di Lorella Carminati.
Il progetto – e il brevetto – innovativo è nato in Italia, più che una gamma di padelle è un concept per cucinare. Merito di tre imprese del made in Italy Fratelli Guzzini, articoli di design, TVS, pentole antiaderenti, IPAC casalinghi e lavorazione inox, un trigono tosco-marchigiano con forte vocazione all’innovazione: a chi dei tre sarà venuto in mente di usare un materiale come il carbonio per farne delle padelle? Non ci è dato di sapere, almeno per ora.
Sta di fatto che questi tre “moschettieri” della migliore imprenditoria italiana sono riusciti nell’intento di scompigliare i fondamentali di cucina, portando alla ribalta del mercato – e sugli scaffali dei negozi – le assai particolari pentole Panboo. Non di metallo, non di vetro, non di terracotta, queste pentole sono di Pirotech, un materiale a base di carbonio di origine vegetale, lavorato con un processo dal know-how tutto made in Italy. L’estetica della collezione è stata affidata a un duo, il giovane designer Attila Verres e lo chef Davide Oldani, come a dire: la sintesi di teoria e pratica.
La comodità
Le Panboo sono pentole leggere, resistenti ad agenti corrosivi, termicamente stabili (non si deformano), come terrecotte e pirex; resistenti agli urti e allo shock termico, ottime conduttrici di calore, come inox, alluminio, ghisa. E si usano su qualsiasi fonte di calore: dal fornello a gas al piano a induzione, vanno in qualsiasi forno, passano direttamente al freezer; riducono i tempi di cottura grazie all’alto indice di conducibilità del calore, cuociono con omogeneità grazie all’altissima stabilità del fondo e alla sua indeformabilità.
La sostenibilità
La materia prima che le compone – il Pirotech – è completamente organica, può essere estratta da fonti rinnovabili, come il bambù, pianta con ciclo biologico molto corto. Le Panboo, composte al 99% in carbonio, hanno un grado di riciclabilità fino all’80%.
La collezione e il nuovo rituale del cucinare
Una volta si chiamava “la batteria”, era la serie di pentole, padelle e casseruole con relativi coperchi, considerate l’assortimento base per cucinare. Un numero variabile di pezzi che, per la più parte, trovava riposo di lungo periodo negli armadi di cucina. Non è il caso di Panboo, sarà per questo che è stata definita “collezione” anziché batteria? Attualmente, l’assortimento è composto da quattro pezzi: una casseruola da 20 cm di diametro, un tegame da 26, due “grill” delle stesse dimensioni che ergonomicamente fanno anche da rispettivi coperchi, la dimensione (in diametro) di ogni pezzo è scavata su una delle impugnature, integrate come i modelli pressofusi.
Secondo Davide Oldani, lo chef che ha collaborato al design di Panboo, sono queste le misure e le tipologie di attrezzi necessari e utili per cuocere. A pensarci, c’è qualcuno che, quando cucina, usa qualcosa di diverso da quei due o tre pezzi della voluminosa batteria che riposa in fondo all’armadietto? Se sì, lo vogliamo conoscere.
Prezzo consigliato a partire da € 90 – panboo.it
PENTOLA, PADELLA, TEGAME: LA DIFFERENZA C’È
La pentola. Inizialmente di foggia bombata poi cilindrica, in genere ha pareti alte quanto il diametro. Il suo nome deriva probabilmente dal fatto che originariamente pendeva “pendula” dal treppiedi del camino. Serve per cotture a immersione come brodi e bolliti.
La casseruola. Di forma cilindrica può avere un manico lungo come il suo diametro, oppure due maniglie. Quando ha una altezza pari a un terzo del suo diametro viene definita casseruola bassa. Estremamente versatile, può essere anche usata per servire a tavola. La casseruola bassa è indicata per risotti e cotture brasate.
Il tegame. È una versione di padella più bassa con due maniglie, sempre dotato di coperchio. Adatto per la cottura di cibi a pezzi come brasati, stufati o arrostiti.