ritratto enzo mari

Icone di Design – Enzo Mari

di Federica Capoduri.

“Sono convinto che il progettare corrisponda a una pulsione profonda dell’uomo, come l’istinto di sopravvivenza, la fame, il sesso. Siamo una specie che vuole modificare il proprio ambiente” – Enzo Mari.

Nato il 27 aprile del 1932 a Cerano, piccolo paese sulle rive del Ticino in provincia di Novara, Enzo Mari si forma all’Accademia di Brera e, dalla fine degli anni Cinquanta, si dedica al mondo del disegno industriale.

Dopo gli studi, inizia subito una prolifica collaborazione con Danese, l’azienda fondata nel 1957 da Bruno Danese, fra gli imprenditori più illuminati di sempre, muovendo i primi passi in una carriera che ha contribuito a scrivere la storia del design.

16 animali, gioco didattico a incastro prodotto da Danese Milano, 1959. Foto Federico Villa
giocattoli legno enzo mari

animali legno enzo mari

Mari ha dedicato la sua intera vita – quasi sempre vissuta a Milano, dove è terminata nel pandemico ottobre 2020, all’età di 88 anni, seguito dopo solo un giorno dalla moglie Lea Vergine – a ricercare e porre l’etica come obiettivo per ogni progetto, fosse un vaso, un calendario, una sedia o un’installazione.

Scatola di montaggio, 2002. Multiplo con i componenti per la realizzazione di un modello in scala 1:5 della Sedia P, Corraini Edizioni, Mantova, cornice in alluminio con foto, disegno tecnico, chiodini e tavolette in balsa. Foto Gianluca Di Ioia © Triennale Milano
scatola montaggio sedia mari

Il progettista, come figura, ha per Mari un’enorme responsabilità. È un mestiere difficile, serio, ponderato, dove lavorare significa sempre fare qualcosa in più: spaziare, disegnare, pensare, rompere e ricomporre. La progettazione, pertanto, non si deve limitare alla creazione di oggetti dalle forme esteticamente piacevoli: l’aspetto funzionale è imprescindibile, così come lo è il metodo e l’efficienza delle scelte progettuali su materiali e lavorazioni.

L’uovo e la gallina, Emme Edizioni, stampa policroma su carta patinata, 1969. Foto Gianluca Di Ioia © Triennale Milano
uovo e la gallina libro mari

Burbero e barbuto, asciutto nei tratti e nelle parole, distaccato dall’uso delle parole designer e creatività – con cui ha sempre lottato per riportarli sotto una definizione più critica e profonda – lontano da ciò che stava diventando il design dalla fine degli anni Novanta in poi: un boom di scuole, eclettici personaggi e aziende fagocitate da un mercato sempre più bulimico. Enzo Mari si è impegnato invece nella diffusione di manifesti e tanti libri, da buon teorico quale era, che facessero “ragionare” le persone.

Serie Putrella, vassoio in ferro naturale per Danese Milano, 1958, foto Fabio e Sergio Grazzani. A destra: Formosa, calendario perpetuo da parete, 1963 e Timor, da tavolo, 1966, entrambi prodotti per Danese Milano
putrella e calendario enzo mari

In tutta la sua carriera – sotto moltissimi aspetti un vero autodidatta, compreso nell’arte del bonsai – i suoi prodotti sono stati oltre 1500, pensati per aziende storiche, da Danese a Corraini, da Driade a Zanotta, da Artemide ad Alessi.

Per forza di levare, “vaso rotto”, 1994. A destra: Camicia, vaso per fiori in vetro e tubo di alluminio, per Danese Milano, 1961. Foto Federico Villa
vasi enzo mari

La passione e il dovere di progettare “con cura” li declinava così in una lunga analisi, fatta di ricerca e da una serie infinita di bozze e prototipi, che portava il progetto finale quasi alla sua perfetta sintesi: pulito, sempre elegante, semplice ma ragionato in ogni minimo dettaglio. Pronto per essere condiviso.

Museo, appendiabiti a muro per Zanotta, 1991. Foto © Zanotta
appendiabiti enzo mari

Museo Red, special edition. Foto © Zanotta
appendiabiti rossi museo enzo mari

Mari, la “coscienza” dei designers, come lo definisce Alessandro Mendini, è stato esponente del movimento di Arte cinetica – esperienza tra l’altro aderita con Bruno Munari, l’unico che forse ha avuto il privilegio di influenzarlo – e docente per molti anni. Ha ottenuto per ben cinque volte il prestigioso premio Compasso d’Oro; quattro per progetti e uno alla carriera.

Tonietta, sedia per Zanotta, 1985. Foto © Zanotta
sedia tonetta

sedie tonietta enzo mari

La Triennale di Milano gli ha dedicato una strepitosa mostra proprio nell’anno della sua morte, quasi un presagio. Come per tutti i Grandi, la poetica e il senso della progettazione racchiuso in quest’esposizione, fuoriesce senza bisogno di troppe spiegazioni ma bensì necessita di pazienza e ascolto, calma e curiosità.

Enzo Mari, Alessandro Mendini e Michele De Lucchi, Galleria Antonia Jannone, Milano, 2015. Foto © Adicorbetta
ritratto mari mendini de lucchi

A questo proposito è interessantissimo ascoltare il pensiero su Mari di Michele De Lucchi – altro Maestro, ma ben più docile e disponibile. Per capirlo più a fondo, come lui avrebbe voluto.

Michele Masneri in conversazione con Michele De Lucchi

Nell’immagine di copertina, ritratto di Enzo Mari. Foto di Ramak Fazel

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