Tra i designer italiani attivi fra la seconda metà degli anni Trenta e gli anni Cinquanta, Gino Sarfatti è stato una figura rara e preziosa nella storia del design industriale italiano. Considerato il più grande creatore di lampade del XX secolo, la sua fama è sempre rimasta in secondo piano rispetto ad altri personaggi che hanno disegnato luce.
Nato a Venezia il 16 settembre 1912, dopo gli studi di ingegneria aeronautica a Genova, si trasferisce a Milano nel 1935 dove fonda la piccola azienda illuminotecnica Lumen, seguita poi nel 1939 da Arteluce, dove assume il ruolo di designer ma anche di imprenditore, disegnando e producendo apparecchi di illuminazione e complementi di arredo.
Nel 1942, a causa dell’entrata in vigore delle leggi razziali, è costretto a rifugiarsi in Svizzera, posticipando la produzione a pieno ritmo dell’azienda a dopo la fine della guerra. Fin dall’inizio si dedica alla ricerca di soluzioni innovative nei materiali, nelle sorgenti luminose e nelle tecniche produttive, portando avanti lungo il suo percorso il forte legame fra luce e spazio.
L’ascesa di Arteluce è rapida ed intensa: nel corso della sua attività Sarfatti ha ideato oltre 650 apparecchi luminosi occupandosi dell’ideazione, produzione e distribuzione nelle più importanti locations come il museo del Castello di Milano, il transatlantico Andrea Doria e il Teatro Regio di Torino, ristrutturato da Carlo Mollino, per il quale progetta e realizza una grande installazione a forma di nuvola.
Installazione “Nuvola” al Teatro Regio di Torino, 1972. Foto di Edoardo Piva
Il proficuo connubio Sarfatti-Arteluce ha una forte conferma nel 1953 quando Marco Zanuso progetta il primo negozio in Corso Littorio, ora Corso Matteotti. Questo spazio diventa il luogo di incontro per un raffinato gruppo di architetti e personalità del mondo artistico – Franco Albini, Lucio Fontana, Albe Steiner, solo per citarne alcuni – che utilizzeranno le lampade di Arteluce per arredare le abitazioni e uffici della della borghesia milanese.
Negozio Arteluce in Corso Littorio, Marco Zanuso, 1953
Il design di Gino Sarfatti è stato innovativo e rivoluzionario. Le sue competenze ingegneristiche unite al suo innato talento nel disegno si riflette in un modo unico di vedere forme e materiali, prestando attenzione sia ai dettagli estetici sia a quelli funzionali.
Nascono così lampade a scorrimento simili ad apparecchiature scientifiche, lampade che si trasformano in scrivanie attraverso giochi di meccanica, paralumi che ricordano cappelli da signora e riflettori con manopole che aiutano a direzionare la luce. Nel 1954 il modello 559 vince il Compasso d’Oro, premio replicato l’anno successivo con il modello 1055.
A sinistra, Model 2065, 1950 riedizione Astep, credits Astep. A destra, Modello 1055, 1955, Arteluce
Il suo occhio “scientifico” si nota anche nella volontà di tener conto delle evoluzioni della tecnologia in campo illuminotecnico e nell’evitare qualsiasi compiacimento stilistico, qualsiasi vezzo estetico che non trovi una giustificazione ed utilizzo concreto.
A sinistra, Modello 600, 1966, Arteluce. A destra, Modello 540, 1968, Arteluce
Alla fine del 1973 Arteluce viene ceduta a Flos e proprio quest’ultima nel 2013 ha presentato la collezione speciale “Re-lighting Gino Sarfatti, applicando l’ultimissima tecnologia LED ai modelli storici senza comprometterne il design originale.
Modello 2097, 1958 produzione Arteluce, riedizione Flos, credits Flos
Gli innumerevoli modelli prodotti da Arteluce appaiono oggi straordinariamente attuali in termini di forma, estetica e per la relazione che stabiliscono con l’utente finale. Proprio per questo, la collezione “Flos con Sarfatti”, creata in collaborazione tra Aster e Flos, nasce come tributo al grande maestro, portando alla luce alcuni dei capolavori senza tempo che appaiono oggi più essenziali e contemporanei che mai.
Modello 548, 1951, riedizione Astep
A sinistra, Model 2065, 1950 riedizione Astep, credits Astep. A destra, Model 1095, 1968, riedizione Astep, credits Astep
Le ultime entrate a catalogo Aster sono “le sfere”: differenti tipologie di lampade contraddistinte da sfere in vetro che ruotano liberamente su supporti in tondino metallico.
A sinistra, Modello 238, riedizione Astep. A destra, Modello 2109, riedizione Astep
Nell’immagine di copertina, ritratto di Gino Sarfatti