di Evi Mibelli.
“Non saprei dire da cosa derivino le forme e i colori che ognuno di noi sceglie. Credo che oltre a essere il risultato dell’esperienza siano qualcosa di innato, come la tua scrittura” – Nanna Ditzel.
Chi era questa straordinaria progettista, che ha portato una sferzata di innovazione, e creatività, al rigoroso e misurato design danese (quello di Hans Wegner, Børge Mogensen Kaare Klint, Paul Kjærholm, Arne Jacobsen)? La sua opera segna, insieme a Finn Juhl cui s’ispira, e a Verner Panton cui si sente affine, un autentico salto concettuale, dove leggerezza, raffinatezza e seduzione ridisegnano i contorni degli oggetti quotidiani.
Nanna Ditzel, nata Hauberg, nasce il 6 ottobre del 1923 a Copenhagen. Compie il suo apprendistato come ebanista alla Richards School di Copenhagen e, successivamente alla Scuola di Arti Applicate dove si diploma nel 1946. Nello stesso anno sposerà il suo compagno di corso Jørgen Ditzel, con il quale intraprenderà una ricca attività progettuale comune. Come da tradizione ha una solidissima formazione artistico-artigianale, aspetto peculiare del design nordico, dove la qualità esecutiva e la bellezza camminano di pari passo con un’idea di società moderna e democratica.
VITA SOFA, 1951. Originariamente disegnato per SØREN WILLADSEN. Prodotto da Getama Danmark
Creare spazi e ambienti ben arredati e funzionali è il compito che un designer deve saper assolvere. Per tutti, senza distinzioni. Dal maestro Kaare Klint – padre del severo funzionalismo danese – apprende l’amore per il dettaglio esecutivo, lo studio meticoloso delle caratteristiche dei materiali, delle proporzioni del corpo umano e delle esigenze funzionali del fruitore.
Ma lo fa in una chiave completamente nuova. Non forme ortogonali e squadrate, bensì forme tondeggianti e avvolgenti. “Per me è sempre stato abbastanza naturale usare forme tonde. Tutti facevano quadrati ed eravamo, io e Jørgen, annoiati da questa forma limitante. Alla fine in Natura non c’è nulla di quadrato e la Terra è una sfera”.
Ditzel Lounge Chair, 1953. Produzione Fredericia Furniture
La singolarità delle proposte del duo Nanna e Jørgen Ditzel è che non tradiscono il principio per cui la funzione determina la forma. Semplicemente, la forma cambia senza rinunciare alla funzionalità. Si fanno conoscere partecipando a numerose esposizioni nazionali e internazionali (tra cui diverse Triennali dove ricevettero meritati riconoscimenti). Propongono arredi e complementi perfettamente inseribili in piccoli spazi, dotati di dettagli e versatilità d’uso sorprendenti. Ispirandosi forse al fatto di vivere, per primi, in un appartamento di soli 45mq.
A sinistra, Ring Chair, 1958. Produttore originale Poul Kold. Prodotta da Getama Danmark; a destra la Collezione Sisu tessili d’arredo, 1955. Prodotti da Kvadrat
Nanna Ditzel si spinge oltre e guarda agli spazi in modo non convenzionale. “L’idea di avere delle sedute articolate su livelli differenti è nata perché Jørgen ed io discutevamo spesso della possibilità di trovare soluzioni arredative diverse da quelle tradizionali. Contammo tutte le gambe di sedie e mobili presenti nel nostro soggiorno: erano 50. Salimmo sul tavolo da pranzo e tutto ci apparve in modo completamente nuovo: si poteva usare l’altezza dello spazio, ovvero non più metri quadri, ma metri cubi”.
L’occasione, per mettere in pratica questa intuizione, fu la mostra allestita presso la galleria d’arte Winckel & Magnussen, nel 1952 a Copenhagen. Venne presentato un interno “senza gambe”. Gli arredi tradizionali scompaiono, lasciando il posto a morbidi e ampi gradoni componibili di gommapiuma, rivestiti con tessuti colorati.
A sinistra, collezione arredi per bambini Trisser, 1962. Prodotto da SNEDKERGAARDEN THEM A/S; a destra, Photo Brahal Fotografi
Questo salto concettuale darà vita a un ulteriore passaggio: sfruttare il soffitto. Nasce per esempio, nel 1957 la Egg Chair in midollino, la prima poltrona pensile sospesa mediante catena e moschettone di fissaggio (prodotta anche da Bonacina), nobile anticipatrice della più nota Ball di Eero Aarnio del 1964.
Hanging Egg Chair, 1959, design Nanna and Jørgen Ditzel. Prodotta da SIKA-Design A/s
Nanna Ditzel sfrutta questa nuova prospettiva anche per l’arredo destinato all’infanzia. Ha un approccio innovativo, curioso, capace di muoversi agilmente così come farebbe un bambino in una stanza. Gli spazi per il gioco sono luoghi in cui sperimentare nuove sensazioni e l’occasione per capire che esiste anche la dimensione dell’altezza.
Nulla è scontato, i mobili sono oggetti con cui giocare. Basti pensare allo sgabello Trisser: “Un oggetto leggero che può rotolare o formare una costruzione altissima. Solo alla fine è uno sgabello o un tavolino, perché i bambini si muovono, giocano, ammucchiano oggetti, ma non si siedono quasi mai”.
Nella primavera del 1963 si tenne a Copenhagen, una esposizione di giocattoli per l’infanzia. Nanna Ditzel allestì una costruzione fatta di gradoni e cubi che terminava con una parete sui cui arrampicarsi. Scrisse a proposito di questo allestimento, il grande Poul Henningsen: “Nanna Ditzel ha introdotto qualcosa di insolito ed eccitante come la terza dimensione nella vita dei bambini. Il mondo appare decisamente diverso visto dall’alto. Chissà forse uno dei bambini che ha giocato e si è arrampicato su questa struttura diventerà architetto”.
A sinistra, culla su rotelle Lulu, prodotta da Kolds Savværk, 1964. Un arredo che è al tempo stesso un gioco. A destra, dalla collezione per l’infanzia Trisser, Nanna Ditzel declina l’idea in chiave di arredo per la casa e i locali pubblici. In foto Nanna Ditzel su Triss Bar Stool, 1963
Cambia anche l’approccio al colore. Mentre il design scandinavo ricorre alla tradizionale naturalezza del legno, Nanna Ditzel apre a cromie potenti, audaci, brillanti. Segna uno spartiacque tra un prima e un dopo del design danese. Attraverso il colore – che sperimenterà anche nello studio e progettazione dei tessuti d’arredo, nell’oggettistica e nei complementi – apre all’ironia, alla vitalità, alla luminosità pur nel rispetto del rigore formale nordico. Ne deriva un linguaggio personalissimo che la avvicina concettualmente e formalmente alle visionarie provocazioni di Verner Panton.
In alto a sinistra, Nanna Ditzel sulla CHILL WICKER LOUNGE CHIAR, 1961; a destra, Madame Wicker Easy Chair 1951. Prodotti da Sika-Design A/S. Produzione
Nel 1962 perderà prematuramente Jørgen, ma la sua carriera continuerà costellata di successi, riconoscimenti, premi e mostre a lei dedicate in tutto il mondo. Collabora con le più prestigiose aziende danesi, tra cui Fredericia Furniture, Fritz Hansen, Kvadrat, PP Mobler, Georg Jensen e Royal Copenhagen. La “First Lady of Danish Furniture Design”, come fu definita da gotha internazionale del settore, lascerà la sua inestimabile eredità creativa il 17 giugno 2005.
In copertina, Nanna Ditzel con il marito Jørgen Ditzel (Archivio Nanna Ditzel)