di Costanza Carbotta.
Trasportare nella quotidianità luoghi distanti, esotici e irraggiungibili: è la missione di Galapagos, brand del giovane duo milanese Adriana Testaverde e Alessandro Pigoni. All’Isola Design Festival 2022, hanno portato la Mesoamerica nel cuore di Milano, grazie al loro design di acciaio e immaginazione.
Qual è la storia dietro al vostro nome: Galapagos?
Siamo contenti che il nostro nome stimoli interesse. La cosa ci rende soddisfatti, perché significa che siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo: suscitare curiosità.
Il nostro approccio alla progettazione parte dall’idea di un continuo viaggio della mente, che possa trasportare in dimensioni, parallele e distanti, chiunque ne prenda parte. Partendo da quest’idea ci siamo chiesti quale fosse, nel nostro immaginario, il luogo più remoto, lontano e difficile da raggiungere che ci venisse in mente: le isole Galapagos.
È stata la prima risposta, istintiva, ed è subito diventato il nome perfetto per noi.
Tikal, una delle due sedute della collezione, prende il nome da una delle più grandi città e siti archeologici mesoamericani
La vostra idea di design si concentra sull’immaginazione e i sogni a occhi aperti; da cosa è nato questo legame?
Il progetto di Galapagos, ancora prima di avere il nome e la forma odierni, è un progetto che ci è ronzato in mente per molto tempo. Le prime idee e i primi abbozzi sono nati quasi per gioco, quando ancora eravamo nel mondo del branding, sognando di creare qualcosa di tangibile e non solo concettuale.
Venendo da un ambito creativo sapevamo che il processo di progettazione, sia che si tratti di un campo più astratto, sia di uno più concreto, in fin dei conti differisce solo nei mezzi utilizzati, ma non nella sostanza, nello scopo, e con il tempo ci siamo gradualmente convinti a buttarci nell’avventura del design.
La svolta è arrivata durante il lockdown, in un contesto in cui ci siamo ritrovati bloccati, almeno fisicamente, e ci siamo chiesti se esistesse un modo per scappare, almeno con la mente, da un posto in cui per dovere o contingenza ci si ritrova fermi. Da questo pensiero, è nato il concetto motore di tutto quello che facciamo: riuscire a costruire storie che attraverso il design e i nostri prodotti possano travolgere e trasportare in luoghi immaginari, inesplorati o distanti.
Cuicuilco, tavolino per casa e tempio mesoamericano per l’immaginazione
Come mai avete scelto il tema mesoamericano per la vostra collezione?
Quando abbiamo iniziato a disegnare i pezzi della nostra collezione eravamo ben lontani dalla possibilità di viaggiare o visitare luoghi distanti. Ci siamo ritrovati però a divorare contenuti sulle architetture del mondo e siamo rimasti affascinati dall’abbondanza di storie, leggende e misteri che si celano tutt’ora dietro alle monumentali architetture mesoamericane.
Ammaliati da questo mondo distante nel tempo e nello spazio, abbiamo iniziato ad approfondire il tema e a costruire la nostra personalissima interpretazione di quelle forme, quei materiali e quei linguaggi espressivi così distinti, fino ad arrivare alla progettazione vera e propria della serie.
In generale tutto quello che produciamo nasce da un’idea di storytelling prima ancora che da un’idea di prodotto, perché crediamo che uno non possa fare a meno dell’altro. Concepire storie e racconti sempre nuovi di volta in volta è la cosa che ci stimola di più, poiché non ci vincola a forme, materiali o processi fissi, ma ci permette di continuare a sperimentare, immaginare e viaggiare anche quando non possiamo.
Copán è l’altra seduta della collezione e si ispira alla scalinata e alle forme degli edifici Maya
Isola che opportunità offre a un brand emergente come il vostro?
Isola per noi ha rappresentato prima di tutto la possibilità di entrare in una grande community di creativi. Per noi farne parte significa avere l’opportunità di confrontarci con altre menti, con altri professionisti, ampliare il nostro network sia tra colleghi sia nei confronti di potenziali interessati al nostro lavoro. Isola è stata una stimolante vetrina e ci ha offerto una prima visibilità, ed è stato davvero galvanizzante farne parte durante la Milano Design Week.
Adriana Testaverde e Alessandro Pigoni di fianco alla loro collezione, esposta all’Isola Design Festival 2022