mamma figlio in braccio

Bon ton contemporaneo – i bambini

Le relazioni con la famiglia, e le buone maniere verso gli altri, aiutano lo sviluppo sociale ed emotivo dei più piccoli, partendo da come si ricevono ospiti e amici, fino alla tavola.

La maleducazione è il sintomo dell’incapacità di saper gestire i conflitti, può raccontare un disagio che, con lo scorrere del tempo, si trasforma nella difficoltà del creare relazioni, di qualsiasi tipo. Ai piccoli di casa va insegnato, con gentilezza e sensibilità, come comportarsi in ogni situazione, e adattarsi alle situazioni dentro e fuori casa.

Educare non vuol dire rimproverare duramente o urlare, né tanto meno fare commenti sgradevoli. Non si insegna nulla con la mortificazione o mettendo in imbarazzo il bambino. Non si deve usare il senso di colpa, ma far leva sul loro apprendimento naturale.

Sono piccoli esseri umani e capiscono bene cosa viene loro detto, in parole semplici, partendo dall’essere per primi, genitori o parenti, un esempio diretto a cui potranno ispirarsi.

Photo Caleb Woods.
bambino mani occhi

Non si urla, si parla

Questa regola vale sia per i genitori che per i bambini. Piccole pesti urlanti di solito sono figli di persone che si esprimono nello stesso modo. Una sana vivacità non deve essere di certo soffocata, semmai indirizzata verso un comportamento più consono. Il rispetto verso gli altri, siano genitori, fratelli, amici e conoscenti, è la base di ogni vera forma di educazione.

Photo Paul Hanaoka.
bambino appoggiato vetro finestra

La conversazione in casa e con gli ospiti

Il primo passo è insegnare a salutare. Si usa un “ciao” o un “buongiorno” e, soprattutto, si risponde a un saluto. L’attenzione è una forma di cortesia, partendo da quella verso i genitori. Quando si parla, ci si guarda in faccia.

Ai piccoli bisogna spiegare che non si interrompe qualcuno che sta parlando e tanto meno si parla sopra. Le parolacce ovviamente non vanno usate (ricordiamo che le sentono in primis in casa) e non si parla nell’orecchio, escludendo gli altri dalla conversazione.

Photo Marissa Price
bambini a tavola con mamme

Non è bello fissare, indicare o mostrare troppa curiosità verso le persone che, per qualsiasi ragione, ai loro occhi possono apparire “diverse”. Nessuno è meglio degli altri o “diverso”, se hanno delle curiosità, si daranno in privato le giuste risposte.

Dall’altro lato, non bisogna obbligare i bambini a parlare se non hanno niente da dire, metterli in imbarazzo inutilmente, riprenderli bruscamente o sgridarli davanti agli ospiti. Semplicemente, alla prima avvisaglia (un capriccio capita a tutti) uno dei due genitori si prende l’onere di portarlo in un’altra stanza e chiedergli cosa c’è che non va.

Photo Jimmy Dean.
bambina tavola torta genitori

Seduti a tavola

A tavola si mangia seduti. Non ci si alza, non si corre intorno al tavolo. È una regola da fissare subito, appena saranno in grado di mangiare autonomamente insieme ai grandi.

Il bon ton può essere insegnato per normale emulazione, se per primi si mastica con la bocca chiusa e si usano correttamente le posate, anche i bambini vedranno come si fa. Apparecchiare insieme può essere, allo stesso tempo, un momento di condivisione e di apprendimento. Si spiegano nel dettaglio le vere regole del tableware, districandosi tra bicchieri, posate e tovaglioli (e come si usano).

Ai bambini non servono “trattamenti speciali”, una buona educazione è anche abituarli a adeguarsi alle situazioni, a mangiare quello che c’è. Una volta a tavola, si inizia dopo che tutti si sono serviti e, se una pietanza non piace, non si usano espressioni come “fa schifo!” oppure versi di disgusto.

Prima di tutto, un piatto si assaggia e, se proprio non è di gradimento, non verrà semplicemente mangiato e riproposto in altre occasioni, cercando un’alternativa. Un’idea è coinvolgerli nella preparazione di alcune pietanze, che saranno sicuramente orgogliosi di gustare come piccoli chef. Ovviamente, a pranzo e cena, tablet e smart phone vanno banditi, regola che vale anche per i genitori.

Photo Kelly Sikkema.
bambino prende fragola

Il buon senso

Sembra strano doverlo ancora sottolineare, ma l’educazione è uguale per maschi e femmine, tutti sono sullo stesso piano. Quindi ognuno è dovuto a fare la sua parte, comportarsi come si deve, aiutare e ascoltare i genitori. Piccole ma fondamentali regole: si va a dormire all’ora stabilita, si tengono in ordine i giocattoli, si chiede per favore e si dice grazie.

Un ottimo inizio è responsabilizzarli, partendo dalla loro cameretta e come si sistema il letto, imparando ad essere autonomi nel loro piccolo privato. Le punizioni ci saranno, inevitabilmente, ma saranno equiparate all’importanza del “misfatto”, senza trascendere mai. Perché un adulto “per bene” è stato un bambino educato con gentilezza e che si è sentito amato.

Photo Mael Balland.
bambino legge libro

In copertina, photo Bethany Beck.

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