Ho incontrato Sebastiano ad un’ altra manifestazione legata al design autoprodotto a Firenze, adesso ci ritroviamo a Torino per Operae. A dire il vero è in concorso per la mostra QUI/ORA – IO/NOI. Piemonte Handmade. La rassegna rientra nell’ambito del progetto di valorizzazione dell’artigianato piemontese e raccoglierà i lavori nati dalla collaborazione tra dodici artigiani piemontesi e dodici designer italiani.
Sebastiano, in coppia con un artigiano ha ricevuto il compito di realizzare un prodotto che poi verrà mostrato e giudicato nel corso della fiera. Dico bene?
“Esatto, il tutto nasce con l’assegnazione di un artigiano torinese per ogni designer e a me è capitato il signor Luciano Fagnola, proprietario di un’antica legatoria artigianale a Torino. Un laboratorio che coniuga la grande esperienza del lavoro artigianale con la creatività e l’impiego di nuove tecnologie, spaziando in prodotti che vanno dalla legatoria tradizionale e artistica, al cartodesign e al restauro di libri antichissimi per biblioteche e archivi di tutto il mondo”.
Scopo del progetto?
“E’ quello di vedere cosa succede quando ad un bravissimo artigiano viene affiancato un designer, nel mio caso molto giovane. Il mondo della legatoria è giustamente molto radicato a tutto ciò che gira attorno al libro e per me riuscire ad andare oltre, distaccandomi da questo mondo è stato tutt’altro che facile. Dopo lo shock iniziale, le prime idee non accolte con molto entusiasmo, forse erano fin troppo lontane dal linguaggio della legatoria, e dopo alcuni incontri con l’artigiano ho capito che la direzione da intraprendere era quella del viaggio. Il libro è un compagno indiscusso dei nostri viaggi ed esso stesso un viaggio. Cosa ci portiamo quando siamo in viaggio? Ecco che nasce l’idea di offrire diverse soluzioni per i nostri viaggi giornalieri: dallo zaino, alla business bag per l’uomo moderno fino alla soluzione più femminile della shopper”.
Come hai deciso di procedere?
“Per quanto riguarda il punto di vista formale, fra dorature, cuciture, pelli e altre lavorazioni mi sono innamorato della cordonatura, tecnica chiave utilizzata nel dorsi dei libri grazie alla quale la superficie rigida di un materiale duro come il cartone diventa plasmabile, assumendo curve pulite. Ecco quindi che in tutti i pezzi della collezione si ritrova questo dettaglio, pulito e contemporaneo ma reso tale con tecniche artigianali estrapolate dalla rilegatura del libro. Una collezione che gioca anche sui contrasti: il rigido del cartone che diventa morbido, le corporature in rilievo e la superficie liscia del rivestimento, la lucentezza e l’opacità dei differenti materiali, contrasto giocato anche con i colori delle varie parti che compongono gli oggetti”.
Come ti è sembrata come esperienza, valida?
“E’ stata un’esperienza veramente interessante perché mi ha dato l’occasione di venire a contatto con una persona che porta con sé un bagaglio culturale vastissimo ed una maestria manuale a dir poco eccezionale. Un percorso affascinante anche perché ci fa capire che molte volte delle lavorazioni, dei materiali o delle tecniche che l’artigiano ritiene al limite o non applicabili in determinati contesti possano trasformarsi in occasioni per spaziare in altri campi o semplicemente cambiarne la destinazione d’uso, grazie all’aiuto di un designer e della sua visione d’insieme completamente differente”.
E in fondo era propio questo lo scopo di questo progetto, che vuole mettere in mostra come lavorano i designer di oggi, sempre più lontani dalla produzione industriale e sempre più vicini all’artigianato e a lavorazioni che rischiano di sparire. “Credo che il fare – mi dice Sebastiano – sia la massima espressione della creatività di un designer ed avere l’occasione di affiancarsi al sapere artigiano può dare vita a progetti completi nei quali convivono perfettamente le due linee di pensiero”.