di Cristina Aldrighettoni – caricovariabile.com.
Cosa hanno in comune l’Oriente e Fabriano? Per tutti noi Fabriano vuol dire carta, e la carta è stata inventata in Cina ma commercializzata dagli Arabi. E chi di noi non ha usato, almeno alle elementari, i famosi fogli da disegno? Ma Fabriano significa anche elettrodomestici e noi siamo stati ospiti di Faber per scoprire meglio il mondo delle cappe aspiranti.
Presente in 4 continenti, con stabilimenti in 7 Paesi tra i quali l’Italia, Faber è infatti tra i primi tre produttori mondiali di cappe da cucina, ed è entrata a far parte del gruppo Franke nel 2005.
Nata nel 1955, come azienda specializzata nella lavorazione delle materie plastiche e delle resine sintetiche, a partire dal 1958 Faber si dedica alla produzione di cappe aspiranti per cucina, realizzando il primo modello in plexiglas e creando il cosiddetto “distretto fabrianese della cappa”.
Ci viene illustrata la catena aziendale a partire dal processo produttivo. Giorgio Rossi, plant manager di Sassoferrato, alla guida di 400 dipendenti, riassume così la filosofia aziendale: “più qualità, più service level, meno costi.” Qui vengono prodotte oltre ottocentomila cappe aspiranti di livello medio-alto all’anno, destinate ai mercati di tutto il mondo: cinque premi qualità consecutivi vinti per l’efficienza e la sicurezza sul lavoro e tutto questo grazie alle practice del Lean manufacturing che consente di migliorare i processi produttivi e ridurre i costi.
E qui si ritorna all’Oriente. L’immagine che abbiamo del Giappone rimanda all’alta efficienza, alla misura nell’esprimersi e al controllo dei movimenti, alla pulizia e all’allenamento costante. Ogni giorno vengono creati momenti di dialogo tra tutti i dipendenti ispirati a quelli che nel mondo industriale giapponese viene chiamato “Kaizen“. Parola composta da Kai “cambiamento” e Zen “migliore” che significa miglioramento continuo.
L’impianto fiore all’occhiello della fabbrica è interamente automatizzato e unico al mondo perchè produce con sistema pull-system, ovvero i robot sono in azione solo se nel reparto assemblaggio si sta lavorando una cappa. Qui si lavora programmando la produzione di settimana in settimana. Questo permette all’azienda di rispettare alla perfezione i tempi di consegna, avere il magazzino ridotto al minimo e poter lavorare a tempi strettissimi. Umani e robot lavorano a stretto contatto e molto spesso l’uno completa l’altro come nei migliori film di fantascienza.
Dal punto di vista commerciale invece si segue una filosofia premiante che consiste nel “produrre in loco quello che si vende in loco“. La testa pensante dell’azienda con 150 dipendenti è a Fabriano e può sembrare banale ma il fatto di essere consapevoli che questa posizione non è esattamente comoda da raggiungere per fornitori e clienti porta a riconsiderare anche le operazioni commerciali a livello mondiale. Per questo motivo si cerca di seguire l’esigenza del cliente locale, ad esempio con la realizzazione dell’ultimo stabilimento di Faber in Messico dove si segue la produzione di cappe aspiranti che più vengono vendute nel paese.
Sempre seguendo questa filosofia, in molti paesi nordici dove le abitazioni possono essere a forte rischio incendio per il grande utilizzo del legno viene venduto spesso assieme alla cappa, un tipo di device speciale in grado di farla spegnere automaticamente quando si dimentica qualcosa sul fuoco, collegarla all’estintore a soffitto e al sensore che rileva la presenza di perdite d’acqua sotto al lavello. Il cliente gioisce e l’ambiente ringrazia: più attenzione alle esigenze di mercato, meno costi di trasporto.
Ma veniamo ai prodotti. Entriamo nello showroom aziendale dove sono esposte tutte le cappe aspiranti più nuove e performanti.
Lo scorso anno è stata presentata al Salone del Mobile, Talika, la cappa verticale con speciale tecnologia aspirante “Nautilus” , un diffusore che consente di risparmiare ingombro in cucina, vincitrice del Gran Design Etico 2016. Valore aggiunto di questo diffusore è il suo piccolo spessore: solo 15 cm che agevola il suo utilizzo appunto nelle cappe verticali, le quali possono mostrare un design caratterizzato da superfici perfettamente perpendicolari al piano cottura e avere spazio da poter utilizzare all’interno del mobile. Nato con lo scopo di aumentare l’efficienza energetica delle cappe aspiranti, questo nuovo gruppo ventilatore permette di ottenere elevate performance riducendo il consumo di energia elettrica, fino ad aggiudicarsi la classe energetica A.
Sfruttando la tecnologia Nautilus è nato inoltre un progetto, si chiama J-Project, ed è una cappa open source, completamente personalizzabile. Che cosa significa? Significa che sarà possibile avere una cappa tailor-made nelle funzioni e nelle componenti dove sarà possibile ad esempio controllare l’inquinamento domestico, i livelli di monossido di carbonio presenti in casa, o regolare l’umidità. Ma anche navigare nel web, vedere una videoricetta, o dare un’occhiata a Twitter.
A gennaio 2017 è stata introdotta Steam Off System, la novità che rivoluziona l’aspirazione per i piani cottura ad induzione, che spesso proprio per il loro speciale metodo di funzionamento causano condensa sui mobili della cucina. I primi modelli su cui la tecnologia è presente si chiamano Ilma e Luft.
Questo sistema rilascia veri e propri vortici di aria controllati, grazie ai quali guida la salita del vapore verso la cappa. Tale procedimento evita al vapore di ristagnare eliminando la formazione di condensa, garantendo anche ottimi risultati in termini di estrazione dei fumi persino a bassa velocità. Questa tecnologia consente prima di tutti di essere attivata separatamente, dal momento che se si scalda un pentolino di latte magari non è necessario attivarla e dispone di un telecomando per consentire davvero a tutti un semplice utilizzo.
Tornando all’Oriente, Faber presenterà al Salone del Mobile 2017 una cappa filtrante bella e davvero funzionale, realizzata in parte con un materiale molto particolare. Dotata di telecomando per rispondere ad una clientela di ogni tipo di statura, nasce per essere una opera d’arte con funzione aspirante. Ma questa è un’altra storia…