Dopo la nostra prima intervista a Roberto Rubini, l’appuntamento con la creatività, questa settimana, è con Giovanni Bartolozzi, architetto e anche uno dei designer in concorso a SOURCE SELF-MADE DESIGN, la mostra internazionale di design autoprodotto che si terrà a Firenze dal 10 al 20 settembre.
Come mai ti sei iscritto a Source e cosa ti aspetti da questo concorso?
Ho seguito le precedenti edizioni di Source e trovo che si tratti di un evento in crescita e di alta qualità. Sono rare a Firenze iniziative culturali così ben strutturate. Dall’esposizione mi aspetto un confronto aperto con designer che si misurano sul tema e sulle esigenze dell’autoproduzione oggi.
Leggo che nel 2008 hai fondato “/Soqquadro Design/, una linea di design basata sull’artigianato locale e l’autoproduzione”. Raccontaci qual è la spinta che ti ha convinto ad aprire questa tua linea di design? Sono un architetto, ma non ho mai concepito i compartimenti stagni della disciplina. Per questo oltre alla professione, principalmente basata sull’attività dello studio Fabbricanove di Firenze, mi dedico alla scrittura, all’attività didattica come docente dei corsi di progettazione alla Facoltà di architettura e al design, che mi ha sempre affascinato per la sua immediatezza: credo nella versatilità disciplinare, oggi sempre più strangolata dal professionismo.
L’idea di una linea personale scaturisce da questa visione, certamente anche da un’innata attrazione per l’oggetto. /Soqquadro Design/ nasce a Londra nel 2008 in collaborazione con amici esperti di marketing e in concomitanza con il lancio della poltrona Punto G. Negli anni successivi il progetto si è gradualmente ridimensionato fino all’essenziale.
Cosa fai per far conoscere i tuoi prodotti ? Se qualcuno li volesse acquistare?
Per far conoscere i miei prodotti faccio poco. Anzi niente. Eccetto partecipare a qualche selezione come Source, che spero possa dar loro visibilità. Sono oggetti che stanno silenziosamente nel sito di /Soqquadro Design/, dentro la mia casa (non dimentichiamo che nell’autoproduzione il designer è il primo fruitore) e nelle case di chi li ha comprati.
Se qualcuno volesse acquistarli può farlo semplicemente scrivendo una mail attraverso il sito web. Presto i prodotti saranno anche su alcuni portali di shopping online, raggiungibili direttamente dal sito di /Soqquadro Design/.
Vediamo alcuni suoi progetti.
(Foto sopra) Consolle II è un elemento d’arredo double face che può essere usato in modi diversi all’interno di uno spazio. La sua sezione è ideata in modo da avere una faccia chiusa e una faccia aperta all’interno del solito spessore. La faccia chiusa può essere utilizzata come una tradizionale consolle. La faccia aperta ha invece una tasca continua sull’intero profilo, ed è quindi utilizzabile come scrivania e porta oggetti, libri, pc. La faccia aperta è un taglio netto che svela la composizione, l’anima interna e offre una possibilità nuova di utilizzo. Consolle è realizzato in legno e disponibile in differenti colorazioni.
(Foto sotto) Muru_muru è un componente d’arredo compatto e dinamico. La sua forma è generata dall’unione di due differenti funzioni: una seduta rapida e una libreria da parete. Una seduta che arricchisce le sue possibilità di utilizzo e, mediante una rotazione di 90° del profilo, diviene una libreria da parete o da terra. Muru-muru è leggero e facile da trasportare. E’ realizzato in legno e disponibile in diverse colorazioni.
(Foto sotto). Gina è una lampada porta libri realizzata mediante la piegatura di una lamiera di acciaio. La fonte luminosa a led è posizionata all’interno di un elemento mobile che consente di dosare la luce e il suo riflesso. Gina è una lampada multifunzionale, da tavolo, libreria o comodino ideata come un libro di luce.
(Foto sotto) FOODDER in collaborazione con Michela Sardelli. Una buona cena in casa necessita di due elementi: una preziosa pietanza abbinata a un buon vino. Foodder è ideata per trasportarli. Ispirata ad una comune shopper, è formata da un contenitore ellittico e da una borsa per il trasporto. Il contenitore fa da base alla borsa e ha una forma che consente di coniugare agilità di trasporto, capienza e una gradevole presentazione della pietanza; è inoltre dotata di un piatto-coperchio per evitare che il cibo si rovesci.
La borsa è caratterizzata dal foro ellittico dell’impugnatura, da uno scomparto per la bottiglia di vino e da una tasca esterna per accessori. Il fissaggio tra borsa vassoio è assicurato da un elastico a scomparsa con un sistema di bloccaggio alle due estremità.
Foodder è realizzata in neoprene, materiale che si presta alla lavorazione artigianale e che ha elevate caratteristiche termiche per il mantenimento della temperatura del cibo.
Nella foto Giovanni Bartolozzi