di Denise Frigerio.
Nella conoscenza delle mise en place più raffinate, pare doverosa una digressione di carattere storico (e anche pragmatico) sulla regina del tableware.
Tutte le stoviglie che usiamo in cucina o in tavola come piatti, insalatiere, ciotole, o per gustarci una tazza di caffè o di tè, mug comprese, derivano dalla ceramica. O meglio, tutti questi oggetti sono di un tipo di ceramica pregiata che si chiama porcellana.
Il termine ceramica deriva dal greco “kéramos”, argilla, con cui impropriamente si tende a classificare gli oggetti di uso quotidiano, ma la ceramica – di fatto – è quella con cui vengono prodotti piastrelle e sanitari. Tutto ciò che, invece, ruota intorno alla tavola è un derivato dalla ceramica, che cotta con altri elementi in forno dà origine a composti differenti, come la terracotta o coccio e la maiolica, o quelli a pasta compatta come il grès e la porcellana.
Lavorazione della ceramica, photo Taylor Heery.
La ceramica dal neolitico al medioevo
La ceramica è conosciuta fin dalla preistoria: le prime tracce di vasellame risalgono al Neolitico, al Giappone dell’XI millennio a.C. In Occidente la ceramica arrivò intorno al III millennio a.C. Tutti conosciamo le ceramiche greche, i vasi a figure rosse e a figure nere, quella produzione che da Atene arrivò in Magna Grecia e in Etruria.
Cifra dell’Impero Romano d’Occidente è la ceramica a rilievo detta “terra sigillata”‘, che rimase in uso fino alla caduta dell’impero. È con il XIII secolo che nell’Italia centrale si sviluppano i maggiori centri di produzione: Orvieto, Siena e Faenza. Il XV secolo segna una svolta nell’estetica, mentre il Settecento porta all’introduzione del caolino e di ceramiche dure simili a quelle cinesi.
Piatti e tazze in ceramica e in porcellana, photo Brooke Lark.
La storia della porcellana
La porcellana è infatti un particolare tipo di ceramica, che si ottiene da impasti con presenza di caolino, feldspato. Un tipo di lavorazione sconosciuto per lungo tempo in Occidente ma che nasce in Cina durante la dinastia Tang (618 al 907). Nei secoli successivi tale lavorazione divenne una vera e propria arte: basti ricordare le opere riconducibili alla dinastia Ming (1368-1644) e Qing (1644-1912).
Vasi della dinastia Ming.
A raccontare la porcellana agli occidentali fu per primo Marco Polo, nel XIII secolo, ma la composizione di quello che veniva chiamato “oro bianco” rimase a lungo segreta. L’importazione era destinata alle case più lussuose, e fu incentivata dal diffondersi in Europa dell’abitudine di sorbire tè, caffè o cioccolata in tazza. Tanti i tentativi di imitazione in Occidente ma è solo nel Settecento che la produzione di porcellana in Europa diventa realtà.
Porcellane famose
La produzione della porcellana francese ha origine a Chantilly dove, nel 1730, il Duca di Borbone stabilì una manifattura. Nel 1738 artigiani provenienti da Chantilly fondarono la manifattura di Sèvres, presso Chateau de Vincennes, che riforniva la casa Reale e che visse un’epoca d’oro quando si rinvennero depositi di caolino nella regione di Limoges. Ai Borbone si deve anche la tradizione della porcellana in Italia: nel 1738 Carlo di Borbone avvia l’eccellenza della Real Fabbrica di Porcellana di Capodimonte.
Statuine in ceramica della Real Fabbrica di Capodimonte, oggi esposte nel Museo e Real Bosco di Capodimonte, photo courtesy Museo e Real Bosco di Capodimonte.
Allo stesso periodo data la nascita, a Sesto Fiorentino, della Manifattura di Doccia, su progetto del marchese Carlo Ginori: un successo che durerà oltre un secolo, fino a quando l’azienda venne acquistata dal milanese Richard, dando vita alla Richard-Ginori.
Servizio tavola in porcellana Oriente Italiano di Ginori 1735.
A sinistra, la lavorazione alla manifattura di Sèvres, photo courtesy Sèvres Manifacture Nationale; a destra, Tazze e piattini da tè in Bone China di Colchougn, photo Rodolfo Marquez.
L’Inghilterra ovviamente non fu da meno: qui nacque un nuovo tipo di porcellana, di incredibile bianchezza e traslucenza, detto Bone China, tuttora alla base di marchi prestigiosi come Royal Worcester, Coalport e Royal Crown Derby. Ancora Russia, Danimarca e ovviamente Germania, dove tutto ebbe inizio, con la prima scoperta della porcellana, avvenuta a Dresda.
Servizio da tè Blu in porcellana Eschenbach Bavaria, photo Maria Lupan.
L’industria
L’ultima, grande svolta si ha con l’industrializzazione, quel passaggio che ha consentito a tanta porcellana di arrivare nei grandi magazzini, e da lì sulle nostre tavole a prezzi non eccessivi.
In questo senso vale la pena ricordare che le tazze prodotte in serie si distinguono da quelle decorate a mano osservando il modo in cui è dipinto il manico: se fatto a mano il decoro non presenta interruzioni, mentre quelli industriali non seguono tutta la sua forma, lasciando una striscia incolore. In ultimo, marchio e tipologia di materiale sono impressi sotto il piatto. Sempre uno sguardo in più, quindi, prima dell’acquisto.
Nel dettaglio, il manico di una tazza a produzione industriale, photo Richard Dressere.