Secondo Andrea Pezzoli e Giulia Urcioli, architettura e design sono due ambiti che si compenetrano e che possono dare origine a una simbiosi creativa, come quella da cui scaturiscono le idee firmate da co.arch, la giovane agenzia nata a Milano nel 2012 per volontà dei due architetti.
In occasione dell’ultimo Salone Satellite di Milano Andrea e Giulia hanno presentato due soluzioni d’arredo dalle forme semplici e minimali, che uniscono praticità, linee geometriche e attenzione per i bisogni delle persone. Si chiamano Bou e Bulco e si tratta rispettivamente di un tavolo da bistrot e di una poltrona da lettura.
Il primo è dotato da una luce privata che crea un ambiente luminoso intimo e indipendente dalle altre fonti di luce della stanza; la struttura del tavolo è costituita da semiarchi rovesciati e pure la lampada è un semiarco che sembra voler fare un leggero inchino.
La poltrona Bulco è sorretta da uno scheletro in tondini metallici mentre la seduta è imbottita e rivestita in cotone o pelle; a questa si possono integrare una lampada personale e un piccolo tavolino che la rendono unica e in grado di creare un piccolo angolo tranquillo dove rilassarsi e leggere in tutta comodità.
Poltrona da lettura Bulco – co.arch studio
Nella vostra presentazione affermate di voler “creare spazi e oggetti che inneschino un cambiamento positivo nelle abitudini di chi li vive”: ci spiegate meglio cosa intendete per cambiamento positivo?
Siamo convinti che gli oggetti che ci circondano influenzino profondamente il nostro modo di relazionarci con lo spazio e con gli altri, quindi un oggetto di design, oltre ad assolvere la sua funzione primaria, può indurci a un comportamento virtuoso come ad esempio renderci più disponibili a conversare con gli altri o leggere o osservare quello che ci circonda.
Questo discorso si amplifica tantissimo nell’architettura e negli interni: concepire uno spazio è per noi un onore e una responsabilità perché col nostro lavoro possiamo intervenire direttamente nella vita delle persone.
Crediamo che non esista una separazione netta tra design, interni e architettura, sono tre ambiti che si intrecciano moltissimo. Alcune esigenze nascono dal progetto di architettura che implica uno studio di interni più dettagliato nonché spesso di oggetti speciali che permettano al progetto nel suo complesso di funzionare bene. Anche nel nostro caso è capitato di disegnare degli oggetti ad hoc per alcuni spazi e poi abbiamo deciso di trasformarli in prodotti.
Al Salone Satellite 2018 avete presentato Bulco e Bou, mentre la precedente collezione era BD15 Line: entrambe si basano su forme geometriche primarie, che trasmettono un senso di grande equilibrio e leggerezza. È questa l’idea che avete di design?
La geometria aiuta a comprendere e a descrivere la realtà. Pur non essendo presente in natura nessun solido platonico o nessun cerchio perfetto, queste forme sono secondo noi espressioni proprie dell’uomo e trasmettono, nel riconoscerle, un senso di serenità.
Nei pezzi di design che abbiamo disegnato abbiamo cercato di comporre gli oggetti con grande rigore geometrico, usando forme semplici e pure, pensando a una geometria che permetta all’oggetto di essere stabile impiegando meno linee possibili, e quindi meno materiale.
Le gambe che sostengono le nostre sedie o i tavoli sono piccole strutture wireframe che formano solidi o cristalli semplicissimi realizzati in tondino metallico, funzionali a sostenere piani in legno laccato rettangolari, quadrati o circolari.
Tavolo da bistrot Bou con una sedia da abbinare – co.arch studio
Quanto è importante per voi la funzione pratica quando si parla di complementi d’arredo di design?
La funzione pratica, che consideriamo primaria, è importantissima, ma crediamo che non sia il motivo per cui continuiamo a disegnare sedie, tavoli e luci. È necessario, pur mantendo ben presente la funzione principale dell’oggetto, cercare di andare oltre, immaginando di espanderne gli usi e le caratteristiche. Un oggetto che assolva bene la sua funzione ma che non comunichi nient’altro, che non abbia un valore aggiunto culturale, per noi è poco interessante.
Quali sono i materiali privilegiati per la realizzazione dei vostri oggetti?
Ci ispiriamo moltissimo alla tradizione dei maestri del design come Gio Ponti, Albini e Portaluppi, Castiglioni… Abbiamo iniziato a familiarizzare con i materiali più tradizionali come il metallo e i legno studiandone le possibili finiture più recenti come la verniciatura a sabbia opaca per il metallo, la laccatura o la verniciatura a poro aperto per il legno. Ultimamente stiamo sperimentando l’uso di materiali altrettanto tradizionali ma usati “fuori posto” come il vetro quadrettato o il terrazzo veneziano.
Poltrona da lettura Bulco – co.arch studio
Che rapporto avete con la tradizione da un lato e, dall’altro, con le tecnologie d’avanguardia?
Come dicevamo ci ispiriamo continuamente alla tradizione del design, ma pensiamo che il vero motore di questa disciplina sia l’innovazione, che non deve essere per forza solamente tecnologica o relativa alla produzione o allo sviluppo di materiali.
Crediamo infatti in piccole rivoluzioni copernicane, ad esempio con i nostri oggetti tentiamo di realizzare delle micro-architetture che ibridino più funzioni e più oggetti: ad esempio abbiamo disegnato dei tavoli che avessero già in sé la propria illuminazione, aggiungendo una lampada pivotante alla struttura delle gambe.
Nel caso della poltrona Bulco, poi, abbiamo notato che leggiamo sempre meno e ancor meno su carta, e quindi abbiamo deciso di creare un habitat ottimale per rilassarsi avendo a portata di mano tutti i comfort, come la luce o un piccolo piano di appoggio e studiato un’inclinazione di 100 gradi ideale per leggere.
Per la forma ci siamo ispirati al Messico, che è un paese incredibile e ricco di tradizioni, che amiamo e dove stiamo iniziando a collaborare con altri architetti. Abbiamo studiato le loro bellissime poltrone vernacolari che spesso non si sa neppure chi le abbia disegnate, sono fatte di materiali semplici e facilmente reperibili e diventano dei gusci che spesso costituiscono lo spazio privato di chi le usa.
Tutte le creazioni di co.arch studio possono essere richieste tramite il sito direttamente ai designer. La poltrona Bulco ha un prezzo di listino, senza accessori, di € 2.800, mentre il tavolino Bou costa € 800 (la lampada aggiuntiva € 280).
I prodotti e i progetti di architettura di Andrea Pezzoli e Giulia Urcioli sono presentati su coarchstudio.it.
Andrea Pezzoli e Giulia Urcioli
Nell’immagine di copertina, tavolo da bistrot Bou e poltrona da lettura Bulco – co.arch studio.