Fondato a Milano nel 2015 da Kaori Shiina e Riccardo Nardi, Hands on Design si impegna a creare oggetti artigianali dedicati agli amanti dei valori fondamentali di dignità e bellezza. Con il loro design realizzano prodotti che si distanziano dal mondo commerciale, caotico e consumistico, riflettendo su uno stile di vita più lento e sostenibile. Da poco, si sono spostati in Val d’Orcia per ricercare l’autentica arte artigianale, la calma e purezza di un mondo rurale, e l’equilibrio: in altre parole, il cuore della loro produzione.
Qual è l’elemento fondamentale in ogni vostro progetto?
Entrambi siamo designer un po’ vecchio stile, per questo cerchiamo di evitare eccessi ed esagerazioni stilistiche nei nostri progetti, ed è questo il cuore del nostro design. Vogliamo progettare oggetti funzionali che rispondano alle richieste e alle necessità del committente, prodotti che, pur essendo innovativi, non sfocino nell’eclettismo. Una differenza rispetto ai progetti personali di ognuno di noi due, precedenti al nostro incontro, più orientati verso il puro design di prodotto e l’industrial design, rispetto ad ora che lavoriamo insieme.
Anche nei lavori più recenti, però, non veniamo meno a questa impostazione e ricorriamo a lavorazioni sempre più artigianali e materiali non sintetici, cercando – sempre – un risultato equilibrato, armonico e fuori dalle tendenze stilistiche del momento. L’obiettivo resta un design elegante “senza tempo”.
Mikazuki set, design by Shinya Kobayashi, prodotto da Banshu Hamono.
Perché nel vostro design è così importante la tradizione artigianale lontana dagli aspetti più commerciali?
È con la fondazione del brand Hands on Design che la nostra strada si è fatta più coerente e in linea con il mondo dell’alto artigianato, a cui vogliamo rivolgerci. Alla base della nostra creatività ci sono lavorazioni lente, materiali puri e lavorati manualmente, senza troppa invasività tecnologica. Potremmo dire che, come per un buon cibo, vogliamo creare prodotti “senza additivi o conservanti chimici”.
Per noi il valore di un oggetto è dato da una progettazione in armonia con le incredibili capacità artistiche e manuali dei nostri artigiani; infatti, i nostri briefing raggiungono sempre la piena intesa tra tutti coloro che sono coinvolti nella produzione, e questo si vede nei risultati. Naturalmente, non significa restare fuori dai grandi flussi commerciali, anche se per noi le normali leggi del marketing non valgono
I nostri prodotti hanno un target ben preciso: persone che amano la bellezza della semplicità, con una certa abitudine e disponibilità all’acquisto ponderato, e non frettoloso o superficiale. Sono oggetti che nessuno butterà mai e che sopravviveranno a molti traslochi, per generazioni. O almeno, così ci auguriamo.
Harley, Design by Shiina+Nardi Design, bottiglia per sake.
Com’è la vostra nuova esperienza toscana e perché avete deciso questo cambiamento?
Il nostro percorso di design inizia negli anni Ottanta in ambito urbano ed industriale, tra fabbriche, fiere e showroom, fino a quando, per il Fuorisalone del 2013, abbiamo organizzato un evento dove sei designer donne giapponesi collaboravano con altrettanti artigiani italiani, e abbiamo capito che per noi “quella” sarebbe stata la direzione futura.
Questa strada ci ha portati per campi e colline, borghi e cittadine storiche – anche e soprattutto in Giappone – alla ricerca di lavorazioni artigiane speciali e rare. Nel 2015, fondando il nostro brand, abbiamo definitivamente seguito quella nuova direzione. La maggior parte degli artigiani vive e lavora in contesti storici o rurali, a contatto con la natura, il buon cibo, l’arte e la storia, in Italia come in Giappone: per questo motivo la permanenza in una città viva, rumorosa e modaiola come Milano si era fatta dissonante.
Abbiamo perciò deciso di venire a vivere definitivamente in Toscana, terra ricca di tutti gli elementi del buon vivere di cui parlavamo poco fa. La Val d’Orcia e i suoi dintorni sono un microcosmo fertile dove tutto può ancora svilupparsi: la natura è stupenda, i borghi storici abbondano e sono integri, l’aria è pura e profumata di bosco, di camini a legna, e ci sono anche tradizioni artigiane nobili e antiche.
Dervish, design by Kanz Architetti, prodotto da Erre Soffieria.
Parlando di design, quale pensate sia l’elemento più importante, centrale e immancabile in una casa?
Secondo noi una casa dovrebbe esprimere la personalità di chi la abita, essere connessa alla natura e in armonia con essa. Gli elementi di base devono esserci tutti, in maniera semplice e fruibile: l’aria, l’acqua, il fuoco e la materia, sia negli ambienti che negli arredi e oggetti. Esclusi gli elementi tecnologici, ormai indispensabili, tutti i mobili, le luci e gli strumenti manuali devono essere durevoli e in materiali non sofisticati.
Soprattutto, a nostro parere, è la luce, naturale e non, a creare la vera anima di una casa, che dovrebbe essere sempre luminosa durante tutte le stagioni. Si considera generalmente secondaria, invece un’illuminazione buona e versatile, sia di giorno che di notte, definisce realmente l’ambiente: tutto quanto, se non lo vediamo nella giusta luce, perde gran parte del suo valore.
Kaori Shiina e Riccardo Nardi.
In copertina, Bouquet, design by Shiina+Nardi Design, prodotto da Ercole Moretti.