di Sebastiano Tonelli.
Abbiamo incontrato Laura Fiaschi e Gabriele Pardi che ci hanno parlato di Gumdesign, una realtà eterogenea che si occupa del design a tutto tondo, dalla grafica all’autoproduzione.
Raccontateci di Gumdesign. Chi siete e di cosa vi occupate?
Gumdesign nasce dall’unione di Laura Fiaschi e Gabriele Pardi; grafica, design, architettura si fondono in un’unica visione dove esperienza, sensibilità, percezione determinano risultati univoci volti alla ricerca ed alla concretezza progettuale. Due mondi che si sfiorano continuamente per generare pensieri, narrazioni, oggetti funzionali (ed emozionali) in un continuo susseguirsi di storie con artigiani e industrie.
ISTANTI INCLUSI, Dedalo Stone + Stefano Parrini, 2015, ph Laura Fiaschi.
ISTANTI INCLUSI, Dedalo Stone + Stefano Parrini, 2015, ph Laura Fiaschi.
Come vi siete avvicinati al mondo del design?
Il design è entrato a far parte delle nostre “narrazioni solide” con le mostre collettive; hanno aperto la strada al mondo del Fuorisalone durante il Salone del Mobile di Milano.
CUMULI, Studio Formart + IVV952, 2015, ph Luca Visentini
Siete uno studio molto attivo e sperimentate molto, su quale tipologia di oggetto e con quale materiale preferite lavorare?
Amiamo il metodo e l’approccio alla sperimentazione che parte immediatamente dalla linguistica. Non crediamo nell’oggetto che stupisce, che “urla” ma piuttosto nella ricerca del segno primitivo, semplificato ma significativo e che costruisce un rapporto con la memoria.
Accade spesso che alcuni nostri oggetti siano “incompleti”, non definiti ma non è un risultato casuale: vogliamo che ognuno di loro possa provocare un legame, stretto, con chi lo osserva, lo utilizza, lo desidera. Ricerchiamo “l’imperfezione”, ogni declinazione materica o tipologica conduce a risultati interessanti; ogni lavorazione, utensile, artigiano, macchinario nasconde al di sotto della sua “pelle” un’anima coinvolgente.
Da tre anni lavoriamo molto sul tema dell’autoproduzione, il caso ha trasformato un’operazione concettuale, espositiva in un momento imprenditoriale. Attraverso il nostro metodo progettuale, incontrando artigiani in tutta Italia, utilizzando materiali provenienti dalla nostra terra, abbiamo compreso molte sfumature altrimenti difficilmente interpretabili; esperienze necessarie anche nel mondo del prodotto industriale.
ADATTATORE, Metallivivi, 2016, ph Laura Fiaschi.
Vi occupate anche di grafica ed immagine coordinata, qual è la differenza rispetto al mondo del design?
Il mondo della grafica è fondamentale nel nostro percorso professionale; determina un processo progettuale “analitico” che conduce al segno “minimo”, sintesi di pensiero e segno. Alla fine il metodo progettuale, sia che si tratti di grafica che di design che di architettura, resta lo stesso; mantiene radici ben salde sulla narrazione e ricerca un risultato finale sintetico, difficilmente descrittivo o decorativo.
INCONTRI, 0.0 Flat Floor, 2015, ph Laura Fiaschi.
Siete i fondatori di Bloft, parlateci di questo interessante progetto.
BLoft nasce come evento Fuorisalone nel 2016 e si configura per “addizione”; al momento dell’evento espositivo, scelto lo spazio a Lambrate per il Fuorisalone, abbiamo costruito il concept generale. Un piccolo spazio abitativo (un loft) è stato letteralmente svuotato dagli arredi del proprietario e nuovamente riconfigurato con prodotti selezionati.
Una casa vissuta da storie personali, nate da mani e teste allineate per sensibilità hanno permesso una nuova vita a questo piccolo spazio abitativo legato al tema della quotidianità. Subito dopo abbiamo ricevuto l’invito del Sindaco di Riccione (che aveva visitato la mostra) per esporre in una loro manifestazione ed in quella occasione abbiamo percepito un reale interesse da parte del pubblico.
Poi le altre tappe, Venezia durante la Biennale di Architettura, Vicenza per la Fiera dell’Oro nel Palazzo Valmarana (progettato dal Palladio), una seconda edizione Fuorisalone alla Casa dello Zecchiere nel Quartiere 5Vie nel 2017 e poi al Pan – Palazzo delle Arti a Napoli, allo Spazio Veneziano nel quartiere Coppedè a Roma fino ad arrivare all’ultima tappa, al Salone del Mobile di Bergamo.
Ogni tappa espositiva ha visto luoghi ed allestimenti diversi, ma al centro sempre il mondo del progetto e la condivisione delle sensibilità, delle esperienze, dei materiali e delle loro lavorazioni.
A breve sarà online il sito internet che descriverà il progetto espositivo e imprenditoriale; potremo far comprendere finalmente le potenzialità e la struttura articolata che al momento raccoglie 48 realtà tra aziende, autoproduttori, designer ed artigiani in un unico contenitore – bloft.it
SOTTOSOPRA, 0.0 Flat Floor, 2015. ph Laura Fiaschi.
Che ruolo ha l’autoproduzione oggi? I suoi pro e contro?
Ci siamo avvicinati “casualmente” al mondo dell’autoproduzione; crediamo fermamente sia un’esperienza molto importante, non solo perché determina una autonomia progettuale illimitata, la necessità di seguire l’intera filiera creativa, produttiva, comunicativa e distributiva ma anche perché “istruisce” su alcuni passaggi fondamentali per comprendere anche “l’altra parte”, quella dell’imprenditore (utile dunque anche nel momento in cui si progetta per le aziende).
L’autoproduzione richiede competenze (tecniche, materiali, lavorazioni, utensili, alto artigianato e produzione digitale), capacità strategiche (la scelta da percorrere), capacità comunicative ed organizzative e si possono raggiungere soddisfazioni personali e professionali. L’anno scorso siamo stati chiamati da IED Firenze per coordinare il primo Master in Design dedicato all’Innovazione ed al Prodotto per l’Alto Artigianato; un Master, partito a marzo 2017, significativo capace di generare nuove figure professionali dedicate all’impresa, al rapporto con gli artigiani italiani e toscani.
Adesso siamo in fase di sviluppo e prototipazione di complementi d’arredo, divani, lampade, sedute e tavoli con 4 aziende toscane partner e sono previste operazioni di comunicazioni in Italia ed all’estero affinché sviluppino un nuovo percorso imprenditoriale. A marzo 2018 partirà la seconda edizione del Master con un’azienda partner leader.
Agli aspetti positivi possiamo contrapporre quelli “negativi”; la capacità di trasformarsi da professionista a imprenditore, cambia la visione, la prospettiva e il metodo per approcciarsi al mercato; non solo, occorre anche “trasformare” uno studio in un magazzino, dedicare energie e tempo alla logistica, ai pacchi da fare per le spedizioni, ad avere rapporti quasi quotidiani con i corrieri e a curare personalmente il cliente finale. La bellezza di questo mestiere è proprio insita nella sua richiesta continua, evolutiva!
STRATI TEMPORALI, Sacerdote Marmi.
SEGNI, Siru Lighting, 2017, ph Studio Pointer.
Laura Fiaschi e Gabriele Pardi
Nell’immagine di copertina, coppetta, mortaio e pestino della collezione Versatile.