di Federica Capoduri.
Marta Sansoni, architetto e designer fiorentina, lavora utilizzando in tutti i suoi progetti un linguaggio decorativo sensibile, curato nei dettagli, spesso ispirato da elementi naturali.
Uno stile posato che è anche composto di elementi contrastanti; linee rigide alternate a segni dolci, spigolosità e dolcezza, rigore e poesia. Ha realizzato numerosi progetti di architettura d’interni per abitazioni private, negozi, ristoranti, wine-bar e uffici in Italia e all’estero. Per Alessi, tra i più vitali marchi nel settore cool-casalingo, ha realizzato sia famiglie di prodotti che singoli oggetti, alcuni dei quali esportati in illustri design store internazionali.
Alcuni pezzi della serie Cactus! per Alessi, linea di accessori per la tavola in acciaio, presente anche nei design store del MoMA di New York, al Museum of Contemporary Art di Chicago e al Milwaukee Art Museum
L’efficace collaborazione con Alessi inizia grazie a un concorso, da cui sei emersa. Che rapporto è nato?
Il rapporto, da quel lontano 1990, è continuato con lo stesso Alberto Alessi, in modo più o meno diretto. Alberto personalmente si occupa della selezione dei progetti, insieme al suo staff, e decide quindi anche se una tipologia di oggetto può essere vincente sul mercato.
Negli anni, riuscire a realizzare un nuovo progetto per quest’azienda è stato sempre più difficoltoso, un percorso in salita, con tanti stop. Il mercato è saturo e l’azienda ha dovuto anche ristrutturarsi. Rimane per me il successo indiscusso della mia storia e la mia perseveranza che mi porta, periodicamente, a presentare loro nuove idee.
Fior d’olio, degustaolio, per Alessi
Oliette, portabottiglia per olio, per Alessi
Quanto ti gratifica progettare per la tavola?
Moltissimo, adoro gli oggetti in genere e anche quelli “esibiti” in tavola che spesso non sono solo funzionali ma fortemente estetici e decorativi. Per fare un esempio pratico: la mia oliera Pasqua per IVV è affascinante anche per portare un fiore.
Pasqua e Peony, poesie di vetro, per IVV
Bunny, poesie di vetro, per IVV
Overnight, poesie di vetro, per IVV
Overlight, poesie di vetro, per IVV
D’altronde l’estetica e la delicatezza è parte di tutta la tua serie per IVV, in vetro. Materiale versatile e nelle tue corde, come l’acciaio?
L’acciaio è legato alla produzione classica alessiana; più in generale m’interessano tutti i materiali perché proprio le loro specifiche tecniche ed estetiche consentono di spaziare in molte direzioni. Amo molto anche il vetro borosilicato che è quel tipo di vetro con cui sono stati realizzati i miei progetti per IVV. Materiale quasi inconsistente, leggerissimo seppur resistente, trasparente come acqua di sorgente.
Power tools: trapano, smerigliatrice angolare e lucidatrice, per Stayer
A fianco della tavola è interessante la gamma per Stayer: trapani, smerigliatrici, lucidatrici. Un campo sottotraccia, forse un po’ trascurato dalla grande massa di designer. Tu come lo annoveri?
Il design ormai è ovunque in ogni settore, magari è meno glamour e chi lo realizza è meno pubblicizzato, ma esiste. Per me progettare questo tipo di oggetti è stata un’esperienza fantastica.
Quando per “W. Women in Italian Design” alla Triennale di Milano, Silvana Annichiarico ha scelto di esporre il mio trapano, ha sottolineato con intelligenza come anche un trapano contiene il “Design” di eccellenza e come una donna designer possa trattare con successo un oggetto-utensile da lavoro in un settore assolutamente maschile.
My Head Is a Jungle, ceramica bianca, smalti, oro – smalto sintetico, 7 pezzi + 2 prove d’artista, per Raw-Less ceramica d’autore
Altri progetti per settori extra-ordinari?
Di recente ho disegnato una maniglia per camper e per furgoni di un’azienda importantissima a livello mondiale, la Lippert Components. Devo dire che mi è piaciuto molto evadere in questo campo, così come ho amato progettare la penna Cage, in edizione limitata, per Visconti.
Tengo a citare anche il progetto Raw-less, curato con Alessio Sarri, sulle ceramiche d’autore. Riporto ciò che ho espresso sul volume dedicato a questa “insolita” raccolta di pezzi: “Mi sembra che la terracotta vada bene per esprimere l’essere umano e la rappresentazione di sé, fatta di argilla, di sabbia, di polvere, di fragilità. Qui, la terra cruda e grezza diventa altro: forma, pensiero, idea, parola, poesia. Dalla bocca voglio che escano parole come fiori gentili, dalla testa pensieri come germogli nuovi, idee come freschi virgulti, arboscelli pimpanti… connessioni spontanee, intima unione di un dominio creativo”.
Alcuni interni, curati dal punto di vista architettonico e di design
Tornando all’ordinario: nel tuo portfolio si nota subito l’uso pressoché totalizzante del bianco, quasi firma progettuale.
Giusta osservazione. Il bianco, che utilizzo molto negli interiors, al di là della forza espressiva, ha una spiegazione nel “controllo” che devo avere di quello che caratterizza non solo gli spazi progettati ma tutta la mia esistenza. Attraverso il monocromatismo, che nel caso dal bianco si fa ancora più estremo, passa la mia volontà di controllare tutto.
Bianco Solo, serie limitata di oggetti, autoproduzione
Un esempio cromatico e progettuale è appunto Bianco Solo, in serie limitata e con un preciso linguaggio comunicativo.
La collezione è stata un progetto poetico di oggetti di art-design, a cavallo tra il design e l’arte, quindi non mirata necessariamente a una collocazione sul mercato ma piuttosto a una comunicazione. In quel momento ho avuto la necessità di esprimermi attraverso un segno delicato, evocativo e poetico in una “autoproduzione” di oggetti, quindi con l’aggiunta di un valore particolare. Fatto da me, per me. Anche se in comunicazione verso gli altri.
Maggio, lampada per Studio Italia Design
Come ha influenzato la tua attività questo momento storico di crisi e limitazioni?
Il periodo è stato molto fecondo da un punto di vista creativo. Le limitazioni portano sempre a sviluppare grandi capacità di soluzione. Certamente le aziende verso le quali i progetti di design sono mirati, ne hanno fortemente risentito, con tutte le conseguenze negative. Tra queste c’è stata soprattutto la mancanza di coraggio di sviluppare nuovi prodotti.
Mateglacè, glacette cilindrica con decoro-impuntura matelassé, per Alessi
A proposito di coraggio: anni fa hai fatto parte del CID – Consiglio Italiano del Design. Cosa vorresti dire oggi, alle Istituzioni?
Era il 2007 ma direi esattamente le stesse cose di allora, condivise da tutto quel meraviglioso gruppo coinvolto nel progetto, che purtroppo fu breve quanto quel governo (il Consiglio era organo consultivo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali).
Le istituzioni, a eccezione dell’allora Ministro Rutelli e di qualche illuminato e colto assessore, purtroppo non ascoltano chi ha un senso estetico e poetico (oltre che ovviamente relativo a una “funzione”) che potrebbe mitigare lo squallore delle periferie urbane, degli arredi urbani, della sistemazione delle aree pubbliche. Un vero peccato che un paese così bello, con creativi fantastici, scivoli spesso nell’orrore e nella sciatteria.
Marta Sansoni – martasansoni.com
Marta Sansoni ritratta con la penna Cage, per Visconti
Nell’immagine di copertina, A, alzata con contenitori, serie poesie di vetro, per IVV