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L’interpretazione del riflesso

Se è vero che l’appetito vien mangiando, l’ispirazione vien osservando. Nello specchio Edvard del designer Jean Francois D’or  si coglie in maniera ineluttabile l’espressione in un oggetto che scaturisce dall’accurata osservazione della realtà.  Alla base, una sorta di interiorizzazione che prende forma da una profonda fiducia nelle emozioni del momento.

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Il momento in cui il designer passa di fronte al dipinto dell’urlo di Munch, infatti lo specchio ne porta il nome, e decide attraverso una forma geometrica semplice di tradurre quell’urlo silenzioso che caratterizza l’opera del famoso pittore fiammingo.

Edvard è uno specchio che può essere comodino ma anche tavolino, per cui trova una giusta collocazione sia nella camera da letto, in corridoio o nel salotto. Si inserisce bene in tutti gli ambienti sia nella sua funzione principale che nelle originali varianti che lo vedono poggiato alla base o su un lato.

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Sembra opporsi alla forza di gravità attraverso i suoi differenti posizionamenti, in realtà fornisce un modo insolito di guardarci dentro.  Il segreto di Edvard è nel suo autore: prendere un oggetto di uso quotidiano e conferirgli un nuovo aspetto mantenendone l’utilizzo e la funzionalità, aggiungendovi un pizzico di umorismo. La struttura portante è in alluminio ed è disponibile in due diverse misure, 70 e 30cm di diametro. I colori vanno dal blu fino al giallo, passando per i classici nero o bianco.

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