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Serena Fanara – creare con la luce

Il nostro appuntamento settimanale con il design autoprodotto è con Serena Fanara, architetto e designer, che progetta oggetti d’arredo e d’illuminazione, e ha esposto le sue creazioni nello spazio allestito da Source, durante l’ultima Design Week milanese. Sostenibilità, ambiente e riutilizzo sono temi ricorrenti in tutti i suoi lavori, le sue installazioni hanno come elemento dominante la luce, studiata come oggetto architettonico, ma anche come elemento di aggregazione e gioco.

Quando hai iniziato a occuparti di autoproduzione?
“Nel 2002, realizzando installazioni con materiali di riciclo per uno spazio autogestito nel quale curavo le esposizioni, l’Elettro+ a Firenze. Successivamente sono stata chiamata a diversi festival in Italia, e ogni occasione era buona per sperimentare materiali, forme, interazione con il pubblico e collaborazioni con altri artisti e designer. Con il tempo hanno preso forma anche progetti di dimensioni più ridotte, permettendomi così di entrare anche in ambienti domestici, negozi, showroom e locali. L’autoproduzione è stata, ed è tuttora, una pratica fondamentale nel mio processo creativo. Ideare qualcosa, che sia un arredo o un elemento di illuminazione senza poterlo realizzare mi ha sempre dato un senso di sofferenza. Da circa un anno ho comprato una grande stampante 3D che mi ha dato la possibilità di superare i limiti legati all’utilizzo dei normali procedimenti di lavorazione di legno, metalli o altro. Grazie a questa tecnologia ho finalmente realizzato progetti come Desert Light, una linea di lampade ispirate ai cactus e realizzate con una bio-plastica di origine vegetale”.

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In Italia è facile autoprodursi?
“Personalmente sono stata fortunata perché sono sempre riuscita a fare tutto da sola. Amo lavorare con le mani, e nel corso degli anni ho imparato a trattare e gestire i diversi materiali, dalle saldature alle cuciture dei rivestimenti dei miei arredi. La vera difficoltà è stata riuscire a veicolare questi prodotti: perché autoprodursi vuole dire anche promuovere, pubblicizzare e vendere, e se non si hanno contatti e aiuti è veramente difficile. Purtroppo, e parlo per esperienza diretta, in Italia avanzi facilmente solo se possiedi le conoscenze giuste. Faccio l’esempio delle lampade Desert Light: prima di esporle e proporle per la vendita le ho mandate ad un paio di concorsi in Italia e le ho proposte anche per la Macao Design and Life in Cina. Inutile dirvi che nei due concorsi italiani non sono stata presa, mentre a Macao mi hanno invitata ufficialmente a esporre pagando tutte le spese e occupandosi della spedizione. Stessa cosa, qualche anno fa, per un altro progetto che ho poi esposto al Tent London”.

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Cosa fai per far sì che le persone scoprano i tuoi prodotti?
“Un parametro di grande importanza per la realizzazione dei miei progetti è sempre stata la scelta dei materiali. Prodotti di alta qualità, atossici, eco-compatibili nell’intero ciclo: dalla produzione allo smaltimento. Proporre oggetti sani ha secondo me un enorme valore oggi. Altra cosa importante, ho sempre dato la possibilità ai miei clienti di personalizzare gli oggetti acquistati senza alcun sovrapprezzo. Abituati come siamo al prodotto in serie, reperibile in esemplari identici ai diversi capi del mondo, credo non si possa che apprezzare gli oggetti unici, personalizzati e realizzati artigianalmente con grande cura, a prezzi tutto sommato accessibili. Credo che queste cose, unite a un design originale, abbiano attirato l’attenzione di molte persone verso il mio lavoro”.

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Cosa ne pensi di Source, parteciperai anche quest’anno?
“L’esposizione a Source durante il Fuorisalone è stata molto positiva. Al contrario delle mie ultime partecipazioni alla MDW, esposizioni in grandi capannoni affollati da tanti designer, nel loft allestito da Source si respirava un aria migliore: i prodotti esposti erano chiaramente selezionati e non si trovavano là solo perché l’ideatore aveva pagato. L’allestimento dava modo ai visitatori di apprezzare appieno i progetti proposti, perché questi erano inseriti in un contesto domestico e di gusto. Vorrei continuare a collaborare con Source nelle prossime edizioni”.

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Desert Light è una linea di lampade-scultura dalle forme accattivanti. Il materiale semitrasparente, con cui sono realizzate, lascia intravedere le venature che donano un fascino particolare all’oggetto, che si amplifica quando la lampada è accesa. Adatta sia per ambienti interni che in outdoor. Disponibili in sei diversi modelli e venti colori, sono personalizzabili. Prodotte in serie limitata, le lampade sono firmate e numerate, con garanzia di autenticità. Il materiale utilizzato per la loro creazione è il PLA, un tipo di plastica di origine naturale derivante dal mais, lampada interna a LED, filo elettrico ricoperto in cotone e seta o lino grezzo. Se volete saperne di più – serenafanara.it e pagina FB

Sotto Serena Fanara tra le sue creazioni

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La foto sopra che ritrae Serena Fanara in mezzo alle sue creazioni è a cura di Marco Goisis

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