Ci sono oggetti nelle nostre case di cui noi spesso ignoriamo l’origine e invece racchiudono storie straordinarie, come quelli di Marmi Barbiero che, fin dal 1970, lavora la pietra naturale, marmi e graniti, dando vita a creazioni uniche che spaziano dalle superfici finemente lavorate a complementi di arredo.
Quella di Marmi Barbiero è una storia made in Gazzada Schianno, un paese a pochi chilometri da Varese, che oggi vede con Martina e suo fratello Luca la terza generazione. Tradizione, innovazione e altissimo artigianato sono gli elementi che ancora oggi accomunano questa realtà del “saper fare”.
STORIA
Nel 1975, al nonno Antonio subentra il figlio Urbano (papà di Martina e Luca), di soli 14 anni, che diversifica la produzione tra edilizia (superfici e rivestimenti in e outdoor) e produzione dei primi elementi di arredo: scale, caminetti, piani cucina, lavabi, piatti doccia, tavoli.
In particolare, nel 1983, quando iniziano le richieste di rivestimenti per le attività commerciali ma anche per i privati, per le superfici interne delle case. L’attività cresce e nel 1996 si decide per l’acquisto della prima fresa automatica per il taglio della pietra, considerata a quei tempi, una macchina all’avanguardia. Si abbandona quindi la fresa manuale e si iniziano a produrre tutta una serie di elementi architettonici come colonne, archi e mensole per i balconi.
Tavolo Marma disegnato dall’architetto Matteo Sacchetti con Martina Barbiero.
LA TERZA GENERAZIONE
Nel 2006 fa il suo ingresso, a soli 16 anni, Martina, prima donna in azienda che fin da piccola respira la pietra e il marmo, normale dunque che si innamorasse del mestiere e, con cuore e testa, inizia a promuovere i primi ammodernamenti in azienda. La produzione si allarga comprendendo anche elementi di arredo come: coffee table, TV cabinet, supporti per lampade, nuovi top per la cucina, arrivando anche a piccoli oggetti di design, per la tavola e la cucina.
Martina da bambina con il papà Urbano.
TIPOLOGIE DI MATERIALE IMPIEGATO
L’universo pietra ha infinite declinazioni. Infatti nella produzione vengono impiegate diverse tipologie di rocce come travertino, pietra grezza, marmo bianco Carrara, ricercando pietre da tutto il mondo, con colorazioni e composizioni di altissimo pregio, favorendo l’unicità e l’originalità del materiale naturale. Sempre diverso, e non standardizzato come nei materiali prodotti artificialmente.
UNA NUOVA ERA
La tradizione fa spazio all’innovazione. Nel 2022 viene acquisito un macchinario in grado di lavorare il marmo in 3D che consente un ulteriore passo avanti all’azienda. I blocchi di marmo vengono scolpiti con una precisione mai vista ma rifiniti sempre a mano, a testimonianza che l’impronta artigianale, acquisita nei decenni, rimane.
Si parte da un idea, un disegno che viene sviluppato a regola d’arte. Non ci sono limiti e le opere che si realizzano sono sempre più complesse e accurate. Nulla è lasciato al caso. Nulla viene perso nella lavorazione. Le polveri, apparentemente scarto di lavorazione, mantengono la loro preziosità, e pertanto vengono raccolte e riciclate per divenire ancora materia da lavorare, attualmente come impasti per stuccature e finiture. E’ in fase di progetto, la possibilità di utilizzare questa polvere come materiale da stampare in 3D per provini e campioni da sottoporre ai clienti.
Il nuovo macchinario consente di lavorare meccanicamente la pietra partendo da disegni vettoriali, modelli 3D, aprendo le porte della Marmi Barbiero a numerose collaborazioni con artisti, architetti e designer che possono vedere realizzate le proprie opere con sistemi innovativi e materiali naturali. Queste collaborazioni hanno raggiunto il loro massimo livello con la lavorazione di due elementi architettonici per enti predisposti alla conservazione e alla valorizzazione di cattedrali.
Nello foto Luca Barbiero che rifinisce a mano una creazione realizzata in 3D.
CURIOSITA’
Il bisnonno di Martina, Marco Barbiero, è stato parte attiva nella costruzione (come badilante) della prima autostrada d’Italia, la A8 che connette Varese a Milano nel 1937.
Nella foto di copertina: Martina Barbiero davanti al tavolo Marma designed by Matteo Sacchetti e Martina Barbiero