La location è Spotti Milano, storico negozio di arredi, l’occasione la presentazione delle Vitra Home Stories for Spring 2019, le collezioni del brand svizzero dal design ispirato ai lifestyle delle grandi capitali e aree metropolitane di Parigi, Tokio, New York e, giocando in casa, Milano.
È proprio la capitale del design italiano ad aver ispirato la personalissima interpretazione, delle linee di arredamento firmate Vitra, di una delle personalità più promettenti del variegato panorama del mondo del design: Elena Salmistraro.
Artista a tutto tondo – è una pittrice, illustratrice e naturalmente una fantasiosa progettista – la Salmistraro ha creato un mondo ricco di sfumature e riferimenti alla sua città natale, Milano per l’appunto, senza cadere negli stereotipi e nelle utopie delle citazioni colte ma reinterpretando l’anima estetica e il vero ‘groove’ della città.
I colori tipici e le mille sfumature della metropoli meneghina si trasformano in un effetto gradient che ricopre cromaticamente le pareti e i pavimenti che riprendono, in un effetto graficamente macro, le tipiche palladiane degli interni milanesi.
La Vitra Home Collection, con la sua collezione estiva, si sviluppa in quattro ambienti ideati dalla Salmistraro – living, pranzo, studio e gioco – in un risultato intenso dalla forte anima comunicativa. La stessa della giovane designer milanese che, vista l’occasione, abbiamo avuto il grande piacere di incontrare senza farci sfuggire l’occasione di farle qualche domanda.
Com’è nata l’idea?
Vitra ha scelto Milano perché è la capitale del design italiano e mi ha dato un tema, quello dell’urban living. La partenza è stata guardare ai grandi classici con una visione ‘fresca’ e pensare a spazi metropolitani, più contenuti, trasversali, dove si possono trovare svariati contesti che convivono negli stessi ambienti, come la zona living e quella ufficio. La scelta è ricaduta su di me perché sono milanese, ho sempre vissuto a Milano, oltre all’attenzione speciale che dedico al colore.
La parte più difficile?
Pur essendo una pittrice e un’illustratrice che fa del colore la sua firma distintiva, è stato difficile, per la vastità della scelta, mettere insieme tutte le diverse nuances del catalogo Vitra. I progetti diventati icone del design firmati Vitra, come ad esempio il divano di Citterio che da grigio abbiamo sviluppato in un’inedita sfumatura di azzurro in contrasto con i piedini neri, è un’altra cosa.
Sei famosa per l’uso raffinato e giocoso del colore. Esiste un oggetto o una tipologia specifica del design che vedi solo in bianco e nero?
Si certo, nei progetti ‘carichi’ o con pattern e decorazioni importanti, il monocromo e il gioco del bianco e nero non mi dispiace, però devo essere sincera… ho una vera e propria passione per il colore. In questo progetto ho voluto rendere infatti i veri colori di Milano, invece di rappresentarla grigia come erroneamente è considerata nell’immaginario colletivo.
Qual è il colore da cui sei partita pensando a Milano?
Sembrerà strano ma non lo è per chi abita in questa città. Sono partita dall’arancione – le pareti di Spotti Milano sono caratterizzate da un arancione sfumato di grande effetto, ndr. – ero sul balcone di casa mia e pensavo: “Cosa faccio con Vitra?”, in quel momento avevo davanti uno di quei bei tramonti milanesi che stupiscono sempre chi non li conosce.
Lì per lì non ci ho pensato subito, due giorni dopo in studio ho ascoltato per caso “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli e la strofa “questa stanza non ha più pareti…” mi ha acceso una lampadina nella testa, facendomi ricordare il tramonto visto due giorni prima. Così è nato il processo creativo per questo progetto, nonostante l’arancione non sia un colore facile da abbinare e contestualizzare.