Il collettivo di giovani studenti della svedese Lund University, School of Industrial Design, è la mente creativa dietro In Our Office, un progetto che segue la via del design puro libero dagli stereotipi aziendali. In esposizione a Ventura Lambrate, durante l’ultimo Salone del Mobile, questi quattordici creativi hanno dato vita a un habitat lavorativo dedicato alla condivisione e alla multifunzionalità, espressa con chiari richiami alla cultura pop, all’innovazione e alla ricerca materica più contemporanee. Sotto la supervisione di Stefan Diez, in collaborazione con Rolf Hay – il co-fondatore di Hay, realtà di spicco del design danese ed europeo – In Our Office dimostra le capacità progettuali delle nuove generazioni mirate a un nuovo concetto di prodotto e produzione industriale.
Sopra: Bunk Desk by André Gunnarsson
Pensato per un ufficio di piccole dimensioni, Bunk Desk offre nuove prospettive spaziali e la possibilità di mantenere la propria privacy pur condividendo ambienti, idee e attività di gruppo. Il colore acceso abbinato al grigio è un richiamo agli indimenticati anni Ottanta in una versione fluo aggiornata.
Sopra: Finder by Erik Thomasson
Uno schedario ispirato alle virtù opposte di minimizzare e massimizzare le attività in un sistema operativo. Finder permette di organizzare il proprio lavoro e tenere sotto controllo il disordine della scrivania: ogni vassoio diventa un brainstorming portatile o un vero lavoro a sé stante, sempre a portata di mano.
Sopra: Plug & Play by Björn Fjaestad e Jennifer Bengtsson
Il problema dei cavi viene risolto con Plug & Play: un sistema di cablaggio modulare che permette di creare reti elettriche adattabili, e soprattutto dinamiche, collegando gli hub di accesso con i cavi flessibili. Finalmente si prospetta una nuova Era libera dai grovigli dei fili.
Sopra: Workaround by Sofie Aschan Eriksson
Un sistema modulare trasformabile specificatamente pensato per i piccoli spazi, Workaround supplisce, a livello di arredamento, qualsiasi necessità lavorativa si ponga giorno per giorno. È stato progettato in plastica see-through per creare condivisione e fiducia nella trasparenza del suo contenuto, sotto gli occhi di tutto l’ufficio.
Sopra: BRB by Fredrika Hansson
BRB – be right back, “torno subito” in italiano – nasce dall’idea di libertà di esprimere se stessi, di prendersi un attimo di riposo anche in un ufficio condiviso, nello stesso mood con cui si divide una stanza con il proprio fratello o sorella. Una pausa, un piccolo break, una ricarica mentale per rigenerarsi, senza lasciare il lavoro.
Sopra: Umbrella by Malin Yngyesson
In uno spazio condiviso, Umbrella permette di avere quella privacy che ogni tanto serve a chiunque. Il suo ombrello protegge dalle distrazioni o diventa segnale di “lavori in corso” così da preservare l’intimità della propria scrivania. Seduti accanto agli altri non sempre si trova la giusta concentrazione, in questo modo si riesce ad avere un micro spazio privato.
Sopra: Coffee Corner by Anna Mattsson e Isis Flöte
La pausa caffè è il momento irrinunciabile di ogni giornata lavorativa, Coffee Corner diventa lo spazio perfetto adattabile, grazie alla sua modularità, a qualsiasi spazio disponibile da dedicare a un break o come punto d’appoggio extra. Basta un angolo e il ritrovo con i colleghi è già perfettamente strutturato.
Sopra: Spot on by Emilia Claesson
Spot on è un sistema di paralumi magnetici con cui si può definire la propria workscene quotidiana grazie alle tre diverse temperatura di colore con cui si può regolare la luce. Una tonalità calda per scaldare l’ambiente? Una più fredda per definire i dettagli? Ogni area lavoro diventa personalizzabile anche in un ufficio dove le scrivanie non sono assegnate.
Sopra: Zip it by Rae Bei-Han Kuo
La privacy è l’argomento scottante in un ambiente di lavoro condiviso. La seduta Zip it risolve il problema con il suo isolamento acustico. Quando inizia ad esserci troppo rumore, basta tirare su le zip della propria sedia e una nuova dimensione sonora e spaziale permetterà di isolarsi momentaneamente dal caos circostante. Per tornare ad interagire col mondo, basta riaprirle, tornando nel contesto generale.
Sopra: Deskretary by Dick Hammer
Il concetto di secretaire diventa innovativo nella sua evoluzione aggiornata nel progetto Deskretary. Chiuso mantiene l’ingombro del suo storico predecessore, aperto invece diventa una scrivania e luogo di lavoro grazie alle gambe che si estendono per sostenere un tavolo spazioso. Ogni pezzo diventa un ufficio a sé stante, un unico modulo che in successione è capace di arredare uno spazio senza pareti divisorie.
Sopra: Fold by Siri Skillgate
Fold nasce da una sperimentazione nell’arte tessile, con il sostegno della Bergen Academy e di Innvik, attraverso un approccio nuovo verso la tessitura digitale. Il tessuto risultante è vivo ed esce dagli schemi convenzionali con il suo ordito capace di creare illusioni tridimensionali. Multifunzionale, Fold è pensato per creare pareti tessili divisorie o tappeti di ultima generazione.
Sopra: Babylon by Elias Monzón
Il nome richiama i giardini pensili di Babilonia, Babylon infatti nasce come idea di verde in uno spazio ridotto, perfetta per un ambiente lavorativo. Prendersi cura delle piante, amiche antistress, diventa molto più facile grazie al sistema di irrigazione che bagna contemporaneamente tutti i vasi disposti lungo la stessa “colonna”. L’imbuto sovrastante è la fonte d’acqua per tutti. Un’idea divertente che va ad aggiungersi alle altre di In Our Office: un ufficio multifunzionale condiviso che ha ispirato progetti nuovi, freschi, utilizzabili singolarmente anche in casa propria. Lo spazio, in questo caso, non sarà più un problema!
In copertina: due dei giovani designer di In Our Office. Foto by Marco Mancini.