile pop. Un prodotto di design simpatico ed originale disegnato nel 1992 ancora oggi prodotto e distribuito da Adelta.
Tavolini Vite, 1992, Adelta
Il mondo del design è in continua evoluzione dettando stili e tendenze, eppure uno dei valori più importanti di Aarnio è quello dell’essere riuscito a realizzare oggetti in grado di attraversare interi decenni, diventati oggi autentici classici del design modernista. Come sostiene lo stesso designer “Se un oggetto è funzionale, ben fatto e bello, manterrà il suo valore attraverso molte generazioni e può essere considerato sostenibile. Non importa se il prodotto è tradizionale o moderno”.
di Evi Mibelli.
Svedese di nascita, californiana d’adozione. Il suo inconfondibile talento e stile progettuale ha conquistato le star di Hollywood, i ricchi produttori delle Major e i magnati della finanza di Beverly Hills. Eppure, è marginalmente citata nella storia del Modernismo americano, salvo ricordarla per alcuni iconici pezzi di design conservati nei più importanti musei del mondo, tra cui il MOMA.
Greta Magnusson è stata, invece, molto più delle sue magnifiche lampade Grassopher e Cobra. Ha influenzato in modo indelebile l’architettura americana della metà del secolo scorso – a partire dal 1940 al 1960 – trasferendo nelle sue opere modernità e senso pratico in una sintesi ineguagliata per sensibilità e stile.
Lampada Grässopher disegnata da Greta Magnusson Grossman per Ralph O. Smith, Burbank, California, 1947-48. Mostra presso R & Company, New York, 2019.
Nasce il 21 luglio del 1906 a Helsinborg, in Svezia. Fin dall’infanzia esprime una inclinazione spiccata per l’arte, il disegno, l’architettura. A favore dello sviluppo di questi talenti concorre la stessa famiglia, dove il nonno paterno era costruttore e al quale deve, come ricorda lei stessa: “La mia incondizionata passione per il legno. Ce l’ho proprio nell’anima.”
Si diploma in una scuola superiore femminile per poi fare apprendistato in falegnameria presso un produttore di mobili locale. Tale è la passione per l’arredamento e il design industriale che decide, con il benestare della famiglia, di trasferirsi a Stoccolma per frequentare la Scuola superiore di Arte Industriale e seguire autonomamente le lezioni di architettura di Erik Gunnar Asplund presso Istituto Reale di Tecnologia.
Cassettiera, design Greta Magnusson Grossman per Glenn of California, 1951. Lampada da tavolo Cobra per Ralph O. Smith, 1950. Photo Sherry Griffin/R & Company.
Si dedica alla ceramica, alla lavorazione dei metalli e al mondo tessile, compiendo un percorso multidisciplinare che le consentirà di padroneggiare ogni ambito dell’architettura e dell’interior.
Inutile sottolineare, infine, la sua propensione per la ricerca che la condurrà a leggere e a interessarsi alle correnti del Deutscher Werkbund e del nascente Movimento moderno. Andrà, grazie a una borsa di studio nel 1931, a Vienna e a Stoccarda, e nella primavera del 1933 aprirà insieme a un suo collega della Scuola Superiore d’Arte Industriale, uno studio specializzato in mobili e accessori per la casa a Stoccolma.
Fu un successo, e divenne un punto di riferimento per i designer emergenti e luogo di incontri culturali intorno all’architettura e alle arti. Nello stesso anno sposerà Billy Grossman, jazzista di talento. Il clima europeo, nel frattempo, diventa sempre più ostile a chi, come Billy, è di origini ebraiche e pertanto la coppia decide di emigrare negli USA, attraversando prima l’Unione Sovietica per poi proseguire navigando nel Pacifico fino a San Francisco. Era l’estate del 1940.
Mostra “Modern Makes Sense” – Greta Magnusson Grossman, 2019, R & Company, New York.
L’accoglienza fu positiva e nel giro di pochi mesi Greta Magnusson Grossman aprì un negozio di arredamento in Rodeo Drive a Beverly Hills, grazie all’incontro con un imprenditore di mobili di Los Angeles. In meno di due anni, entrò in contatto con la più vivace comunità del design californiano e trasferì il suo studio a Hollywood dove avvenne il salto professionale che aspettava da tempo.
Fu scoperta da un talent scout della Barker Brothers, un negozio di arredamento per la casa posizionato nel centro di Los Angeles e divenuto il più grande store al mondo, grazie a una politica commerciale che proponeva direttamente partnership con i maggiori costruttori locali. Una sorta di contractor ante litteram.
La Barker Brothers, inoltre, si rivelò particolarmente aperta e sensibile al design moderno e la Magnusson non poteva non cogliere l’occasione per esprimere la sua visione avanguardista in tema di design.
La villa Magnusson Grossmann di Wayncrest Drive, Beverly Hills, 1948-49. A sinistra l’interno originale dell’epoca, a destra la recente ristrutturazione avvenuta nel 2011. Photo Hilton & Hyland.
Casa Magnusson Grossman di Waynecrest Drive in Beverly Hills, 1948-49. Photo Julius Shulman.
La filosofia progettuale di Greta Magnusson affermava che: “il design deve rappresentare lo spirito del nostro tempo coniugando più fattori umani per definirsi sia sul piano estetico, sia su quello pratico e quotidiano”.
Ergonomia, benessere, interazioni sociali: tutto doveva entrare a definire lo sfondo delle attività giornaliere delle persone e presentarsi in forme e materiali naturali, ambientalmente armonici. L’idea era di proporre arredi belli, comodi, accessibili economicamente, mantenendo fede al principio che il design deve essere, soprattutto, democratico.
Casa Magnusson Grossman a Beverly Hills, 1948-49. Interno della cucina. Photo Julius Shulman.
Per Barker Brothers concepì un progetto espositivo definito “Set per interni” che si rivolgeva a clienti che non si limitavano a comprare mobili ma erano alla ricerca di idee per l’arredamento dell’intera casa. In sostanza Greta Magnusson anticipa di ben 40 anni l’idea espositiva vincente di Ikea.
Nel frattempo, si guadagna l’interesse e la stima di clienti davvero importanti legati al mondo del cinema. Star come Joan Fontaine, Frank Sinatra, Paulette Goddard ricorrono alle sue competenze per costruirsi casa.
The Backus House, Bel Air, Los Angeles, 1949-50. Photo Donald J. Higgins.
Attirò anche l’ammirazione e l’interesse di architetti modernisti del calibro di Gregory Ain e Paul Lazlo con i quali intraprese diverse collaborazioni.
Verso la fine degli anni ‘40 orienta il proprio interesse all’architettura e nel giro di dieci anni porterà a compimento ben 28 case a Los Angeles, la maggior parte delle quali ubicate su lotti panoramici con vista su canyon e colline, prediligendo progettazioni costruttivamente ardite dallo stile ultramoderno.
Esemplare, per esempio, la sua villa privata di Beverly Hills, in aggetto su un lato e ancorata alla roccia sul fronte opposto. E la distribuzione interna meravigliosamente risolta in un continuum visivo su più livelli. Inutile sottolineare che i progetti di queste residenze si presentavano studiati sino al minimo dettaglio d’arredo, comprese le posate del tableware.
Villa su Claircrest Drive, Beverly Hills, 1956. Photo John Hartley.
Negli stessi anni insegna all’Art Center College of Design di Pasadena e alla UCLA, integrando l’attività di architetto con attività didattiche e culturali. Ma a partire dagli anni ‘60 si fa spazio nelle sue parole una sorta di disillusione: “Abbiamo perso la ricerca di un design che si conformi al tempo in cui viviamo. Quello che vedo oggi non parte dall’interno, ma dall’esterno. Non c’è più originalità, non c’è più creatività”.
Poco dopo dall’ultima intervista rilasciata al Los Angeles Times nel 1960, Greta Magnusson con Billy Grossman si trasferisce a San Diego, tagliando i ponti con l’industria del design e la rete di amici e collaboratori legati a quel glorioso periodo della sua carriera. Da questo momento smetterà di progettare, dedicandosi alla pittura. Morirà nell’agosto del 1999.
Mobili e lampade esposte presso la Galleria R & Company, New York, Mostra “Modern Makes Sense” Greta Magnusson Grossman, 26 giugno-22 Agosto 2019.
In copertina, Greta Magnusson Grossman, photo archivio R & Company.
Arte del ricevere – formaggidi Denise Frigerio.
Vere specialità della tradizione casearia, sono tra gli alimenti più antichi inventati dall’uomo che, nei secoli, non solo ha scoperto come produrli ma (soprattutto) come gustarli e consumarli al meglio.
Servire i formaggi in tavola è un’arte da calibrare attentamente sulla base del menu proposto. Un piatto estremamente semplice, ma che richiede una grande attenzione nell’armonia del menu. Secondo le regole del galateo i piatti da servire devono seguire questo ordine: antipasti caldi e freddi, primo secondo, contorno, formaggi, dessert e frutta.
Tagliere in legno per formaggi, photo Lindsay Moe.
Come servirli
Per portarli in tavola va previsto un tagliere rigorosamente in legno, composto da almeno 4 assaggi differenti, possibilmente privati della buccia ove presente. I trend più recenti, li vogliono abbinati ad ingredienti dolci come composte, marmellate, miele e frutta fresca componendo di fatto un vero e proprio intermezzo dolce.
Nell’immagine coltello a lama piatta, coltello a scalino lama sottile per formaggi molli e coltello da parmigiano collezione Kensington di Villeroy&Boch.
A ogni formaggio il suo coltello
Ma quali sono gli attrezzi del mestiere? Variano a seconda della tipologia di formaggio proposto e devono garantire il giusto taglio, il più diffuso è il coltello a scalino con lama alta, adatto al taglio di formaggio a pasta semidura, fra i più diffusi. Si caratterizza da una lama rigida, arrotondata nella parte finale per consentire di accompagnare il taglio con la mano.
Coltello a lama alta per formaggi duri di Boska.
Consideriamo che esistono 487 varietà di formaggi e ogni coltello è progettato per un certo tipo di formaggio – duro, flessibile, che cola, morbido, friabile – in modo che il taglio del formaggio sia pulito.
Set di coltelli da formaggio, nel tagliere in salto a sinistra, dall’alto in senso orario, coltello a lama alta, coltello con fori a doppia punta, coltello con scalino a lama sottile, coltello per formaggi a pasta molle. In basso, da sinitra, uno slicer e due tipologie di coltelli a lama curva.
Uno dei più noti e riconoscibili è il coltello curvo con fori a doppia punta e filo seghettato, perfetto su formaggi morbidi come il gorgonzola e il camambert, ma che può estendere la sua funzione anche a formaggi con pasta semicotta come la fontina o il Salignon.
Perché è forato? Mantiene la resistenza al minimo e il formaggio non si attacca al coltello, la doppia punta poi consente di prelevare il formaggio e deporlo sul piatto di portata.
Dall’alto coltello lama alta, forchetta per servire e coltello a doppia punta di Laguiole.
A seconda della consistenza
Diverso se si deve tagliare un formaggio friabile ma umido, in questo caso la lira (o slicer) è lo strumento giusto perché permette di realizzare fette sottili senza romperle, ottimo per i formaggi di capra, Roquefort, Goat, Bleu d’Auvergne, Fourme d’Ambert.
Set di coltelli per consistenze differenti, di Boska.
Formaggi come il brie, quindi a pasta molle, richiedono un coltello con forma a gomito e lama sottile, ma rigida per tagliare in modo netto. Quando i formaggi sono stagionati e compatti si utilizza invece un coltello a punta quadrata con lama alta e lunga, che agevola un taglio preciso per pecorini stagionati, ad esempio, o formaggi a pasta semi compatta.
A sinistra, lira per formaggio di Tower; a destra, Coltello a goccia da parmigiano collezione Kensington di Villeroy&Boch.
Utile anche per servire il coltello con la classica forma rettangolare, a campana, che seziona le fette di formaggio e funge da paletta. Poi c’è uno dei più noti, il coltello a goccia, per ricavare scaglie di parmigiano e taglia da un solo lato.
Coltelli a forma rettangolare, a goccia e forchetta da formaggio, photo Aliona Gumeniuk.
Dalla parte dell’ospite
Lato commensale esistono le posate per degustare il formaggio si caratterizzano per la forma slanciata, con coltello a lama alta e seghettata per permettere un taglio facile, che per il galateo è l’unico strumento concesso: una volta nel piatto va tagliato in pezzi e posato su un pezzo di pane aiutandosi con la stessa posata. Benché non contemplato direttamente dalle regole del bon ton, in alcuni casi, quando la consistenza troppo dura ci si può aiutare con una forchetta.
Classico coltello da formaggio con forchetta di Opinel.
In copertina, set da formaggio Opinel con lama in acciaio inox e forchetta per facilitare la presa.
Marco Pisati – dallo spazio all’interior designdi Roberta del Vaglio.
Fiorentino, Marco Pisati ha esordito nel mondo della progettazione dedicandosi agli interni per il modulo abitativo di una stazione spaziale internazionale. In quel settore la priorità è la funzionalità e non c’è spazio per riflessioni formali. Forse, lavorando a quel progetto, così focalizzato sull’efficienza, è nata dentro di lui la nostalgia per la bellezza.
Questa nostalgia è stata il seme da cui è nata la sua “seconda vita professionale” di designer del prodotto. Il risultato? Una serie di collezioni dense di quella bellezza che mancava nello spazio, di dettagli che accarezzano chi abita gli interni domestici in cui sono collocate.
Rubinetteria Kea disegnata da Pisati&Castagnoli per Treemme, premiata con Archiproduct Design Award nel 2020
Nella progettazione aerospaziale era considerata anche la bellezza delle cose, oppure solo la funzionalità?
Dopo la mia tesi fatta in collaborazione con Alenia Spazio sono entrato a far parte dello IACSA, un consorzio dell’Università̀ di Firenze specializzato in progettazione aerospaziale. Per tre anni abbiamo lavorato per l’ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana progettando interni per il modulo abitativo della International Space Station.
Progettare per lo spazio in gravità zero è stata un’esperienza molto affascinante, vuol dire ripensare completamente tutti gli elementi dell’abitare umano, adattandoli a uno stato di assenza di gravità. In generale, l’aspetto funzionale ha sempre prevalso su quello estetico, ma le stazioni spaziali o astronavi sono sempre spazi dell’abitare e quindi necessitano di un confort elevato, visto lo stress psicofisico cui vanno incontro gli astronauti.
Rubinettera 28mm disegnata da Pisati&Castagnoli per Treemme
C’è qualche aspetto della progettazione aerospaziale che può fare la differenza anche nella progettazione domestica?
Non in maniera diretta. La differenza di gravità modifica totalmente il design degli elementi e quindi l’approccio progettuale. Allo stesso tempo, tutta la ricerca tecnologica legata al settore aerospaziale una volta testata nello spazio è stata applicata sulla terra. Probabilmente in futuro anche la domotica sarà migliorata attraverso gli strumenti della ricerca aerospaziale.
Termoarredo Tessuto di Marco Pisati per Cordivari
Molti dei tuoi progetti si inseriscono nella categoria della progettazione per il bagno: quali sono le esigenze e i desideri attuali rispetto a questo ambiente della casa?
Sicuramente l’idea di avere un bagno luminoso, spazioso, luogo di benessere e riposo della mente e del corpo. Negli ultimi venti anni la progettazione del bagno si è spostata in questa direzione: rubinetti con getto a cascata, box doccia, vasche da bagno e lavabi trasparenti, in vetro o resina, un design sempre più minimo ed essenziale, leggero e anche facile da pulire.
Carta da parati Amanti di Marco Pisati per Inkiostro Bianco
Le tue collezioni per Inkiostro Bianco sono ricche di riferimenti artistici e dettagli grafici: come sono nate e cosa rappresentano per te?
Ho sempre avuto una grande passione per la pittura e l’illustrazione, le stampe antiche e gli arazzi. Da architetto ho avuto modo di lavorare nell’alta moda per Emilio Pucci: è stata un’esperienza molto affascinante durante la quale ho imparato molto sui tessuti, le loro grafiche e in generale sull’estetica della moda.
Amo lavorare sovrapponendo disegni e figure con la tecnica del collage: ritaglio, modifico e sovrappongo, così facendo realizzo nuove immagini che dialogano con la storia. Da questo punto di vista, le collezioni che ho disegnato per Inkiostro Bianco sono pensate come una lenta stratificazione di segni grafici. “Amanti” miscela la traccia di un antico arazzo del XV secolo con il frammento di un disegno ottocentesco, sovrapponendosi, i disegni floreali del tessuto arricchiscono e focalizzano alcune parti chiave della scena.
Nell’approccio a un nuovo progetto, quali sono le tue priorità?
Quando affronto un nuovo progetto passo molto tempo a osservare forme, colori e tendenze. É una ricerca che riguarda in generale tutte le arti visive e diventa stimolo per generare nuove idee progettuali. Mi diverte disegnare forme ed oggetti diversi sperimentando in molteplici direzioni. Avere progettato, per il settore aerospaziale, oggetti leggeri con sezioni ridotte al minimo per l’assenza di forza peso, mi ha portato a lavorare per sottrazione.
Prodotti come 28mm di Treemme Rubinetterie e Tessuto di Cordivari Design, entrambi premiati con importanti riconoscimenti internazionali e candidati al Compasso d’oro, rispecchiano questo mio personale modo di concepire la leggerezza e l’armonia delle forme.
In copertina, l’architetto e product designer Marco Pisati
Proteggere la casa con gli allarmi wirelessdi Gaia Mussi.
La sicurezza è una priorità, soprattutto quando arriva il momento di andare in vacanza. Esistono soluzioni studiate apposta per tenere tutto sotto controllo, anche da remoto.
Le nuove tecnologie aiutano a partire sereni e con meno preoccupazioni: grazie alle ultime proposte, è possibile avere il controllo della casa anche quando si è distanti, visionando interno ed esterno della propria abitazione direttamente sui device.
Per proteggere la casa da intrusioni e malintenzionati è possibile installare sistemi di allarme e videosorveglianza wireless, connessi alla rete Internet, che permettono di vigilare su ogni cosa da remoto, in qualsiasi momento.
Soluzioni wireless per proteggere la casa
Sul mercato esistono diverse tipologie di prodotti, dalle semplici videocamere smart a kit completi e più complessi per la sicurezza di casa. In linea di massima, comunque, la tecnologia a disposizione si suddivide tra:
- Telecamere e soluzioni di videosorveglianza;
- Sensori antintrusione, di movimento e di violazione di perimetro;
- Sistemi per il controllo degli accessi e delle serrature;
- Allarmi.
Tutti questi dispositivi possono essere installati separatamente o in modo integrato, così da massimizzare il livello di protezione dell’edificio. Ciò che li accomuna è la connessione WiFi, che permette il controllo anche da remoto, mediante un semplice smartphone o un tablet. Proprio questa caratteristica è ciò che li rende particolarmente interessanti. Le altre funzionalità, infatti, ricalcano quelle dei sistemi più tradizionali.
Attenzione alla connessione
Prima di valutare quali prodotti si possono acquistare e a quale prezzo, è bene fare alcune specifiche sul loro utilizzo e sui possibili limiti che questi sistemi possono presentare. Infatti, per quanto i vantaggi siano innegabili, sia in termini di efficacia, di semplicità di installazione, che di possibilità di controllo di casa, è proprio la connessione WiFi a diventare un possibile punto critico.
Ad esempio, se si parte per le vacanze diretti ad un’isola caraibica e senza connessione, sarà davvero complicato restare aggiornati e poter sfruttare il controllo da remoto di telecamere, sensori e allarmi. Allo stesso tempo, se mentre si è distanti c’è un problema alla rete di casa o non si provvede a lasciare acceso il modem, si perderanno la connessione a tutti i dispositivi e i conseguenti vantaggi.
I prodotti: allarmi WiFi per la sicurezza di casa
Come anticipato, i prodotti per la sicurezza domestica sono davvero molti e si distinguono per funzionalità, oltre che per i costi. Partendo dai kit per la sicurezza, si trovano soluzioni quali l’iSmartAlarm Starter Pack (da € 250), che può essere installato in autonomia e che invia notifiche push o e-mail a fronte di ogni situazione di allarme o anomalia. Include sensori per porte e finestre, un sensore di movimento, dei telecomandi per la gestione da remoto e un modulo centrale di controllo. È modulabile, quindi integrabile di altri dispositivi, come le videocamere.
Altro kit antifurto noto è Somfy Protect Home (da € 449), che può supportare fino a 170 dispositivi. Sono presenti anche sensori di vibrazione per porte e finestre, che innestano l’allarme prima dell’effettiva intrusione. Un’altra opzione che propone prodotti simili è Ezviz (a partire da € 165).
In alternativa, è possibile scegliere solo alcuni dispositivi singolarmente. Per citare alcune videocamere smart, ci sono la Google Nest Cam (€ 150), la Arlo Indoor (da € 130) o i prodotti D-Link (da € 50).
Anche per i sensori le possibilità disponibili sono molti. Il consiglio è quello di utilizzare la stessa marca di un eventuale kit già installato, estendendo il sistema. Se, per qualche ragione, si vuole procedere con la singola installazione si possono provare in aggiunta i prodotti Sonoff (da € 6 al pezzo) o Xiaomi (da € 10).
Amaca – il piacere dell’ozio
di Francesca Guerini Rocco.
Simbolo perfetto dell’estate, incarna da sempre la sublimazione del relax perché è “il luogo dove starci, incagliati tra il paradiso e la realtà” come direbbe lo scrittore John Ernest Steinbeck.
L’amaca è l’emblema dell’ozio tout court, il nido per eccellenza, capace di proiettarci subito in un clima sognante e vacanziero. Basta guardare le nuove proposte per sentisti coccolati: compatte, avvolgenti, sospese tra due alberi o posizionate in mezzo al prato (grazie alle basi autoportanti), questi “bozzoli” sono il rifugio perfetto per immergersi nelle pagine di un libro, schiacciare un pisolino al riparo dal sole o sorseggiare una bibita fresca, da soli o in compagnia.
Le ultime novità, infatti, sono così comode, traspiranti e resistenti che abbandonarvisi diventa un puro piacere edonistico. Senza contare che fanno spazio anche alla coppia, per godersi la convivialità oziosa di pomeriggi assolati e romantiche serate a due, sotto le stelle.
1 – EQUILIBRIO PERFETTO
Un cerchio in multistrato di rovere, trattato per l’esterno, disegna l’alternativa alla classica amaca, da appendere sotto il portico. Swing di Circleswing, Iwona Kosicka Design è una vera e propria altalena/amaca, ed è disponibile in quattro colori diversi: 2 sfumature di bianco, legno naturale o nero.
Swing di Circleswing, Iwona Kosicka Design, design Iwona Kosicka, ⌀ 110 cm, seduta 33,5 cm, bordo 12,5 cm, prezzo € 1.750 – circleswing.com
2 – RELAX CONTEMPORANEO
Struttura asimmetrica in legno, strato superiore trapuntato in morbida fibra Dacron e cuscino per la testa in schiuma. L’amaca autoportante Taj di Lujo coniuga design contemporaneo e comfort assoluto, ed è disponibile in versione singola o doppia.
Taj di Lujo, 408x127x120h cm, singola prezzo € 3.047,30; doppia prezzo € 3316,98 – lujo.com.au
3 – DESIGN SCULTOREO
Un po’ sedia a dondolo e un po’ amaca: Recliner di Studio Stirling è una seduta sospesa intrecciata in rete metallica, rigorosamente a mano. Da accessoriare con le gambe alla base per trasformarla in una chaise-longue.
Recliner di Studio Stirling, design Joanina Pastoll, 72x184x124 cm, prezzo € 4.500 (su panomo.it) – studiostirling.com
4 – BOHO CHIC
Realizzata con la tradizionale tecnica di lavorazione del pizzo, da cui prende il nome, l’amaca Macramè di Il giardino di legno è realizzata in corda acrilica adatta all’esterno, nel tradizionale colore ecrù, intrecciata e annodata a mano.
Macramè di Il Giardino di legno, 300x125cm, prezzo su richiesta – ilgiardinodilegno.it
5 – CLASSICO AUTOPORTANTE
Rete in corda di poliestere o in cotone e base in legno per Hawaii di Blinky, l’amaca autoportante che sostiene fino a 180 kg. Classica e intramontabile, è un invito irresistibile al relax outdoor.
Hawaii di Blinky da Leroy Merlin, senza struttura 200×150 cm, amaca completa 320x120x120h cm, prezzo € 284,69 – leroymerlin.it
6 – INSOLITA E ROTONDA
La classica amaca diventa una poltrona a dondolo sospesa da appendere in veranda, in terrazza o anche in salotto. In cotone con struttura in acciaio zincato ultraresistente, a scelta nei colori bianco o nero, Baum di Sklum ha una sacca in polietilene dove riporla quando non serve.
Baum di Sklum, ⌀ 80x124h cm, prezzo € 32,95 – sklum.com
7 – COLORFUL E VACANZIERA
Policotone giallo con tante frange e struttura autoportante in legno: così il giardino si riempie subito dell’allegria del Sud America. Trespolo di Deghi ha l’allure delle amache tropicali in un design bohemienne di raffinata eleganza.
Trespolo di Deghi, amaca 200×130 cm, prezzo € 11,50; supporto in legno prezzo € 137,10 – deghi.it
8 – COMFORT MULTIRIGHE
Da utilizzare appesa all’albero o con base in metallo, Ibiza di 123Hammock è composta dal 65% in poliestere appositamente lavorato e 35% in cotone, per assicurare massima resistenza e morbidezza. Un tocco colorato all’outdoor estivo.
Ibiza di 123Hannock, 200x120cm, prezzo € 59 – mondoamaca.it
9 – BRASIL CALLING
Direttamente dal Brasile, l’amaca arcobaleno XL Barbados di Amazonas, in cotone riciclato all’85%. Resistente alle intemperie, è fatta a mano e accoglie comodamente due persone, con una capacità di carico fino a 200 kg.
XL Barbados di Amazonas, 230X150cm, amaca prezzo € 79,90; supporto prezzo € 179 – amazonas-online.com
In copertina, Swing di Circleswing Iwona Kosicka Design.
Simone Crestani – il vetraio di terrafermadi Roberta del Vaglio.
Incantevole e misterioso, il vetro è un materiale antico ma non perde smalto nelle sue interpretazioni più contemporanee.
Riciclabile, sostenibile se lavorato nel modo giusto, è indispensabile nella maggior parte dei gesti che compiamo ogni giorno, si pensi agli schermi di telefonia e dispositivi elettronici, alle apparecchiature mediche, all’architettura. Data la sua inequivocabile importanza, e come celebrazione della sua storia millenaria, l’ONU ha eletto il 2022 come Anno Internazionale del Vetro, con un calendario fitto di eventi che lo mettono al centro dell’attenzione.
Senza dimenticare, ovviamente, la sua valenza artistica, radicata nella storia del nostro paese e interpretata in modo eccelso nelle creazioni di Simone Crestani. Il “vetraio di terraferma”, come lui stesso si definisce, è ospite della Galerie Scene Ouverte di Parigi con il suo ultimo progetto “Façon de Venise”. Circa sessanta opere di arte dai dettagli minuziosi e sorprendenti, in cui si fondono le più antiche tecniche di lavorazione artistica del vetro e lo stile di Crestani, con il suo consueto rimando alle creature della natura.
Collezione Ironia di Simone Crestani
Come nasce il progetto Façon de Venise?
È il punto di arrivo di un percorso che mi ha tenuto impegnato per un bel po’ di tempo durante il quale mi sono appassionato all’antica tecnica veneziana della decorazione del vetro trasparente. Il mio lavoro si basa su questo tipo di vetro e mi sono sempre ritenuto “il vetraio di terraferma”, proprio per prendere le distanze dal vetro muranese contemporaneo, che non mi piace. Penso che, dopo le prime decadi del ‘900, l’utilizzo del colore eccessivo abbia prevalso sulla forma, dimenticando la poetica.
Il progetto è un viaggio attraverso le tecniche tradizionali veneziane, molte delle quali vengono usate veramente di rado, e da una manciata di artisti al mondo. Ho preso queste tecniche e le ho tradotte nel vetro borosilicato, che ha regole molto diverse rispetto al vetro tradizionale. Le stesse tecniche, applicate al borosilicato diventano ancora più complicate. Ci ho preso gusto ed è stato un viaggio bellissimo.
Quali sono le differenze tra borosilicato e vetro veneziano?
La differenza fondamentale è che il borosilicato è stato sviluppato per la chimica, ha quindi una resistenza superiore agli sbalzi di temperatura, molto più del vetro veneziano. Il borosilicato è molto più duro, meno malleabile e questo rende difficile l’applicazione delle tecniche veneziane.
Maestoso e Prezioso di Simone Crestani
In questo progetto hai riprodotto dei classici, come la Coppa Guggenheim, introducendo sempre un dettaglio tutto tuo?
All’inizio avevo l’idea di stravolgere in chiave contemporanea i motivi decorativi tradizionali. Poi, mi sono reso conto che dovevo rispettare lo stile veneziano e ho optato per fare rappresentazioni fedeli, a cui aggiungere un qualcosa in più. Può essere la mosca, il serpente o altri soggetti che appartengono al mio mondo.
Il tema ricorrente della natura che significato ha per te dal punto di vista professionale e personale?
È un mondo che fa così parte di me che non immagino la mia opera senza una componente naturale. È la mia unica fonte di ispirazione, amo stare nella natura per la maggior parte del mio tempo per cui non mi è difficile andare alla ricerca di queste cose. Mi piace l’equilibrio tra perfezione e imperfezione che si trova nella natura, la capacità di questi due aspetti di stare in equilibrio.
Irriverenza di Simone Crestani
In che modo il tuo studio è ecosostenibile?
Faccio del mio meglio per renderlo sostenibile. Lavoro quasi totalmente sfruttando energia prodotta da un grande impianto a pannelli fotovoltaici, che alimenta un generatore di ossigeno, ed è il combustibile che uso per la lavorazione. Ed è il bene di consumo maggiore. Tutti gli imballaggi sono in carta e cartone completamente riciclabile. La carta, del resto, è l’imballaggio più sicuro per il vetro. Ho anche deciso di prendere solamente vetro europeo, proviene dalla Germania, e non dalla Cina dove costerebbe meno.
La lavorazione del vetro conserva una sorta di mistero per i non addetti ai lavori. Quali sono le cose importanti da sapere per apprezzare davvero questo tipo di arte?
Il vetro è un materiale difficile da controllare perché, a differenza degli altri materiali artigianali, si lavora in movimento e si muove mentre lo lavori. È una lavorazione veloce, un insieme di movimenti rapidi e precisi difficili da spiegare.
Perfezione di Simone Crestani
Ti ricordi qual è stato il tuo primo oggetto di vetro e che emozione ti ha suscitato?
Conservo ancora il mio primo bicchiere con un bordo tutto storto che lo fa somigliare più a un vasetto. L’ho fatto relativamente presto, perché sono cresciuto in bottega e non mi era tanto concesso di accelerare i tempi. Però mi riusciva bene e ho fatto le prime prove di bicchieri già dopo qualche mese di lavoro in vetreria, e per me è sempre stato magico, forse perché mi veniva spontaneo.
Il progetto “Façon de Venise” di Simone Crestani è in mostra, con ingresso libero, fino al 30 aprile alla Galerie Scene Ouverte, 72 Rue Mazarine, Parigi – galerie-sceneouverte.com
In copertina, Simone Crestani nel suo laboratorio. Tutte le immagini sono di Alberto Parise
Carrelli portavivande – convivialità outdoordi Francesca Guerini Rocco.
Fissi, pieghevoli, leggeri e decisamente comodi: sono il jolly dell’estate perché permettono di vivere al meglio la convivialità en plein air, e non solo, con allegra praticità e inedite finiture.
Maneggevoli e informali, impeccabili e discreti, i carrelli portavivande sono i compagni perfetti della bella stagione e, in un attimo, trasformano terrazzi e giardini in conviviali location estive.
Siano in metallo o in plastica, ultraleggeri e compatti, o con vani a sorpresa, i nuovi modelli sono veri maggiordomi al nostro servizio, pronti ad accogliere e offrire un drink ghiacciato all’ora dell’aperitivo, oppure servire snack leggeri per un pranzo o una serata in compagnia.
Dotati di ruote robuste e ripiani furbi, leggeri e pratici, questi piccoli alleati si spostano con nonchalance dalla cucina al terrazzo, dal salotto al giardino, e rispondono a qualsiasi esigenza, grazie a materiali che resistono anche alle intemperie, accessori che mantengono le bibite in fresco e un design che detta il giusto stile vacanziero.
1 – VASSOIO INCORPORATO
Tondi o rettangolari, i portavivande in acciaio inox della collezione Il Giardino delle nature possibili sono disegnati appositamente per accogliere i vassoi Fornasetti, da utilizzare in casa o all’aperto. Tutto è realizzato rigorosamente a mano.
Portavivande collezione Il Giardino delle nature possibili di Fornasetti, modello tondo ⌀ 40x65h cm, prezzo € 1.000; modello rettangolare 48x60x68h cm, prezzo € 1.500 (esclusi i vassoi) – fornasetti.com
2 – ULTRARESISTENTE
In alluminio robusto e riciclabile, Week-end di Petite Friture può essere lasciato in giardino o sul terrazzo per tutta l’estate perché resiste all’acqua, all’umidità del mare e ai raggi UV. In tanti colori diversi, brillanti e contemporanei, dona un tocco pop a qualsiasi outdoor o indoor.
Week-end di Petite Friture, 82x48x73h cm, prezzo € 849 – petitefriture.com
3 – DESIGN MULTITASKING
Non un semplice carrello portavivande, ma una vera e propria cucina outdoor, nomade e ultracompatta. Il nuovissimo Phil di Ethimo, infatti, sotto il piano in teak nasconde un elemento a scelta: piano cottura a induzione, barbecue, o lavello (con piedini fissi, senza ruote). È disponibile in due colori: olive green e sepia black.
Phil di Ethimo, design Gordon Guillaumier, ⌀ 75x95h cm, prezzo su richiesta – ethimo.com
4 – ELEGANZA RÉTRO
Stile classico e dettagli di carattere: Bloody Mary di Ceccotti Collezioni è realizzato a mano in ottone, con montanti in noce americano, maniglia e ruote anteriori in legno, mentre quella posteriore è in ottone. Il piano superiore, in legno o con l’interno in vetro colorato come quello inferiore, è amovibile e funge da vassoio.
Bloody Mary di Ceccotti Collezioni, design Giuseppe Casarosa, 82x50x80h cm, prezzo su richiesta – ceccotticollezioni.it
5 – DEDICATO AI BARMAN
Tanti colori diversi per Pulvis di 10Deka, il carrello da outdoor in alluminio che sembra fatto apposta per servire un aperitivo sul terrazzo. Grazie al piano inferiore attrezzato con vano portabottiglie e porta glacette, bibite, vino e alcolici sono sempre a portata di mano e alla temperatura perfetta.
Pulvis Troley di 10Deka, design George Tsironas, 79x54x86h cm, prezzo € 783,34 (su allredcollaborative.com) – 10deka.com
6 – PRATICITÀ A TUTTO TONDO
Amazon di Bizzotto per Maisons Du Monde è super maneggevole e occupa pochissimo spazio. In acciaio trattato per l’esterno e verniciato a polvere, ha 4 ruote in plastica, piano portavivande e piano inferiore portabottiglie con 6 scomparti.
Amazon di Bizzotto per Maisons Du Monde, ⌀ 45x81h cm, prezzo € 144,90 – maisonsdumonde.com
7 – MINI SPAZIO FUNZIONALE
Essenziale, ma praticissimo, JJ Melone per Giacopini di Designitaly.com gioca con una geometria semplice e un volume ultracompatto per adattarsi a qualsiasi spazio. È realizzato in metallo verniciato a polvere con rotelle in plastica, disponibile nei colori melone, grigio, menta, sabbia e bianco. Disponibile su Designitaly.com.
JJ Melone per Giacopini di Designitaly.com 48x25x100h cm, prezzo € 379 – designitaly.com
8 – WOOD EVERGREEN
L’eucalipto è un legno molto resistente ed è perfetto per i mobili da lasciare all’aperto tutta l’estate. In più il classico carrello a doghe Hattholmen di Ikea è trattato con uno speciale mordente che lo rende a prova di muffe e intemperie.
Hattholmen di Ikea, 85x48x13h cm, prezzo € 133,18 – ikea.com
9 – GRIGLIATA CALLING
Accanto al barbecue, Mise en Place Table Corten Pro 65 di Ofyr diventa un piano di lavoro praticissimo. Oltre alla comoda maniglia e all’ampio vano per riporre i ceppi di legna, è accessoriato con un maxi-tagliere in legno teak o in ceramica grigio scuro (che si può lasciare sempre all’aperto).
Mise en Place Table Corten Pro 65 di Ofyr, 65×65 cm, prezzo da € 2.660 euro (su liveoakbbq.com) – ofyr.it
10 – LUXURY MINIBAR
Si chiama Eureka bar il sistema di Lema che nasconde un mobile bar pregiato e super attrezzato, con rivestimento in cuoio o pelle, elementi porta bicchieri, luci led e un carrello a scomparsa vicino allo spazio predisposto per la tecnologia di refrigerazione.
Eureka bar di Lema, prezzo su richiesta – lemamobili.com
In copertina, in alluminio con tanto di lampioncino ricaricabile (con luce led) e ripiano superiore rimovibile che funge da vassoio. Jolly Trolley di Fatboy, 78x55x200h cm, prezzo € 899 – fatboy.com
Un raffinato dialogo tra passato e presentedi Anna Vittoria Zuliani.
Una realtà antica, un approccio estetico e progettuale all’avanguardia: la storia incontra la contemporaneità, creando un ambiente che mixa elementi d’epoca ad arredi iconici del design.
La ristrutturazione di una dimora del Settecento, situata alle porte di Bergamo, si trasforma in un’esaltazione della storia stessa dell’edificio, capace di parlare un linguaggio moderno e concettuale, in un contesto elegante dai trascorsi nobiliari. A firmare il progetto è lo Studio Capitanio Architetti di Bergamo, che ha preservato i suoi interni con rispetto e delicatezza, esaltandone i tratti di rilievo, come gli affreschi originali, mettendoli in evidenza con l’accostamento ad una contemporaneità stilistica minimal.
La facciata della dimora settecentesca
In tutto l’appartamento, le porte originali, le modanature e le zoccolature, sono state restaurate e sbiancate con smalto opaco. La stessa tonalità ammanta le pareti, allo scopo di catturare e diffondere la luce nell’intero spazio, in perfetto accordo con i soffitti decorati originali. Al centro della casa, è posizionato il soggiorno. Si tratta di un ambiente che non dispone di aperture verso l’esterno, attraversato però dalla luce naturale, grazie a due porte a vetri che lo separano dalla cucina.
Il soggiorno, dove spicca l’opera a parete firmata Claudio Spini
Lo spazio è impreziosito sul soffitto da un’opera d’arte dell’artista Claudio Spini, in pendant concettuale con gli affreschi presenti in casa, e riprende idealmente il seminato di marmo del pavimento dell’intero ambiente. Nel living è collocato il camino, intorno al quale si articola il progetto di una libreria essenziale e minimale, che ospita la biblioteca della famiglia. Caratterizzano lo spazio alcuni oggetti iconici che hanno fatto la storia del design, come la seduta di Charles e Ray Eames e la lampada Stchu-Moon argento di Catellani & Smith.
La luce naturale che entra nel soggiorno attraverso l’ex loggia, oggi trasformata in cucina
In comunicazione con questo ambiente, si trova la cucina e la zona pranzo, pavimentata con legno di rovere. È stata ricavata in quello che in origine era il loggiato aperto, annesso agli spazi abitativi agli inizi del ‘900. La sala è impreziosita da un affresco originale ricco di motivi naturali, a memoria del panorama dei colli bergamaschi che circondano la proprietà.
La cucina ricavata nell’ex loggia, caratterizzata dagli affreschi del primo Novecento
La cucina è a isola, studiata in un dialogo estetico ed elegante con lo spazio occupato dal tavolo e dalle sedie, e caratterizzata da strutture in legno laccato ed elementi in ferro crudo, in netto contrasto cromatico con le finiture della stanza. Accanto alla stufa in maiolica contemporanea, sono collocati un grande tavolo vintage anni ’70, un divano Chesterfield e l’intramontabile lampada Arco di Achille e Pier Giacomo Castiglioni.
Dettagli della camera da letto e di uno dei bagni della casa
Le camere da letto e i bagni si collocano intorno alla zona giorno. Si distribuiscono in una sequenza ritmata, generata dai muri di forte spessore, e dall’introduzione di arredi laccati in bianco. I bagni sono arredati in modo minimale, con rivestimenti in lastre di ceramica antracite e sanitari bianchi.
Il progetto è dello Studio Capitanio Architetti – capitanioarchitetti.it
Photo Stefano Tacchinardi
La planimetria del progetto
di Francesca Guerini Rocco.
Un must have estivo senza tempo, il textile per eccellenza delle vacanze al mare, dei weekend fuori porta, al lago o in montagna, e dei più rinfrescanti pool party: è giunto il tempo del relax.
Il classico fouta (o hammam) e il kikoy africano, la spugna ultrasoft e il telo in lino freschissimo: in estate i tessuti si fanno avvolgenti e leggeri, ma anche allegri e colorati per celebrare la bella stagione e accompagnarci in spiaggia, in piscina e persino al parco, per un pic-nic metropolitano.
Basta dare un’occhiata alle nuove collezioni di biancheria da mare per capirlo: teli, asciugamani e accappatoi sono così belli e pratici che vale la pena metterli subito in valigia e sfoggiarli persino nel week-end in città. L’effetto vacanza è assicurato.
1 – VOGLIA DI MARE
Si chiama Festa d’estate, la collezione di Coincasa che celebra la bella stagione con le classiche suggestioni marine: spugne da spiaggia, teli da piscina e hammam in puro cotone si vestono di coralli, pesci tropicali e stelle marine, per uno stile dal sapore mediterraneo.
Festa d’estate di Coincasa, telo hammam con le frange 170×90 cm, prezzo € 17,45; telo mare 170×90 cm, prezzo € 22.45 (in saldo online) – coincasa.it
2 – MASSIMA FRESCHEZZA
100% panama di lino tinto in capo per l’accappatoio a kimono Panama di Biancoperla. Naturale, fresco e leggerissimo, è disponibile in tanti colori diversi, con il set di asciugamani e il telo doccia coordinati.
Panama di Biancoperla, accappatoio taglia unica, prezzo € 180; telo doccia 100×140 cm, prezzo € 76; set viso 60×110 cm e ospite 40×60 cm, prezzo € 55 – biancoperlaitaly.it
3 – GEOMETRIE URBAN CHIC
Motivi geometrici sul telo mare Salsedine di Ferò, in cotone cimato extramorbido. In tante combinazioni diverse: blu/sabbia, ruggine/ottanio, senape/nero, turchese/tortora e magenta/viola. Per chi ama lo stile metropolitano, anche in vacanza.
Salsedine di Ferò, 100×180 cm, prezzo € 39,90 (in saldo online) – feromilano.com
4 – ANIMALIER SARTORIALE
Accappatoi corti dal taglio sartoriale e teli mare a tinte forti: Pyton di Mirabello Carrara gioca con una stampa animalier cangiante, nei toni dell’azzurro, fucsia, arancio e verde. In morbida spugna jacquard tinto in filo veolur 100% cotone, particolarmente idrofila, sono perfetti da sfoggiare a bordo piscina o sulle spiagge più esclusive.
Pyton della linea Carrara Beach di Mirabello Carrara, telo mare 95×180 cm prezzo € 57; accappatoio in tre misure (S, M, L) prezzo € 99 – mirabellocarrara.it
5 – ELEGANZA CLASSICA
Il telo doccia in morbida spugna di cotone Lido di Frette, con bordo a contrasto, è realizzato in 100% cotone turco, ultra-pregiato. Morbidissimo, con forte potere assorbente e a rapida asciugatura, ha un’allure raffinata e senza tempo.
Lido di Frette, 100x180cm, prezzo € 160 – eu.frette.com
6 – MULTIUSO EVERGREEN
Il classico fouta in cotone è quel che ci vuole per i globetrotter sempre in viaggio. In 100% cotone con grammatura 340 gsm, frange e stampa rosso, Baleari di Kasanova è perfetto per stendersi al sole sulla sabbia, sulla sdraio o sull’erba, o da indossare come pareo.
Baleari di Kasanova, 90×160 cm, prezzo € 5.90 – kasanova.it
7 – ETNICO CHIC
Tinte vitaminiche per il classico kikoy (tipico tessuto dell’Africa orientale) Envie d’Ailleurs di Fermob, da sfoggiare come pareo o foulard copricapo prima di arrivare in spiaggia.
Envie d’Ailleurs di Fermob, 100×180 cm, prezzo € 55.30 (in saldo online) – fermob.com
8 – MATERICI E SOFISTICATI
Sette colori vivaci per il set Phoenix di Lanerossi, completo di asciugamano ospite, asciugamano viso, telo bagno e accappatoio. In cotone al 100%, è decorato da piccole frange sui lati e con un pattern materico ad effetto 3D.
Phoenix di Lanerossi, asciugamano viso 60×105 cm asciugamano ospite 50×30 cm, prezzo € 32,90; telo bagno 50×100 cm, prezzo € 44; accappatoio in due misure, prezzo € 129 – lanerossi.com
9 – LUSSO DA BARCA
Stile Capri per l’asciugamano in spugna di cotone Terry e il telo in cotone con frange Panfilo, entrambi con bordo in Laveno Millerighe, coordinati con i cuscini Verbena di C&C Milano. Realizzati rigorosamente a mano in Italia, sono perfetti in barca o a bordo piscina, in pendant (anche) ai materassini in lino Maremma.
Teli mare Panfilo, 100×180 cm personalizzabili nel tessuto e nelle misure, prezzo da € 330; cuscini Verbena in spugna di cotone Terry, 60×40 cm personalizzabili nel tessuto e nelle misure, prezzo da € 130; materassini trapuntati a mano, 60x180x10h cm, personalizzabili nel tessuto e nelle misure, prezzo su richiesta; tutto di C&C Milano – cec-milano.it
10 – ALTO ARTIGIANATO TURCO
Il telo da hammam Sorrento di Bohemia Design è realizzato direttamente da una famiglia di tessitori turca, specializzata in questa lavorazione, utilizzando cotone raccolto localmente. Versatile, leggero, altamente assorbente, e ad asciugatura rapida, è il perfetto compagno delle vacanze perché ha una borsa da viaggio in cotone con coulisse.
Sorrento di Bohemia Design, 90×45 cm, prezzo € 39,65 – bohemiadesign.co.uk
11 – DALLA SPIAGGIA AL TERRAZZO
Leggeri e poco ingombranti, in delicate e sofisticate nuance, gli asciugamani in cotone ad alta assorbenza di Aurina nascono per l’hammam, ma sono perfetti da mettere in valigia anche come teli per la spiaggia o plaid leggeri da tenere sul terrazzo.
Hammam Towel di Aurina, 90×45 cm, prezzo € 24,49 – aurina.co.uk
In copertina, teli da piscina in spugna di cotone Festa d’estate di Coincasa.
KeepLife – continuità matericadi Costanza Carbotta.
“L’albero non va abbattuto, dev’essere piantato“. Questo è il concetto fondamentale del progetto KeepLife, un innovativo materiale creato grazie ai gusci della frutta secca (noci, nocciole, castagne, mandorle, pistacchi e arachidi), plasmabile in prodotti resistenti adatti a ogni tipo di design.
Per Pietro Petrillo e il suo studio non si tratta di riuso o riciclo, e neanche di una vuota promessa di ecosostenibilità. Quindi, perché riutilizzare materiali ed evitare lo spreco, quando è possibile non causare lo spreco a prescindere?
Qual è la storia dietro questo progetto, com’è nato?
KeepLife nasce per un’esigenza concreta del mondo che ci circonda, in particolare quello dello sfruttamento del legno, che inizia dal taglio e dall’abbattimento dell’albero da cui si crea un oggetto d’arredo.
Io ho voluto invertire questo processo: non abbattere l’albero, ma piantarlo. Si pianta un albero da frutto – una delle sei tipologie che noi usiamo – e al guscio ricavato si dà una continuità materica. Finirebbe, altrimenti, come combustibile o drenante, se non semplicemente buttato.
Io non lo intendo come un processo di riciclo o recupero, ma una vera “continuità”, perché è importante analizzare i cicli produttivi e rendere consapevoli le persone, i fruitori finali del design, di “come” si arriva al prodotto, prima del prodotto stesso.
I blocchetti di KeepLife, la base di ogni progetto. Sono disponibili in quattro colorazioni ottenute mescolandoli con tipi diversi di terra.
Hai collaborato con molti designer e molti studi. Come mai, e c’è un prodotto a cui sei particolarmente legato?
Fin da subito la mia idea è stata quella di aprire il progetto a tanti colleghi. L’intento era quello di avere un materiale che rispondesse a un’esigenza comune a tutti, la base per ogni prodotto, e renderlo aperto e disponibile, creando uno “studio diffuso”, il cui cuore è KeepLife.
A oggi le collaborazioni sono diventate tante, anche con maestri del design riconosciuti a livello nazionale e internazionale. È stato molto importante coinvolgere sia designer già affermati che emergenti, creando una realtà trasversale e aperta a tutti.
Per quanto riguarda i singoli progetti, ognuno è come un figlio, e sono tutti importanti, anche se sono di altri designer: seguo ogni prodotto dal momento in cui è solo un blocco di KL (KeepLife) fino a quando è un oggetto finito.
Polipo e Alice, uno dei prodotti del Bestiario. Design di Luigi Petrillo.
Che progetti hai per il futuro di KeepLife?
Secondo me il futuro è oggi, non bisogna pensare troppo in là, altrimenti si rischia di perdere per strada l’obbiettivo originale. Il futuro di KeepLife, dello studio e del movimento collettivo che si è formato intorno a questo materiale, è quello che già facciamo oggi, ovvero aprirsi sempre a nuovi designer e opportunità con delle call, cercando di coinvolgere un pubblico sempre più ampio.
Alla fine, attraverso un unico progetto, cerchiamo di coinvolgere non solo i designer, ma anche le aziende agricole che piantano gli alberi e ci forniscono il materiale di base, e anche le università che preparano i nuovi e giovani designer, attraverso lo sviluppo di varie tematiche.
Ognuno è libero di sviluppare l’argomento e ambito che preferisce: tutti partono da un blocco di KeepLife e ne devono ricavare un oggetto finito. L’inizio è uguale per tutti, ma ognuno decide il suo personale traguardo.
Formichiere di Giulio Iacchetti.
Durante l’ultimo Fuorisalone abbiamo indagato il mondo degli animali, con il progetto Bestiario. Ogni designer che ha partecipato ha realizzato un animale a scelta, partendo da un blocchetto di materiale. L’idea era di riportare gli animali nella nostra vita, nelle nostre città e nelle nostre case attraverso questi oggetti.
Giraffa di Pietro Petrillo.
Questa sarà una call aperta tutto l’anno, che si amplia con ogni tappa ed esposizione. La prossima sarà la Dutch Design Week di Eindhoven: una collezione itinerante via via sempre più grande, partita dalla Milano Design Week e supportata da Isola Design, aperta a tutti i designer che desiderano partecipare.
I due designer dietro KeepLife. A sinistra Pietro Petrillo e a destra Ilaria Spagnuolo.
È un sistema antico nato per regolare l’ingresso della luce e del calore nelle case, creando al contempo uno stato di benessere. Oggi, grazie alla tecnologia, si apre a nuove soluzioni votate all’efficienza e al comfort indoor.
Veneziane, tende di facciata, persiane e avvolgibili: le schermature solari possono essere fisse o mobili, attive o passive. Da sempre aiutano a controllare i raggi solari che, soprattutto in estate, illuminano e riscaldano gli ambienti interni. Oggi, però, si sono evolute dalla loro semplice funzione primaria, scoprendo nuove dinamiche e funzionalità.
È proprio questa la proposta di Griesser, specialista sul campo dal 1882, che offre sistemi che regolano l’ingresso della luce e del calore con modelli automatizzati (o con funzionamento manuale a richiesta) che gestiscono non solo l’ombra ma la quantità di energia necessaria al riscaldamento, al raffrescamento e all’illuminazione.
La conseguenza è, di fatto, il miglioramento del comfort termico e visivo degli spazi, con un sensibile risparmio energetico, perché si può ridurre l’uso di condizionatore e riscaldamento.
Tenda di facciata Solozip.
Una protezione sostenibile
Le tende Griesses sono realizzate in alluminio riciclabile, un terzo del quale proviene (a sua volta) da fonti riciclate e, già da 15 anni, lo smaltimento è a zero impatto ambientale. Nel 2023, inoltre, è stata lanciata la Collection Emotion, realizzata in modern in modern basics blue®, tessuto per tende di facciata costituito all’85% da PET riciclato, risparmiando acqua, energia ed emissioni di CO2.
Veneziana Metalunic.
Veneziane
Permettono un pieno controllo e sfruttamento della luce naturale, le varianti cromatiche sono 150 e sono personalizzabili, anche BiColor tra interno ed esterno.
- Metalunic: interamente metallica, autoportante e con meccanismo integrato invisibile, resiste al vento fino a 92 km/h.
- Grinotex: a pacchetto in metallo, i collegamenti sono in fune di acciaio rivestita PVC, dalla chiusura perfetta e funzione anti-sollevamento, con bloccaggio se incontra ostacoli.
- Lamisol: a pacchetto con fissaggio diretto di ogni lamella ai nastri di orientamento: posizionamento differenziato, protezione dall’abbagliamento e direzionamento della luce differenziato.
- Alufex: a lamelle piatte, dotata di posizione-lavoro (opzional in altri prodotti) con posizione a 45°.
- Solomatic: a lamelle concave, tradizionale a connessione diretta di ogni elemento con i nastri di movimentazione.
Veneziana Lamisol.
Veneziana Solomatic.
Tende di facciata
Stabili e leggere, con controllo smart, sono in un tessuto che protegge dalle alte temperature e resiste allo sbiadimento. Repellenti ad acqua e sporco, sono altamente personalizzabili e, nella Collection Emotion, offrono textile per 85% riciclati.
- Solozip: con cerniera fissata sul tessuto che mantiene la tenda nella guida in tutta altezza, resiste fino a 92 km/h e arriva a coprire fino a 18 mq.
Tenda di facciata Solozip.
Persiane
Una schermatura tradizionale che diventa contemporanea, facile nella manutenzione e (anche) decorativa.
- Persiana a pantografo: permette di controllare attivamente la luce grazie ad un azionamento motorizzato e automatismi integrati. Resiste fino a 120 km/h, realizzata in alluminio, è disponibile in 150 colori, 9 varianti tinta legno e personalizzabili nel disegno.
Persiana a pantografo personalizzata.
Avvolgibili
Un classico lanciato sul mercato nel 1882 dal fondatore Anton Griesser, oscurano e isolano a livello acustico e possono essere completamente automatizzati. Oltre 150 colori per alcuni modelli, personalizzabili anche in tinte non a catalogo.
- Rolpac: tapparella impilabile con stecche in alluminio piatte.
- Tradi PUR: proprietà di insonorizzazione altissime grazie alle stecche prive di CFC schiumate o a doppia parete, orientabili e dotate di zanzariera.
Avvolgibile Rolpac.
In copertina, Tenda Solozip.
Brinckerduyn – Japandi styleLa natura è la protagonista di un progetto immersivo improntato all’hotellerie di ultima generazione: materiali e tecnologie sostenibili, insieme a un design minimal e raffinato, definiscono un nuovo concetto di vacanza.
Nelle immediate vicinanze del Parco nazionale olandese di Drents-Friese World (Appelscha), tra le brughiere e le dune mobili della Frisia, si trova Brinckerduyn: un resort di lusso composto da 34 case indipendenti dal design ricercato e votato al relax.
È un villaggio vacanze unico nel suo genere, dove gli ospiti possono perdersi in meravigliosi paesaggi naturali e staccare la spina dalla frenetica vita cittadina, tra escursioni, sport e tutti i comfort di vere e proprie piccole spa private, in cui i bagni sono firmati Duravit.
Le ville per vacanze del Resort Brinckerduyn sono state progettate per un comfort luxury e moderno in un ambiente naturale.
Design sostenibile
Ogni villa è un’oasi di benessere indipendente che dispone di una sauna e, in alcune soluzioni, anche di una piscina. Le diverse unità possono ospitare dalle due alle sei persone e sono ideali alle vacanze tra amici, in famiglia e per tutti gli amanti della natura selvaggia che non vogliono, però, rinunciare alle comodità più moderne.
La progettazione è stata molto accurata: sono tutte dotate di funzionalità intelligenti, come il sistema domotico di illuminazione, e di sofisticate innovazioni, partendo dai pannelli solari che garantiscono un’efficienza energetica ottimale e autonoma.
Ognuna delle diverse unità ha una sauna privata e, alcune, anche la piscina.
Armonia tra stile e natura
La loro estetica minimalista, che si integra alla perfezione con il paesaggio naturale esterno, è stata ispirata dal mood Japandi, una tendenza contemporanea che mixa lo stile scandinavo a quello giapponese, mettendo in evidenza i loro punti in comune: essenzialità nelle forme e amore per i materiali naturali.
Gli interni spaziosi sono arredati in un elegante mix di nuance che spaziano dal verde al marrone, tonalità che trasmettono calma e serenità e in perfetto pendant concettuale con il panorama circostante. Un tocco in più, è dato dall’interior, dove mobili dal design sostenibile e diversi tipi di legno, giocano tra loro in un ensemble materico, sofisticato e avvolgente.
Innovazioni sofisticate e moderne, come i pannelli solari, garantiscono un’efficienza energetica ottimale.
Relax al primo posto
I bagni di ogni villa sono stati progettati con prodotti Duravit e si integrano alla perfezione negli ambienti ariosi e luminosi che caratterizzano ogni unità. A seconda delle diverse tipologie, offrono un comfort piacevole grazie ai piatti doccia walk-in Tempano o alle vasche da bagno firmate da Philippe Starck.
Le stanze da bagno delle case vacanza sono tutte dotate di prodotti Duravit di alta qualità.
I mobili da bagno sono su misura e caratterizzati da un elegante superficie in legno, in perfetta armonia con i lavabi da appoggio rettangolari della serie Vero. In misura extra large, sono dotati di doppia rubinetteria e permettono a due persone di usarli contemporaneamente. Minimalismo chic, invece, per i vasi della serie D-Neo di Bertrand Lejoly, che si sposano idealmente con l’atmosfera rilassante dell’interno ambiente.
I mobili da bagno su misura, con superficie in legno, si armonizzano perfettamente con i classici lavabi da appoggio rettangolari della serie Vero.
In copertina, il complesso Brinckerduyn dispone di 34 case vacanza, costruite in collaborazione con la società olandese Unbrick. Photos courtesy Duravit AG
Icone di Design – Pierre PaulinTra i designer attivi verso la fine degli Cinquanta uno di quelli meno noti, purtroppo, è Pierre Paulin, nonostante abbia saputo innovare e sperimentare l’utilizzo di materiali e tecniche decisamente all’avanguardia per quegli anni. Nato a Parigi il 9 luglio 1927, si forma prima come ceramista e poi come scultore: fu proprio la sua innata capacità di plasmare differenti forme e materiali a diventare il minimo comune denominatore dei suoi pezzi.
Il suo stile essenziale e raffinato è il frutto di una sintesi perfetta fra diverse correnti – modernismo, razionalismo tedesco e design scandinavo – e l’influenza del lavoro dei suoi contemporanei, primi fra tutti i coniugi Eames. La sua fama è riconducibile principalmente alla proficua collaborazione, durata quasi 50 anni, con l’azienda olandese Artifort, per la quale disegna diverse leggendarie sedute divenute vere e proprie icone esposte nei più importanti musei internazionali.
Poltrona Tongue, 1967, Artifort
Poltrona Groovy, 1970-1979, Artifort
Nel 1954 avvia la collaborazione con Thonet e progetta la scrivania CM141, rieditata e ribattezzata Tanis, a partire dal 2008, dall’azienda francese Ligne Roset. Il design originale dalle linee severe ed estremamente essenziali è stato rispettato mentre le finiture rivisitate e rese più attuali, come il noce e il Corian.
Scrivania Tanis, 1954, rieditata da Ligne Roset nel 2009
Dalle differenti sedute per Artifort traspare l’importanza che il designer ha dato ad ergonomia e cura del dettaglio, considerati elementi fondamentali e imprescindibili per una buona uscita del progetto. Al centro della progettazione non vi è la forma fine a sé stessa bensì il design applicato alla funzionalità, concentrandosi sul comfort come punto di partenza.
Orange Slice, 1960, Artifort. Costituita da due scocche identiche, la poltroncina disegnata per Artifort invita chiunque ad accomodarsi come se ci si trovasse all’interno di un fiore a due petali. Disponibile in diverse tonalità e in svariati tessuti stampati, ha un fascino e una pulizia formale senza tempo. (credits Artifort)
Ribbon chair, 1966, Artifort. Progettata nel 1965 e uscita sul mercato l’anno seguente, la Ribbon Chair è uno dei complementi d’arredo più venduti del design modernista. Le linee sinuose e femminili richiamano alla mente l’immagine di un nastro ripiegato e a prima vista sembra quasi una scultura. (credits Hivemodern)
Negli anni ’70 a Pierre Paulin viene commissionato l’arredo degli appartamenti privati del presidente George Pompidou al Palazzo dell’Eliseo. Tra gli arredi appositamente disegnati si ricorda la serie Pumpkin – composta da poltrona, poggiapiedi e divano – ideata nel 1971 e riproposta da Lignet Roset nel 2009. Gli imbottiti hanno delle linee estremamente contemporanee e le loro forme generose, dichiaratamente di ispirazione organica, si adattano perfettamente al corpo.
Collezione Pumpkin, Lignet Roset, 2009. (credits Lignet Roset) (credits Archiexpo)
Anche la libreria Elysée fu concepita inizialmente per la residenza del presidente e poi riproposta da Magis nel 2009. Una sorta di castello di carte dove la struttura modulare in legno curvato si adatta ad ogni ambiente della casa e lascia all’utente una estrema libertà compositiva.
Libreria Elysée, 2009, Magis
Libreria Elysée, 2009, Magis
Uno degli ultimi progetti è la poltroncina Flower disegnata nel 2009 per Magis. Pur avendo un rimando vagamente retrò, le linee sono moderne e minimaliste, con una struttura realizzata in policarbonato trasparente decorata a righe verticali. Pensata per l’outdoor ma perfetta per l’indoor, anche in questo caso Paulin esprime il suo interesse per le innovazioni tecnologiche, realizzando uno dei primi oggetti d’arredo di così grandi dimensioni stampato ad iniezione in un pezzo unico.
Poltroncina Flower, 2009, Magis. (credits Architonic)
Nato a Indianapolis il 9 luglio 1934, Michael Graves è stato uno dei più grandi architetti americani della fine del ventesimo secolo e rappresentante del postmodernismo.
Dopo aver frequentato la facoltà di architettura all’Università di Cincinnati, si laurea ad Harvard e si trasferisce per due anni a Roma come membro dell’American Academy of Rome. Rientrato negli Stati Uniti collabora con George Nelson e Richard Meier e nel 1964 fonda a Princeton lo studio Michael Graves Architecture & Design con sedi anche a New York.
Negli anni ’70 prende parte al gruppo New York Five Architects assieme ad altri quattro architetti newyorkesi (Eisenman, Gwathmey, Hejduk, Meier) per confrontarsi sull’architettura americana e ridefinirne il ruolo. Comune al gruppo la fedeltà verso la forma più pura del modernismo architettonico e l’ammirazione per il suo rigore, la pulizia formale e le facciate bianche. L’opera dei Five Architects è considerata una reinterpretazione e prosecuzione dell’architettura di Le Corbusier degli anni Venti e del razionalismo italiano di Giuseppe Terragni.
Graves si allontana fin da subito da un linguaggio così minimalista verso uno più colorato e decorato, che contribuisce a definire lo stile postmoderno che mixa elementi di ogni epoca e di ogni cultura. La storia diventa una grande fonte di ispirazione dalla quale ripescare stili e dettagli architettonici che vengono scomposti e ricontestualizzati in modo ironico: dalle colonne romane ai capitelli e frontoni classici, dalle geometrie Decò ai colori della Pop art.
A sinistra, Michael Graves, municipio di Portland, 1982. Considerato il primo edificio postmoderno degli Stati Uniti. A destra, Michael Graves, Humana Building, Louisville, Kentucky, 1885
Nell’arco della carriera progetta più di 400 edifici in tutto il mondo spaziando dai grandi masterplan alle sedi di multinazionali, catene alberghiere, musei, teatri e biblioteche, tutti contraddistinti da uno stile riconoscibile fatto di solidi primari, sporgente bizzarre e colori tenui che hanno lasciato un segno indelebile nell’architettura del XX secolo.
Michael Graves, Dolphin e Swan Resorts, Walt Disney World Park Orlando, Florida, 1987
Michael Graves, Biblioteca pubblica di Denver, Colorado, 1996
Negli anni ’80 entra in contatto con Memphis – gruppo di designer fondato da Ettore Sottsass – e applica lo stesso inconfondibile approccio postmodernista al design del prodotto. I suoi oggetti (più di 2000) per la casa e l’ufficio contengono spesso metafore naturalistiche e citazioni classiche.
A sinistra, Michael Graves, Secchio per ghiaccio, Cleto Munari, 1989. A destra, Michael Graves, Thermos Euclid, Alessi, 1993
Tra i più celebri ricordiamo il bollitore 9093 Whistling Bird Kettle di Alessi con la sua forma conica e il fischietto a forma di uccellino che ha riscatto un enorme successo di pubblico, tanto da essere ancora oggi il prodotto più venduto dell’azienda italiana. La popolarità immediata lo ha trasformato nel capostipite di un’acclamata serie di prodotti realizzati tutti sotto il segno divertito del gioco e dell’ironia che ha caratterizzato la produzione degli anni ’90.
Michael Graves, Bollitore 9093, Alessi, 1985
A sinistra, Michael Graves, Caffettiera/infusiera, Alessi, 1985. A destra, Michael Graves, Toeletta Plaza, Memphis, 1981
Dal 1999 si dedica al disegno di oggetti per colossi della distribuzione americana come Target e gadget per Disney e parchi divertimento, con l’intento di portare il buon design alle grandi masse di consumatori. Nell’ultima parte della sua vita contrassegnata da una paralisi degli arti inferiori affronta i temi della disabilità e dell’accessibilità legate al design e architettura.
Progetta ospedali, centri di recupero, case per portatori di handicap ed ex soldati diventando uno dei più autorevoli progettisti per edifici sanitari, riconoscimento sancito nel 2010 dal “Center for Health Design” che lo inserisce nella lista delle 25 persone più influenti a livello mondiale in materia di design sanitario. Michael Graves muore il 12 marzo 2015 nella sua casa di Princeton all’età di 80 anni.
Michael Graves, Scuola per bambini disabili St. Coletta School, Washington, 2006
Nell’immagine di copertina, ritratto di Michael Graves
Otto piante belle e buonedi Marta Meggiolaro.
Pochi sanno che fra le piante selvatiche, anche quelle che crescono ai bordi della strada, si trovano specie che hanno proprietà eccezionali. Non sono solo fortissime, temprate per resistere a condizioni difficili, ma anche delicatamente poetiche e benefiche, conosciute, in alcuni casi, dall’alba della storia umana.
In più, si coltivano praticamente da sole e richiedono davvero poco impegno, a parte luce e acqua. Esistono alcuni fiori che sono eduli o edibili, ovvero si possono mangiare. Specie facilmente coltivabili a casa e che non solo decorano i giardini e i terrazzi, ma possono essere consumati, ad esempio, in un’insalata o preparando una tisana.
Alcuni sono molto comuni, altri sono fiori edibili più ricercati, ma tutti garantiscono una buona riuscita e soprattutto hanno un sapore capace di stupire.
Persicaria bistorta
È una pianta erbacea perenne che produce in estate delicate spighe rosa. Le foglie sono arrivate a maturazione e si presentano lunghe e dure. In primavera, però, i loro germogli sono foglioline tenere e fresche, che si possono mangiare in insalata oppure cotte.
Persicaria bistorta, foto di Res Naturae – resnaturae.com
Borago officinalis
La Borragine è una erbacea annuale caratterizzata da fiori stellati blu e foglie coperte da una lanugine argentea, da cui probabilmente deriva il nome (borra, in latino, significa “panno di lana”). Se ne mangiano i fiori, da consumare freschi nelle insalate o usati per decorare dolci e altre portate. Anche le foglie, dopo essere state ben cotte, possono essere mangiate. In più, è una pianta amica delle api.
Borragine, foto Adobe Stock
Calendula officinalis
Il fiore giallo e pieno delle calendule è una gioia per gli occhi e per il palato. A fine estate gli ultimi fiori devono essere raccolti per essere seccati. Durante l’inverno verranno usati per infusioni e tisane che ricorderanno il caldo e i profumi dell’estate, aiutando a contrastare la stanchezza e i malesseri di stagione.
Calendula officinalis, foto di Res Naturae – resnaturae.com
Crambe maritima
Il cavolo marino fa parte della famiglia delle Brassicaceae, quella dei cavoli, e ha le foglie azzurrognole, come il mare. È una pianta di cui sono edibili diverse parti. I germogli primaverili e i boccioli dei fiori si mangiano bolliti. Le foglie mature, invece, si possono aggiungere alle minestre o essere saltate in padella. I fiori sono dolcemente profumati.
Crambe maritima, foto di Res Naturae – resnaturae.com
Perilla frutescens purpurea
La Perilla, che viene chiamata anche Basilico della Cina, porta un colore insolito e sorprendente in giardino, grazie alle sue foglie viola quasi metallizzate. I fiori, freschi, si aggiungono alle insalate o come decorazioni sui dolci. Le foglie più grandi e mature, invece, possono essere fritte in pastella come le foglie di salvia.
Perilla, foto di Res Naturae – resnaturae.com
Tagetes patula
La grande famiglia dei tagete contiene fiori con colori che variano dal giallo, all’arancione, al rosso. Le proprietà di questa pianta sono davvero tante. Coltivati nell’orto terranno lontani, con il loro odore, alcuni parassiti e insetti dannosi.
I fiori secchi possono essere aggiunti alle tisane e alle bevande alcoliche per colorarle, ed è possibile anche colorare i tessuti. Però sono buoni e belli anche freschi: una spolverata di petali ben lavati sul riso, o sull’insalata, donerà gusto e colore.
Tagetes patula, foto di Res Naturae – resnaturae.com
Tanacetum parthenium
Questa pianta è conosciuta in Italia con altri nomi: amarella, amareggiola, matricale, maresina ed erba marga. Si tratta di margherite bianche dal cuore giallo che possono essere usate come la camomilla. Il nome, Tanacetum, deriva dal greco e significa “guarisco a lungo”, con riferimento alle proprietà curative e lenitive che vengono riconosciute ai suoi fiori.
Tanacetum parthenium, foto di Res Naturae – resnaturae.com
Tropaeolum majus
Coltivare il Nasturzio è davvero facile e dà grandi soddisfazioni. Si può lasciarlo “correre” sul terreno, oppure coltivarlo in vaso e farlo cadere come un festone, altrimenti si può farlo arrampicare su un traliccio.
I germogli si usano per condire le zuppe, le minestre o semplicemente in insalata. Si possono usare tutte le parti della pianta in realtà, fiori, boccioli e foglie. Il sapore è leggermente piccante, assomiglia a quello del crescione.
Nasturzio, foto di Res Naturae – resnaturae.com
In copertina, insalatina tenera con fiori freschi di nasturzio. Foto Adobe Stock
Dietro al letto – una parete, tante soluzionidi Arianna Giancaterina.
È una zona spesso sottovalutata che invece può diventare la protagonista della stanza, trasformando l’intero ambiente con una nota di carattere unica.
Valorizzare la parete dietro al letto è un aspetto sottovalutato nell’ambito dell’interior design. Si pensa, infatti, che la struttura stessa del mobile basti a caratterizzare la camera, ma non sempre è così.
Si può creare un raffinato ensemble di quadri, un timeless indiscusso, ma esistono soluzioni, spesso più immediate – a volte così semplici da stupire – capaci di personalizzare la quinta che fa da fondale al letto e trasformare l’intera stanza, senza particolari stravolgimenti.
A destra, wallpaper Palazzo verde pino; a sinistra, wallpaper Hazara verde scuro, tutto di Carta da parati degli anni ’70 – cartadaparatideglianni70.com
COLORE
È la più facile ed efficace. I colori neutri e luminosi sono ideali se la testiera del letto è già importante, mentre tonalità più scure e decise si abbinano ad arredi chiari o dalle brillanti finiture metalliche.
Un’altra idea è utilizzare la tecnica del Color Block, ovvero circoscrivere parti specifiche – come metà del muro e l’angolo della stanza – oppure creando un pattern geometrico con la pittura.
Quest’ultimo si ottiene tramite un disegno definito con semplice scotch di carta che delimita cerchi, triangoli, righe o rettangoli (la fantasia personale è l’unico limite) che vanno a delineare un pattern personalizzato, da creare con tinte piene e intense, scelte a proprio gusto. Dall’effetto wow assicurato, è particolarmente adatto a pareti dalle forme irregolari.
Decorazioni murali realizzate con lo stile Color Block; photo courtesy pinterest.it
Photo courtesy behance.net
CARTA DA PARATI
Grande effetto scenografico e maggiore profondità ad ambienti non grandissimi. Versatili e realizzate con materiali altamente performanti, le carte da parati si trovano in una miriade di colori e varianti: classiche, floreali, botaniche, geometriche, tropical jungle, trompe-l’œil, vintage.
Unico accorgimento: coordinare lo stile e la palette colore del wallpaper con il resto degli arredi e complementi della stanza, textile compreso. Per non appesantire e sovraccaricare lo spazio, bisogna rimanere su un massimo di 4 o 5 nuance.
A sinistra, wallpaper Van Gogh Blossom turchese: a destra, wallpaper Gordan rosa antico, tutto di Carta da parati degli anni ’70 – cartadaparatideglianni70.com
MENSOLE
Un sistema rapido, versatile ed economico per decorare, e arredare, è montare delle mensole. È l’ideale per creare piani d’appoggio quando non è possibile, per motivi di spazio, inserire dei comodini nella stanza.
Si può optare per un unico lungo ripiano che prenda tutta la larghezza del letto, oppure orientarsi verso una composizione più dinamica. In commercio ne esistono di numerose tipologie, in materiali e design differenti.
QUADRI E STAMPE
Appendere quadri e stampe è la soluzione più classica. Si può scegliere una tela esagerata nelle dimensioni e dal forte impatto visivo, da posizionare al centro, oppure realizzare un mix di foto, stampe e dipinti più dinamico.
In questo caso, la composizione può essere simmetrica, lineare, o seguire uno schema apparentemente più casuale. realizzabile utilizzando formati diversi di immagini. L’importante è selezionare quadri e immagini che contengano la stessa gamma di colori e che rispettino al massimo uno o due temi stilistici.
Composizioni di stampe incorniciate, photo courtesy desenio.it
CORNICI
Se il letto è sprovvisto di una testiera, oppure è molto minimal, si può pensare a un fondale dal forte impatto visivo realizzato mediante cornici modanate. Si tratta di profili in legno, gesso o poliuretano facilmente reperibili sul mercato, semplicissimi da installare e da tinteggiare a piacere.
A sinistra, Composizione realizzata con profili modanati, photo courtesy erinkestenbaum.com; a destra, photo courtesy pinterest.it
PARETI MATERICHE
Un’altra idea è quella di inserire superfici materiche e tridimensionali a tutta altezza, come un rivestimento in mattoncini o in pietra. Oppure creare delle boiserie utilizzando pannelli in legno pantografato o di tipologia a doghe o a listelli, anche dalla forte componente fonoassorbente.
A sinistra, boiserie in legno laccato color, photo courtesy decoholic.org; a destra, composizione geometrica realizzata utilizzando profili in legno, photo courtesy abeautifulmess.com
Pannelli fonoassorbenti in legno, photo courtesy legnopregio.com
In copertina, foto murale Pine Trees di Carta da parati degli anni ‘ 70.
Bon ton contemporaneo – a tavolaI passi falsi da evitare quando si è ospiti a cena, oppure verso i propri invitati, da tenere a mente (anche) nella quotidianità di tutti i giorni, in compagnia o famiglia.
Gli errori a tavola sono sempre dietro l’angolo: a volte si trascurano, altre proprio non si conoscono. Serve fare un piccolo ripasso per essere sicuri che non si dimentichino regole basilari, non solo di educazione ma, soprattutto, di buon senso.
Puntualità
Il detto “la puntualità è la cortesia dei re” (o dei signori), vale sia per un invito a cena che nelle dinamiche famigliari. Definito un orario, si rispetta. In onore di chi cucina e accoglie, dato che non ci si siede a un ristorante.
Non ci si alza dal tavolo appena finito, ma si aspetta che tutti lo abbiano fatto. Ognuno a casa sua detta le proprie regole, ma un andirivieni di amici, figli e nipoti che si “annoiano” a tavola è sgradevole e diseducativo: impareranno a gestire la loro noia, anche se sono adulti.
Rumori molesti
Quando si mangia, non si rumoreggia come zampogne. Non c’è bicchiere colmo o pietanza che non si possano gustare senza farlo percepire nei dettagli a tutti i presenti. Le labbra rimarranno chiuse durante la masticazione, non si parla con il boccone in bocca e non si fanno domande a qualcuno quando ce l’ha piena, dato che non può rispondere.
Postura
A tavola ci si diede comodamente, senza ingessature immaginarie, perché anche l’eccessiva affettazione diventa ridicola. Questo però non vuol dire abbandonarsi sulla tovaglia, gesticolare troppo o appoggiarsi come se si guardasse un panorama da un davanzale.
Nel mangiare, i gomiti rimarranno allineati al corpo, morbidamente. Anche le gambe staranno al loro posto. Va bene accavallarle, se c’è spazio, ma non si allungano verso il commensale di fronte, come se fosse un pouf e, soprattutto, non si tolgono le scarpe perché “nessuno lo vede”.
Chiacchiere
Si evitino le discussioni, non si è a comizi elettorali e non si monopolizzi la conversazione. La voce di tutti sia normale, non c’è bisogno di urlare, fare richiami o ululati goliardici. Alcuni argomenti restino tabù, dalla politica alle descrizioni particolareggiate di cose che possono turbare l’appetito.
Oggetti non richiesti
A tavola non sono ammessi: telefoni, occhiali da sole, borsette, sigarette, giocattoli e device. Siano adulti, o bambini, si impara a conversare, come si è usato negli ultimi diecimila anni di civiltà. In quest’ottica, anche la televisione è spenta.
Cortesie e scortesie
Va bene essere educati ma non bisogna esagerare. Si chiede se serve una mano al padrone di casa ma non si insiste davanti a un: “no grazie ci penso io”. Non si sparecchia senza motivo in casa altrui, o ci si mette a rassettare una cucina che non è la propria.
Se qualcosa non piace, basta dire “no grazie” (e dall’altro lato non si insiste), senza fare facce disgustate davanti a preparazioni che non si amano. L’acqua va versata dai signori, o dai chi la apre, ai propri vicini, stesso discorso per il vino. Non si sottolineano errori altrui, non si mette mai nessuno in imbarazzo. Non è poi così difficile.
Photos courtesy Unsplash.
Il design che rende facile la vita
di Marta Santacatterina.
Non manca certo l’ambizione a questo giovane designer, Cleto Luca Chieco. Classe 1995, ha già progettato oggetti e complementi d’arredo assai interessanti. E per il futuro ha già ben chiari i suoi principi guida: a partire da “una forte ragione etica, in quanto reputo l’atto creativo responsabile di un ruolo attivo nella società. Trovo indispensabile una dovuta attenzione per l’ambiente, inteso come un ecosistema in cui coesistono natura e artificio”, come spiega lui stesso.
Svitatappi, design Cleto Luca Chieco
Tra i tuoi primi progetti, c’è un accessorio che consente di svitare con facilità i tappi. Com’è nata l’idea e a cosa ti sei ispirato per il disegno?
Lo Svitatappi è un progetto al quale sono particolarmente affezionato. Quando ero piccolo, se non riuscivo ad aprire una bottiglia, mia nonna tirava fuori un utensile che teneva sempre a portata di mano. Ci metteva tre secondi per aprire quella bottiglia, solo tre secondi: il tempo dell’innamoramento.
Ho scelto di dare allo strumento una nuova veste, una maggiore dignità e ho cercato la forma più adatta, individuandola nella sezione aurea, che si presta ad accompagnare non solo l’estetica ma anche la funzione. Il profilo bombato rende lo Svitatappi facile alla presa e aderente alle falangi; il fulcro e il verso di rotazione invece cambiano assieme alla presa, a seconda della dimensione del tappo.
Pour, il versa-acqua, design Cleto Luca Chieco
Pour, il versa-acqua, design Cleto Luca Chieco
Anche Pour va incontro alle persone che hanno difficoltà nei loro movimenti. Ce lo descrivi?
Pour è stato sviluppato durante il laboratorio “Material for Design” e la richiesta prevedeva un progetto nell’ambito Age Assisted Living: con l’allungamento dell’aspettativa di vita della popolazione, il mercato dei dispositivi d’ausilio sta infatti crescendo. Con lo scopo di migliorare la vita delle persone affette da problematiche agli arti ho avviato una ricerca e constatato che molte persone hanno difficoltà nel compiere autonomamente un’azione quotidiana, come sollevare e piegare una bottiglia per riempire un bicchiere.
Focalizzandomi sulla “user interaction”, è nato il “versa-acqua Pour”: basta premere il pulsante soft-touch retroilluminato per azionare una piccola pompa che aspira il liquido dalla bottiglia e lo versa in un bicchiere. Il gambo telescopico universale consente di inserire qualunque bottiglia (di capienza tra 0,5 e 2 litri), mentre un anello assicura la stabilità.
La libreria Sillaba, design Cleto Luca Chieco
E per quanto riguarda il tuo primo complemento d’arredo, la libreria Sillaba, che si caratterizza per linee sinuose, giochi di incastri ed elementi modulari?
Per Sillaba sono partito dalla considerazione che il design del prodotto d’arredo deve conservare una formula appartenente al passato e durare per sempre. La mia scelta è la conseguenza di una ricerca inerente il radical design, ispirata dalla potenza comunicativa di alcune librerie come il totem Carlton bookshelf di Ettore Sottsass, o la più contemporanea Cloud Book dei fratelli Bouroullec.
Attraverso i rapporti armonici ho imitato la “mano divina” di grandi artisti e ho scelto il simbolo del serpente per richiamare degli oggetti capaci di racchiudere significati occulti. La libreria si rapporta con l’altezza umana ed è in acciaio Corten, un materiale “mistico” che racchiude un accellerato processo di ossidazione in cui la ruggine lo protegge dalla corrosione.
Svitatappi, design Cleto Luca Chieco
Qualche anticipazione su progetti futuri?
Completerò i miei studi con una tesi in medical design, con l’obiettivo di realizzare una protesi d’arto superiore che permetta al mio amico Dario di lanciarsi nel mondo del Parkour. Sul lungo termine, invece, sto provando a progettare un orologio che consenta un nuovo modo di lettura dell’ora.
Cleto Luca Chieco pubblica i suoi lavori su una pagina Instagram raggiungibile all’indirizzo instagram.com/ci__studio.
Il designer Cleto Luca Chieco
Nell’immagine di copertina, i progetti di Cleto Luca Chieco: libreria Sillaba e, sul tavolo, Pour e Svitatappi
Icone di Design – Christopher DresserQuando si pensa al design ottocentesco, l’immaginario collettivo si rivolge subito agli interni dal pesante gusto barocco o alle tazzine impreziosite da fiori e bordini dorati. Ma c’è anche dell’altro, ne è una prova Christopher Dresser, designer originario di Glasgow e attivo durante l’epoca vittoriana. Oggi svetta ancora tra i primi e principali interpreti del design in senso moderno, anticipando – e preparando in un certo senso – i successivi sviluppi del XX secolo.
Tra i designer della sua generazione è probabilmente l’unico a poter vantare pezzi ancora oggi in produzione e, soprattutto, ancora associabili ad oggetti contemporanei. La semplicità e il rigore del suo servizio da tè non ha nulla da invidiare alle sue controparti attuali. Potrebbe facilmente essere scambiato per l’ultima novità del catalogo Alessi piuttosto che la replica di un design storico, ormai “vecchio” di cento anni.
Dresser era un esperto conoscitore delle tecniche di lavorazione del metallo. Fu anche uno dei primissimi designer europei a visitare il Giappone. La semplicità del design nipponico lo orientò verso un gusto minimalista e lo spinse alla ricerca di un connubio tra estetica e funzionalità. Dresser abolì così qualsiasi ornamentazione superficiale lasciando che fossero le caratteristiche più essenziali dell’oggetto – come per esempio i giunti o il materiale stesso – a definirne le qualità estetiche.
Una lezione semplice eppure di fondamentale importanza per tutto il design moderno e contemporaneo, ancora fortemente imperniato su questi stessi concetti. Il servizio da tavola di Dresser ha potuto così arrivare ai giorni nostri dimostrandosi un oggetto ancora idoneo e perfettamente fruibile ancora oggi. E di cui pochi saprebbero indovinare la vera età.
Alessi ha rimesso in produzione gli oggetti di Dresser a partire dal 1991 e continua a riproporne repliche in argento, prodotte rigorosamente a mano e in edizione limitata.
Gelatiera e yogurtiera – piacevoli evasionidi Manuel Marin.
Per affrontare i primi caldi non c’è niente di meglio che gustare qualcosa di fresco, soprattutto quando è sano e si può produrre autonomamente in casa.
Un buon gelato o uno yogurt cremoso sono l’alternativa perfetta e healty alle bevande gelide per rinfrescarsi, durante le torride giornate estive. Acquistare una gelatiera o yogurtiera per casa rappresenta la soluzione ideale per preparare una pausa fresca e dolce con ingredienti di qualità, seguendo un’alimentazione sana che aiuta (anche) l’ambiente attraverso un minor consumo di plastica.
Prima di procedere all’acquisto, è importante considerare alcune caratteristiche come la tipologia, la capacità, il tempo di preparazione e la facilità d’uso e pulizia.
1 – YOGURT PERSONALIZZATI
Moulinex presenta YG231E Yogurteo, una yogurtiera a vasetti dal design compatto e leggero, comoda da riporre in cucina. I suoi 7 vasetti di vetro da 160 ml sono dotati di coperchi intelligenti che permettono di selezionare la data di preparazione. La sua potenza è di 13 W e i componenti separabili si possono lavare anche in lavastoviglie.
Grazie al display digitale incorporato, è possibile tenere sempre sotto controllo il tempo rimanente alla fine del processo di preparazione.
YG231E Yogurteo di Moulinex prezzo a partire da € 95,99 – moulinex.it
2 – GRANDE PRODUZIONE
Realizzata con un design elegante in acciaio inossidabile spazzolato, la yogurtiera e formaggiera YM400E di CuisinArt è in grado di preparare in un solo ciclo fino ad 1,2 litri di yogurt, utilizzando contemporaneamente tutti i sei vasetti in dotazione, della capacità di 125 ml e due da 250 ml.
Inoltre, permette di produrre formaggi freschi, impostando automaticamente la temperatura ideale in base al prodotto che si desidera realizzare (43°C per lo yogurt, 33°C per i formaggi).
YM400E di CuisinArt prezzo a partire da € 89,90 – cuisinart.it
3 – VEGANO E SENZA LATTOSIO
La macchina per yogurt e crema di formaggio Rommelsbacher JG 80 Jona è un dispositivo dal design accattivante in acciaio inox lucido. Con i suoi quattro programmi preimpostati è possibile creare yogurt naturale, vegano o senza lattosio, crema di formaggio ed estratti di erbe.
Il display LCD touchscreen integrato consente di regolare il tempo e la temperatura di funzionamento. La capacità della yogurtiera è di 1,2 litri, tramite otto vasetti da 150 ml.
Rommelsbacher JG 80 Jona prezzo a partire da € 89,99 – rommelsbacher.de
4 – GELATO PER TUTTI
“Omen nomen” per il modello De Longhi ICK5000 denominao Il Gelataio. La gelatiera presenta un compressore auto-refrigerante che permette di ottenere cremosi ice-cream in meno di trenta minuti e senza bisogno di pre-raffredamento nel congelatore.
Il macchinario presenta tre funzioni selezionabili: il singolo movimento delle pale per amalgamare gli ingredienti, l’avvio del sistema refrigerante per la produzione del gelato e il funzionamento del solo sistema refrigerante per mantenere il gelato in temperatura. Unico punto debole, la capacità ridotta di 1,2 litri che consente di preparare al massimo 700 grammi di gelato.
ICK5000 Il Gelataio di De Longhi prezzo a partire da € 399 – delonghi.com
5 – DOPPIO CESTELLO
Magimix Gelato Expert è una gelatiera a compressore che, grazie all’auto-refrigerazione, consente di mantenere gli ingredienti a temperatura costante, assicurando un gelato denso e omogeneo. I tempi di preparazione vanno dai 20 ai 45 minuti e la funzione di conservazione del gelato mantiene il composto alla temperatura ideale per circa due ore. La gelatiera presenta due cestelli dalla capienza di due litri.
Gelato Expert di Magimix prezzo a partire da € 700 – magimix.it
6 – AMPIO OBLÒ
G3 Ferrari Cremosa è una gelatiera con corpo in acciaio inox che realizza cremosi gelati in meno di 60 minuti. Ha un sistema a compressore ed è dotata di una vaschetta con capacità di 1,5 litri estraibile e facilmente lavabile. L’ampio oblò trasparente, con coperchio di rifornimento, consente di controllare il processo di preparazione in ogni momento, senza nessuna interruzione del ciclo di lavorazione.
Cremosa di G3 Ferrari prezzo a partire da € 252,99 – g3ferrari.net
7 – FAST ICE-CREAM
In soli 45 minuti, Elisa di Springlane Kitchen riesce a realizzare due litri di gelato cremoso, senza necessitare del processo di preraffreddamento, e con una potenza frigorifera di 180 watt. Inoltre, grazie all’elemento riscaldante incorporato nella macchina, è in grado di trasformare il latte in yogurt in poche ore di lavoro. Il cestello in acciaio inox extra large è estraibile e la sua capacità è di 2 litri.
Elisa di Springlane Kitchen prezzo a partire da € 269 – springlane.de
In copertina, la gelatiera Rommelsbacher JG 80.
Un outdoor a misura dei propri sogniGiardini e terrazze con un tocco luxury, elegante e colorato, ispirato al vintage, ma proiettato al futuro.
Uno spazio en plein air raffinato, disegnato sui propri desideri, è una tela bianca dove giocare liberamente con uno stile votato all’eleganza, che richiama esplicitamente le linee senza tempo dei resort più esclusivi, da progettare lasciandosi andare a una personalizzazione che ha il profumo delle vacanze. Colori accesi ma anche materiali naturali, o studiati appositamente per gli esterni, voglia di relax e di concedersi qualche piccolo lusso – quando si può – per creare un’oasi su misura.
Collezione Franck di Sutherland Furniture, design Vincent Van Duysen – perennialsfabrics.com
L’irrinunciabile zona living
Un vero e proprio salotto en plein air, da strutturare in base allo spazio a disposizione, vuole a prescindere grandi arredi che seguono le linee indoor, in una trasposizione elegantissima ideata per gli esterni, che non rinuncia a dettagli di puro stile. Divani e poltrone ma anche plus di puro relax, come lettini e veri e propri dondoli, in versione maxi, per gli animi più romantici.
Poltroncina e divanetto collezione Rigato, tavolo Solitario, tutto di Fornasetti – fornasetti.com
Sedia Capitellum e tavolo Ara Solis, tutto di Fornasetti
I materiali studiati appositamente per resistere al sole e alle intemperie, hanno dato la massima libertà progettuale ai brand, ispirati da un chiaro richiamo al design scandinavo, fatto di legno e tessuti materici in tonalità neutre, oppure vintage, con linee Sixties rese ancora più comunicative dai toni vitaminici delle stampe tessili.
Il segreto è ricreare la stessa dinamica spaziale che si usa negli interni, creando zone di conversazione, mischiando a piacere pattern diversi, oppure modulare elegantissimi ton sur ton, nelle tonalità polverose tipiche del lino, richiamate da un uso ponderato del tessile outdoor con raffinati pendant con cuscini e tappeti.
Teste di Moro Pop di Folk|Magda Masano – magdamasano.it
Linea tableware Lavastone, in vera pietra lavica naturale dell’Etna e ceramica smaltata, di Folk|Magda Masano
Decor libero e colorato
Artigianato e folklore ispirano le coloratissime tendenze nel decor. Vasi ispirati alla tradizione, in cromie vitaminiche, diventano tocchi di raffinato carattere, perfetti per definire un’attitude dall’animo vacanziero ma dalla forte valenza estetica. Perfettamente in pendant concettuale con tableware in materiali innovativi, come la pietra lavica, in nuance pastello a contrasto con una tavola semplice, apparecchiata con lino e decorata con fragranti fiori di stagione.
Tovagliette tonde Arancine (Catania) di Moroni Gomma – moronigomma.it
Tovagliette Sapori di Sicilia di Moroni Gomma.
L’alternativa al textile viene dalle pratiche soluzioni in materiale plastico, soprattutto nelle sempiterne tovagliette americane, dove le tipiche decorazioni smaltate del Mediterraneo sono il punto di partenza per mise en place sorprendenti, dove dar spazio alla fantasia per mix and match a contrasto di sicuro impatto.
Collezione vasi outdoor Aarde di Indigenus, design Sebastian Herkner, photo Mark Williams – indigenus.co.za
Un resort privato
Un lusso da concedersi, quando si può e lo spazio lo permette, è creare un buen retiro su misura, partendo dal definire vere e proprie oasi private, dove le piante diventano una protezione e un elemento con cui definire gli spazi. In aiuto, vasi nei colori della natura, che si sposano con il verde circostante (con cui creare pendant concettuali per creare continuità) in forme minimal e contemporanee.
Piscina a risparmio idrico Playa di Piscine Laghetto – piscinelaghetto.it
Idromassaggio MySpa di Glass1989 – glass1989.it
Creata la propria zona relax su misura, e tenendo conto del budget, ci si può permettere un extra votato al benessere, scegliendo idromassaggio da esterno – perfettamente integrati per design e materiali all’outdoor in cui si inseriscono – oppure piscine a risparmio idrico dalle prestazioni wellness, tipiche delle SPA più ricercate. Per qualsiasi outdoor, un tocco in più lo dona l’installazione di una doccia da esterni, minimalista e perfettamente abbinabile a qualsiasi contesto estetico.
Doccia singola Wazebo e minipiscina a sfioro Wide di Kos | Zucchetti Group – zucchettikos.it
Soffione Still e rubinetteria Switch On di Fima Carlo Frattini – fimacf.com
Per la sera, illuminazione smart espressa in un design senza tempo, con lampade da esterno a forma di lanterna dalle alte prestazioni (da posizionare dove si vuole) alternate a luci montate direttamente tra le piante. Un trend luminoso che va a sostituire le luminarie di lucine e le lampade fisse, da accendere solo quando si ha bisogno di una luce diretta o come piccoli lampioni che segnalano i percorsi. Luci soffuse per un relax assicurato.
Lampada Smart+ WIFI frame table powerbank USB di Ledvance – ledvance.it
Lampade Smart+ WIFI Garden Spot Multicolor e Garden 18 Dot Multicolor di Ledavance.
In copertina, collezione Franck di Sutherland Furniture, design Vincent Van Duysen.
Icone di Design – Marcel WandersIl design di Marcel Wanders piace o non piace, la via di mezzo risulta difficile. Una progettazione estroversa e fuori dal comune caratterizzata da elementi floreali, decorazioni ridondanti e colori sgargianti, tale da essere considerata quasi come un’anomalia nel mondo del design contemporaneo. L’obiettivo di Wanders è quello di farci tornare un po’ bambini e di “creare un ambiente di amore, vivere con passione e realizzare i nostri sogni più emozionanti”.
Nato in Olanda il 2 luglio 1963 frequenta per un breve periodo la design Academy di Eindhoven, dalla quale viene espulso, per poi diplomarsi con lode all’istituto d’arte. La sua ascesa inizia nel 1996 con l’iconica Knotted Chair progettata per Droog design e l’apertura del suo studio ad Amsterdam. Ad oggi il suo team conta più di 50 collaboratori e la proficua collaborazione con diverse aziende, molte delle quali le italiane come Alessi, B&B Italia, Bisazza, ceramica Bardelli, Moroso e Magis, lo ha portato a firmare oltre 1900 prodotti.
Sgabelli stone, Kartell, 2006
Lampadario Le Roi Soleil, 2016, Baccarat
Con i suoi prodotti cerca di riportare un tocco umano nella progettazione, contribuendo a dare vita a quella che lui chiama “la new age” del design dove la mano del designer, l’esperienza dell’artigiano e l’utente finale vengono riuniti in un equilibrio perfetto.
La sedia Knotted Chair ne è un esempio, infatti unisce una tecnica di costruzione familiare e manuale, il macramè, con materiali tecnologicamente avanzati tipicamente utilizzati nell’industria aerospaziale. Per realizzarla le fibre sintetiche sono annodate a mano ed iniettate con resina epossidica che le conferisce tridimensionalità. Il risultato ottenuto è un intreccio fantasioso, leggero e resistente che sembra sfidare le leggi della fisica.
Knotted Chair, 1996, per Droog design oggi a Catalogo per Cappellini (credits Cappellini)
La “paura” della decorazione con Marcel Wanders viene sdoganata, considerata addirittura “una risorsa preziosa, che rappresenta il primo livello di conoscenza di un oggetto attraverso vista e il tatto”. Nel suo processo creativo il designer preferisce l’approccio olistico rispetto alla pulizia formale che caratterizza i suoi contemporanei. La freddezza dell’industrializzazione è rimpiazzata dalla poesia, dalla fantasia e dal fascino di epoche diverse che vengono riportate in vita nel mondo di oggi.
Lampada a sospensione Skygarden, 2007, Flos
Uno dei progetti più conosciuti rimane la seduta Cyborg per Magis che sintetizza due concetti: il naturale e l’artificiale, tradotti in una scocca in plastica ed uno schienale realizzato con prodotti naturali. Progettata a partire dal 2012, negli anni si è evoluta in diversi modelli tutti caratterizzati dalla dualità di materiali o finiture: nella versione “stick” lo schienale è in frassino naturale mentre nella “club” è in midollino.
Cyborg Stick, 2012, Magis (credits Magis)
Cyborg Club, 2012, Magis (credits Magis)
L’ornamento e l’amore per le textures si ritrovano anche in oggetti insoliti, come il set di pentole e accessori Dressed per Alessi. Il raffinato decoro a rilievo e il nome stesso della collezione indicano una decorazione concepita come un bel vestito, utile a far risaltare il contenuto senza mai avere il sopravvento.
Servizio Dressed, 2011, Alessi (credits Alessi)
Servizio Dressed, 2011, Alessi
Servizio Dressed, 2011, Alessi
Diversi sono gli oggetti che esprimono un’irriverenza bambinesca ispirata alle favole, ai cartoni animati e al mondo circense, come la collezione Circus per Alessi composta da vari oggetti ricchi di pattern geometrici, colori dinamici e un estremo umorismo unito alla funzionalità.
Set Circus, 2016, Alessi (credits Alessi)
Nel 2001 Marcel Wanders fonda il brand Moooi del quale è anche direttore creativo e progettista. Concepito come una piattaforma volta ad ospitare talenti di tutto il mondo, oggi l’azienda è presente in 79 Paesi e lavora con circa 30 progettisti internazionali.
Instancabile progettista, il designer olandese si occupa anche di progetti architettonici e di interior design, rendendolo sinonimo di eccellenza nel campo della progettazione internazionale ed espressione di un design più a misura d’uomo.
Tavolino Crochet, 2001, Moooi (credist Erwin Olaf)
di Maria Chiara Antonini.
Uno dei brand di design scandinavo più famosi a livello internazionale trasforma il suo showroom, e quartier generale, in un progetto di hotellerie temporaneo, votato al più puro concetto di stile.
Si può convertire il proprio headquarter in un temporary hotel di design aperto a tutti? Durante i giorni dei 3DD – 3daysofdesign (dedicati al meglio del design nordico), Normann Copenhagen l’ha fatto, stupendo gli “addetti ai lavori”, e i semplici visitatori, con una proposta innovativa per far scoprire le ultime novità e i classici già in produzione: l’Hotel Normann.
La sala del ristorante Normann Eatery all’ultimo piano dell’Hotel Normann.
La Burra lounge con le nuove sedute Burra.
Se da un lato sembra facile comunicare la propria visione progettuale esponendo arredi e bei complementi, dall’altro bisogna avere l’idea giusta per farlo, soprattutto in “quei giorni” in cui tutti i competitors mettono in mostra contemporaneamente le ultime news di collezione.
Ma il brand, fondato da Poul Madsenn e Jan Andersen nel 1999 e diventato oggi un nome di punta del design nordico nel mondo, si è presentato pronto alla sfida con un progetto unico e originale. Ed è stato un grande successo.
La sala lounge al piano terra.
The Rope lounge.
Seguendo la propria filosofia, basata sul concetto ideale “Connecting people and space”, con arredi e oggetti che armonizzino la convivenza delle persone nei vari ambienti, ha trasformato il suo quartiere generale, e lo showroom nel centro storico della capitale, nell’ Hotel Normann: un vero albergo monomarca per un’esperienza immersiva.
Un gioco di stile tra pezzi classici del marchio mixati a nuove collezioni, per l’outdoor e indoor, come le lampade Bubba, le ciotole Line, i tavolini Dit, lo specchio Illu e i vasi Deko.
I tavolini con top di marmo Dit.
L’ingresso, al livello della strada, accoglie gli ospiti in una grande hall con reception e un curato negozio di design, con oggetti unici e pezzi selezionati. Partendo da qui, i visitatori sono invitati a entrare nel Courtyard & Lounge, che annulla i confini tra interni ed esterni e invita a godersi le belle giornate estive nell’ampio cortile, arredato con i nuovi mobili per outdoor della collezione Vig.
Il Purple Club, in stile disco anni ’70.
Al primo piano, le due aree relax chiamate Burra Lounge e Pind Café: sale funzionali che prendono il nome dalle nuove collezioni di sedie e poltroncine con cui sono arredate. Al secondo piano, invece, i visitatori possono rilassarsi nella Rope Lounge, arredata con il best seller Rope Sofa, o scatenarsi nel The Purple Club, un’ideale sala disco con arredi dai colori più vivaci.
A sinistra, il tavolo Bue e la nuova lampada Bubba; a destra, la collezione di ciotole in ceramica Line.
Le stanze da letto sono otto, situate al primo e al secondo piano, con suite sontuose ed eleganti camere doppie, ognuna arredata con stile e mobili diversi, per sottolineare la capacità dell’azienda di soddisfare le esigenze e i gusti più svariati.
A sinistra, lo specchio da parete Illu; a destra, la linea di vasi in ceramica componibili Deko.
Ma la vera sorpresa è al quinto piano, che è stato trasformato nella sala Normann Eatery: un ristorante sul tetto a disposizione degli ospiti con vista suggestiva sulla città. Il successo di un tale progetto è stato immediato, e per chi se lo fosse perso, la bella notizia è che l’Hotel Normann rimarrà aperto fino all’autunno. Da segnare in agenda.
Il salotto e la zona pranzo all’interno di una delle stanze.
In copertina, l’esterno dell’area Courtyard & Lounge con i nuovi arredi outdoor della collezione Vig.
Progettare uno spazio en plein airdi Claudia Schiera.
Nella bella stagione, balconi, terrazzi e giardini diventano gli spazi più importanti della casa, location ideali per affrontare la calura estiva, da ideare a misura delle proprie esigenze.
Realizzare ex novo la zona outdoor della casa, e renderla vivibile, delle volte spaventa e può sembrare un’impresa complicatissima. Ma non è così! Se si seguono delle semplici regole compositive e se si organizzano gli spazi, e gli arredi, nella giusta maniera, è possibile creare delle vere e proprie stanze all’aperto, da vivere sempre e non soltanto durante la bella stagione.
Per farlo, però, occorre comprendere il tipo di spazio di cui si dispone, capendone i punti di forza e le debolezze, e studiare una soluzione “personalizzata”, ma soprattutto funzionale, che possa trasformare anche un semplice balcone in un luogo speciale dove rifugiarsi.
Pavimento Amazzonia colore Dragon White di Casalgrande Padana – casalgrandepadana.it
Carta da parati Polynésie collezione Autour Du Monde di Jean-Paul Gaultier per Lelièvre Paris – lelievreparis.com; Decking in parquet di legno di tek. Della collezione outdoor di Listone Giordano -listonegiordano.com
Tutto parte dalla struttura
Si tratti di un balcone (più o meno grande), di una terrazza, di un patio o di una parte di un più ampio giardino, partire studiando gli elementi che costruiscono la zona – pavimento e pareti – è il punto di partenza. Se in situazioni condominiali, modificarli del tutto sarà impossibile, sarà più semplice abbellirli con elementi non permanenti.
Fra le soluzioni che possono venire incontro per rinnovare la struttura, si trovano le carte da parati per l’outdoor, realizzate con caratteristiche tecniche che aprono a nuove possibilità decorative, ma anche i tappeti da esterno, ideali, per esempio, per coprire pavimentazioni non bellissime. Se ci si trova in situazioni indipendenti, che permettono di modificare la struttura, sostituire il vecchio pavimento con una nuova superficie sarà il punto di partenza e la giusta base su cui poi costruire tutto il resto.
Ombrellone Roma color abricot di Tectona – tectona.net
Tenda a bracci Spazio di Gibus – gibus.com
L’ombra giusta
Il secondo elemento da considerare, indispensabile per progettare al meglio un ambiente outdoor, è l’ombra. Comprendere le diverse esposizioni dello spazio e creare, di conseguenza, un buon sistema di ombreggiatura – sia una tenda, un ombrellone, una vela o una pergola – consentirà di godere dello spazio durante tutte le ore della giornata, anche in quelle più assolate e, in alcuni casi, anche con la pioggia.
Parasole Bistrò in tessuto Madras completato da elementi di seduta e tavolini di servizio della serie Clique. paolalenti.it
Pergola bioclimatica Climax Flow pensata per adattarsi a tutte le condizioni climatiche. Di RGMItalia – rgmitalia.it
Se i più semplici da acquistare e posizionare sono, senza dubbio, gli ombrelloni, investire su qualcosa di più strutturato come una tenda da sole a bracci o una pergola permetterà di creare spazi ancora più vivibili. Queste ultime in particolate, sono strutture autoportanti di nuova concezione realizzate in metallo con sopra teli ombreggianti che possono essere regolati nell’apertura per far passare più o meno sole a seconda delle esigenze.
Poltrone e divano Synthesis di Unopiù – unopiu.com
Divano collezione Jeko firmato Paola Navone di Gervasoni – gervasoni1882.com
Arredare fra relax e convivio
Una volta studiato l’involucro e il giusto sistema di ombreggiatura si può passare agli elementi d’arredo. Se lo spazio è abbastanza ampio da consentirlo, si possono creare due zone separate, una per il relax e l’altra per il convivio, permettendo di dividere le diverse funzioni. Nella prima: poltrone, piccoli divani, tavolini bassi e pouf saranno gli arredi centrali per creare un angolo che sia accogliente e il più possibile confortevole.
Set Rio Bench composto da tavolo e panche di Nardi – nardioutdoor.com
Tavolo, sedie e panca della collezione Aurea di Roche Bobois – roche-bobois.com
Per la parte legata al convivio, invece, le possibilità possono essere diverse: tutto dipende dalla disponibilità di spazio e se si desidera o meno creare una zona per le preparazioni. Indispensabili saranno tavolo e sedie, da completare con elementi “mobili”, come i carrelli, utilissimi per movimentare le stoviglie e le vivande da dentro a fuori e da zona a zona.
Anche in questo caso, se l’ambiente lo consente, attrezzare un corner cottura outdoor è un’idea vincente. Il mercato offre diversi modelli di bbq, ma anche di cucine da esterno belle e funzionali. Studiate appositamente per questo uso, donano agli spazi outdoor ancora più identità e li rendendono davvero vivibili a 360°.
Sedie Lyze e tavolo Shine, rispettivamente con seduta e piano in teak di Emu – emu.it
Carrello con struttura in alluminio epossidico, ponte in teak e cassetti telescopici della collezione Airport di Higold Milano – higoldmilano.it; cucina da esterno Frame di Fantin – fantin.com
Cucina da esterno Norma firmata da Rodolfo Dordoni per Roda – rodaonline.com
L’importanza delle luci outdoor
Per completare la progettazione di uno spazio all’aperto, e dargli la giusta atmosfera, non si può non strutturare una corretta illuminazione. Che si tratti di sistemi puntuali, perfetti per dare qualità alle diverse zone, di catene di luci, o di applique e soluzioni più tecnologiche, la luce in un ambiente en plain air riveste un ruolo centrale.
Lampada senza fili Balad bamboo di Fermob – fermob.com; lampade a sospensione Niwa 1180 di Oluce – oluce.com
Puntare su lampade di qualità, appositamente studiate per l’esterno, farà sicuramente la differenza così come ragionare (sempre) su una vera e propria progettazione della luce. Scegliere elementi luminosi, che seguano la forma e la dimensione dello spazio, sarà opportuno per illuminare bene e a sufficienza, non creare abbagliamenti a eventuali vicini e realizzare qualcosa che sia si pratico, ma che al contempo dia qualità e atmosfera all’insieme.
Lampada da terra Eterea di Platek – platek.eu; lampada da terra Wind di Vibia – vibia.com
Per completare un progetto outdoor che si rispetti non dovrebbero poi mancare: complementi d’arredo tessili vari come cuscini, di diverse dimensioni, pouf e tappeti, ma soprattutto il verde. Da sviluppare in vasi e/o fioriere, quest’ultimo è un vero e proprio progetto nel progetto.
Qualcosa che richiede, anche se si parla di un piccolo balcone, di uno studio preciso e attento in cui considerare il tipo di piante da piantare, ma anche come organizzarle in base allo spazio, all’esposizione e alla funzionalità dell’ambiente. Un tema centrale di cui occuparsi in parallelo con la progettazione architettonica dello spazio.
Nell’immagine di copertina, carta da parati da esterno capsule collection Rooms, design Patricia Urquiola per CO.DE di Jannelli&Volpi – jannellievolpi.it
Mostre&Exhibitions – calendario luglio 2023di Francesca Boccadoro.
Nelle calde giornate di luglio il design e l’arte non si fermano. Non solo nelle classiche mete metropolitane, ma anche nelle più rinomate località di villeggiatura si possono scoprire sorprese inaspettate, come il terzo capitolo di Nomad Circle a Capri o la piccola galleria d’arte da poco inaugurata a Filicudi. L’inizio di un’estate ricca di appuntamenti per chi rimane in città, oppure da scoprire tra una giornata di sole in spiaggia e un aperitivo con gli amici.
NOMAD CIRCLE – CAPRI
Lo storico monastero della Certosa di San Giacomo del XIV secolo, che si affaccia sul golfo di Napoli, sarà lo sfondo estivo e suggestivo per la selezione di progetti speciali curati da Nomad, realtà londinese e vera vetrina errante dell’arte contemporanea e del design da collezione.
Orario: su indicazione previa registrazione
Ingresso gratuito: su registrazione come guest
Certosa di San Giacomo – via Certosa 10 – Capri
6-9 luglio 2023 – nomad-circle.com
Nomad Circle, monastero della Certosa di San Giacomo a Capri, Photo P.Sorgetti M.Parodi F.Floriani.
FROM ISLAND TO ISLAND
Lo Studio Casoli ospita a Filicudi i noti designer inglesi Edward Barber e Jay Osgerby. La mostra mette in risalto il valore del lavoro handmade che i due professionisti descrivono come “artigianato ingegneristico”. Gli oggetti esposti, in edizione limitata, liberi dai vincoli della produzione in serie, mostrano la poliedricità dei materiali, dei colori e dei metodi utilizzati.
Orario: 18:00-22:00
Ingresso gratuito
La Sirena – via Pecorini a mare – Filicudi
Fino al 23 Luglio 2023 – lasirenafilicudi.com
From Island to Island, photo Daniele Molajoli.
UGO LA PIETRA – ATTREZZATURE URBANE PER LA COLLETTIVITÀ
Ha appena inaugurato “Attrezzature urbane per la collettività. Dai dissuasori ai gazebi”, una mostra che fa riferimento alle ricerche di Ugo La Pietra sul rapporto individuo/ambiente e, in particolare, lo spazio collettivo urbano. Fin dalla fine degli anni Sessanta, La Pietra ha indagato il territorio urbano, espressione formalizzata delle contraddizioni della vita sociale.
Orario: 10:30-20:00 (ultimo ingresso alle 19:15) – venerdì chiuso
Ingresso a pagamento: intero € 15 – ridotto € 12
ADI Design Museum – piazza Compasso d’Oro 1 – Milano
Fino al 10 settembre 2023 – adidesignmuseum.org
Ugo La Pietra, Riconversione progettuale Mobilebar 2016 ©Tiziano Doria, Courtesy BIANCONI
HOME SWEET HOME
Dalla trasformazione dei ruoli di genere all’evoluzione del rapporto con la natura all’interno dello spazio domestico, fino alla crescente influenza della tecnologia sul modo di abitare. In occasione del centenario di Triennale Milano, un percorso emozionale ed estetico che parte dalla storia dell’istituzione e delle sue Esposizioni Internazionali, per arrivare alla contemporaneità e alla sua idea di “casa e abitare”.
Orario: 9:30-11:30; 15:00-17:00
Ingresso a pagamento: intero € 15 – ridotto € 12 (6-14 anni) – studenti € 7.50
Triennale Milano – viale Alemagna 6 – Milano
Fino al 10 settembre 2023 – triennale.org
Home Sweet Home, photo @MelaniaDalleGrave-DSL Studio.
TRIENNALE MILANO – PROGRAMMA ESTIVO
Nel giardino di Triennale Milano, tornano gli eventi aperti alla città, che vedono il coinvolgimento di artisti, designer, architetti, musicisti, curatori, mostre di design fotografia e performing art. Un calendario fitto, dove trovare vere chicche, senza dimenticare le diverse mostre in programma per tutto il periodo estivo.
Orario: mostre 11:00-20:00 | giardino 12:00-22:00 (lunedì chiuso)
Ingresso: per info e ticket qui
Triennale Milano – viale Alemagna 6 – Milano
Fino alla fine di settembre 2023 – triennale.org
Triennale Milano, photo Gianluca Di Ioia.
LAM ET LES MAGICIENS DE LA MER
Oltre trenta opere di Wifredo Lam, famoso pittore di Cuba del XX secolo, in dialogo con i protagonisti della fertile stagione che, tra gli anni ’50 e ’70, hanno reso Albissola e le sue botteghe artigiane il fulcro della ceramica artistica internazionale, in mostra nella doppia sede del Museo della Ceramica di Savona (Musa e del Centro Esposizioni del MuDA di Albissola Marina.
Orario: Museo della Ceramica di Savona – venerdì e sabato: 10:00-13:30/15:30-18:30 | domenica 10:00-17:30 | lunedì 10:00-13:30. Nel periodo estivo gli orari potrebbero subire variazioni.
MuDa Albissola Marina – da martedì a domenica: 10:00-12:00 / 17:00-19:00
Ingresso Gratuito
Museo della Ceramica di Savona – via Ambrogio Aonzo 9 – Savona
MuDa Albissola Marina – via dell’Oratorio – Albissola Marina (SV)
Fino al 10 settembre 2023 – musa.savona.it – museodiffusoalbisola.it
Museo della Ceramica di Savona, Sala Bartolomeo Guidobono, photo Fulvio Rosso.
100% UN CENTENARIO E 100 PEZZI IN UNA COLLEZIONE LAVANESE
Saranno esposti oltre cento pezzi, provenienti da una collezione privata, firmati da Gio Ponti e realizzati per Richard-Ginori nel 1923, quando ebbe inizio il sodalizio tra il designer e la celebre manifattura. Un viaggio di stile votato alla ceramica.
Orario: martedì, mercoledì e giovedì 10:00-12:30 | venerdì e sabato 15:00-20:00 | domenica 10:00- 13:00 e 14:30-19:00 (lunedì chiuso)
Ingresso a pagamento: intero € 6 – ridotto € 3
MIDeC, Museo Internazionale Design Ceramico – Lungolago Perabò 5 – Laveno Mombello (VA)
Fino al 8 ottobre 2023 – midec.org
Gio Ponti, Emerenziana – Serie Le mie donne, ciotola ovale, maiolica, Società Ceramica Richard-Ginori.
THE BIDET AND THE JARE
Daniel Gregor e Grégory Gicquel sono i due artisti in mostra che mettono in discussione la produzione industriale attraverso ceramiche fatte a mano di bidet, lavandini, vasi e altri oggetti seriali. Una lavorazione artigianale dell’argilla e della ceramica, cotta addirittura in un foro a legna, che nobilita un design di settore spesso sottovalutato.
Orario: da martedì a venerdì 12:00-19:00 | sabato e domenica 10:00-19:00 (lunedì chiuso)
Ingresso gratuito
MACRO Museo d’arte contemporanea – via Nizza 138 – Roma
Fino al 29 Ottobre 2023 – museomacro.it
MACRO, photo Pierpaolo Quecchia.
In copertina, Ugo La Pietra, Mobili da riconversione progettuale, CIAC Foligno 2018 © Aureli.
A ciascuno la sua zanzarieradi Arianna Giancaterina.
La bella stagione è arrivata e anche il tempo di lasciare aperte le finestre. Come ovviare, però, all’annoso problema delle zanzare e di tutti quegli insetti che, in cerca di frescura e riparo dal caldo esterno, entrano indisturbati nelle nostre case? Il modo più pratico e funzionale per ottenere un ambiente domestico protetto, e all’insegna del comfort e del benessere, è quello di installare le zanzariere sulle finestre.
In commercio ne esistono di diversi modelli – prodotti in tutte le colorazioni per un perfetto abbinamento cromatico con i serramenti – classificati a seconda dell’uso e della tipologia di infisso su cui andranno installati. Le più comuni sono quelle a rullo, magnetiche, plissettate, a battente oppure elettriche.
Zanzariera con rete in alluminio modello ZANZIBAR. Struttura particolarmente rigida e molto resistente allo strappo; confezione da 1 pezzo Dim. 0,80 x 30 mt da € 92,23 (manodopera esclusa) – tenax.it
In generale, a prescindere dal modello e dalla tipologia, i profili sono realizzati quasi tutti in PVC o in alluminio in quanto materiali inossidabili, facili da pulire e che resistono a lungo a contatto con l’ambiente esterno. La rete può essere, invece, in poliestere o in fibra di vetro. In entrambi i casi si tratta di materiali molto robusti e di facile gestione che permettono la realizzazione di trame fitte capaci di impedire l’ingresso anche agli insetti più piccini.
A sinistra, zanzariera in fibra di vetro modello TROPICAL di Tenax. Leggera e flessibile, si adatta a qualsiasi struttura con il minimo impatto visivo. Si taglia senza che si sfilacci e si può lavare e riporre a fine stagione. Disponile in più colorazioni e dimensioni; confezione da 9 pezzi Dim. 1 x 5 mt da € 195,66 (manodopera esclusa); a destra zanzariera in plastica modello MOSQUITO di Tenax. Non si smaglia né si deforma, si sagoma facilmente e si adatta a qualsiasi struttura; confezione da 6 pezzi Dim. 1 x 5 mt da € 111, 04 (manodopera esclusa) – tenax.it
Zanzariera a rullo
La zanzariera a rullo è, forse, la più utilizzata in assoluto. È facile da installare e può essere realizzata nella misura esatta di qualsiasi finestra. Per l’installazione necessita di una struttura con delle guide che permettono alla rete di scorrere e di un cassonetto capace di raccogliere la maglia quando è avvolta. Le zanzariere a rullo possono avere sia un’apertura controllata sia un avvolgimento rapido.
I modelli con apertura verticale si aprono e chiudono con facilità tramite un cordino o una catenella e spesso prevedono un meccanismo a frizione che consente alla rete di riavvolgersi in maniera graduale ed evitare, quindi, di perdere il controllo in apertura. Quelle con sistema avvolgente orizzontale si aprono, invece, attraverso una maniglia.
Zanzariera a rullo Velux; a partire da € 151,28 (manodopera esclusa) – velux.it
Zanzariera magnetica
La zanzariera magnetica è la più pratica di tutte le tipologie di zanzariere. È facile da installare, si trova in tutti i formati, si può rimuovere quando non viene più utilizzata e ha dei costi assolutamente accessibili. Viene fissata con delle fasce adesive solitamente in velcro, o con clip di fissaggio, e si richiude automaticamente grazie a dei magneti applicati lateralmente o sugli angoli della rete. Quando è installata su porte-finestre è dotata di un’apertura centrale, che permette con facilità l’uscita e l’entrata dal vano.
Zanzariera magnetica per finestra HOBERG. Può essere tagliata a misura fino a 150 x 130 cm. Non prevede alcuna foratura o avvitamento; per un pezzo comprensivo di 16 clip magnetiche: da € 23 (manodopera esclusa) – hoberg
Zanzariera plissettata
La zanzariera plissettata si caratterizza per i plissé, ossia delle piccole piegature del materiale che la compongono e che creano un ulteriore effetto schermante della luce solare. Il telo quando poi si chiude si impacchetta a fisarmonica lateralmente o verticalmente. Per l’installazione necessita di piccole guide per lo scorrimento adatte anche a vani finestra molto ridotti. Il loro prezzo è mediamente più alto rispetto alle altre tipologie, ma il costo viene ripagato dalla loro durata e resistenza. Sono inoltre fondamentali, visto l’ingombro minimo, soprattutto in presenza di bambini, anziani e diversamente abili.
Zanzariera a battente
Le zanzariere a battente sono costituite da pannelli ad anta installati direttamene su finestre e porte. Non prevedono guide a terra, ma solo cerniere laterali. Sono quindi l’ideale per tutti quegli infissi che devono essere aperti con una notevole frequenza e che prevedono il passaggio di molte persone. Eventualmente possono essere arricchite con l’installazione di meccanismi magnetici di chiusura o con molla di ritorno.
Zanzariera elettrica
La zanzariera elettrica, a differenza di tutte le altre zanzariere che si azionano mediante un meccanismo meccanico manuale, appartiene ad una tipologia tecnologicamente avanzata. È infatti dotata di un motorino che consente di aprirle con telecomando o con sistemi di gestione da remoto. Sono quindi consigliate all’interno di smart home o comunque in abitazioni dotate di rete domotica.
Zanzariera magnetica a calamita per porta-finestra MYCARBON Dim. 100 x 220 cm. Resistente e traspirante; da € 19 (manodopera esclusa) – mycarbon
Quanto costano le zanzariere?
Nel corso degli ultimi due anni, il costo delle zanzariere (così come per gran parte dei prodotti per la casa e materiali edili in genere), ha subìto gravi rincari. In generale per acquistare una zanzariera a rullo standard, esclusi accessori vari e manodopera, occorrono dai cinquanta euro al metro quadrato; per quelle a battente almeno il doppio mentre quelle più costose sono rappresentate dai modelli plissettati che possono raggiungere anche i duecento euro al metro quadrato. Le più economiche sono, senza dubbio, quelle magnetiche facilmente reperibili sul mercato anche a partire dai dieci euro al metro quadrato, sempre escludendo la manodopera e accessori speciali.
Il Bonus zanzariere
Nel caso in cui la zanzariera svolga anche un’azione di schermatura solare può rientrare nell’ecobonus in quanto contribuisce, in parte, all’efficientamento energetico dell’immobile. In tal caso quindi si può parlare di “Bonus zanzariere” ovvero di una riduzione delle imposte pari al 50% della spesa sostenuta per l’acquisto e per l’installazione del prodotto (fino ad un massimo di 60mila euro). Non tutte le tipologie di zanzariere rientrano, però, nei benefici fiscali del “Bonus zanzariere 2022”.
Per poterci rientrare, devono essere innanzitutto provviste di marchio CE, essere fissate stabilmente all’edificio, essere applicate a una superficie vetrata esposta al sole e possedere un valore di capacità di schermatura solare complessivo massimo di 0,35.Per poter richiedere il Bonus, occorre inviare una comunicazione telematica direttamente sul sito dell’Enea inserendo tutti i dati dell’intervento. La richiesta può essere fatta – entro 90 giorni dal termine dei lavori o dall’avvenuto collaudo – sia dal beneficiario della detrazione fiscale sia da un tecnico intermediario.
In copertina, zanzariera a rullo Velux, a partire da € 151,28 – velux.it
Energia rinnovabile e ristrutturazionedi Gaia Mussi.
Un’occasione per essere più green, rispettando l’ambiente e risparmiando anche in bolletta.
La ristrutturazione di casa è un’interessante occasione per essere più green, scegliendo l’energia rinnovabile e riducendo il proprio impatto ambientale. Valutare responsabilmente le fonti energetiche da utilizzare è un modo per essere sostenibili, tanto che anche l’Europa pone l’accento su quanto sia essenziale far crescere la produzione di energia rinnovabile entro il 2030.
In Italia, infatti, è già obbligatorio l’uso di energia pulita nei nuovi edifici e nelle ristrutturazioni importanti, per coprire almeno il 60% dei consumi.
Perché scegliere l’energia rinnovabile
L’energia rinnovabile ha un ridotto impatto ambientale in quanto non comporta lo sfruttamento di risorse naturali esauribili e perché la sua produzione non genera emissioni in atmosfera. Ne deriva chiaramente che, tra i principali motivi per cui scegliere queste fonti, ci siano proprio i benefici ambientali citati: si riduce l’inquinamento atmosferico e si preserva la natura.
In più, vanno considerati anche i benefici tangibili per i proprietari di casa, che consumeranno sempre meno energia prelevata dalla rete in favore di quella autoprodotta. Ciò comporta anche vantaggi economici, grazie a bollette decisamente ridotte. Si tratta, pertanto, di una scelta responsabile che fa bene sia all’ambiente, che all’economia di casa.
Perché la ristrutturazione è un’occasione per essere più green
La ristrutturazione è un’occasione per essere più green in quanto permette di migliorare la propria casa, sia da un punto di vista strutturale, che impiantistico. La ristrutturazione comporta generalmente anche un efficientamento energetico dell’edificio, con isolamento dell’involucro e installazione di impianti per la climatizzazione efficienti.
Oltretutto, si interviene più facilmente anche sui sistemi di distribuzione dell’energia, ad esempio optando per sistemi di riscaldamento a pavimento o rifacendo l’impianto elettrico. La combinazione di questi interventi con le rinnovabili diventa davvero vantaggiosa, perché si consuma meno energia e lo si fa in modo migliore.
In aggiunta, la ristrutturazione prevede la possibilità di ottenere detrazioni fiscali pari fino al 50% delle spese sostenute, inclusa l’installazione di sistemi per la produzione di energia rinnovabile.
Impianti e soluzioni tra cui scegliere
Le soluzioni per produrre energia rinnovabile a casa sono diverse, tra cui:
- Pannelli fotovoltaici, per produrre energia elettrica sfruttando la radiazione solare.
- Pannelli solari termici, per produrre acqua calda sanitaria, sempre grazie al sole.
- Sistemi geotermici, per climatizzare casa grazie all’energia contenuta nella crosta terrestre.
- Impianti minieolici, ossia un eolico con pale di dimensioni ridotte, sotto i 30 metri, che possono produrre fino a 20 kW di energia elettrica.
- Biomasse, di origine naturale e utilizzate per impianti come stufe e caldaie.
Tutte queste tecnologie, poi, possono essere tra loro combinate e integrate con altri impianti fondamentali per la casa. Ad esempio, tra le soluzioni più note c’è sicuramente l’installazione di una pompa di calore per la climatizzazione domestica e la produzione di acqua calda sanitaria, combinata ad un impianto fotovoltaico e al solare termico.
La pompa di calore sfrutta l’energia di aria, acqua o terra (nel caso sia geotermica) per produrre calore ed è alimentata ad elettricità, a sua volta prodotta dal fotovoltaico, rendendo l’intero sistema rinnovabile.
Il solare termico, in aggiunta, contribuisce alla produzione di acqua calda. Infine, come anticipato, si potrebbe combinare un sistema radiante a pavimento, che lavora in modo ottimale con la pompa di calore, in quanto l’acqua viene scaldata solo fino a circa 40°C, risparmiando energia rispetto a quanto avviene con i termosifoni, che raggiungono anche i 70°C.
di Maria Chiara Antonini.
Tutto il meglio visto durante la “tre giorni di design” nella capitale danese, tra location di grande impatto e nuovi lanci di collezioni.
Giunta alla sua decima edizione, 3DD – 3daysofdesign è durata (in realtà) per tutta la prima settimana di giugno, con tantissimi appuntamenti, eventi e lanci di nuove collezioni. Nel cuore di Copenhagen, dal centro storico alle zone più residenziali, oltre il nuovo ponte che porta a Christianshavn, è stato celebrato il design nelle sue più svariate forme, dall’arredo ai progetti di illuminazione, senza dimenticare i complementi per la tavola e il mondo dell’outdoor.
Gli allestimenti sono stati curatissimi e aziende, designer e art director hanno dato il meglio di sé, presentando le novità più interessanti. Inoltre, non sono mancate composizioni floreali suggestive, candele accese e musica lounge, nel più classico style “hygge” che rende iconico lo stile scandinavo.
1 – COLORFUL CHIC
Nome greco (letteralmente “cono”) ma stile scandinavo per la nuova collezione di bicchieri in vetro soffiato a bocca Konus di Broste Copenaghen. Sono disponibili in due colori e tre dimensioni diverse, perfetti per i cocktail dell’estate.
Bicchieri della collezione Konus di Broste Copenhagen – brostecopenhagen.com
2 – CHARME NATURALE
Tra le novità presentate dal gruppo Fredericia, i tavolini Niveau in legno e top di marmo disegnati da Cecilie Manz. Da abbinare alle sedute avvolgenti e sinuose della collezione Gomo, disegnata dal designer portoghese Hugo Passos che ora vive a Copenhagen.
Sedute Gomo e tavolini Niveau di Fredericia – fredericia.com
3 – MINIMAL MULTIFUNZIONALE
Si chiama semplicemente “letto in acciaio inossidabile” quello proposto da Moebe. Progettato per durare una vita intera, è minimal nella forma e super resistente nella sostanza. L’acciaio è stato lasciato grezzo, senza colori o finiture. Espandibile da 90 a 180 cm, ha anche un comodino incorporato.
Letto in acciaio inossidabile di Moebe – moebe.dk
4 – TABLEWARE CONTEMPORANEO
Per celebrare 10 anni di attività e di successi, il gruppo &tradition ha trasformato il suo quartiere generale e showroom in un grande museo aperto a tutti. Ogni stanza era dedicata a un designer, e tra i più celebrati, c’era Jaime Hayon con la sua nuova collezione per la tavola Momento.
Collezione Momento di Jaime Hayon per &tradition – andtradition.com
5 – ELEGANZA SENZA CONFINI
È stato rivestito con un vivace tessuto di Dedar il divano Covent Residential di New Works. Il brand durante i 3DD ha creato due speciali allestimenti in due diverse location: uno ispirandosi al Giappone e uno in omaggio al classico stile scandinavo.
Divano Covent Residential di New Works – newworks.dk
6 – WOOD DESIGN
Kristina Dam ama definire il suo stile “minimal scultoreo” e guardando le sue nuove sedie Outline Bar, che vanno ad aggiungersi alla linea Outline di tavoli e sgabelli, si capisce il motivo. Lavora infatti il legno eliminando il superfluo, per esaltarne la forma nella sua bellezza materica.
Sedia Outline Bar di Kristina Dam – kristinadam.dk
7 – VINTAGE RIVISITATO
Dopo le riedizioni di Gio Ponti e Gianfranco Frattini, ora Gubi propone una nuova versione del modello 9602 di Paavo Tunell. L’iconica lampada da terra, disegnata nel 1935 e ancora oggi amata dai collezionisti, è ora creata, in edizione limitata, con il cappello in tessuto Pierre Frey. Disponibile da agosto.
Lampada di Paavo Tynell con il tessuto di Pierre Frey per Gubi – gubi.com
8 – POP RAFFINATO
Disegnati dallo studio italiano Simone Bonanni, i tavolini della collezione Pin, prodotti da Fogia, sono il nuovo complemento versatile e di carattere da usare in qualsiasi ambiente di una casa. Colorati e divertenti, hanno varie forme e dimensioni per essere usati nei modi più diversi.
Tavolini Pin di Fogia, photo Trend Nomad – fogia.com
9 – DÉCO SENZA TEMPO
Carl Hansen & Son rimette in produzione un classico del design danese: il tavolino rotondo di Kaare Klint, disegnato per la prima volta nel 1930. Con il piano superiore rotondo e quello inferiore rettangolare, ha gambe ad angolo con scanalature verticali, che sottolineano la notevole abilità artigianale dell’azienda danese.
Tavolino Kaare Klint di Carl Hansen & Son – carlhansen.com
10 – CERAMICHE TRÈS CHIC
Si chiama Coral Fluted Half Lace la nuova edizione del classico servizio di piatti di Royal Copenaghen. Creato per la prima volta nel 1888 con decori in blu – diventato poi il colore iconico di tutte le sue collezioni – oggi è declinato anche nella nuova tinta rosa corallo.
Coral Fluted Half Lace di Royal Copenhagen – royalcopenhagen.com
11 – STILE IMMERSIVO
Dalla fusione del brand Menu con lo storico by Lassen nasce il gruppo Audo. Situato in un palazzo storico, il gruppo oltre a produrre arredi, lampade e complementi, li vende direttamente nel suo ampio concept store, che ha anche un caffè, una zona living e alcune camere. Una vera esperienza sensoriale, da boutique hotel.
Lo showroom di Audo – audocph.com
12 – FURNITURE ICONICO
Con il titolo “Expressions of Character” il gruppo Fritz Hansen, che ha acquisito il brand Skagerak, ha allestito durante i 3DD di Copenaghen un’installazione nel cortile e nelle sale del palazzo Charlottenborg. Idea del concept: riassumere il concetto del bello nel design, nell’arte e nell’architettura attraverso i pezzi più iconici dei due brand.
Installazione di Fritz Hansen – fritzhansen.com
In copertina, particolare dell’installazione di Fritz Hansen.
GRF – la nuova linea HybridDue anime in una, da incasso e freestanding: GRF rivoluziona i sistemi del freddo con la linea Hybrid, l’emblema della versatilità ai massimi livelli.
Design, innovazione e performance al top: GRF, azienda italiana specializzata nella produzione di frigoriferi americani e di grandi dimensioni, spinge da sempre sull’eccellenza del freddo per soddisfare qualsiasi esigenza. Tra le novità spicca Hybrid, la prima linea di prodotti da incasso sul mercato in grado di combinare le caratteristiche dei modelli da incasso con quelle dei prodotti freestanding.
Modello RTC8459WJWG1, Cross Door linea Hybrid.
Cross Door, Side by Side, French Door: i nuovi modelli della linea Hybrid di GRF presentano caratteristiche esclusive, a partire dall’innovativo scarico frontale dell’aria di raffreddamento del condensatore, un sistema brevettato GRF.
Il condensatore cilindrico, unito alla speciale ventilazione forzata integrati nel motore, scaricano l’aria di raffreddamento direttamente nella zona basso-frontale: un bel vantaggio che riduce al minimo lo spazio necessario tra mobile e frigorifero e contemporaneamente raffredda anche il compressore.
Grazie a quest’innovazione e alla profondità dei frigoriferi di soli 598 mm, tutti i modelli Hybrid possono essere allineati a filo con gli altri mobili della cucina. In più, le speciali cerniere a filo consentono di aprire le porte facendole ruotare senza debordare rispetto alla larghezza del cabinet, lasciando la massima libertà di installazione.
Linea Hybrid di GRF.
Lo spirito avant-garde di Hybrid, però, non si ferma qui: tra le varie funzioni, infatti, ci sono anche il cassetto a umidità controllata, che rilascia l’umidità in eccesso solo quando necessario, quello a temperatura variabile, lo schienale in alluminio e la classe E, con un livello di rumorosità di soli 38 dB(A).
Cassetto controllo umidità: una speciale membrana in fibra vegetale controlla l’umidità e assorbe quella in eccesso per rilasciarla quando necessario.
Cassetto temperatura variabile: consente di impostare la temperatura del cassetto in base alle esigenze, con tre opzioni: -4, 0, 4 °C.
Tutto senza rinunciare allo stile. Perché i modelli da incasso Hybrid sono la sintesi perfetta della capacità del brand di interpretare e anticipare l’evoluzione dell’abitare contemporaneo. Oltre alla spinta continua all’innovazione, infatti, GRF è sempre al passo con le ultime tendenze del mondo degli elettrodomestici e dell’arredo, studiate insieme allo Studio Vegni Design.
Non a caso i frigoriferi di questa linea ottimizzano il vano interno con scomparti capienti e ad hoc, che rispondono alla perfezione alle esigenze dei ritmi moderni e sfoggiano porte in inox e black inox, in vetro bianco, vetro nero, e nell’esclusivo vetro rock grey con un effetto che evoca le venature del marmo, oltre a maniglie integrate e fianchi colorati in tono con le porte.
Modello RTM7659WJRG1, French Door linea Hybrid.
“Il nostro impegno è quello di fornire una gamma di prodotti di altissima qualità, in grado di soddisfare tutte le esigenze dei consumatori più evoluti e di rispondere agli standard che hanno reso celebre l’Italia nel mondo” ha spiegato Maurizio Severi, Amministratore Delegato GRF.
Distribuiti in esclusiva da CIAC, questi frigoriferi fanno un passo avanti nel mondo della refrigerazione e offrono la soluzione perfetta per chi vuole sistemare il frigorifero tra due colonne di mobili, ma anche per chi preferisce lasciarlo in vista in cucina.
Sofisticata, ma semplice da utilizzare, con una funzionalità senza compromessi: la nuova linea Hybrid di GRF in un solo colpo semplifica il quotidiano ed esalta l’estetica di qualunque cucina.
Lettini da giardino – ozio di lussodi Francesca Guerini Rocco.
Essenziali, leggeri, pratici e soprattutto comodissimi: sono senza dubbio l’emblema dell’estate. Un inno al relax da concedersi sul terrazzo, a bordo piscina, sotto il portico o in mezzo al prato. Da soli o in compagnia, ma sempre con stile.
Singoli o matrimoniali, rigorosi o esagerati, i lettini e le dormeuse da giardino si distinguono per comodità e stile. Se da una parte i nuovi modelli sono pronti ad arredare lo spazio outdoor con dinamica leggerezza, per rispondere alla libertà della vita all’aria aperta, dall’altra non rinunciano a un’allure contemporanea, ma chic e sfoggiano nuances rilassanti e sofisticate, tessuti soffici e idrorepellenti e dettagli deluxe che danno subito il twist giusto al nostro relax.
Sempre con un occhio al benessere: le proposte dell’estate puntano su legno trattato per l’esterno, metallo riciclato, intrecci naturali e su sistemi salvaspazio, che non impattano sull’ambiente e disegnano oasi a tutto comfort, anche in poco spazio.
1 – CLASSICO INTRAMONTABILE
In teak e tessuto resistente alle intemperie e all’acqua, Pelagus di Skagerak by Fritz Hansen può essere regolato in 5 posizioni diverse e ha le ruote alla base per spostarlo facilmente. Della stessa serie, anche la loungechair e il tavolo con sedie.
Pelagus di Skagerak by Fritz Hansen, design Note Design Studio, 211x73x37h cm, prezzo € 2.550 – skagerak.com
2 – FACILMENTE LAVABILE
Classico, essenziale, eppure comodissimo: Lettino di Ligne Roset ha la struttura in acciaio e alluminio laccati bianco e il rivestimento in pregiato tessuto outdoor bianco o grigio, resistente e lavabile con acqua e sapone. Schienale regolabile in 5 posizioni e ruote in abs.
Lettino di Ligne Roset, design Claudio Dondoli e Marco Pocci, 203x74x33/103h cm, prezzo € 1.083 (escluso il materasso) – ligne-roset.com
3 – SUPER RESISTENTE
Schienale reclinabile, struttura esile, ma ultra robusta e impilabile, materassino opzionale: Pad di Kettal è stato espressamente progettato per stare all’aperto e resistere all’uso continuo. La struttura in alluminio ha schienale e seduta fissati da tiranti elastici, che si possono sostituire facilmente.
Pad di Kettal, 86x200x38,5h cm, prezzo su richiesta – kettal.com
4 – PER DUE
Acciaio e legno duro FSC® oliato, cuscini di alta qualità con fodera resistente in tessuto e la possibilità di usare i lettini separati o accostati per un’isola matrimoniale. Ugilt di JYSK punta sulla funzionalità essenziale, ma a tutto comfort.
Ugilt di JYSK, 200x180x72h cm, prezzo € 999 – jysk.it
5 – POUF TRASFORMISTA
Un vero salvaspazio, dall’animo chic: Sunset Poolside bed di Exteta è un lettino dal sapore nautico, nato per stare a bordo piscina che sa trasformarsi, all’occorrenza, in un pratico pouf. La struttura levigata in mogano ha lo schienale reclinabile.
Sunset Poolside bed di Exteta, design Paola Navone Studio Otto, 200x93x41/55h cm, prezzo € 6.220 (su artemest.it) – exteta.it
6 – GONFIABILE DA PISCINA
Tumbona Cacao di Diabla Outdoor è il complemento perfetto a bordo piscina perché ha la struttura in alluminio e il materassino gonfiabile in pvc riciclabile, che si può usare anche in acqua. In più, si può smontare completamente quando non serve.
Tumbona Cacao di Diabla, design Ana Segovia e Luis Calabuig, 85x193x58h cm, prezzo su richiesta – diablaoutdoor.com
7 – STILE ETNICO
Forte ispirazione etnica per il lettino Guna di Gervasoni, che fa parte di una collezione completa che comprende cuscini, tavolini e tappeti. Composto da un intreccio fatto a mano di corde nautiche, riproduce il tradizionale charpoy indiano, basso e ampio. In due misure.
Guna di Gervasoni, design Chiara Andreatti, 193x97x42h cm prezzo € 2.651; 124x99x54h cm prezzo da € 3.384 – gervasoni1882.com
8 – PIEGHEVOLE DA VIAGGIO
Perfetto per chi ha poco spazio e per chi ama viaggiare, il Bamboo daybed di Tine K Home è nel legno di cui porta il nome, con tessuto in cotone (in tre colori diversi) e poliestere e si piega completamente. Realizzato completamente a mano e trattato con olio naturale per renderlo più resistente, ha una comoda tasca laterale per riporre crema e occhiali da sole.
Bamboo daybed di Tine K Home, 180×80 cm, prezzo € 396,50 – tinekhome.com
9 – RELAX PATCHWORK
Il maxi cuscino di Fatboy compie 25 anni e li festeggia con un’eco pausa, tra le pagine di un libro o sotto il sole a bordo piscina. La versione in limited edition completamente riciclata Fatboy x Brut Original Slim, infatti, è studiata per stare all’aperto e ha tante tasche per ospitare riviste e libri.
Fatboy x Brut Original Slim, 60x50x100 cm, prezzo € 295 – fatboy.com
In copertina, leggero, ma robusto, Gao di Babel D è in lega in alluminio verniciato a polvere completamente riciclabile, con le ruote e lo schienale reclinabile. In più è impilabile. Design Simone Bonanni, 79x219x28/86h cm, prezzo da € 2.178 – babeld.it
Idee di stile – vivere l’estatedi Maria Chiara Antonini.
Un appartamento in un palazzo storico viene riprogettato come spazio contemporaneo, con un grande terrazzo che si affaccia sulla città e interni dal fascino timeless.
Una casa all’interno di un palazzo degli anni Trenta, nel centro di Milano, è stata scelta come dimora da una giovane coppia appena rientrata in Italia, dopo un’esperienza all’estero. Il loro obiettivo era quello di vivere in un ambiente che mantenesse un raffinato fascino d’antan, senza rinunciare al comfort contemporaneo di uno spazio all’aperto, per godersi la bellezza delle lunghe giornate estive.
Caratterizzato da una divisione degli spazi rigida e poco funzionale, l’immobile è stato riqualificato e progettato dall’architetto Matteo Italia dello studio Italia&Partners, che l’ha trasformato in una casa più fruibile e luminosa.
Modificata e riadattata la pianta centrale dell’appartamento, per misurarsi con esigenze e funzionalità dei committenti, il professionista è riuscito a rendere tutti gli ambienti più luminosi, grazie a pareti impreziosite da boiserie, pavimenti in legno con spina ungherese e tinte chiare, che contribuiscono a rendere gli interni accoglienti e piacevoli. Perfino la grande colonna nella zona living, da mero elemento strutturale, è stata trasformata in elemento decorativo grazie a un rivestimento in tessuto di Hermès.
Un angolo della zona living dell’appartamento milanese.
Per quanto riguarda la scelta stilistica, i proprietari hanno voluto uno stile minimal ed elegante per gli arredi e i complementi, come il grande divano angolare per la zona living, abbinato al tappeto chiaro e al coffee-table in vetro e metallo.
IDEA PER IL SOGGIORNO
Un’alternativa al divano è il modello Suite di Casamilano. Componibile in vari elementi, con dimensioni e profondità diverse, si presta per varie soluzioni con metrature variabili. Mentre, per una nota di colore più accesa, come lampada da tavolino accanto al sofà si può scegliere la nuova proposta a LED di Lladró: si chiama Airbloom, in porcellana con colori sorbetto.
A sinistra, divano Suite di Paola Navone per Casamilano, prezzo a partire da € 7.200 – casamilanohome.com; a destra, lampada da tavolo Airbloom di Lladró, prezzo € 995 – lladro.com
Nel grande soggiorno si trova anche l’angolo con il tavolo da pranzo, prodotto su misura con un ricercato piano in marmo e sottili gambe in metallo lucido. Per accentuare l’eleganza dell’ambiente, è stato creato un effetto scenico grazie a un lampadario scultoreo, appeso proprio sopra la zona dining.
La zona pranzo ricavata in un angolo del grande soggiorno.
IDEA PER LA ZONA PRANZO
Se la zona pranzo si trova all’interno dell’aria living, per creare una sorta di “isola” attorno al tavolo si può usare un tappeto. Come questo modello Beirut di Elie Saab, in seta con lavorazioni fatte a mano effetto tridimensionale. Invece, per una mise en place elegante, Broste Copenhagen propone la sua nuova linea di piatti e tessili per la tavola, dall’allure vintage in nuance contemporanee.
A destra, tappeto Beirut di Elie Saab, prezzo su richiesta – eliesaabmaison.com; a sinistra, servizi per la tavola di Broste Copenhagen, prezzo a partire da € 15 (calice) e € 75 (piatto) – brostecopenhagen.com
In questo appartamento milanese sono stati scelti marmo bianco e tinte chiare anche per la cucina, che è separata dal living con una porta trasparente in vetro, così da non interrompere il passaggio della luce tra gli ambienti.
Particolari della cucina, creata nella stanza accanto al salotto e separata da una grande parete a vetro.