di Gaia Mussi.
Edifici in classe E e riqualificazione obbligatoria.
La direttiva “Case Green”, approvata dal Parlamento Europeo a marzo, nasce con lo scopo di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici e raggiungere gli obiettivi “zero emissioni” posti per il 2050. Si tratta di una manovra discussa, in quanto vi sono luoghi, come l’Italia, in cui il numero di edifici altamente energivori è elevato e la direttiva impone una riqualificazione energetica obbligatoria.
La direttiva “Case Green”
Prevede che gli immobili residenziali passino alla classe energetica E entro il 2030 e alla classe D entro il 2033. Inoltre, tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2028. Si tratta di target ambiziosi, soprattutto per quanto riguarda il patrimonio edilizio esistente.
Lo scopo è sicuramente condivisibile, in quanto la direttiva punta a ridurre il consumo di energia e le emissioni in atmosfera imputabili al comparto edile. Ma per elevare la classe energetica dell’edificio è necessario migliorare le performance globali dello stesso, attraverso interventi di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica, che comportano costi anche significativi.
In Italia sono quasi 8 milioni le case non performanti, di cui più di 7, 7 milioni in classe G ed F e, per ora, non sono ancora stati delineati specifici interventi di supporto alle famiglie proprietarie, che probabilmente non sempre saranno nella condizione di poter sostenere i costi necessari per la ristrutturazione.
Interventi necessari per raggiungere la classe energetica E
La classe energetica di un edificio esprime in modo semplice quanta energia viene consumata dallo stesso, considerando il riscaldamento invernale, la climatizzazione estiva e la produzione di acqua calda sanitaria. Per migliorarla, quindi, i principali interventi utili sono:
- L’isolamento dell’involucro opaco, ad esempio con la posa di un cappotto, così da ridurre le dispersioni energetiche.
- La sostituzione dei serramenti, soprattutto se vetusti e poco resistenti all’aria.
- La sostituzione degli impianti per la climatizzazione e la produzione di acqua calda sanitaria, optando per soluzioni più performanti e meno inquinanti, come le pompe di calore o le caldaie a condensazione di ultima generazione.
Chi volesse cogliere questa occasione per ottenere risultati ancora migliori, può provvedere anche alla sostituzione dell’impianto di distribuzione del calore, ad esempio sostituendo i termosifoni con un sistema radiante. O ancora, installare un impianto per la produzione di energia rinnovabile, come fotovoltaico e solare termico. Infine, aiuta anche la domotica, grazie a sistemi quali la termoregolazione evoluta (termostati smart), per evitare ogni spreco.
Come dimostrare i risultati ottenuti
Al di là di quali siano gli interventi eseguiti, è essenziale dimostrare i miglioramenti ottenuti attraverso la ristrutturazione. Dato che la direttiva case green parla esplicitamente di classe energetica E e D, sarà necessario un Attestato di Prestazione Energetica, abbreviato in APE. Si tratta di un documento che viene redatto da un tecnico abilitato, che tramite appositi software, effettua un conteggio dell’energia globale consumata.
Infine, va detto che sicuramente verranno delineate specifiche regole a cui attenersi, ma prima che la direttiva diventi Legge in ciascun paese membro è necessario tempo e non si escludono future deroghe o slittamenti. In ogni caso, i Governi dovrebbero, entro il 2025, definire delle specifiche linee guida per l’adeguamento.