Una passione per il design che l’accompagna fin da bambina, quando trascorreva le giornate nel sobborgo parigino di Saint-Antoine. Nata e cresciuta a Parigi, Alice Emery è una delle designer emergenti di Belgium is Design. Approda al design dopo una formazione come ceramista ed ebanista, le cui solide basi tecniche le offrono un punto di partenza ideale per un diploma all’ENSAV- La Cambre (Bruxelles).
Nelle sue creazioni combina una forte attenzione per dettagli e materiali – tipica della lavorazione artigianale – con un interesse per i procedimenti industriali.
Alice Emery
Non mancano i riferimenti al passato e in particolare all’Art Deco e a designer come Charlotte Perriand e Sory Yanagi: sono state proprio le loro opere che negli anni della formazione l’hanno ispirata a diventare una designer. Oggi, a 26 anni, raggiunge il suo obbiettivo: infatti è stata selezionata per esporre al Salone Satellite 2021 con WBDM (Wallonie and Bruxelles Design Mode). In quell’occasione ha presentato Orion, una scrivania sospesa che crea una nicchia raccolta per il lavoro con una fibra ottica incastonata che genera punti luce.
La scrivania Orion
Com’è nato il progetto di Orion?
Si tratta di una storia divertente: un vicino di casa aveva comprato una scrivania senza gambe e l’aveva montata a muro. Ho pensato che fosse un’ottima idea ma mi sono detta che la superficie era troppo piccola per poterci lavorare comodamente. L’anno precedente invece avevo realizzato una replica della toletta Morel di Jacques Émille Ruhlmann; si tratta di un tipico pezzo Art Deco, con impiallacciatura in ebano Macassar e dettagli in ottone.
Orion è nato da una fusione di queste due idee: ho ripreso lo stesso legno della toletta e ho scelto una forma ad arco perché volevo un oggetto che fosse confortevole e avvolgente mentre si lavora. Ma è stata una sfida trovare le dimensioni giuste. Ci sono stati dei momenti in cui non ero sicura di come sarebbe uscito il progetto; ma quando alla fine ho riguardato il mio primo schizzo era proprio un cerchio con una linea nel mezzo. Piuttosto accurato!
Schizzi preparatori per la realizzazione di Orion
Nel tuo design fai riferimento ad alcuni precedenti storici come J. E. Ruhlmann e l’Art Deco. Cosa trovi più interessante nel guardare passato? Secondo te, quali principi sono ancora rilevanti per la pratica di oggi?
Ho scoperto J. E. Ruhlmann quando studiavo a Tournai, in Belgio. Trovo che il suo uso dell’impiallacciatura e delle curve Art Deco sia incredibilmente armonioso e raffinato. Già negli anni ’20 lui realizzava mobili in serie nel suo laboratorio: vuol dire che c’era già l’idea di un modello che potesse adattarsi a bisogni ed esigenze diverse.
In generale, penso che guardare al passato sia importante per tutti. Prendiamo i mobili in stile Luigi XV o Napoleone III: possono non piacere, ma non si può fare a meno di rimanere sbalorditi dalla qualità della tecnica e degli assemblaggi. Le invenzioni di allora sono in uso ancora oggi. Quegli artigiani avevano trovato soluzioni destinate a durare nel tempo e credo che noi designer di oggi abbiamo l’ambizione di fare la stessa cosa: trovare idee che segnino un cambiamento cruciale nel modo di concepire un mobile, un oggetto o uno spazio.
Schizzi per la replica della toletta Morel, realizzata come progetto per il diploma in ebanisteria all’Institut Saint-Luc de Tournai (Belgio). A destra: un pezzo originale degli anni ’20.
Sei molto giovane ma già coinvolta in eventi di levatura internazionale. Come ti senti a muovere i primi passi nel mondo del design? Quali sono le principali sfide che affronti come designer emergente?
Mi ricorderò sempre quando ho ricevuto l’e-mail che confermava la mia partecipazione al Salone Satellite: non mi sono mai commossa tanto! Sono sempre stata una studentessa mediocre e ho faticato parecchio durante miei studi. Ma quando ti senti dire “buon lavoro” dalla Milano Design Week allora sai di avercela fatta! Al momento la mia grande sfida è far pubblicare Orion. Mi sento dire spesso che sono troppo giovane per essere pubblicata, ed è davvero frustrante! Ho ricevuto molti feedback positivi sul mio pezzo ma purtroppo non ho i mezzi per poterlo promuovere adeguatamente né per poterlo produrre in serie.
Polo, una seduta portatile in pelle e legno è un altro progetto presentato al Salone Satellite
E per il futuro? Che altri progetti hai in cantiere?
Mi sono data l’obbiettivo di progettare una collezione di mobili, in modo da mostrare al pubblico cose nuove e possibilmente organizzare una mostra. Ci sto ancora lavorando. Nel frattempo, sono coinvolta in un bel progetto con alcuni amici di Bruxelles: stiamo creando insieme un laboratorio tessile chiamato TextileLab. Anche se siamo ancora nelle fasi iniziali, siamo già aperti al pubblico: ci proponiamo di aiutare studenti e progettisti nella loro pratica, offrendogli uno luogo adatto a sperimentare. C’è una grave carenza di spazi dove avere a disposizione i macchinari industriali per realizzare i prototipi (a meno di non chiamare direttamente i produttori). E per chi sta iniziando può essere molto difficile trovare posti adatti senza spendere una fortuna.
Per maggiori informazioni – Alice Emery
La designer in laboratorio durante la realizzazione di Orion