di Sebastiano Tonelli.
Abbiamo intervistato Plato design, uno studio romano che ha saputo reinventarsi occupandosi di design autoprodotto.
Raccontateci di voi. Chi siete e come vi siete avvicinati al mondo del design?
Plato Design nasce due anni fa quando io, Caterina Naglieri, e Alessandro Mattei – soci fondatori dello studio – vinciamo il Fondo della Creatività della Regione Lazio con il progetto D-TWELVE, la lampada modulare magnetica. In quel periodo vivevamo entrambi all’estero, lavorando su grandi opere come architetti e fino a quel momento nessuno di noi si era mai occupato di design per lavoro.
Il progetto della lampada era nel cassetto già da tempo ma era qualcosa destinato ai ritagli di tempo. Il finanziamento regionale ci ha fatto tornare in Italia e scegliere di intraprendere la strada dell’autoproduzione. Pochi mesi dopo abbiamo deciso di lanciare una campagna di crowdfunding su una nota piattaforma internazionale, che ci ha dato molta visibilità all’estero e ha permesso di avviare la prima produzione.
Oggi il design “non industriale” è divenuto la nostra occupazione a tempo pieno e siamo molto orgogliosi di essere impegnati in un progetto così innovativo proprio nella nostra città di Roma.
Collezione Twelwe.
Una linea di lampade modulari e magnetiche da tavolo da soffitto in cemento e legno, ottenute attraverso la ripetizione di una geometria pura. Il nome TWELVE è un riferimento alla sua forma dodecaedrica. La scelta del dodecaedro è legata all’idea che questi solidi possono essere combinati tra loro in modi diversi creando forme dall’aspetto organico e mai scontato. Il progetto nasce dalla riflessione sul modo di vivere attuale in cui gli ambienti della casa e di lavoro sono spesso multifunzionali e condivisi e i cambi di residenza sono frequenti. Le lampade TWELVE sono pensate proprio per soddisfare esigenze differenti e in continuo cambiamento, con il loro sistema di connessioni magnetiche.
Collezione Twelwe.
Su quale tipologia di oggetto vi piace lavorare?
In tutti i prodotti Plato Design convivono materiali di pregio e dettagli molto curati, caratteristica propria della tradizione artigianale nazionale, con una componente di innovazione tecnologica o d’uso. I nostri oggetti sono ludici poiché c’è sempre una componente di interazione che viene richiesta a chi li utilizza. Amiamo inoltre unire l’alto artigianato italiano con le atmosfere del Nord Europa, per i materiali utilizzati al naturale e le linee essenziali.
Collezione D-Twelwe.
La versione D-TWELVE è una lampada con LED integrato ad alto contenuto tecnologico: solo il primo modulo è attaccato alla corrente e gli altri, senza fili, si alimentano quando connessi al primo.
La lista completa dei modelli della collezione è disponibile qui: etsy.com/it/shop/platoDESIGNshop
Vi occupate di autoproduzione, quali sono i pro e i contro? In che cosa si differenzia dalla produzione industriale?
Per noi l’autoproduzione ha significato il poter sperare in un lavoro gratificante in anni di crisi. È stata una porta aperta per ristabilirsi nel proprio paese. Quello che conferisce a questo settore grandi potenzialità di mercato è che gli oggetti, seguiti dai designer in tutte le loro fasi dall’ideazione fino alla vendita, acquisiscono un carattere unico e speciale. Il controllo totale sull’oggetto permette il trasferimento su di esso di tutta la passione e il lavoro che ci sono dietro, al punto tale che l’oggetto stesso li comunichi al suo pubblico.
Per noi, il “contro” maggiore dell’autoproduzione è l’essere associati molto spesso all’industrial design , quindi sia i clienti sia i rivenditori si aspettano gli stessi costi e la stessa perfezione materica di un prodotto industriale. Questo avviene in modo particolare nel nostro paese, dove la tradizione della produzione industriale nei settori arredo e design è fortissima. Fortunatamente grazie al web l’autoproduzione trova il suo spazio, un canale scelto prevalentemente da chi cerca oggetti personalizzabili.
Avete preso parte all’iniziativa di Source “Thursday community store”, cosa vi aspettate da questa partecipazione?
Consideriamo l’iniziativa di Source come un modo di dare voce in maniera strutturata a un fenomeno già in corso – del quale noi ci sentiamo parte – che è quello del design non industriale autoprodotto. Ci aspettiamo, oltre alla visibilità che un evento di questo tipo può dare, anche di costruire una rete di relazioni e competenze specifiche. Il fare rete per le piccole realtà imprenditoriali è una condizione essenziale per la sopravvivenza.
Alessandro Mattei e Caterina Naglieri.