Joel e Kate Booy dichiarano di collocarsi tra industria e arte, hanno scelto l’Olanda come loro patria d’adozione e hanno battezzato il loro studio Truly Truly con l’intenzione di far comprendere immediatamente il loro desiderio di lavorare sempre con la massima correttezza nonché di tenere sempre a mente la fedeltà verso una peculiare visione del design. La loro carriera ha già visto una importante collaborazione con IKEA, per la quale hanno disegnato il sofà della collezione PS-2017 (sempre nel 2017 hanno partecipato al Salone Satellite di Milano), e le loro ricerche procedono a gonfie vele, come ci raccontano in questa intervista.
Sofà IKEA PS-2017, design Truly Truly
Joel e Kate: due australiani che hanno scelto di vivere e lavorare nei Paesi Bassi. Perché vi siete trasferiti a Rotterdam?
Ci siamo trasferiti in Olanda per entrare a far parte della scena del design olandese: è così creativamente vibrante e seducente che non abbiamo potuto resistere! Originariamente il nostro piano era di studiare qui per quattro anni e poi rimanere un anno e per vedere cosa poteva succedere. Ma siamo stati invitati a far parte della collezione PS di IKEA e abbiamo iniziato a lavorare con il Museo del tessile nei Paesi Bassi, selezionati da Hella Jongerius, quindi abbiamo deciso di fermarci qui. Rotterdam è la città olandese più simile a una città australiana: è la più multiculturale sia nella sua popolazione sia nell’offerta di cibo, si disloca attorno a un fiume.
Sistema di illuminazione Typography per Rakumba, design Truly Truly
Qual è il panorama del design in Australia?
Quando abitavamo lì eravamo dei graphic designer e quindi gravitavamo un po’ alla periferia di quel mondo, ma di recente siamo tornati in Australia e abbiamo trovato uno scenario stimolante. Produttori e designer non hanno paura di provare a fare l’impossibile: un buon esempio è il nostro sistema di illuminazione Typography che abbiamo realizzato con Rakumba. Abbiamo infatti disegnato un sistema su rotaia personalizzabile, e ciò ha significato progettare una tecnica di connessione totalmente nuova. Questo tipo di coraggio non esiste in molti altri Paesi.
Pitch Lights, design Truly Truly
Come siete riusciti a stabilirvi nel vostro Paese d’adozione? Avete autoprodotto i primi progetti o siete entrati immediatamente in contatto con le aziende?
Siamo entrati nella scena olandese iniziando come tutti gli altri: entrambi avevamo completato i nostri studi di design incentrandoli sulla progettazione grafica e sulla tipografia. Quando ci siamo trasferiti in Olanda, abbiamo conseguito una laurea per comprendere l’atteggiamento locale sul design, ma anche per avere una corretta competenza sui materiali e sul design industriale.
In questa fase abbiamo avuto la possibilità di conoscere molti produttori e già prima di laurearci, abbiamo incontrato IKEA; inoltre tutto il nostro lavoro ci ha spinti avanti. C’è una forte considerazione di sé tra i designer dei Paesi Bassi e qui non si ha paura di fare qualcosa che trae ispirazione dalle passioni personali.
Fuse Cabinet e Column, design Truly Truly
Quali sono le caratteristiche principali dei vostri progetti di design?
In particolare siamo molto concentrati sulla creazione di oggetti molto funzionali e lungimiranti: la caratteristica della funzionalità può sembrare ovvia, tuttavia in Olanda, dove c’è tanta libertà e creatività, a volte gli oggetti vengono fatti per esprimere un’idea o creare discussioni piuttosto che per soddisfare una funzione reale. A noi invece piace creare prodotti in grado di riflettere le nostre attitudini artistiche, ma che si integrino perfettamente negli ambienti domestici o di lavoro.
Glimpse, design Truly Truly
I tavoli Daze di Truly Truly nello stand Tacchini edizioni, ph. Andrea Ferrari
Di solito vi basate su semplici forme geometriche, scelte per esaltare il materiale con cui sono stati realizzati. È un effetto desiderato?
Spesso le forme degli oggetti che realizziamo sono guidate dalla “materialità” che vogliamo esprimere. Due oggetti molto geometrici che rappresentano questo concetto sono i tavoli Daze e gli specchi Glimpse: le loro forme sono infatti guidate dalla funzione e dalle espressioni che vogliamo ottenere dall’uso di determinati materiali.
Per i tavolini Daze, ad esempio, si possono notare aperture da cui fuoriescono variazioni di sfumature di colore: quest’effetto è dovuto al processo in cui sono realizzati, poiché sono verniciati a polvere e il secondo rivestimento viene applicato dall’interno verso l’esterno, facendo sì che la polvere elettrostatica si spinga oltre i bordi.
Per quanto riguarda il divisorio Glimpse, si tratta di una combinazione di vetro colorato e specchio unidirezionale: volevamo creare un oggetto che fosse visibile e speculare e allo stesso tempo dare colore a un ambiente.
Per fare ciò avevamo bisogno di più di uno strato di vetro e abbiamo cercato di mettere in evidenza i diversi piani del materiale facendoli riflettere in se stessi, quindi negli scaffali. Questo prodotto esprime anche il nostro desiderio di creare nuove tipologie di mobili: se lo immaginate vicino all’ingresso della vostra casa, fa da specchio mentre divide da un altro ambiente e allo stesso tempo è uno scaffale vero e proprio.
Levity Pendant, design Truly Truly
Ritratto di Joel e Kate Booy, ph. Michèle van Vliet. Immagine da frameweb.com
Nell’immagine di copertina, Collezione Daze, design Truly Truly, ph. Andrea Ferrari