Il 17 ottobre 1905 nasceva Franco Albini, uno dei più importanti e rigorosi architetti italiani del XX secolo aderente al Razionalismo italiano. Un progettista completo, la cui produzione che spazia dall’urbanistica all’interior design, dall’arredamento fino agli allestimenti museali, garantisce sempre la presenza di coerenza logica ed un rigore costruttivo che si esprime in elevatissimi livelli estetici. Dopo essersi laureato nel 1929 al Politecnico di Milano, si forma nello studio di Gio Ponti per poi aprire il proprio pochi anni dopo, occupandosi principalmente di progetti architettonici a Roma, Milano e Genova.
Fondazione Albini, Milano.
Dagli anni ’40, Albini inizia ad occuparsi di industrial design realizzando diversi prototipi e pezzi unici prodotti successivamente dalle più importanti aziende italiane quali Cassina, Poggi, Arflex e Bonacina. Esempio lampante e sintesi della contemporaneità del pensiero di Albini è la libreria Veliero, realizzata inizialmente nel 1940 come pezzo unico per la sua casa milanese.
Più che libreria è una scultura aerea, vera e propria sfida costruttiva dove i piani in vetro sono sospesi tramite un sistema di tiranti e i libri sembrano letteralmente galleggiare nello spazio. Un’espressione della costante ricerca di Albini fra creatività e nuove tecnologie, che lo vedono come precursore del design high-tech.
Dal 2011 Cassina ripropone la libreria Veliero risolta negli aspetti strutturali ma mantenendo inalterati i valori di leggerezza e trasparenza del modello originale.
Libreria Veliero (1940), riedizione Cassina dal 2011.
Dettaglio libreria Veliero.
Nel 1953 Albini disegna l’iconico Cicognino, una sorta di animale domestico, un tavolino con una gamba che si allunga e diventa collo-becco/manico. Albini lavora sull’astrazione, riducendo l’oggetto a tre semplici elementi: un piano d’appoggio contornato da una lamina di legno che lo rende vassoio e tre sottili gambe, una delle quali si prolunga ad un’altezza tale da permettere un agevole spostamento del tavolino.
Cicognino (1953), riedizione Cassina dal 2008.
Franco Albini lavorò alla poltroncina Luisa per quasi quindici anni, arrivando alla versione definitiva nel 1955, prodotta dalla ditta Poggi di Pavia e Compasso d’Oro nello stesso anno. Una sintesi formale che vede seduta e schienale come due piani geometrici sospesi su una sottile struttura di legno: un oggetto senza tempo fatto di pura materia e tecnica. Dal 2008 la poltroncina Luisa fa parte della produzione I Maestri di Cassina, insieme ad altri arredi disegnati dallo stesso designer.
Poltroncina Luisa (1955), riedizione Cassina dal 2008.
La leggerezza visiva ricorrente nella progettazione di Franco Albini si ritrova nel tavolo TL3, disegnato nel 1953 per l’azienda Poggi e poi rieditato da Cassina nella versione rotonda e rettangolare. Il tavolo sembra essere quasi sospeso, sorretto da gambe affusolate e distanziali metallici che alleggeriscono il peso strutturale. Nell’edizione rivisitata da Cassina sono stati aggiunti i piani in vetro che rendono la struttura ancora più eterea.
Tavolo TL3, versione rotonda, Cassina.
Tavolo TL3, versione retttangolare, Cassina.
Dopo la guerra Albini sperimenta materiali semplici e di basso costo, come il vimini e il midollino, disegnando la poltrona Margherita per l’azienda Bonacina, tutt’ora in produzione. Una poltrona avvolgente e dalle dimensioni generose, composta da 60 canne di giunco d’India e un cuscino in gommapiuma. All’avanguardia rispetto ai tempi, la poltroncina Margherita è la prima poltrona senza gambe del design italiano.
Poltrona Margherita (1950), produzione Bonacina.
Per quanto riguarda il mondo degli imbottiti, Albini sfrutta al massimo le potenzialità della gommapiuma nella collaborazione con l’azienda italiana Arflex. La poltrona Fiorenza, messa in produzione dal 1952, è il re-design di una poltrona che Albini realizzò in pochi esemplari di produzione artigianale. Una poltrona molto comoda e dal design contemporaneo che sorregge e avvolge il corpo come un guanto, utile per la conversazione, lettura e il riposo.
Poltrona Fiorenza (1952) produzione Arflex.