Piccola guida per rinvasare le piante
di Marta Meggiolaro.
Siamo nella stagione giusta per occuparci dei rinvasi delle nostre piante: il trasferimento in un nuovo vaso è a tutti gli effetti un trasloco e va reso il più confortevole possibile. Ecco allora cinque semplici passi che vi permettono di scoprire come rinvasare le piante in maniera corretta.
Il rinvaso è necessario sia quando la pianta ha bisogno di nuovo spazio per crescere, sia quando il terriccio è esausto
Il momento giusto per rinvasare
Il momento propizio per le operazioni di rinvaso è prima della ripresa vegetativa delle piante, ma non preoccupatevi troppo se siete andati troppo in là con i tempi: le piante in vaso, proprio per la specificità della loro coltivazione, possono sopportare anche rinvasi più in là nel tempo. Se rinvasate quando è già iniziata la fioritura, mettete in conto che lo stress del rinvaso potrebbe causare la perdita di qualche fiore e foglia.
In generale, il rinvaso va effettuato non appena si porta una pianta a casa, se il vaso di coltivazione è già palesemente troppo stretto, e poi ogni due anni al massimo, e ha come scopo il fornire lo spazio adeguato all’apparato radicale della pianta, che anno dopo anno si espande fino a premere contro le pareti del contenitore.
Altri indizi da cui capiamo che è arrivato il momento del rinvaso sono l’uscita delle radici dai fori di drenaggio, quelli sul fondo del vaso, o deformazioni del contenitore che indicano l’elevata pressione delle radici. Il rinvaso si rende necessario anche quando il terriccio è ormai esausto e non riesce più a fornire alla pianta né il supporto né il nutrimento adeguato.
Controllare l’apparato radicale ed eliminate le radici marce o secche. Con le dita, delicatamente, rompete la zolla
Come scegliere il vaso giusto
Di solito è sufficiente passare a due tagli maggiori di vaso: ad esempio, se partiamo da un vaso 17, cioè che misura 17 centimetri di diametro, possiamo passare a un vaso 21. Su questo però è necessario farsi consigliare a seconda del tipo di pianta: alcune infatti hanno uno sviluppo rapido e conviene passare subito senza paura a taglie più grandi, come le graminacee; altre invece, come le piante grasse, hanno uno sviluppo lento e si trovano meglio più “costrette”.
Alcune piante, come gli Agapanthus, hanno uno sviluppo radicale ampio, e quindi hanno bisogno di grandi vasi larghi e profondi. Altre si sviluppano più in profondità che in larghezza e quindi vanno bene vasi alti e stretti. Sono tutti consigli che il vostro giardiniere o il vostro vivaista di fiducia possono darvi.
Il primo strato, che va sul fondo, deve consistere in ghiaia, cocci o argilla espansa, che aiuteranno il drenaggio e l’ossigenazione all’interno del vaso
Lo strato drenante
Un aspetto che non va assolutamente tralasciato per le piante che mettiamo a dimora in vaso è lo strato drenante sul fondo, che permette all’acqua di irrigazione di defluire verso i fori, mantenendo le radici lontane dal contatto, e di ossigenare anche il fondo.
L’eccessiva umidità e compattezza del terriccio, infatti, possono provocare asfissia o marciumi radicali che portano la pianta a morire. Per realizzarlo basta porre sopra ai fori di drenaggio dei cocci di vaso rotti, ghiaia o argilla espansa. Non occorre che sia uno strato molto alto: tre, quattro centimetri sono sufficienti.
In commercio ci sono ottimi terricci universali, ma per alcune famiglie di piante più che per altre è importante fornire il substrato pensato appositamente per le loro caratteristiche ed esigenze
Usare sempre un terriccio specifico
In commercio oggi troviamo terricci specifici per ogni famiglia di piante. Potrebbe passare per una trovata commerciale, ma non lo è. I terricci sono progettati e sviluppati per dare il giusto apporto nutritivo e il giusto substrato a ogni famiglia di piante.
Facciamo un esempio: le acidofile, come ortensie e rododendri, hanno bisogno un terriccio con pH acido, come dice il loro stesso nome, quindi è assolutamente indicato acquistare il terriccio specifico per farle prosperare. Le nuove formulazioni contengono anche sostanze particolari come i concimi a lenta cessione, che rilasciano nutrimenti a lungo, le micorrize, che aiutano le radici, e altri elementi che trattengono l’umidità aiutando a mantenere la corretta idratazione della pianta.
Dopo aver collocato la pianta al centro, riempite lo spazio col terriccio e premete bene per fare in modo che non restino buchi
Segui la procedura
Dopo aver creato il fondo con il materiale drenante, aggiungete qualche manciata di terriccio nuovo. Togliete le piante dal vecchio alloggiamento, e con le mani rompete delicatamente la zolla a cui è avvinghiato l’apparato radicale, avendo cura di non rompere le radici.
Questo è il momento buono per guardare la vostra pianta e verificarne lo stato di salute: controllate la pagina inferiore delle foglie, che sia libera da parassiti, e le radici: quelle secche o marce possono essere eliminate, usando un coltello perfettamente pulito (e che poi dovrete lavare, con candeggina, possibilmente). A questo punto inserite la zolla nel nuovo contenitore, al centro, e riempite lo spazio intorno con il terriccio nuovo.
Lasciate due centimetri fra il punto in cui si trova il colletto della pianta – che non deve essere interrato – e il bordo superiore del vaso, in modo che quando innaffierete l’acqua non tracimi dall’orlo e scenda invece in profondità. Finita questa operazione, irrigate con abbondanza: in questo modo il terriccio si sistemerà al meglio, si schiaccerà, e avrete modo di rimboccarlo dove vedrete buchi e dislivelli. Buon lavoro!