Nell’entroterra romagnolo un suggestivo laboratorio di restauro diventa la chiave d’accesso per un mondo fantastico: ad attendervi una vecchia stalla ristrutturata con amore e competenza, in cui voliere ed altre realizzazioni – sospese tra dimensione onirica e concretezza reale – sembrano ricreare le atmosfere di Alice nel Paese delle Meraviglie. Stiamo parlando de La Bottega di Betti, laboratorio artigianale specializzato in falegnameria e restauro.
La Bottega di Betti vista dall’esterno
«Per noi è una passione quella che si passa da una generazione all’altra» racconta Lorena Cangini, che assieme al marito Maurizio Betti rappresenta la seconda delle tre generazioni che portano avanti la bottega. «Maurizio ha iniziato da bambino assieme a suo padre Pasquale, che si occupava di restauro per il comune di Rimini. Col tempo è diventato lui stesso artigiano e si è specializzato nel restauro della pietra» continua Lorena.
Mangiatoie per albero
Maurizio Betti è presente da anni nei più importanti cantieri dell’Emilia Romagna, con attività che spaziano dalla produzione di stucchi e gessi, a laccature e dorature di mobili, fino alla decorazione di pareti con trompe l’oeil e carte da parati dipinte a mano. «Di base, noi nasciamo come decoratori pittorici. Realizziamo ex-novo dipinti da parete o da soffitto. La nostra ispirazione arriva proprio da questi lavori, in cui spesso ci confrontiamo con apparati decorativi del ‘700 o dell’800» spiega Lorena.
Schizzi di Lorena per la realizzazione di mangiatoie per uccellini
Ma l’amore per gli animali e in particolare modo per gli uccellini li ha portati ad esplorare nuove possibilità con la realizzazione di nidi, voliere e altri oggetti dedicati agli animali e al giardino. Quest’attività è cresciuta parallelamente al loro impegno come decoratori ed è diventata sempre più importante. «Ci dà la possibilità di applicare le competenze della decorazione in oggetti più fantasiosi e creativi» racconta Lorena. «È iniziato tutto per caso: Maurizio aveva un uccellino domestico di nome Cippanico per cui ha costruito un nido e poi una mangiatoia. Poi ne abbiamo messa un’altra in giardino che si è subito popolata di uccellini di passaggio».
Voliera in legno
Una mangiatoia che funge anche da lampione
«L’idea delle mangiatoie e di dar da mangiare agli uccellini è una cultura che sta crescendo in Italia» spiega Lorena. «Specialmente durante la prima ondata di pandemia la gente finalmente si è accorta della natura. Anche in città come Milano, senza il rumore del traffico, si è finalmente sentito il canto degli uccellini e la città ha come svelato una seconda vita. Credo che adesso ci sia maggiore sensibilità verso la natura e più ascolto per questa dimensione».
Mangiatoia realizzata in bambù e compensato marino
Mangiatoia realizzata dal recupero di una scatola di latta e di una tazzina
I nidi e le mangiatoie sono realizzati con materiali di recupero: bamboo, noci di cocco, vecchie tazzine, scatole di latta, scarti di lavorazione del compensato marino. «Il recupero è essenziale» spiega Lorena. «Per noi è diventato quasi un gioco fare di ogni materiale che si trova un nido». Anche i gazzot (grandi sculture di passerotti in malta cementizia) sono realizzati con gli scarti di lavorazione delle attività di restauro di Maurizio. Il tutto senza sacrificare la qualità: molti dei prodotti per animali sul mercato non sono fatti per durare, mentre al centro della filosofia della bottega, rimane l’idea che gli oggetti debbano avere una lunga vita.
Gazzot, sculture in malta realizzate grazie agli scarti di lavorazione del restauro della pietra
Il Giardino di Necessità e dettagli di tegami e teiere dipinte
Una filosofia che si riassume in una massima di Lorena: «Diamo agli oggetti quello che vorremmo noi: una seconda possibilità». Nel Giardino di Necessità, vecchie pentole, tegami e teiere trovano nuova vita come vasi per piante. Recuperati da vecchi mercatini o salvati dalla discarica, questi vecchi oggetti vengono decorati con motivi ispirati alle carte da parati.
«Si tratta di una tradizione romagnola» spiega Lorena «chi non poteva permettersi un giardino, finiva per riutilizzare i vecchi utensili di cucina per metterci le piante; da qui la dicitura giardino di necessità, proprio perché nasceva dalla necessità di queste persone di poter comunque godere della presenza del verde. È un progetto importante per noi, perché accanto al recupero degli oggetti, rappresenta anche un recupero delle tradizioni».
Maurizio e Lorena Betti davanti alla loro bottega
Oltre al Laboratorio a Sant’arcangelo di Romagna, La Bottega di Betti accoglie i visitatori anche in un proprio spazio espositivo nel centro di Rimini, un’autentica Wunderkammer che raccoglie le incantevoli stranezze della loro produzione. Per maggiori info e dettagli – La Bottega di Betti
Nell’immagine di copertina, voliera artigianale pagoda