di Maria Chiara Antonini.
“Era colto ma non amava teorizzarsi né raccontarsi; estroverso e accentratore all’apparenza, era in realtà schivo e non amava la pubblicità”. È con queste parole sincere e oneste che Emanuela Frattini Magnusson descrive suo padre Gianfranco Frattini, svelando il lato più intimo e famigliare di un personaggio che ha fatto la storia dell’architettura e del design italiano.
Una foto dello studio di Gianfranco Frattini a Milano, fondato dopo la laurea nel 1953.
Celebrato di recente a Cesano Maderno (Milano) con una retrospettiva nelle scenografiche e meravigliose sale affrescate del Palazzo Arese Borromeo – “Gianfranco Frattini, ieri, oggi e domani” – attraverso i suoi tanti progetti d’arredo, ancora oggi così attuali, si è potuta riconoscere e apprezzare la sua dirompente forza creativa e progettuale, che non ha mai seguito mode né tendenze, all’insegna di un percorso personale e unico.
A sinistra, tavolini Gong per Acerbis. Foto di Alberto Strada; a destra, collezione Maestro per Acerbis. Foto di Lorenzo Cappellini Baio.
Se è vero che è nella biografia di un artista che va ricercata l’origine del suo stile personale e l’evoluzione dei propri codici stilistici, nel caso di Frattini sono stati i primi anni di formazione a influire sul suo lavoro. Classe 1926, nasce a Padova e inizia il suo percorso accademico alla “scuola del razionalismo” del Politecnico di Milano come allievo di Piero Portaluppi e Gio Ponti, che lo accoglie come collaboratore nel suo studio ancora studente, e di cui ricordava sempre con affetto “la profonda umanità, intelligenza e generosità”.
A sinistra, lampada Boalum per Artemide; a destra, lampade Megaron per Artemide.
A destra, collezione Bert per CB2; a sinistra, vaso Sfera per CB2.
Dopo la laurea in architettura nel 1953, apre il suo studio a Milano e negli anni sviluppa un approccio razionale al progetto, nella ricerca continua del giusto equilibrio tra estetica e funzionalità. Seguendone l’evoluzione dei suoi lavori, resta costante un senso della misura, che nel corso dei decenni della sua carriera non è mai cambiato. Due esempi su tutti: la lampada Boalum per Artemide e il divano Sesann per Tacchini, che rispecchiano lo spirito e l’estetica dei primi anni ’70 ma senza eccessi, al punto che ancora oggi sono apprezzati per il loro stile atemporale.
A sinistra, poltroncina Marconi per CB2; a destra, divano Meda per CB2.
Scrivania Nos per Ceccotti Collezioni.
Amante dei viaggi e del valore speciale che un prodotto artigianale fatto a mano ha nel suo essere unico e diverso dagli altri, diceva sempre che era fondamentale capire come nasce un mobile. Vedere cioè come un artigiano riuscisse ad interpretare un disegno, plasmandolo con le sue mani in un oggetto reale.
Affermava che “come progettista io nasco in bottega”, e, grazie alle lunghe frequentazioni nelle botteghe artigianali e nelle fabbriche brianzole, sono nate le sue amicizie più profonde, prima fra tutte quella con Pierluigi Ghianda. Diventato il fratello che non aveva avuto, è proprio con lui che Frattini ha realizzato uno dei suoi pezzi più ammirati: il tavolo Kyoto per Poltrona Frau.
Tavolino Kyoto per Poltrona Frau.
A sinistra, interno in una foto d’epoca con il mobile contenitore Turner per Poltrona Frau; a destra, il mobile contenitore Turner per Poltrona Frau.
Nello studio di Gio Ponti conosce anche Cesare Cassina che, con intuito da imprenditore, aveva già visto in Frattini le spiccate potenzialità e lanciato la sua carriera di designer affidandogli, ancora giovanissimo, la progettazione di molti pezzi per la sua azienda.
Collezione Agnese per Tacchini. Foto Andrea Ferrari.
Collezione Lina per Tacchini.
Grande lavoratore e sperimentatore della materia nelle sue infinite possibilità, dagli anni ’50 contribuisce alla crescita e allo sviluppo del design italiano, mentre nel 1956 è tra i fondatori dell’ADI, Associazione per il Disegno Industriale. Mobili, lampade e complementi d’arredo disegnati da lui vengono negli anni prodotti dalle più grandi aziende, continuando nei decenni successivi una carriera ricca di progetti e produzioni entrate nella storia del furniture.
Divano Oliver per Tacchini. Foto Andrea Ferrari.
Divano Sesann per Tacchini. Foto Andrea Ferrari.
Oltre ai già citati Artemide, Tacchini e Poltrona Frau, anche da Arteluce, Acerbis, Ceccotti Collezioni, CB2, Knoll e Lema. A dimostrazione che lo stile non conosce età, soprattutto se coltivato con costanza, senza farsi condizionare e mantenendo sempre un proprio rigore progettuale, proprio come ha fatto Frattini nella sua lunga carriera.
Si è spento nel 2004, ma il suo design timeless e contemporaneo continuerà a far parlare di sé, testimone di un’inventiva senza limiti capace di attraversare indenne lo scorrere del tempo.
Una delle sale di Villa Arese Borromeo con alcuni degli arredi di Gianfranco Frattini. Foto di Max Pescio.
In copertina, Gianfranco Frattini in Giappone. Courtesy foto: Studio Archivio Gianfranco Frattini