Molto noto tra gli addetti ai lavori e forse poco conosciuto al grande pubblico, Luigi Caccia Dominioni è stato un Maestro del design italiano e tra i più autorevoli portavoce, con la sua attività di architetto e urbanista, di un’intera generazione di progettisti attivi nella ricostruzione di Milano nel Dopoguerra.
Nato nella città meneghina il 7 dicembre 1913, si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico dove incontra, ancora studenti, quelle personalità che contribuiranno all’affermazione del Made in Italy come i fratelli Castiglioni, Ernesto Nathan Rogers e Marco Zanuso.
Nel 1936 subito dopo la laurea apre il primo studio professionale insieme ai fratelli Livio e Pier Giacomo Castiglioni con cui partecipa a vari concorsi e alla VI e VII Triennale di Milano, presentando soluzioni innovative nel campo dell’allestimento di mostre e nella progettazione industriale, come il famoso radioricevitore 547.
Radio 547, disegnata assieme a Livio e Pier Giacomo Castiglioni, Phonola, presentata alla VI Triennale di Milano del 1940.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale e il trasferimento obbligatorio in Svizzera per non aver aderito alla Repubblica di Salò, riprende l’attività progettuale nel 1946 con l’apertura del proprio studio in uno degli appartamenti nello storico palazzo di famiglia in piazza Sant’Ambrogio, da lui stesso riprogettato dopo i bombardamenti.
A sinistra, servizio di posate Caccia, disegnate insieme ai fratelli Castiglioni, Alessi, 1938 e rieditato nel 1990 in acciaio inossidabile. A destra, sedia T12 Palini, disegnata assieme a Achille e Pier Giacomo Castiglioni, 1960, Premio Compasso d’Oro.
Nel 1947 fonda assieme a Ignazio Gardella e Corrado Dell’Acqua la “Azucena”, ditta di produzione artigianale creata per raccogliere e produrre in serie limitata gli arredi da loro disegnati destinati agli edifici da loro stessi progettati. Prendono vita così una serie di mobili che hanno scritto la storia del design italiano in cui si combinano la tradizione borghese e l’abitare contemporaneo, i materiali freddi e industriali con il tessile, estetica e praticità.
Arredi Azucena, poltrona ABCD, Lampada Monachella, Poltroncina Catilina, Pouf Cilindro e lampade Imbuto
Poltroncine Catilina, Azucena, 1958, fotografate nello studio di David Chipperfield ph. Robert Rieger
Azucena si afferma come punto di riferimento di un classicismo moderno che punta su oggetti dalle linee pulite ed essenziali unite ad una manifattura di altissima qualità, eredità che B&B ha voluto preservare con l’acquisizione del brand nel 2018 e riproponendo sul mercato i “classici moderni” disegnati dall’architetto a partire dalla fine degli ani ’40.
Lampada Monachella, Azucena, 1953
A sinistra, lampada imbuto, Azucena, 1953. A destra, lampada Base Ghisa, Azucena, 1953, ph. Federico Clavarino
Tutti i lavori sono accomunati da un grande rigore che ritroviamo sia nella grande scala dell’architettura e degli interni sia in quella più piccola degli oggetti di tutti i giorni. Quest’ultimi, ricercati ed eleganti, si scoprono poco alla volta come se dovessero essere contemplati prima di essere utilizzati e per questo molto apprezzati da una committenza borghese e da architetti e designer che li hanno riportati, in tempi recenti, al centro dell’attenzione di un pubblico sempre più vasto e meno esclusivo.
Tavolo Fascia Specchiata, Azucena, 1970
Poltrona Chinotto, Azucena, 1973
Gli anni del Dopoguerra lo vedono impegnato in diversi progetti legati all’edilizia urbana, contribuendo in modo decisivo alla ridefinizione architettonica di Milano dopo i bombardamenti. Tra i più celebri l’edificio in piazza Sant’Ambrogio, gli edifici in corso Italia e la riqualificazione di Piazza San Babila.
Casa Caccia Dominioni, Piazza Sant’Ambrogio, 1947-49, Milano, ph. Filippo Romano
A sinistra, edificio residenziale in Corso Monforte, 1963-1964, Milano, ph. Filippo Romano. A destra, riqualificazione Piazza San Babila, 1966, Milano
Nel 2015 riceve la Medaglia d’Oro alla carriera dalla Triennale di Milano per il suo contributo oggettivo alla definizione stessa di design italiano e dell’originalità dei suoi contenuti.
Luigi Caccia Dominioni si spegne a Milano nel 2016 all’età di quasi 103 anni.
Divano e poltrona Toro, Azucena, 1973
Nell’immagine di copertina, ritratto di Luigi Caccia Dominioni