mani su radiatore

Impianto autonomo di riscaldamento – come sceglierlo

di Gaia Mussi.

Diverse tipologie, tecnologie di ultima generazione e una spiccata sensibilità green, guardando al futuro.

In un impianto autonomo di riscaldamento – a differenza dell’impianto centralizzato che prevede un unico generatore di calore per un intero edificio – ogni appartamento ha una propria caldaia e un sistema di distribuzione, erogazione del calore e termoregolazione. Un esempio? La caldaia installata in cucina, con un insieme di tubature che distribuisce l’acqua ai termosifoni e termostato per regolare il funzionamento del sistema.

Nei vecchi impianti centralizzati, invece, la caldaia era una sola per tutti, ma molto spesso lo era anche il sistema di regolazione del caldo e l’accensione dell’impianto, con conseguente grande spreco di energia. Quindi, un impianto si definisce autonomo proprio per la sua indipendenza.

Le tecnologie disponibili per realizzare un impianto autonomo sono diverse, anche in termini di termoregolazione. Infatti, al di là di quale sia l’impianto, il consiglio è quello di optare per cronotermostati evoluti o termostati Smart, che permettono di regolare la temperatura in modo puntuale.

disegno impianto

Impianto autonomo tradizionale: caldaia e radiatori

L’abbinamento caldaia e radiatori è sicuramente il più diffuso nelle case italiane, la cui efficienza non è sempre delle migliori. Se non si vuole o non si può affrontare una spesa importante per il rifacimento dell’impianto, è comunque possibile agire sul sistema di riscaldamento esistente.

La cosa più importante è verificare la caldaia ed eventualmente sostituirla con un nuovo modello a condensazione più efficiente, per il quale è possibile ricorrere anche alle detrazioni fiscali come l’Ecobonus. Ne sono un esempio la caldaia murale ecoTEC Plus VMW di Vaillant, con un elevato livello di efficienza energetica, utilizzabile per riscaldamento e produzione di acqua calda e con possibilità di regolazione da remoto tramite Smartphone. O ancora, il top di gamma Ariston, la caldaia Alteas One Net, in classe A+ e con controllo vocale.

ecoTEC Plus VMW di Vaillant – vaillant.it
caldaia murale

Per quanto riguarda i radiatori, invece, è possibile migliorarne la gestione mediante le valvole termostatiche (obbligatorie nei condomini con gli impianti a controllo centralizzato), che permettono una regolazione del caldo stanza per stanza. Attenzione anche allo stato dei radiatori esistenti, che con il tempo, la ruggine e una scarsa manutenzione possono creare problemi e ridurre di molto l’efficienza dell’impianto.

Se la manutenzione di un tecnico specialista non è sufficiente, però, si possono sostituire con moderni radiatori, dal design più accattivante, ma soprattutto più efficienti. Per farsi un’idea di come possono essere oggi i termosifoni, è sufficiente sfogliare i principali prodotti di Cordivari Design, come la linea Tessuto, che ha vinto diversi riconoscimenti per il proprio design. Sostituire i termosifoni è un intervento poco invasivo e, a meno che non si debbano aggiungere nuovi radiatori o ci siano problematiche sulle tubazioni di distribuzione dell’acqua, si sfrutta l’impianto esistente.

Linea Tessuto di Cordivari Design – cordivaridesign.it
radiatore bagno stretto lungo

Le alternative “green” alla caldaia: pompa di calore o caldaia a biomassa?

La pompa di calore e la caldaia a biomassa sono alternative sostenibili alla caldaia a gas. Nel caso della pompa di calore, si sfrutta l’energia presente nell’aria, nell’acqua di falda o nel terreno, mentre la caldaia a biomasse utilizza come combustibile elementi quali pellet, legna e cippato.

Un esempio di caldaia a biomassa, è Vitoligno 300-C, la caldaia a pellet Viessman, con una tecnologia di combustione innovativa, caricabile sia manualmente che tramite un sistema automatico di aspirazione. Per quanto riguarda la distribuzione del calore, una caldaia a biomassa può essere utilizzata per riscaldare dell’acqua che circola nei termosifoni o, anche, in un impianto a pannelli radianti.

La pompa di calore, invece, funziona ad energia elettrica (per questo viene spesso abbinata al fotovoltaico) e lavora in modo efficiente riscaldando l’acqua ad una temperatura contenuta. Un esempio è la pompa di calore aria-acqua Estia R32 di Toshiba, in classe A+++ e di dimensioni compatte. Se non si vogliono eseguire i lavori necessari a realizzare un impianto radiante, però, si rischia di compromettere l’efficienza della pompa e, quindi, o si sceglie una pompa di calore aria-aria con split o si verifica che i termosifoni esistenti siano adeguati a lavorare a temperature inferiori a 70°.

In caso contrario, come già detto, si possono sostituire con nuovi modelli in grado di funzionare efficacemente a temperature inferiori. Nella maggior parte dei casi, sono in alluminio. O ancora, è possibile installare una pompa di calore ad alta temperatura, perfetta per sostituire la vecchia caldaia, come il modello Daikin Altherma 3 h HT-F.

Altherma 3 h HT-F di Daikin – daikin.it
pompa di calore interno

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