di Valia Barriello.
Un lavoro scrupoloso, attento, a tratti artigiano, costituisce il modus operandi di Federico Angi, progettista milanese. La sua passione per il design si scorge nella cura dei piccoli dettagli.
Soppesare a lungo un’idea, cercare l’azienda adatta, scegliere materiali e colori, costruire il modello per poi seguire il prototipo, studiare l’angolazione delle foto e l’impaginazione del catalogo. Nessuno di questi passaggi viene delegato ma accompagnato. La genesi di ogni nuovo oggetto è simile a una gestazione ed è proprio questo particolare “sentire il progetto” che rende Federico Angi uno tra i più interessanti designer del panorama contemporaneo.
Beep Beep, tavolino – sgabello per Abet Laminati, design Federico Angi
Parlaci del tuo progetto più recente per Abet Laminati, esposto all’ ADI Design Museum all’ultimo Salone del mobile.
Il progetto in questione è Beep Beep, un oggetto multifunzionale e adatto sia come tavolino basso, sia come sgabello, disponibile in una gamma di colori accuratamente scelta dall’ampio catalogo di Abet Laminati. L’idea alla base della collezione è quella di utilizzare i laminati plastici come rivestimento flessibile di superfici morbide.
Il risultato è un prodotto semplice ma al tempo stesso molto elaborato, che appare diverso in ogni sua angolazione. Il contorno nero che marca lo spessore del laminato, vissuto normalmente come un “limite”, diventa elemento estetico che sottolinea il gioco di contrasti tra superfici piane e curve, caratterizzando la forma dell’oggetto ed accompagnandone i movimenti.
Beep Beep, tavolino – sgabello per Abet Laminati, design Federico Angi
Due anni senza Salone del Mobile, quanto ha influito questa battuta di arresto per i designer soprattutto dal punto di vista delle relazioni professionali?
Le relazioni che nascono durante le fiere sono fondamentali, credo fortemente nel rapporto tra persone e non dimentichiamo che l’industria è fatta da persone. Conoscere nuovi committenti e comprendere quali direzioni intendono prendere sul mercato è molto importante.
Sono però più interessato a capire come interagiscono le persone con i prodotti e come questi ultimi si relazionano con gli ambienti. Trascorriamo sempre più tempo a casa, circondati da oggetti, e credo sia ancora più significativo progettare la relazione che si instaura tra oggetto e ambiente.
Acquarello, set di vasi per Cappellini, design Federico Angi
Viene spontaneo chiederti: che rapporto hai con lo spazio in cui lavori?
Lo spazio in cui lavoro è diventato negli anni fisicamente molto importante, è arredato con campioni dei miei progetti, schizzi e prototipi di prodotti ancora da realizzare. Non ho mai aspettato una commessa da qualcuno per fare una cosa, per cominciare una ricerca. Mi sembra che le cose funzionino così un po’ per tutti oggi, ovvero doversi inventare delle occasioni.
Bollo, ciotole e vassoi per Ichendorf, design Federico Angi
Sono ossessionato dal disegno delle cose, dal come sono fatte e perché, quindi alla fine non è complicato, è forse proprio per questo che ho bisogno di vivere con i miei prototipi. Un buon progetto non dovrebbe mai richiedere troppa attenzione, ma avere comunque una presenza imponente all’interno una stanza e al tempo stesso essere semplice ma distintivo.
Trapezio, prototipo lampade a sospensione, design Federico Angi
Trapezio, dettaglio del portalampada
Raccontaci del tuo metodo di lavoro, del tuo processo creativo.
(Ride). Innanzitutto, sono uno di quei progettisti che hanno bisogno del proprio tempo, oserei direi quasi “lento”. Mi pongo sempre mille quesiti prima di iniziare un nuovo progetto e se valga la pena introdurlo sul mercato. Da lì in poi il mio processo creativo si divide in più fasi.
Postmark, giocattolo in legno per 100% TobeUs, design Federico Angi
Di solito inizio con la ricerca di cosa c’è là fuori, di come funzionano le cose, le aziende e il mercato alla quale proporrò nuove soluzioni. Partono così le prime idee e i primi schizzi, i modelli di studio, per poi arrivare a prototipi su prototipi in qualsiasi materiale. Polistirolo, carta, legno, tessuto basta che sia utile a capire a pieno le reali intenzioni del mio progetto. Il passaggio finale è una presentazione digitale supportata da disegni tecnici e modelli fisici in scala.
Iperbole, collezione sgabelli e panche per Atipico, design Federico Angi
Ad oggi cosa rifaresti e cosa cambieresti del tuo iter professionale?
Tutte le esperienze fatte fino ad ora hanno contribuito a formarmi professionalmente, compresi gli errori, quindi non cambierei nulla. Lavorare a stretto contatto con gli artigiani e le aziende mi permette di imparare costantemente; è un processo lungo e faticoso ma molto stimolante. Sono alla ricerca di persone che si affidino a me per investire nel progetto e quindi nella qualità del prodotto finito.
Typha, serie di tavoli per Vela Srl, design Federico Angi
Federico Angi, foto di Alberto Strada Typha; a destra il tavolo Typha per Vela Srl