La puntualità è la cortesia dei re, recitava Luigi XVIII di Francia. Oggi potrebbe essere declinata semplicemente affermando che la puntualità è cortesia e rispetto, che siate reali o meno. Tanti, e naturalmente senza distinzione di sesso, hanno un cattivo rapporto con le lancette dell’orologio e nonostante innumerevoli sforzi non riescono proprio ad essere puntuali. Finché si tratta di un appuntamento tra amici, ma comunque non dovrebbe ugualmente capitare per buona educazione, magari questi ci passeranno sopra con la solita serie di appellativi scherzosi o più semplicemente arrivando in ritardo anche loro la volta successiva.
Ma se parliamo invece di scadenze legate al mondo professionale, la puntualità è obbligatoria e sarà sinonimo di serietà. Quindi mettete da parte le solite scuse che anche il più ingenuo dei bambini potrebbe farvi capitolare in un batter d’occhio e dimostrate con la puntualità di essere all’altezza del compito che vi è stato assegnato. Consegnare un lavoro o presentarsi in ritardo a un’importante riunione servirà, sarà banale ma è così, a sprecare il tempo altrui, senza mezzi termini.
Agli occhi di chi troverete già sistemato al tavolo delle riunioni, così come a chi vi aspetta da quasi un lustro in pizzeria per festeggiare il compleanno della zia, il vostro ritardo, cronico o occasionale, apparirà fondamentalmente come un segno di arroganza del tipo “ho avuto una giornata più importante della tua”.
Spesso entrano in scena molti fattori che non sono prevedibili, come ad esempio il traffico improvviso per un ingorgo generato da un’anziana coppia che proprio quel giorno ha deciso di andare al cinema con l’automobile. Sta di fatto che la puntualità va rispettata per educazione nei confronti di chi aspetta e va coltivata anche per acquisire maggiore sicurezza in se stessi. Non riuscite proprio? Almeno avvisate del ritardo.