bosco verticale milano vista

Stefano Boeri Interiors – Idee per il futuro dell’abitare

Si è molto parlato del Bosco Verticale di Milano che, nel 2015, si è aggiudicato il titolo di ‘miglior grattacielo del mondo’. Il progetto si è affermato non solo come un’icona architettonica di Milano ma anche come un vero e proprio manifesto di progettazione eco-sostenibile. L’edificio è diventato un vero e proprio simbolo della filosofia progettuale di Studio Boeri, che vuole promuovere nuovi modi dell’abitare basati sulla coesistenza tra uomo e natura e sulla riduzione dell’inquinamento.

Vista aerea del Bosco Verticale di Milano (2007-2014). ©Stefano Boeri Architetti.
edifici bosco verticale
Il progetto ha anche dimostrato l’abilità degli architetti di lavorare in maniera organica su diverse scale di progettazione: dal livello urbanistico, fino alla piccola scala del mondo domestico. Allo scopo di gestire al meglio i diversi aspetti della progettazione, è stata recentemente costituita Stefano Boeri Interiors, una nuova società di interni co-fondata e diretta da Giorgio Donà.

Il progetto di design d’interni per la borsa storica di Shangai (2015)
interni borsa shangai boeri
Stefano Boeri Interiors, si propone di espandere la ricerca dello studio al design d’interni e, in generale, alla progettazione su piccola scala, mantenendone intatta la filosofia. Con Giorgio Donà, si è discusso di alcuni principi chiave della loro ricerca alla luce dei cambiamenti portati dalla pandemia.

FLESSIBILITÀ

«In questo periodo il dibattito sulla casa si è articolato molto intorno a discorsi come la casa che è troppo piccola o troppo grande. In realtà non è tanto una questione di dimensioni ma piuttosto di flessibilità» spiega Donà. Ovvero la possibilità di adattare la casa a molti usi ed esigenze diverse, non tanto attraverso la disposizione dei muri, quanto mediante una gestione flessibile dell’arredo.

Studio sui possibili adattamenti di un loft. ©Stefano Boeri Interiors.
progetto loft boeri
«Le superfici dovrebbero essere strumenti che permettono agli oggetti di trasformare lo spazio» continua Donà. «Prendiamo ad esempio la camera da letto: normalmente la utilizziamo per circa 8 ore al giorno, che è un terzo della nostra giornata. Magari in futuro potremmo trovare una nuova funzione per gli altri due terzi. Potrebbe diventare uno spazio di lavoro, studiando un modo per renderlo funzionale e confortevole invece di usare impropriamente il letto o altri supporti».

La cucina Oasi, che è stata concepita come un oggetto multifunzionale in grado di accogliere e supportare molte attività diverse. ©Stefano Boeri Architetti.
cucina isola con pianta limone
Un esempio di complemento di arredo flessibile è Oasi, una cucina a isola progettata come un vero e proprio oggetto multifunzionale in grado di ospitare la maggior parte delle attività quotidiane di una famiglia. Due ali simmetriche permettono di ampliare o ridurre le dimensioni del piano, adattandosi dinamicamente a diverse esigenze; mentre lavandino e piano cottura possono scomparire, rendendo fruibile la superficie per altre funzioni.

«La casa non è fatta solo di prodotti e tecnologie ma anche di soggettività. Lo spazio viene trasformato da chi lo abita, con le sue storie, i suoi viaggi e le sue esigenze. Bisogna trovare soluzioni che si adattino velocemente alle necessità di chi la abita».

Schizzo della cucina Oasi e del suo albero, immaginati come fulcro della convivialità della casa. ©Aran Cucine.
schizzo cucina isola boeri
MATERIALI SOSTENIBILI

Uno dei concetti cardine dello studio è la sostenibilità. La scelta di materiali ecologici è sempre stata una loro prerogativa: non si parla solo di prodotti naturali o riciclati ma di una vera e propria riflessione a 360° sulla loro sostenibilità, dalla lavorazione fino alla possibilità del riciclo o del recupero a fine uso.

Superverde, un sistema modulare che permette di installare porzioni di verde adattandosi agli spazi esistenti.
modulo verde per cortile boeri
«Purtroppo, spesso si devono affrontare situazioni di emergenza per portare temi importanti al centro dell’attenzione. Sicuramente ora c’è una forte spinta favorevole allo studio e all’utilizzo di materiali naturali perché sono ritenuti più sani. Dalle resine, ai gres, ai tessuti, quasi tutte le aziende stanno cominciando a proporre nuove linee caratterizzate da prodotti naturali e antibatterici» spiega Donà.

La nuova consapevolezza portata dalla pandemia ha sicuramente sensibilizzato le persone sul tema della qualità dei materiali, specialmente all’interno della casa, che ora viene percepita come baluardo di igiene e sicurezza. La speranza è che in futuro ci sarà sempre più attenzione per questo aspetto, non solo da un punto di vista sanitario, ma anche ecologico; e che la pandemia possa rappresentare un’opportunità inaspettata per una svolta eco-sostenibile su larga scala.

Vista di una terrazza del Bosco Verticale di Milano. ©Stefano Boeri Architetti.
terrazza appartamento bosco verticale
«Da parte nostra abbiamo sempre dato priorità alla sostenibilità ambientale e di conseguenza al benessere delle persone. Scegliamo sempre di promuovere e supportare coloro che sostengono la nostra visione» spiega Donà. «Fa sperare vedere come le nuove generazioni siano sempre più sensibili ai problemi ecologici».

VISIONE D’INSIEME

Nella visione di Stefano Boeri Interiors, il concetto di ‘domestico’ si sviluppa anche oltre le quattro mura del singolo appartamento, andando ad includere riflessioni sui flussi delle persone e sugli spazi condivisi. La casa quindi non va intesa come uno spazio fine a sé stesso, ma in relazione all’edificio che la ospita. «Una migliore gestione della vita domestica implica una riflessione su tutto il sistema» spiega Donà.

Studi assonometrici con proposte di rigenerazione degli spazi collettivi rispettivamente al pianterreno e sul tetto. ©Stefano Boeri Interiors.
progetto spazi collettivi boeri
Si immagina per esempio di dare maggiore spessore agli spazi di circolazione, studiando modi per renderli funzionali e riconoscibili. «Prendiamo ad esempio l’ingresso: invece di utilizzarlo solo come luogo di passaggio e transizione, si può immaginare come una vera e propria zona-filtro tra esterno ed interno, come un luogo dedicato a tutta una serie di riti che segnano il passaggio tra pubblico e privato. La casa rimarrebbe così un luogo completamente salubre, dove le persone possono sentirsi libere di usufruire dei propri spazi in piena libertà».

L’atrio al pianterreno come spazio collettivo nel Bosco Verticale di Milano. ©Simone Fiorini.
atrio bosco verticale milano
In generale, tutte le aree comuni all’interno dell’edificio potrebbero essere immaginate come ampliamenti della casa in grado di accogliere funzioni legate al lavoro, allo svago e anche alle nuove normative sanitarie. Senza bisogno di intervenire sulla superficie interna degli appartamenti. Il tetto in particolare potrebbe assumere un ruolo particolarmente importante nel garantire uno spazio aperto anche a chi vive in appartamenti privi di balconi o terrazze.

Giungla Urbana (Prato). Render che illustra la trasformazione della copertura in spazio verde. ©Stefano Boeri Architetti.
progetto giungla urbana prato
«Noi immaginiamo il tetto come una ‘quinta facciata’ e come un luogo abitabile dedicato al verde. In un edificio occorre creare degli spazi di contatto verso l’esterno che possano essere vissuti come un’estensione della propria sfera privata. Il tetto diventerebbe così un’area di sfogo per tutti i residenti, dove poter stare all’aria aperta e a contatto con la natura».

A Prato lo studio sta lavorando a un progetto di ‘Giungla Urbana’, dove si propone una vera e propria colonizzazione verde degli spazi collettivi come strumento per migliorare la qualità dell’ambiente e della vita quotidiana.

Per maggiori info Stefano Boeri Interiors

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