smart working covid grafica

Design e lavoro dopo l’epidemia

Di Federica Mentasti.

Come cambieranno le nostre vite, i nostri spazi e il nostro lavoro dopo l’epidemia? Nell’e-paper Back to the Office (Ritorno in ufficio), Vitra propone una panoramica delle problematiche che il design dovrà risolvere in relazione agli spazi di lavoro e offre spunti su come affrontare questa fase in termini di materiali e gestione degli spazi.

Oltre agli immensi costi umani, economici e sociali, l’epidemia ha portato cambiamenti radicali anche nel mondo del lavoro. Con l’avvento forzato e improvviso dello smart-working, moltissime persone si sono ritrovate a improvvisare una zona studio all’interno della propria casa. Mentre, in vista della riapertura, i grandi uffici si attrezzano per una radicale riorganizzazione delle proprie strutture in risposta alle nuove normative igieniche e sociali.

Utenti Twitter condividono le proprie postazioni di lavoro improvvisate.  Foto di @julesforrest e @NathanSudds
postazioni lavoro casa improvvisate
Uno dei punti chiave è la previsione che il futuro del lavoro sarà in gran parte tra le mura domestiche. Si ipotizza infatti che molti continueranno a lavorare da casa anche a emergenza conclusa; e che sempre più aziende offriranno collaborazioni in smart-working per decongestionare uffici e mezzi di trasporto (in linea con le raccomandazioni sul distanziamento fisico).

Il problema è che quasi tutti si sono trovati impreparati di fronte a questo cambiamento. Dai tempi della rivoluzione industriale, la nostra società si è organizzata prevalentemente intorno al lavoro nelle fabbriche, negli uffici, nelle strutture pubbliche. Si è affermato un modello secondo cui il lavoro si svolge fuori casa. Nemmeno con lo sviluppo della tecnologia e dei mezzi di comunicazione contemporanei si era riusciti a sradicare la consuetudine del lavoro in ufficio.

Una camera da letto riadattata con un angolo studio. Foto di @MsChopraTweets (Twitter)
angolo studio camera da letto
Di conseguenza, non sono in molti ad aver previsto all’interno della propria casa uno spazio dedicato specificamente al lavoro. Ma chi, nelle ultime settimane, è passato improvvisamente allo smart-working, ha sicuramente scoperto l’importanza di una sedia e una scrivania confortevoli e di una buona connessione internet. E di uno spazio dedicato per tutti i documenti e materiali in uso. Accorgimenti apparentemente banali, ma che diventano davvero cruciali di fronte alla prospettiva di lunghe giornate di lavoro in casa.

In termini di design, l’home-office implica quindi un’importante riorganizzazione del proprio ambiente domestico. Non si tratta solo di trovare una collocazione per sedia, scrivania, modem e dossier, ma di creare un angolo tranquillo che promuova la concentrazione e la produttività e ci tuteli da interruzioni e distrazioni. Non più un supporto per qualche raro progetto che si porta a casa la sera, bensì uno spazio di uso quotidiano.

Se finora ci si è arrangiati ritagliandosi un angolo in soggiorno o in camera da letto, ci sono tutte le premesse perché in futuro la zona lavoro diventi molto più che una nicchia di fortuna. Si tratterà probabilmente di un ambiente a sé stante, a cui si dedicherà una rinnovata attenzione anche dal punto di vista del design.

Proposte di arredo per l’home-office. © Varier
sedie home office
I cambiamenti si faranno sentire anche per quanto riguarda la scelta di forme e materiali. L’epidemia ha portato con sé normative igieniche sempre più stringenti. C’è quindi da aspettarsi una predilezione per arredi e superfici facili da pulire e disinfettare. Questo significa mobili e oggetti dalle forme semplici e lineari, realizzati in materiali come pelle, ecopelle, legno e plastica per le sedute; rame, ottone e altri metalli per le superfici.

Negli uffici e negli altri luoghi pubblici entrerà in gioco anche un problema di durabilità: come accennato sopra, mobili e superfici non solo dovranno essere facili da pulire, ma dovranno resistere a ripetuti cicli di disinfezione senza deteriorarsi. Sempre negli uffici, anche la tecnologia potrebbe portare cambiamenti nel nostro modo di interagire con gli oggetti: pulsanti e maniglie spariranno da porte, finestre e ascensori in favore di comandi vocali a “contatto-zero”.

Nel libro Taxonomy of an Office Chair, Tassonomia di una sedia da ufficio (2011), il designer Jonathan Olivares osserva come le politiche aziendali di standardizzazione e gerarchizzazione sviluppatesi nel corso del Ventesimo secolo abbiano avuto un impatto diretto sul modo di concepire spazi e oggetti destinati agli uffici. Oggi è certo che i profondi cambiamenti portati dall’epidemia avranno un’influenza altrettanto importante sul design. E che, insieme alla società, anche le piccole cose sono destinate a cambiare.

Proposte di arredo per l’home-office. © USM
proposte arredi home office

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