Una formazione internazionale tra Melbourne e Madrid e un profondo amore per la sua cultura di origine: questa la formula alla base del successo di Alvin Tjitrowirjo, designer indonesiano a capo dell’omonimo studio AlvinT di Jakarta. Fondato nel 2006, lo studio si occupa di design di interni, direzione artistica e ha anche lanciato un proprio marchio di mobili.
A destra: lo specchio e divisorio Statua e la sedia in legno Ruu. A sinistra: un render della sedutaHaera.Foto: Instagram @alvint_id
La formula vincente? Un ritorno alle origini. In un mondo dove l’identità culturale dei luoghi (e degli oggetti) tende ad appiattirsi sempre di più, lo studio si propone di riscoprire la ricchezza della tradizione indonesiana basando la propria produzione su materiali e manodopera locali.
I colori e gli intrecci dell’artigianato tradizionale vengono riadattati e reinterpretati secondo i canoni del design contemporaneo. Materiali poveri, dal forte carattere artigianale vengono combinati con una sensibilità estetica contemporanea in un delicato equilibrio tra tradizione e modernità. Alvin Tjitrowirjo ci offre uno sguardo sulle sfide che affronta per rimanere fedele alla sua filosofia.
La seduta Buhana, progettata per potersi sedere anche sul fianco.Foto: Instagram @alvint_id
Quali sono secondo te i maggiori punti di forza dell’artigianato indonesiano in relazione al design contemporaneo?
La cultura indonesiana è sempre stata per me un’importante fonte di ispirazione. Questa cultura ha saputo tradursi anche in forme artigianali. Trattandosi di un paese agrario, gli oggetti fatti a mano, il senso della natura e le piccole imperfezioni trasmettono un senso di umanità. Specialmente al giorno d’oggi, con lo sviluppo dell’automazione e della tecnologia, interpreto spesso il mio lavoro come un richiamo all’epoca d’oro dell’artigianato, quando le mani avevano un ruolo molto importante non solo nel creare le forme ma anche nell’infondere cura, amore, emozioni, tradizione negli oggetti che si realizzavano.
Dettaglio degli intrecci artigianali del rattan. Foto: Instagram @alvint_id
Come gestisci la relazione tra design e artigianato nella tua pratica?
È stato sempre un rapporto di amore e odio. È amore quando vedi da dove proviene il materiale, come si è sviluppato, qual è il suo contesto… È molto interessante anche vedere come le persone hanno lavorato questo materiale per centinaia di anni. D’altra parte è terribile vedere come anche le persone del posto non sappiano apprezzare le proprie risorse naturali.
Diamo tutto per scontato, lasciamo che i contrabbandieri esportino illegalmente i nostri materiali migliori mentre alle manifatture locali rimangono solo quelli di seconda scelta. Ci sono poche produzioni di qualità disposte a collaborare coi designer locali. Inoltre abbiamo un sacco di problemi di plagio o altre infrazioni di tipo etico. Nel settore del design ci sono un sacco di problemi che compromettono la sostenibilità delle aziende che vi lavorano e delle nuove iniziative.
Schizzi per la seduta Bria. Foto: Instagram @alvint_id
Quando progetti un interno, quali sono gli elementi chiave che ti permettono di dar forma al progetto?
Sono sempre molto attento a come si comportano le persone all’interno di un determinato spazio e cerco di capire a quali esigenze si debba rispondere e quale tipo di interazione si vuole creare. Progetto sempre gli spazi usando elementi di arredo, così da rispondere al meglio alle esigenze dei clienti.
Infatti nel mio studio realizziamo moltissimi pezzi su misura così da incoraggiare le persone a usare lo spazio in determinati modi. Ma il design può anche essere una strategia per comunicare i valori di un brand attraverso lo spazio, soprattutto nel caso dei bar o dei ristoranti. C’è un sacco di sperimentazione, che è la parte più divertente.
Due varianti cromatiche della seduta Khalla, realizzata in rattan e pelle intrecciata in.Foto: Instagram @alvint_id
Che cambiamenti ha portati la pandemia nel tuo lavoro?
Ci siamo dovuti adattare velocemente a metodi di lavoro online e con tutti che lavoravano da casa anche le dinamiche di lavoro collettivo sono cambiate e abbiamo dovuto trovare nuovi metodi per elaborare le nostre proposte. Tutti abbiamo dovuto imporci una maggiore auto-disciplina, trovare modi per stare motivati.
Ci sono molte sfide tra cui la mancanza di uno spazio di lavoro adeguato a casa, il wi-fi lento, l’assenza dei colleghi con cui condividere le idee… Abbiamo dovuto essere creativi nel risolvere queste problematiche.
Petal Lounge Chair. Seduta e dettaglio. Foto: Instagram @alvint_id
Che cambiamenti ti aspetti nel mondo del design nel lungo termine?
Uno dei principali cambiamenti che noto è la maggiore efficienza portata dalla tecnologia. Tutto ciò che è ridondante o poco sicuro come fiere o sfilate di moda sarà rimpiazzato da versioni digitali. Questo aprirà le porte e nuovi tipi di esperienza oltre a sfumare i confini tra il mondo fisico e quello virtuale.
Il problema è che in futuro ci sarà una sempre maggiore disparità tra un piccolo gruppo di privilegiati e un grande gruppo di non privilegiati. E con l’accrescersi delle problematiche legate al cambiamento climatico e ai problemi ambientali, il sistema capitalistico dovrà cambiare (almeno spero).
È un po’ difficile per me da spiegare, ma sento che avremo gravi problemi socio-economici in futuro. E questo è qualcosa su cui i designer dovrebbero iniziare a riflettere fin da ora.
Per maggiori dettagli – AlvinT
Alvin Tjitrowirjo e la seduta Haera.Foto: Instagram @alvint_id