Da Istanbul a Barcellona passando per Milano. Classe 1992, Bora Cebecioglu è un product designer specializzato in design del mobile. I suoi progetti spiccano per semplicità e funzionalità e vantano sempre un tocco creativo, che permette di introdurre elementi unici anche in brief apparentemente scontati.
Bora Cebecioglu
Affascinato dalla cultura italiana per il design, a 18 anni si trasferisce dalla Turchia all’Italia, per studiare Design del Prodotto Industriale al Politecnico di Milano.
L’immersione negli studi e il contatto con prestigiosi marchi d’arredamento della Brianza lo avvicinano al design del mobile; disciplina che approfondisce grazie alle successive collaborazioni con numerosi studi di design e architettura e che oggi è diventata il pilastro portante del suo studio indipendente, BOCE studio.
Render di ‘Ready’, calorifero multifunzionale per il bagno (2020)
Dopo un master in Product Design (Domus Academy), si trasferisce a Barcellona, dove si occupa di design del mobile, design d’interni e render 3D.
Accanto ai numerosi clienti internazionali, mantiene un rapporto privilegiato con l’Italia, dove ha partecipato agli Isola Design Awards, dello scorso anno, dove si è qualificato nella categoria ‘Smart Living and Mobility Design’ con ’Ready’, un calorifero multifunzionale che sfrutta i vapori della doccia per stirare i vestiti.
Sviluppato in origine per un altro concorso, il progetto è diventato uno dei capisaldi del suo portfolio.
Schizzi per la realizzazione di Ready
Com’è nato il concetto per Ready?
Il brief dell’altro concorso richiedeva un oggetto Smart e futuristico. Ho riflettuto sulle necessità delle persone e in particolare su come ottimizzare le risorse e le abitudini nell’ambiente del bagno.
Mi sono accorto che, oltre all’acqua, c’è un’altra risorsa a cui non pensiamo mai: il vapore. Sfruttando una tecnologia come quella dei deumidificatori c’è la possibilità di recuperarlo, ma la domanda era: cosa farne?
Diagramma del funzionamento di Ready
Volevo che il prodotto non si limitasse a recuperare una risorsa inutilizzata ma che contribuisse anche a migliorare la vita delle persone. Ho riflettuto sulla frenesia della società contemporanea, in cui siamo sempre di fretta, e mi sono detto: perché non sfruttare il vapore per stirare i vestiti?
Sono serviti ulteriori ritocchi, perché ovviamente non andava bene che la macchina funzionasse solo dopo essersi fatti la doccia. Così ho immaginato che potesse servire anche da calorifero, che è un oggetto che comunque occorre nel bagno.
Vista del tavolo in legno Half (2020)
In che modo il lavoro su questo progetto riflette il tuo metodo come designer?
In realtà uso approcci diversi a seconda del tipo di progetto a cui sto lavorando. Nel caso di Ready, il 90% del lavoro è stato di ricerca e di riflessione sulle modalità d’uso, mentre l’aspetto creativo è rimasto in secondo piano e non è stato dei più intriganti.
Credo ci sia una grande differenza nel lavorare con un brief che ti pone delle limitazioni piuttosto che su un progetto indipendente, dove si può dare libero sfogo alla creatività.
Schizzi per lo sviluppo della lampada Early Rose, prototipo in via di sviluppo con la collaborazione con Llerta Project (2021)
Personalmente, mi piace alternare entrambi gli approcci: a volte è bello fare le cose a modo proprio e creare qualcosa che rifletta davvero la propria personalità e le proprie idee. Ma può essere altrettanto interessante lavorare con regole che ti spingono a riflettere su come migliorare un prodotto.
La lampada Early Rose, la cui sagoma si ispira a foglie e fiori
C’è un progetto che pensi rifletta meglio degli altri la tua personalità come designer?
Al momento sto lavorando al prototipo per una lampada da tavolo, EarlyRose. È un progetto molto personale. In questo caso, mi sono basato esclusivamente sulla mia ispirazione, osservando soprattutto la natura.
Faccio sempre tante foto, e spesso le idee arrivano da sole, quando non sto pensando a nulla. Mi lascio ispirare dalle forme che mi circondano. In questo caso, ho pensato ai fiori e alle foglie e ho iniziato a fare schizzi su schizzi: è così che mi piace ragionare sui progetti, e alla fine ho trovato questa sagoma che sembra uno stelo circondato da foglie.
Il divano Mala, con la sua originale intersezione tra struttura e rivestimento (2020)
Un altro tema che mi appassiona molto è la progettazione dei divani. È molto difficile trovare approcci alternativi per questo tipo di prodotto e la gente sembra non apprezzarli. Mi dà sui nervi vedere che molte persone finiscono per spendere un sacco di soldi per dei divani che non hanno nulla di speciale!
Sono convinto che si possa giocare molto sulle forme e sui materiali, come ho fatto nel mio divano Mala, dove c’è un effetto vedo/non-vedo tra la struttura in metallo e l’imbottitura. In futuro mi piacerebbe lavorare con aziende che sappiano accogliere questo tipo di originalità.
Progetto di design d’interni per un appartamento di Barcellona, dove il designer ha abbinato pezzi Cassina con una lampada Foscarini
Hai in cantiere anche altri progetti?
Vorrei dedicarmi soprattutto alla crescita del mio studio. Ho iniziato mentre seguivo altri progetti, ma vorrei potermici dedicare a tempo pieno, trovare nuovi clienti e consolidare il mio brand nel campo del design d’interni.
Nel mio lavoro di design del mobile, mi sono ritrovato spesso ad adattare i miei progetti al mood degli interni. Nella mia pratica, vorrei collegare meglio queste due discipline e riuscire a trasmettere un’immagine che mi rappresenti: colori caldi, naturali ma con uno stile che sia anche elegante.
In copertina, un progetto di design d’interni per una sala da pranzo in un appartamento di Milano, dove il designer ha sfruttato una palette di colori neutri e pezzi unici tra cui il suo Half Table