Il protagonista è Emmanuel Babled, nato in Francia nel 1967: dopo aver studiato all’Istituto Europeo di Design di Milano, dove si è laureato in Industrial Design nel 1989, nel 1992 ha fondato a Lisbona lo studio Babled Design per lavorare in modo indipendente.
Dal 1995 Babled ha sviluppato articoli in vetro e stoviglie, oggetti di lusso per il mercato della moda, edizioni limitate e pezzi unici, collaborando con prestigiosi produttori e ottenendo riscontri anche tra istituzioni pubbliche e private, fiere d’arte, musei – dal MoMa di NewYork al Musée des Arts Décoratifs di Parigi – e gallerie in tutto il mondo – Nilufar di Milano, per fare un solo esempio – che nel corso degli anni hanno esposto i suoi lavori.
“Il nostro design è esplorativo, creativo e giocoso. Il modo in cui lavoriamo ha molte somiglianze con il processo artistico, quindi è naturale per noi unire arte e arredamento e allo stesso tempo sfidare i confini tra i due”, ha dichiarato Emmanuel Babled.
Installazione Prime Matter Photoboot di Babled Studio, Milano, Palazzo Litta, photo Ruy Teixeira
Nel 2019, durante l’ultima design week di Milano, Babled Design ha allestito con le sue creazioni più recenti l’installazione Prime Matter Photoboot in una location prestigiosa, Palazzo Litta. Sul mezzanino dello scalone d’onore ha quindi fatto bella mostra di sé una nuova edizione del tavolino Quark, caratterizzato dall’uso di materiali completamente naturali e sostenibili prodotti in Portogallo.
l’illuminazione è stata affidata a Pulse, una lampada ideata in base a un progetto “Doppia Firma” con Simone Crestani. Sempre nell’ambito dei punti luce, si sono potute ammirare Digit – proposta per la prima volta in una nuova versione di 50 cm di diametro – e Supernova in marmo di Carrara, con il suo incredibile spessore di soli 3 mm. Infine, una versione sperimentale con base in sughero ha arricchito la sedia in marmo Easy Chair, sviluppata dalla società svedese Offecct. Ma vediamo più nel dettaglio i singoli progetti.
Easy Chair di Babled Studio, prodotta da Offecct
Cominciamo dalle sedute. Easy Chair, ispirata a una precedente creazione di Babled che in un primissimo momento l’aveva pensata in marmo, ha una forma organica dalle linee fluide che richiamano all’idea di un morbido guscio destinato ad accogliere il corpo, invitandolo a rilassarsi ma allo stesso tempo offrendo la possibilità di osservare tutto l’ambiente circostante visto che la poltroncina può ruotare di 360 gradi sopra la sua base rettangolare, che può essere in sughero come quella presentata a Palazzo Litta.
Quark di Babled Studio, particolare
Se Easy Chair è stata pensata in particolare per spazi pubblici, Quark Cork è un tavolo basso che da solo può dare carattere di tutta una stanza: quello presentato nel 2019 è realizzato in sughero e anche in questo caso a guidare il progetto vi sono forme fluide e organiche che si avvicinano a quelle di una scultura (non vi vengono in mente le opere di Hans Arp?). Le precedenti edizioni combinavano invece materiali quali plexiglas, bronzo e rame, in un metodo sempre finalizzato a ottenere un tavolo monolitico unico.
Supernova di Babled Studio
Tra i pezzi iconici di Babled Design vi è senza dubbio Supernova, un paralume capace di rendere leggero e aereo il marmo di Carrara: il suo baricentro, che suggerisce l’idea di un “equilibrio magico”, è stato calcolato grazie a un complesso algoritmo su cui si sono basati gli scultori che hanno potuto creare un lampadario sottilissimo con l’impiego di una fresa robotizzata di nuova generazione.
A sinistra, Digit, Pulse, Quark di Babled Studio, Milano, Palazzo Litta, photo Ruy Teixeira. A destra, Pulse ed Easy Chair di Babled Studio, Milano, Palazzo Litta, photo Ruy Teixeira
Pulse di Babled Studio e Simone Crestani, particolare
Sembra invece trascendere dalla materia pesante Pulse, una lampada da terra che riesce a sposare un’idea di Emmanuel Babled con le capacità tecniche nella lavorazione del vetro di Simone Crestani, il quale per realizzarla ha fatto uso del borosilicato. Le energie di entrambi si sono concentrate nella ricerca dei migliori strumenti e tecnologie per ottenere una bolla contemporanea dalla superficie “vibrante” che sale lungo un alto fusto racchiudendo un’innovativa sorgente LED in grado di diffondere la luce uniformemente attraverso tutta la lampada.
A sinistra, Digit di Babled Studio. A destra, Easy Chair di Babled Studio, prodotta da Offecct
Richiama invece le particelle elementari della materia, con le sue forme simili a un agglomerato di molecole, Digit, ispirata alla cultura pop degli anni Sessanta e che, pur essendo composta da sfere di vetro soffiato a mano a Murano, si distanzia nettamente dallo stile delle antiche vetrerie veneziane con cui Emmanuel Babled ha collaborato a lungo in passato. La perfetta combinazione delle sfere, che si sfiorano appena l’una con l’altra come se galleggiassero in aria, è ottenuta grazie all’uso di una raffinata tecnologia informatica che consente di ottenere un effetto di disposizione casuale.
Le sfere bianche diffondono una luce morbida che si riflette su quelle scure – Digit viene realizzata in diverse dimensioni e può essere personalizzata in vari colori – dando vita a un’illuminazione originalissima e allegra.
L’esposizione milanese è stata anche l’occasione per presentare una futura piattaforma, primematter.net, un progetto che si concentrerà su “materiali, processi e ambienti sociali, e promuoverà, condividerà e venderà progetti realizzati con una produzione e un design sostenibili come alternativa alla produzione di massa, unendo il patrimonio artigiano alle tecnologie digitali”, come dichiarano da Babled Design. Tutti i progetti di Babled Design possono essere scoperti sul loro sito.
Emmanuel Babled
Nell’immagine di copertina, installazione Prime Matter Photoboot di Babled Studio, Milano, Palazzo Litta, photo Ruy Teixeira