Il design è tornato e questi otto oggetti cult lo dimostrano.
Dal tavolino anni Cinquanta alla poltrona-fagiolo must dei Settanta: macro o micro che sia, un pezzo iconico può da solo risolvere l’arredo in una stanza. Ne abbiamo scelti otto che hanno segnato la storia del design, dai fabulous Fifties al pop degli anni Settanta e Ottanta (ma ce ne sono alcuni pure degli anni Venti). Talmente belli che paiono disegnati ieri. Attenzione: potreste innamorarvene! Consiglio utile, prima di correre in negozio passate dalla vecchia zia, non si sa mai.
1 – Musica al cubo
Era il 1963 e Richard Sapper e Marco Zanuso ebbero un’intuizione incredibile, una radio compatta e portatile, leggera, dai colori pop: nasceva radio.cubo di Brionvega. Non esiste casa che non l’avesse, quindi cercate bene in soffitta. Potreste ritrovarla davvero (e pure funzionante), ma se così non fosse radio.cubo ha una versione nuovissima, con batteria ricaricabile e bluetooth – brionvegaradio.it
Radio.cubo TS522 D di Brionvega
2 – Non resta che allungarci
Quando la si vede la tentazione di sdraiarcisi è inarrestabile: è Lc4 di Le Corbusier del 1928, resa celebre da Cassina nel 1965. ‘La’ chaise-long, per eccellenza. Mettetevi il cuore in pace, se qualcuno dei vostri parenti la possiede non se ne separerà. Fortunatamente per voi è ancora in vendita – cassina.com
Chaise long LC4 di Le Corbusier, Pierre Jeanneret, Charlotte Perriand, Collezione Cassina I Maestri (ph©DePasquale+Maffini)
3 – La poltrona-fagiolo
Forse non agilissima nella seduta, Fracchia docet, ma la poltrona Sacco di Zanotta è uno dei simboli degli anni Settanta. Anatomica, con all’interno palline di polistirolo espanso ad alta resistenza: è lo stravolgimento del concetto di poltrona, nata nel 1968 dalla creatività di tre giovani designer torinesi, Piero Gatti, Cesare Paolini e Franco Teodoro. Il suo più grande fan? Schultz dei Peanuts. Se non l’avete, è ancora (ampiamente) sul mercato in versione monocrome, printed ed ecogreen. Per maggiori dettagli – zanotta.it
Poltrona Sacco di Zanotta, design Gatti, Paolini e Teodoro, disponibile anche in versione Medium e Small
4 – M’illumino d’immenso
Il suo braccio mobile è ispirato al movimento delle canne dei pescatori: è la lampada Tolomeo di Artemide, disegnata da Michele de Lucchi con Giancarlo Fassina nel 1986. Potreste ritrovare la classica bianca da tavolo, ma se siete dei veri cultori oggi c’è Tolomeo Maxi: una super lampada da terra, in grado di illuminare qualunque ambiente – artemide.com
Lampada Tolomeo di Artemide, disponibile in versione da tavolo o in versione maxi a stelo
5 – In trasparenza
Pare un po’ difficile che venga relegata a oggetto in disuso, chi ce l’ha se la tiene stretta, non foss’altro che è uno dei pezzi di design più esposti al mondo. Ghost di Fiam la trovate infatti anche al Moma Di NewYork. Disegnata nel 1987 da Cino Boeri è solo apparentemente fragile: è fatta di uno spessore di vetro modulato di 12 cm e può sorreggere fino a 150 kg. Se la amate ma non potete permettervela c’è anche la sua versione mini da scrivania – fiamitalia.it
Mini Ghost di Fiam, versione miniaturizzata della classica Ghost
6 – Una seduta d’arte
Wassily Kandisky ne chiese una per il suo appartamento e a questo deve il suo nome. La sedia Wassily, meglio nota come B3 di Knoll, venne disegnata nel 1925 da Marcel Breur, ed è in assoluto una delle più famose degli anni Settanta con il suo tubolare in acciaio ispirato ai telai delle biciclette. La più diffusa è nera, ma oggi si trova in tantissimi colori. Se l’avete in casa mettetela in bella mostra – knoll.com
Poltrona Wassily di Knoll, design Marcel Breuer
7 – Design-à-porter
Da lontano sembra più un oggetto d’arredo che un complemento funzionale. Parliamo di Juicy Salif di Alessi, disegnato nel 1988 da Philippe Stark. In realtà è un semplice spremiagrumi, ma il Museo di Modern Art di New York lo ha elevato ad oggetto cult: non chiudetelo in un cassetto! – alessi.com
Spremiagrumi in alluminio Juicy Salif di Alessi, design Philippe Starck
8 – Fifties-mood
A guardarlo dall’alto ricorda l’elica di una nave, grazie al suo incrocio di legni e al piano in vetro. Il tavolino D. 552.2 venne disegnato da Giò Ponti negli anni Cinquanta per l’azienda newyorkese M. Singers & Son, e destinato al mercato americano. Oggi è rieditato da Molteni&C, ed è davvero un pezzo pregiatissimo. Perfetto per le nostalgiche di Happy Days – molteni.it
Tavolino D. 522.2 disegnato da Giò Ponti e distribuito da Molteni & C
Nell’immagine di copertina, poltrona Ghost di Fiam, in vetro curvato da 12 mm, design Cini Boeri